Fireflies
You would not believe your eyes
If ten million fireflies
Lit up the world as I fell asleep
'Cause they fill the open air
And leave teardrops everywhere
You'd think me rude, but I
Would just stand and stare.
Owl City – Fireflies
Attraverso la campagna scozzese il paesaggio appariva spoglio e
morente, una brughiera che si estendeva a perdita d'occhio: la pioggia
della notte appena trascorsa aveva cancellato ogni traccia di candore,
rendendo il terreno fangoso e disagevole. Una fitta coltre di nebbia
ostacolava il passaggio, minacciando cadute e pessime figure a chiunque
avesse osato disubbidire al suo volere, il gelo che penetrava nelle
ossa a ogni passo.
Hermione gettò un'occhiata sconsolata ai suoi stivali: uno
strato di spesso pantano rosso-giallastro li ricopriva fino alla
caviglia, tanto orribile da indurla a pensare che neanche un
incantesimo sarebbe stato in grado di eliminare ogni traccia di quel
lerciume. Scostò con un colpo deciso del capo alcune ciocche
di capelli dal viso, per nulla disposta a scacciar fuori le mani dalle
tasche: lo sformato cappotto marrone si era rivelato un fedele alleato
anche in quella situazione, barriera inespugnabile contro il clima
glaciale. Il vento freddo continuava a sferzarla, facendo sì
che il logoro cappello continuasse a caderle sugli occhi, mentre
sciarpa di lana le pizzicava il collo e il naso colava vergognosamente.
Davvero una pessima, pessima giornata.
Avvicinò le mani guantate alla bocca, sfregandole e
soffiando: in lontananza, sovrapposta alla linea dell'orizzonte,
riusciva a scorgere la frastagliata scogliera verso la quale si stavano
dirigendo. Per quale motivo, restava ancora un mistero
- Davvero non so come tu abbia fatto a convincermi - un ragazzo dalla
chioma fulva la distanziava di un paio di metri, di certo
più agile di quanto lei non fosse lungo quel percorso
accidentato
- Avanti, Granger! Che fine ha fatto il tuo spirito d'avventura? -
- Credo se ne sia andato assieme al tuo buon senso, Fred Weasley -
- Ma se non l'ho mai avuto! - lo udì obiettare
- Appunto - concordò, annuendo
- Sei noiosa, Granger - borbottò a mezza voce
- La verita fa forse male? - lo stuzzicò , trionfante - Eh
già, anche i peggiori, in fondo, hanno il loro tallone
d'Achille -
- Tallone di cosa? -
- Lascia perdere - sventolò la mano come volesse scacciare
un insetto fastidioso - Piuttosto, continui a perseverare nel non
volermi dire dove siamo diretti? -
- Che sorpresa sarebbe, altrimenti? -
- Ed era davvero necessario smaterializzarsi in Scozia per scoprirla? -
- Assolutamente, mio carissimo prefetto -
- Ex prefetto -
- Fa lo stesso - questa volta fu lui a scacciare un insetto molesto -
Guarda, siamo quasi arrivati - disse, indicando la scogliera con un
cenno del capo.
Resosi conto dell'incedere tremolante della sua compagna, il giovane si
affrettò a stringerle una mano per aiutarla, intrecciando le
dita alle sue: nonostante non indossasse nulla, la sua stretta era
tiepida, tanto piacevole da riuscire a farle dimenticare il cattivo
umore: a volte non ci si rende conto di quanto possa essere intimo un
semplice contatto come quello. L'essere umano si illude nel ricercare
la completezza nella perdita totale di sé stessi nel corpo
dell'altro, vivendo nella sciocca convinzione che la completa fusione
di due anime coincida col culmine del piacere fisico. Stolto
è l'uomo che ha dimenticato quanto amore e dolcezza possano
risiedere nel gesto più innocente, cuore arido e anima come
rovente brezza del deserto.
Hermione avvertì un intenso bruciore alle gote, lo stomaco
dolerle gradevolmente
Sei consapevole dell'effetto che hai
su di me, Fred?
