Capitolo
27
Pov
Bella
Chester
si allontanò da me lentamente. Non degnò Edward nemmeno
di uno sguardo, come se non fosse stato li. Edward, al contrario, lo
guardava minaccioso. Ogni muscolo del suo corpo era in tensione, i
pugni chiusi, le spalle rigide, le labbra serrate, gli occhi neri
come la pece.
«Edward?»lo
chiamai, sperando distogliesse lo sguardo.
Lui
sospirò, puntando gli occhi nei miei, ma distolse lo sguardo
subito dopo. Fu abbastanza. Abbastanza per vedere la delusione e il
dispiacere nei suoi occhi.
Mi
sentii morire. Che avesse letto nei pensieri di Chester quello che
gli avevo raccontato?Si sentiva deluso dal fatto che avevo quasi
fatto ammazzare Gabriel? Mi considerava un mostro?
Strinse
gli occhi e deglutì senza alzare lo sguardo su di me.
«Sono
venuto a dirvi che Gabriel si è svegliato. Vuole vedervi»
Chester
sembrò ridestarsi immediatamente.
«Sta
bene?»
Era
ansioso, lo percepivo chiaramente.
Edward
lo scrutò in volto. Mi sarebbe tanto piaciuto avere il suo
dono, anche solo per qualche secondo, solo per capire cosa stesse
pensando.
Sospirò
stancamente.
«Si,
ma vuole vedervi...tutti e due»
«Bene.
Bella, andiamo?»
Edward
si irrigidì immediatamente ,ma non si mosse. Distolse di nuovo
lo sguardo.
Non
m guardava. Perchè non mi guardava?
Sospirai
preoccupata.
Chester
mi allungò una mano per invitarmi a seguirlo. La guardai un
secondo, indecisa.
No,
non potevo andare via adesso, non ora che avevo la possibilità
di restare sola con Edward. Di parlare con lui. Volevo sapere.
Guardai
ancora la mano di Chester, sempre aperta, in attesa.
«Va
tu, io ti raggiungo»
Chiuse
la mano in un pugno,che lasciò cadere lungo i fianchi.
«Certo.»
Potrei
giurare di aver sentito una nota di rammarico nella sua voce.
«Ma
cosa...»
Non
feci in tempo a chiedere a Chester cosa non andava che era già
scomparso.
«Chester...»sussurrai,
ancora un po' sorpresa dal suo comportamento.
«Non
lo raggiungi?»
Mi
voltai verso Edward. C'era qualcosa...qualcosa ne suoi occhi.
Qualcosa che avevo già visto. Un flash back entrò
prepotentemente nella mia testa. Un ricordo..un ricordo umano,
sbiadito ma ancora presente.
Ero
in piedi davanti alla porta di casa di Charlie. Mi tenevo una mano,
dolorante...aspettavo qualcuno...Edward...
E
poi eccolo, mi fa salire in macchina e si avvicina a...Jacob...gli
dice qualcosa che riesco a sentire: “Lei è MIA”
Si,
ricordavo, Jacob mi aveva baciato contro la mia volontà, mi
ero rotta una mano dandogli un pugno, Edward era venuto a prendermi,
furioso, avevano litigato...per me.
Adesso
capivo tutto.
Edward
era geloso.
Lo
era stato allora, di Jacob, e lo era adesso, ma di Chester.
Pov
Edward
(Tratto
dal capitolo 25:
Eccoli.
Mi
avvicinai aggirando il grosso tronco. Quello che vidi però
ebbe il potere di uccidermi.
Ringhiai.
)
Bella
scattò all'indietro, in posizione di difesa. Era così
presa da quello che stava facendo che non mi aveva nemmeno sentito
arrivare.
Mi
guardava con occhi sbarrati, spaventata. Ovviamente non mi aspettava.
Persi solo qualche secondo, la mia attenzione era concentrata su di
lui.
Non
si mosse, non disse una parola. Nella sua mente tuonava
insistentemente la voglia d baciarla.
Strinsi
i pugni. Scrutai attentamente cercando il ricordo di un bacio già
avvenuto, ma non vi trovai niente. Questo certo non voleva dire che
non ci fosse stato, ma solo che lui era molto astuto. Mi mostrava
solo ciò che voleva.
Trattenni
a stento la voglia di attaccarlo.
Lei
era mia.
«Edward?»
La
voce preoccupata del mio angelo mi ridestò. Incredibile
l'effetto che ancora aveva su di me, sentire la sua voce pronunciare
il mio nome. Purtroppo durò solo un istante, quando posai lo
sguardo su di lei, l'immagine dei loro visi vicini, mi balenò
di nuovo davanti gli occhi. Distolsi lo sguardo. Troppo doloroso.
