Abbraccio [Spamano]
Le Muse erano in trepidazione.
Il Dio se ne stava a sonnecchiare su di un sasso, godendosi il sole che
gli carezzava il bel corpo.
Sembrava avesse dimenticato che doveva alle Muse la seconda storia.
"Cupido! Insomma! Avevi promesso di raccontarci altre tue storie!"
"Non si confà ad un Dio come te, il non mantenere la parola
data!"
Il Dio sorrise e sembrò finalmente consapevole di
ciò che aveva promesso.
"Oh dolci fanciulle, non arrabbiatevi! Stavo solo cercando di ricordare
quale storia fosse più romantica ed adatta a voi..."
Le Muse si incuriosirono di nuovo.
"Quale?" chiese una, con uno strano luccichio negli occhi.
Cupido si alzò, facendo segno alle Muse di avvicinarsi a
lui. E subito si ritrovò accerchiato da quelle belle figure.
"Ah, le commedie e le tragedie! Quali migliori invenzioni potevano
creare gli uomini! Sentimenti di amore, rancore, rabbia si intrecciano
e si fondono fra loro come le mie frecce fanno con i cuori dei giovani
innamorati. Sapete che a volte, queste sono scenari di storie vere...?"
A lui piaceva così tanto quello che faceva. Indossare la
maschera e invocare gli Dei affinchè tutti l'acclamassero
ancora, ed ancora.
Era nato per essere un attore, per calcare il suolo sacro e benedetto
dagli Dei dell'Anfiteatro.
Ma ciò che più lo emozionava erano gli sguardi di
ammirazione che scorgeva nell'agorà,quando al mattino vi
passeggiava con piacere.
Era soddisfatto di quello che gli dei gli avevano destinato. Una vita
gloriosa ed artistica.
Ma c'è sempre qualcosa che rovina la perfezione.
Tutti amavano Antonio. Tutti si sedevano sui gradoni dell'anfiteatro
per vedere i suoi personaggi e tutti i suoi amici e colleghi pendevano
dalle sue labbra.
Tranne uno.
Egli era quantomai arrogante e sprezzante d'odio. Lo beffeggiava e
scherniva sempre, non riservando mai un complimento per il suo operato.
Anzi, si riteneva di gran lunga migliore di lui.
Il suo nome era Romano,un ricco e viziato attorino proveniente dalla
lontana Neapolis.
Loro due litigavano sempre.
Antonio, perfetto nel suo essere, preferiva evitare battibecchi e
litigi effimeri, ma l'altro sembrava cercarli sempre,con molto ardore.
E questo,snervava e stancava il povero Antonio.
Era sera. Una di quelle sere calde e silenziose d'estate. La
città sembrava essere diventata più silenziosa
rispetto ai clamori del giorno.
Il caldo era spossante, l'aria densa e appiccicosa.
La cosa migliore da fare era quella di andare a vedere una bella
commedia prima di andare a dormire.
L'anfiteatro era colmo. Il giovane Antonio sbirciava nascosto dietro le
scene il pubblico.
"Tranquillo! Nessuno ti filerà stasera,caro il mio bastardo!
La tua luce (sempre se tu ne abbia mai avuta una) verrà
ottenebrata dalla mia immane bravura!"-una vocina squillante e acida
proruppe dietro di lui, accompagnata da un rumore di schiaffo,dato
dietro la nuca.
"Romano! Sai, mi stavo chiedendo quando saresti arrivato a fare scena
con i tuoi sproloqui inutili" si girò Antonio,
massaggiandosi la parte lesa.
"Inutili? Non credo! Quel che dico è vero,caro bastardo! Sei
qui perchè tutti sono impegnati con la guerra e quindi
scarseggiano i giovani interessati a far teatro! Non credere che tu sia
una divinità solo perchè sai recitare qualche
tragedia!" Aveva un modo assai irritante di parlare. Anche Zeus avrebbe
tappato le orecchie se lo avesse sentito parlare per più di
qualche minuto.
Era la grande serata. Doveva recitare una gran parte e non aveva voglia
di litigare o distrarsi per nulla.
Gli sorrise e fece finta di nulla,avvertendo il suo disappunto.
Quel ragazzino ricco e viziato sapeva essere fastidioso ed inopportuno.
Tuttavia, Antonio si era affezionato a lui.
Vedeva in quello che faceva una sorta di ammirazione o di imbarazzo. E
poi, gli piaceva e gli era simpatico.
Entrò in scena. A difenderlo dagli insulti subiti pocanzi,
c'erano gli applausi scroscianti del pubblico.
Sapeva che quella sera avrebbe dovuto dividere il paco con lui e la
cosa lo eccitava molto.
Una gran sfida, degna dei personaggi che quella sera avrebbero
interpretato.
Antonio era espressivo e piaceva. Si calava nella parte, dava sfogo
alla sua passione.