Come avesse udito quel muto quesito, l'amico si voltò verso
di lei, sorridendole affettuosamente
- È tutto ok? - le chiese
- Certo! - rispose automaticamente - Perché me lo chiedi? -
- Così... - per un istante le mancò l'aria
- Che sciocco sei, Fred! - disse, forzando una risata - Non potrei
stare meglio di così! -
- Se lo dici tu - le rispose, scettico
- Infatti lo dico io - cercò di apparire disinvolta - Manca
ancora molto? - chiese - Sento che i miei piedi non resisteranno a
lungo -
- Granger, davvero, solo Merlino sa come tu abbia fatto a sopravvivere
durante la guerra -
- Ma che spiritoso! -
- È una dote naturale - sottolineò compiaciuto -
E comunque siamo arrivati - la informò
- Arrivati? - gli fece eco - Arrivati dove esattamente? - si
guardò intorno - Qui non c'è assolutamente nulla,
a meno che tu non intenda buttarti giù dalla scogliera -
incrociò le braccia al petto - Cosa che, devo ammettere, al
momento non mi dispiacerebbe affatto - lo vide affondare le mani nelle
tasche dei pantaloni, lo sguardo oltremodo divertito
- Non so perché, ma non credo neanche a una parola - la
contraddì - Sono molto deluso da te, Granger. Mi aspettavo
fossi in grado di vedere oltre -
- Vedere oltre? - lui non aggiunse altro, limitandosi a restarsene
lì in attesa. Un sonoro sbuffo uscì dalle labbra
di Hermione, la quale non era per nulla disposta ad assecondare le
stramberie del gemello, men che meno in un tale frangente.
Si guardò nuovamente attorno, certa delle sue convinzioni
- Ebbene? - le domandò, appunto, quest'ultimo
- Ebbene è..! - un oggetto attirò il suo
interesse - Non vorrai dirmi...? -
- Precisamente, signorina Granger - annuì - Vedo che, alla
fine, è riuscita a comprendere -
- Una passaporta - disse meccanicamente, accovacciandosi per scrutare
più da vicino quella bottiglia di vetro - Chi se lo
aspettava -
- Tu no di certo -
- Giuro che, se non la smetti, sarò io a buttarti di sotto!
-
- Va bene - alzò le mani in segno di resa - Ora,
però, sarà meglio sbrigarsi. Non vorrei tardare -
- Cosa odono mai le mie orecchie - ironizzò lei, mentre
l'amico si inginocchiava accanto a lei - Fred Weasley che teme di far
tardi - gettò uno sguardo al cielo - Sì, direi
che la fine del mondo è imminente -
- Ma come siamo simpatiche oggi! -
- È una dote naturale - lo scimmiottò
- A-ha, certo - la assecondò - Proprio come la petulanza -
- Guarda che io...! -
- Ad ogni modo - la interruppe - Non lasciare la mia mano per nessun
motivo - la prese - Non vorrei ti ferissi -
- Non esagerare, Weasley - cercò di dissimulare il suo
imbarazzo - Neanche nei tuoi sogni più vivaci potrebbe mai
accadere una cosa del genere -
- Come no - le rispose - Se è così, allora puoi
anche lasciarmi andare -
- Non importa: farò questo sacrificio - disse, per nulla
intenzionata a lasciarlo andare
- E va bene - la assencondò, il tono di un padre che
acconsente alla figlia capricciosa - Però, prima dobbiamo
occuparci di un'altra questione - con la mano libera, tirò
fuori una cravatta dalla tasca del cappotto
- Eh?!? -
- Ora vedrai - le lasciò la mano - Girati -
- Non vorrai bendarmi?! -
- Esattamente -
- Sei forse impazzito?!? - sbottò - Mi rifiuto
categoricamente -
- Avanti, Hermione - la incitò - Solo per questa volta cerca
di fidarti - i suoi occhi, profondi e cristallini, le ricordarono il
blu dell'oceano
- Va bene - acconsentì, senza riflettere - Ma solo per
questa volta -
- Brava bambina - chiuse gli occhi e lui le strinse delicatamente quel
pezzo di stoffa sugli occhi.