«Sono
venuto a dirvi che Gabriel si è svegliato. Vuole vedervi»
«Sta
bene?»
La
sua voce mi infastidì. Alzai, malvolentieri, lo sguardo su di
lui. Lo scrutai di nuovo, non riuscivo a farne a meno, ma questa
volta non vi trovai altro che l'immagine di quel ragazzo che lui
considerava suo figlio.
Sospirai
seccato.
«Si,
ma vuole vedervi...tutti e due»
«Bene.
Bella, andiamo?»
Mi
irrigidii. Aveva aperto una mano verso di lei, aspettando che
l'afferrasse. Avrei voluto tanto staccargliela.
Ma
non potevo. Non dopo in modo in cui mi ero comportato io cinque anni
fa. Non potevo permettermi di fare il geloso, anche se lo ero. Morivo
al pensiero che lui l'aveva stretta tra le braccia, al posto mio, che
l'avesse consolata, al posto mio, che avesse cresciuto nostra figlia,
al posto mio.
Ma
era stata colpa mia. Io, inconsapevolmente, l'avevo spinta tra le
braccia di un altro. Uno che la capiva, che la proteggeva, che era
per lei un marito migliore di quanto lo ero stato io. Uno che non ero
io.
Guardò
la sua mano, indecisa. Inaspettatamente scosse la testa-
«Va
tu, io ti raggiungo»
Percepii
immediatamente i pensieri di Chester.
“Ha
scelto lui...di nuovo”
Come
pensavo. Lui l'amava, l'amava da sempre. Deluso chiuse la mano in un
pugno che lasciò stancamente ricadere.
«Certo.»
La
delusione era palese nella sua voce.
«Ma
cosa...Chester...»
Veloce
come solo la nostra razza sapeva fare sparì lasciandoci soli.
Bella sembrava confusa dal suo comportamento. Che ignorasse i suoi
sentimenti? Eppure erano cosi evidenti.
«Non
lo raggiungi?»
Qualcosa
passò nei suoi occhi appena un secondo, un secondo in cui
sembrava lontana, distante, n un altro mondo.
Era
per Chester? Era preoccupata per lui? Che anche lei provasse qualcosa
di più per quel ragazzo?
Sospirai.
Bella amore mio...
Volevo
davvero che fosse felice. Lo avevo sempre voluto. Avrei rinunciato a
tutto, anche alla mia felicità, se questo l'avesse resa
felice. Ma era dura lasciarla andare...proprio ora che l'avevo appena
ritrovata.
Agrottò
la fronte scuotendo la testa, visibilmente confusa.
«Edward...»
Sembrava
triste, delusa. Deglutii, dovevo prepararmi a perderla, per sempre.
«Si...»
«Stai
bene?»
Che
strana domanda. Cercai di essere il più sincero possibile.
Glielo dovevo e non volevo mentirle. Avevo giurato a me stesso che
non lo avrei più fatto.
«Non
esattamente»
«È
per Chester? Sei geloso di lui?»
Chiusi
gli occhi.
«Mi
dispiace. Non riesco a farne a meno»
«Sei
un sciocco»
«Co-cosa?»
Riaprii
gli occhi. Mi guardava, mi guardava con i suoi occhi grandi, immensi,
in grado di mandarmi in paradiso. Poi sorrise. Mi si mozzò il
respiro. Dio quanto era bella. Lentamente, un passo alla volta,
accorciò la distanza che ci separava. Allungò una mano,
regalandomi una dolce carezza. Vibrai. Chiusi gli occhi
accoccolandomi sul palmo della sua mano. Poi qualcosa, qualcosa di
metallico sulla mia guancia attirò la mia attenzione,
staccando, a malincuore la sua mano dal mio viso e stringendola tra
le mie. Rimasi stupito,colpito, emozionato.
«Porti...porti
la fede.La nostra fede...»
Com'era
possibile che non l'avessi notata prima di allora?
«Si.
Non l'ho mai tolta, mai, è sempre rimasta li, è quello
il suo posto. Perchè quella fede è il simbolo del
nostro amore, e significa che io appartengo a te...»
«..e
io a te»
«Per
sempre»
«Per
sempre»
E
poi le sue labbra furono di nuovo sulle mie, e tutto andò a
posto. La gelosia, il rancore, la rabbia, non c'era più posto
per tutti quei sentimenti meschini, non c'era più spazio per
nulla che non fosse amore, il nostro amore.
Ma
ancora una volta finì troppo presto. Troppo in fretta.
No.
Non ora.
Ringhiai.
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