Questo si capiva. Lo capivano. E la rabbia di Romano saliva alle
stelle. Non sopportava il suo successo. Non lo capiva. Lui era ricco e
la sua famiglia, seppur lontana dai fasti di Atene, era ben vista e
apprezzata. Perchè non riusciva a rubare la scena a quel
sempliciotto tutto sorriso?
Lo spettacolo era terminato. Antonio era lì,con il suo
solito sorriso idiota e compiaciuto sul viso.
Tutti intorno a lui, come se fosse un dio.
Prima dello spettacolo aveva cercato di infastidirlo per poter vedere
una sua disfatta, ma niente. Anzi, sembrava aver innescato il
meccanismo contrario.
Che fastidio che gli provocava la sua presenza!
Si alzò dalla sedia su cui era seduto ed andò
via. Una passeggiata avrebbe calmato i suoi pensieri.
"Ehi! Dove vai?"
Se solo quella voce non l'avesse distratto!
"Non te li faccio i miei complimenti! Non li meriti,perchè
sei un volgare e bastardo ladro!"continuava a camminare mentre parlava
a lui,ad Antonio.
"E cosa avrei rubato,sentiamo!"
Ah! Poteva scommetterci la testa che quel bifolco aveva ancora quel
sorriso idiota sulle labbra!
"Tutto!"si fermò. "Accidenti a te! Sei povero,sei stupido e
riesci a fare quello che vuoi e a prenderti la mia gloria! Sei un
maldetto bastardo!"
Antonio rise. Rise di gusto e si avvicinò a lui.
"Io non ho rubato niente! Non eri tu a dire che io non valevo nulla?"
"..."
Ancora un sorriso ed un passo verso di lui. "Vedi Romano, io non ho
rubato nulla. Mi sono impegnato in quello che mi piace e non ho cercato
di sabotare nessuno. E poi..."si accostò a lui" quegli
applausi erano per entrambi"
"Menti! Tu lo fai per sentirti superiore! Sei odioso e non ti
sopporto!" sembrava un bambino capriccioso ai suoi occhi.Urlava e gli
dava i pugni sul petto. Eppure, poco prima, aveva mostrato tutt'altra
faccia.
Antonio sorrise e fece una cosa che sconvolse Romano.
Lo abbraccio,stringendolo forte al suo petto.
Per uno strano motivo (che Romano non sembrò mai capire) il
viso gli si imporporò tutto ed il cuore iniziò a
battere forte. Ma questa volta non per la rabbia, per qualcosa che
Romano non riuscì a capire. Almeno non in quel momento.
"Che...?"
"Facciamo la pace, Romano. Basta con i litigi per decidere chi
è migliore fra i due. Lo siamo entrambi e tutti ci
applaudono soddisfatti. E poi, preferisco parlare da amico con te, come
quando siamo in scena, piuttosto che litigare" la sua voce era dolce
come il miele.
Dannato cuore che non ne voleva sapere di fermarsi!
E dannato Antonio, che lo stringeva così forte a lui!
Lo scostò bruscamente e gli diede una schiaffo. La faccia
che Antonio fece ripagò quel momento di imbarazzo che aveva
trascorso.
"E va bene, beota! Firmo la pace! Ma ad una condizione..!"
"E sarebbe?"continuava a massaggiarsi la faccia.
"Ammetti che sono il migliore!"
"Ma..!"
"Fallo o ti darò un altro schiaffo!"
"Mai!"
"Fai il testardo,bastardo?"
"No, preservo il mio viso!"disse Antonio,avviandosi verso le luci della
città.
"Fatti schiaffeggiare scemo! E stai fermo o non posso farlo!"
Molti affermarono che da quel momento i due litigarono,si, ma solo se
la scena lo richiedeva visto che avevano firmato un patto di pace che,
in realtà, faceva da contorno ad un amore che stava per
sbocciare.
*Angolo dell'autrice*
*si nasconde e spera di essere risparmiata dai pomodori*
Ehm, salve!^//^ Scusate l'incredibile ritardo,ma l'estare mi ha rubato
molto tempo con il suo mare, il suo sole e..eh va beh, anche lo
studio,altrimenti si offende!u.u
Spero abbiate passato piacevoli giornate sotto il sole cocente di
quest'estate! Io si!XD
Vi confesso che l'ispirazione mi aveva lasciata per andare in vacanza
(così mi ha detto xD) per poi ritornare dopo taaanto tempo a
farmi visita!u.u
Beh, è la mia prima Spamano in assoluto,quindi se notate
piccole imperferzioni per quanto riguarda il carattere dei
personaggi,beh, chiedo venia!u.u
Ad ogni modo, spero sempre con il cuore di ricevere i vostri
graditissimi commenti! :D Lasciatene tanti, mi raccomando!;D
Per ora, vi lascio e vi aspetto con la prossima coppia hetaliana!*^*
Un grosso bacetto
_Valchiria_
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