Avete presente il “gioco della fiducia”? Mi
riferisco a quello in cui ci si deve lasciar cadere all'indietro, per
far sì che un'altra persona ci afferri. Non so se voi
l'abbiate mai provato, ma posso assicurarvi che è molto
più difficile di quel che sembra: fino ad un istante prima
credi di avere il totale controllo della situazione, poi ti ritrovi a
non sapere che fare, la consapevolezza di stare dimostrando al tuo
compagno quanto in realtà confidi in lui – non
così tanto.
Ebbene, ritrovarsi bendata in un luogo isolato come quello, fece
sentire la Granger precisamente allo stesso modo: la totale assenza, il
buio, l'incertezza. Si ritrovò ad allungare le mani,
tastando il vuoto, agitata
- Fred? - chiamò - Fred, dove sei? - avvertiva una paura
ceca e immotivata montarle dentro, persa in un terribile stato di
abbandono - Fred... - la voce le si era leggermente incrinata,
avvertì il ragazzo avvolgerla in un caldo abbraccio
- Calma, sono qui... - la sua voce risuonò carezzevole e
rassicurante alle sue orecchie, acquietandola all'istante
- Sì - rispose, semplicemente
- Aggrappati forte a me - si strinse quanto più poteva,
assaporando a cuore aperto la dolcezza infinita di quel gesto
- Va bene - percepì il suo braccio scostarsi e fu come se un
pezzò del suo corpo le venisse brutalmente staccato
- Al mio tre - serrò le labbra - Uno - un tremito - Due - un
sospiro - Tre - poi il nulla.
Hermione aveva sempre pensato agli abbracci come ad un gesto intriso di
malinconia, di sentimenti inespressi, di rimpianti. Un gesto nel quale
le persone tendevano ad incanalare tutte quelle parole impossibili da
pronunciare, per paura o imbarazzo che fosse.
I suoi genitori non le dicevano mai che le volevano bene, troppo
riservati per lasciarsi andare a tali dimostrazioni di affetto:
preferivano abbracciarla, accarezzandole la schiena e mormorando una di
quelle canzoncine che adorava fin da bambina.
Non aveva mai detto ad Harry di volergli bene, né
gliel'aveva sentito dire: eppure, tra loro c'erano stati
un'infinità di abbracci: di gioia, di conforto, di affetto,
di dolore.
Non aveva mai detto a Ron che l'amava, credendo che i gesti valessero
più di mille parole: solo ora riusciva a comprendere che, a
volte, certe cose valeva la pena di dirle. A dispetto dell'imbarazzo,
della paura, del rimorso: certe cose andavano dette e dovevano essere
ascoltate.
Stretta a Fred, si rese conto, per la prima volta nella sua vita, di
voler pronunciare quelle parole, ma di non sentirsi ancora pronta a
farlo. Un giorno, non molto lontano, sarebbe riuscita a trovare il
coraggio necessario: avrebbe respirato a fondo, ascoltato il battito
furioso del suo cuore, dopodiché avrebbe dato sfogo alla sua
voce. Tutto quell'amore covato negli anni, avrebbe finalmente visto la
luce, avrebbe emesso il primo vagito, guardando con speranza al nuovo
mondo.
Sì, sarebbe andato tutto bene
- È tutto ok? - le chiese il gemello
- Certo - rispose - Siamo già arrivati? - chiese, sbalordita
- Esatto - disse, trionfante - Grazie a me non ti sei resa conto di
nulla - ancora la teneva ancorata a sé
- A-ha - lo assecondò - Direi: stavo per soffocare! -
- Ma sentila! - la allontanò, arruffandole i capelli - La
signorina ha voglia di scherzare: che divertente -
Stringimi
- Cos'è? - si tastò dietro la nuca alla ricerca
del nodo della cravatta - Al Re degli scherzi non sta bene che qualcun
altro possa ridere di lui? -
- Certo che no - lo udì sbuffare - Semplicemente non amo le
pessime battute -
Baciami
- Le pessime battute - ripeté - Come no! - sciolse il
legaccio
- E invece è proprio così, signorina so-tutto-io -
- Come mi hai chiamato...! Ehi! Cosa fai? - quando quel pezzo di stoffa
rosso-oro era caduto, le mani del ragazzo erano immediatamente accorse
ad oscurarle ancora la vista
- Tu, piuttosto: chi ti ha detto di togliere la benda? - chiese a sua
volta, contrariato
- Siamo arrivati, no? -
- Sì, ma non è ancora arrivato il momento -
- Il momento per cosa? - l'aiutò ad alzarsi
- Vedrai -
Amami.
- Siamo arrivati? -
- No -
Un minuto
- Siamo arrivati? -
- No -
Trenta secondi
- Siamo arrivati? -
- Sì -
- Davvero? -
- No(1) - gli tirò un
calcio all'indietro - Ahi! -
- Fred Weasley... -
- Mi hai fatto malissimo! -
- ...si può sapere... -
- Sono sicuro resterà il segno -
- ...dove accidenti mi stai portando?!? -
- Hermione - la richiamò sconvolto - Smettila di urlare: la
gente ti fissa -
- La gente? - che assurda situazione - Che gente? -
- La gente, Hermione - ripeté, calmo - Sai: due occhi, due
braccia, quattro gambe... -
- Fred! -
- ...ah no, scusa: erano due -
- Frederick Weasley - si fermò e lui con lei
- Dimmi tutto, Granger -
- Giuro... -
- Che paroloni -
- ...che se non mi dici immediatamente dove stiamo andando, non mi
muovo di qui! -
- Uhm - fece, meditabondo - Ne sei proprio sicura? -
- Sicurissima -
- Va bene - in un lampo, le avvolse la sciarpa intorno al capo
- Ma cosa... ehi, mettimi giù! -
- Ma Granger: sei stata tua dirmi che non ti saresti mossa! -
- Ma io non volevo mi prendessi in braccio - udì varie
risatine - Fred! - mormorò, arrossendo - Mettimi
giù: le persone stanno ridendo di noi -
- Mi spiace contraddirti, mia cara, ma è di te che stanno
ridendo -
- Ti prego - implorò
- E va bene - si fermò - Non riesco a resistere ad una
giovane donna in questo stato - affermò, solenne - Ma ci
sarà un prezzo da pagare -
- Qualsiasi cosa - accettò - Basta che mi lasci scendere -
- Ok - l'adagiò in terra - Ecco fatto -
- Ebbene? -
- Cosa? -
- Cosa vuoi? -
- Lo saprai a tempo debito - il suo tono non le piaceva per nulla...
- Uhm... la sciarpa -
- Cosa? -
- Toglimi la sciarpa -
- Giusto -
Uno. Due. Tre.
- Fred... - iniziava sul serio a perdere la pazienza
- Aspetta -
- Cosa devo aspettare ancora? - chiese, esasperata
- Ci vuole suspense -
- Oh, ma per favore! - si tirò via la sciarpa, rischiando di
strangolarsi - Ora voglio proprio sapere cosa hai da dire a tua
discolpa - l'afferrò per le spalle, facendola voltare
- Guarda -.
Il paesaggio era identico a quello delle fiere che spesso aveva
frequentato da bambina: bancarelle colorate, teatrini, saltimbanchi,
clown e menestrelli. Una prorompente allegria aleggiava nell'aria,
colmandola di gioia, una miriade di lucciole a illuminare il romantico
crepuscolo
- Ma come...? -
- Magia - le rispose, facendo spallucce.
Iniziò ad avanzare come inebriata, il passo leggermente
traballante, guardandosi attorno con occhi luccicanti. Era come un
continuo della loro serata trascorso ai Covent Garden, ma
più incredibile, più magica.
Quegli insetti
luminosi la sfioravano da sopra i numerosi strati di indumenti, per
nulla intimoriti: alzò un braccio e un paio di loro si
adagiarono sulla sua mano, come gocce di oro colato. Volarono via in un
battito di ciglia, lasciandola col sorriso sulle labbra
- Ti piace? - l'avvolgente voce di Fred le giunse dalle sue spalle
- Tantissimo - si voltò - Ma dov'è che siamo? -
le pizzicò scherzosamente una guancia
- Benvenuta al Festival di Portmahomack(2) -
- Mai sentito nominare -
- Non ne avevo dubbi - annuì
- Adesso mi spiego tutto quel mistero... -
- Precisamente -
- Sei un bambino -
- Vero -
- Ed uno sciocco -
- Vero anche questo - allungò la mano per accarezzargli il
viso
- Ma cosa farei, senza uno sciocco e un bambino come te? -.
And i've always lived like this
Keeping it comfortable,
distance, and up until now
I'd sworn to myself that I'm content
With loneliness
Because none of it
was ever worth the risk, but...
Paramore – The Only Exception
- Ancora non riesco a crederci -
- Ma... -
- No, davvero: non ci riesco -
- Forza, Granger: che sarà mai? -
- Ma dico: anche durante le feste, voi maghi pensate solo al
Quidditch?!? -
- Ma si tratta di un'importante amichevole! -
- Sì. Esattamente come il campionato scolastico, le
nazionali, i mondiali... -
- Esatto! - esultò - Vedo che inizi ad entrare nello spirito
giusto - l'occhiata che gli rivolse fece scemare tutto il suo
entusiasmo
- Ma per favore! -
- Oh, andiamo Hermione! - perseverò, passandole un braccio
intorno alle spalle e cominciando a sospingerla - Vedrai che
sarà un'esperienza indimenticabile -
- Certo, certo -
- E che partita sarebbe, senza la giusta dose di cibo spazzatura? -
- Ehi! - lo richiamò il proprietario della bancarella alla
quale si erano accostati
- Scusi - disse, l'espressione addolorata - Cibo
iper-calorico - l'uomo scosse
la testa, contrariato
- Dimmi, Fred - disse Hermione, trascinandolo via - La smetterai mai di
metterti nei guai con le persone? -
- E perché dovrei? - chiese, del tutto naturale -
È così divertente -.
Lo stadio, per quando decisamente più piccolo di quello che
aveva ospitato la coppa del mondo, era gremito di persone fino
all'orlo: striscioni, urla, cappelli e sciarpe, improbabili facce
dipinte. Uno spettacolo che, alla fin fine, valeva la pena osservare
anche solo per questo.
Hermione seguiva Fred a qualche passo di distanza, cercando di farsi
largo tra la folla che ancora occupava il retro delle tribune: poco
prima, il ragazzo le aveva mostrato i biglietti già
acquistati da diversi giorni, al che lei lo aveva guardato confusa
- Come mai avevi già acquistato due biglietti? - lui le
aveva sorriso furbamente
- Istinto - quel ragazzo era davvero un mistero!
Sbuffi, gomitate, caldo asfissiante: la Granger stentava a reggere il
passo del gemello, che, al contrario di lei, riusciva agevolmente a
farsi strada senza alcun incidente. Ad un certo punto, mentre tentava
di passare tra due due comitive, inciampò in una trave
sporgente del pavimento, rovinando in terra. Caricò sulle
braccia il peso del corpo, alzandosi a sedere: le calze si erano
strappate, mostrando il ginocchio sbucciato. Si voltò, in
cerca di aiuto, ma del ragazzo non ve n'era neanche l'ombra:
probabilmente, era andato avanti credendo che lei lo stesse seguendo.
Tastò l'interno delle sue tasche, alla ricerca di un
fazzoletto: nulla. Si alzò, ritenendo alquanto insicuro
restarsene lì, col rischio che qualcuno potesse caderle
addosso: non sapeva dove dirigersi, poiché non aveva idea di
quali fossero i posti segnalati sui biglietti e cercarlo era a dir poco
impensabile. Così, dolorante, si poggiò ad una
trave, abbastanza in disparte perché nessuno potesse
urtarla. Di certo, non appena si fosse reso conto della sua scomparsa,
sarebbe tornato indietro a cercarla.
Hermione si sentiva fragile, come se, di punto in bianco, la presenza
di Fred le fosse diventata indispensabile... e, forse, era davvero
così. Quando era passato a prenderla, quella mattina, il
petto le era quasi esploso, mentre lui le illustrava i suoi piani per
la giornata
- Cosa ti fa credere che
acconsentirò a tutto questo? -
- Granger, andiamo: lo so che non
puoi fare a meno di me -
In tutta la sua vita, Fred Weasley non aveva mai pronunciato frase
altrettanto vera: lei aveva un disperato bisogno di lui.
Sospirò, posando una mano sul petto: percepiva il ritmico
battito del cuore contro il palmo ed un dolce languore che la
pervadeva. Dopo tutto, cosa mai poteva andare storto se, per una volta,
decideva di lasciarsi andare?
- Hermione! - un'affannato Fred si stava dirigendo verso lei
- Fred! -
- Ma cosa ti è successo? - chiese, il tono leggermente
alterato - Mi sono girato e non c'eri più -
- Scusami, ma sono caduta e ti ho perso di vista -
- Ti sei fatta male? -
- Niente di che, solo una piccola sbucciatura - lo sguardo del ragazzo
si soffermò sulla zona incriminata
- Meglio che dia un'occhiata - si accovacciò
- Ma no - obbiettò lei, arrossendo - Non è il
caso -
- Decido io cosa sia il caso, miss Granger -
- Smettila di imitare la McGranitt, mi fai impressione -
- Una bella impressione? -
- Una brutta impressione -
- Eh - emise un teatrale sospiro - C'est la vie - sfiorò il
profilo della gamba di Hermione e lei quasi svenne - Ok, non
è nulla di grave - le tamponò la ferita con un
fazzoletto
- Mi pareva di avertelo già detto - si alzò,
sovrastandola
- Dovevo assicurarmene - rispose - E poi, come facevo a farmi sfuggire
l'occasione di sbirciare sotto la tua gonna? -
- Frederick Weasley! - urlò, paonazza - Cosa hai fatto?!? -
- E va bene - ammise - Non ho sbirciato, anche se avrei voluto... -
- Fred! -
- Andiamo? - le porse il braccio - Non manca molto all'inizio della
partita - ignorò il gesto, stringendo le braccia al petto
- Credo di aver urlato più io il tuo nome, negli ultimi due
giorni, che tua madre in tutta una vita - lui alzò le
spalle, iniziando a farsi largo tra la folla, vicino a lei quel tanto
che bastava a che non accadessero altri imprevisti
- Tu sottovaluti la mamma, Hermione - asserì - Credimi,
neanche la McGranitt ha urlato il mio nome quanto lei. -
- Ci credo, ci credo - disse, la voce divertita.
Di colpo, il ragazzo si fermò, facendola scontrare contro la
sua schiena
- Ma cosa ti prende? - non rispose, semplicemente le prese una mano,
uno sguardo che la sfidava a lasciarlo andare. Non dissero nulla,
continuando semplicemente a guardarsi, il mondo intero racchiuso nello
spazio che divideva il corpo di Hermione dal suo.
Al mondo, non v'è uomo o donna che non abbia desiderato,
almeno una volta, essere travolto dall'amore. Eppure, cos'è
che facciamo quando ciò accade? Fuggiamo.
La paura ci assalta, ci conquista, ci ghermisce. Arriviamo ad un punto
in cui non siamo più i padroni di noi stessi, confinati nel
nostro minuscolo e personale universo, lontano dalla sofferenza.
Nutriamo la nostra anima di malinconiche illusioni, vivendo l'utopia di
una esistenza senza rimpianti, inconsciamente consapevoli della
realtà: inutile rifuggire al mondo, perché nessun
uomo ha la forza sufficiente per vivere la solitudine. Tuttavia, allo
stesso tempo, nessun uomo ha la forza necessaria per poter affrontare
le conseguenze del vivere con gli altri.
E allora? Arrivati a questo punto, cosa ci resta da fare?
Bisogna avere fede.
La fede è ciò che ci ha salvato sin dall'alba dei
tempi, ciò che ci ha tratto in salvo dal baratro
dell'oscurità, mostrandoci la luce. Uscite di casa, alzate
il capo e spalancate gli occhi verso il cielo: la luce del sole vi
accecherà e in essa voi dovrete avere fede.
Hermione si sentiva soffocare dall'intensità di quei
sentimenti che iniziava a serbare dentro di sé, nascosti,
piccoli, indifesi, come lei. Aveva avuto accanto a sé Fred
Weasley per più della metà della sua vita, ceca
alla verità. Aveva ritrovato la vista in un locale babbano,
una Vigilia di Natale qualsiasi, seduta ad un tavolo qualsiasi. La
verità le si era rovesciata addosso come una doccia fredda,
una cascata: le idee avevano cominciato a complicarsi e le sensazioni a
farsi più chiare.
Avrebbe voluto fermarlo e baciarlo lì, davanti a tutti,
respirando la vita dalle sue labbra. Ne aveva bisogno più di
qualsiasi altra cosa, per sopravvivere
- Hermione, puoi dirmi che ore sono? -
- Mi spiace, ma non ho con me l'orologio -
- Davvero? Strano: in genere lo porti sempre con te -
- Ho creduto che oggi il tempo non avesse importanza -.
Note:
1) Citazione dal film “Shrek
2”
2) Portmahomack è un villaggio
di pescatori sul Mare del Nord della Scozia nord-orientale.
Sinceramente, mi ispirava il nome: in questa storia, faremo finta si
tratti di un villaggio di maghi (non ditelo in giro!). Anche il
Festival, ovviamente, è una mia invenzione.
Spazio autore:
Salve a tutti! Eccomi, dopo tantissimo tempo, con un nuovo capitolo. Mi
dispiace di averci impiegato così tanto a scriverlo, ma non
volevo che la fretta rovinasse il risultato finale.
Ebbene, finalmente sembra che Hermione abbia preso coscienza di quei
sentimenti che, in un modo o nell'altro, ha sempre provato per Fred. Ma
ora? Cosa accadrà ora?
Mistero.
Spero che il capitolo possa piacervi, vi aspetto nel prossimo.
Con affetto,
Arianna.
Recensioni:
DrogataDiApiFrizzole : Ti
ringrazio infinitamente! Le tue recensioni mi
riempiono sempre di gioia, oltre a farmi divertire (nel senso buono del
termine!). Spero vivamente che anche questo capitolo possa piacerti: mi
ci sono davvero molto impegnata.
Appena avrò un po' di tempo, andrò a leggere
qualcuna delle tue storie. Promesso!
Sipsi : Ti ringrazio per la
recensione: mi fa davvero piacere che la
storia ti piaccia.
Per quel che mi riguarda, ho sempre ritenuto che l'aspetto psicologico
di Hermione non fosse stato adeguatamente approfondito dalla Rowling
che, giustamente, si è soffermata maggiormente sul
protagonista. Da un certo punto di vista, ciò potrebbe
essere anche positivo: ha concesso a noi la possibilità di
creare il carattere che, secondo la nostra opinione, meglio le si
confà.
Spero che il capitolo ti piaccia!
LittleHarmony13 : Eh
già: anche io li adoro, non
posso farci nulla! E sì, anch'io credo che siano perfetti
insieme e, forse, in questo capitolo lo si comprenderà
ancora di più.
Spero possa piacerti!
_LenadAvena _ : Ti ringrazio
per i complimenti e mi dispiace di averti
fatto attendere tanto: spero che il capitolo possa ricompensarti per
l'attesa!
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