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Germania era seduto
composto, la poltrona in cui sedeva era nuova, e senza nemmeno
accorgersene se ne era comprata una uguale a quella che Italia aveva
sistemato nella sua camera. Le assomigliava molto per davvero, stesso
stile semplice e perfettamente comoda, Germania non l'aveva fatto
apposta, non se n'era reso proprio conto, quella era semplicemente
adatta a lui tanto che l'avrebbe comprata se si fosse presentata
l'occasione, ed Italia lo sapeva.
Ogni giorno pensava a
lui ed ogni giorno il dolore si faceva più intenso, invece che stare
meglio si sentiva sempre peggio. Una parte di lui era rimasta con
Italia nel suo magnifico paese ed era la parte più vitale. La parte che
si portava dietro, invece, era la peggiore di lui, quella egoista e
spietata, ambiziosa al limite e soprattutto infelice.
I giorni si susseguivano
uguali, seguendo la stessa routine. Ogni tanto c'era un riunione
straordinaria. La nazione passava il giorno a sfiancarsi di
allenamenti, cominciava correndo per chilometri finchè non sentiva di
stare per svenire. Finalmente si fermava, solo per riprendere dopo
pochi minuti con estenuanti esercizi per rafforazare e tonificare i
muscoli.
Arrivava giorno dopo
giorno al suo limite, si divertiva a sfidarlo, sapeva di osare più di
quanto un normale corpo avrebbe sopportato, ma lui era una nazione e
non poteva morire come un comune umano.
Stava seduto molto
comodo, anche se composto e ripensava a quel pomeriggio:
aveva perso i sensi durante la corsa, quando si era svegliato
si era reso conto di essere disteso per terra, esattamente dove era
caduto. I polmoni pieni di polvere e brucianti.
La rabbia era la sua
unica compagna, ed era quella che lo spingeva a rialzarsi ogni volta.
Germania si toccava
distrattamente il collo, dove avrebbe dovuto esserci la sua Croce di
Ferro, ma era ancora nelle mani di Italia.
In quello stesso istante
anche Italia fece la stessa cosa, ma sotto le dita sentì il calore dell
metallo, scaldato dal suo corpo.
Germania sapeva che di
lì a poco sarebbe tornato nuovamente il fratello, e sapeva che lo
aspettava un'altra triste prova. Si alzò pesantemente dalla sedia,
facendo leva sui braccioli e prese la porta con passo marziale. Era
stanco quindi sarebbe andato ad allenarsi ancora, il dolore fisico era
soddisfacente per lui, farsi del male era quasi diventato piacevole. E
non intendeva aspettare il fratello, in fondo non aveva nessun obbligo
e non voleva avere niente a che fare con quello che gli avrebbe detto
di Italia...
...Vero?
Quando la familiare voce
lo sorprese era nel suo campo degli allenamenti privato, concentrato ad
issare il suo corpo al di là della sbarra metallica, tramite la forza
delle sole braccia.
-West!!-
Gilbert, annunciato dal
suo piccolo amico pennuto, camminò verso di lui. Notò la sua
incredibile forza fisica, osservò il sudore scendere lungo il torace
muscoloso e notò anche che era dimagrito ancora.
Aveva l'aria di un
demone, un bellissimo demone biondo. Uno sterminatore.
Eccolo...
Quando era arrivato era
quasi certo che il fratello non avrebbe potuto dire di no, ma vedendolo
cambiò idea subitaneamente. Mentalmente si figurò con le braccia stese
lungo i fianchi e la schiena china, espressione della delusione. Invece
si appoggiò con una mano alla spalliera che stava usando il demone
biondo e sorrise.
Ludwig si lasciò cadere
mollando la sbarra, atterrò saldamente, non tradiva l'immensa
stanchezza. Andò dal fratello e gli strinse l'avanbraccio, appena un
po' troppo forte.
Prussia non disse altro
e questa volta gli porse un pacchetto quadrato di medie dimensioni, lo
aveva tenuto semi nascosto dietro la schiena con noncuranza, cercando
di non apparire colpevole.
Lud lo guardò per un
lungo momento, l'espressione era indecifrabile e lui non demorse,
continuando a
tenderglielo. Lui lo prese e lo tastò. I suoi occhi azzurri e glaciali
si spalancarono per una frazione di secondo.
Non può essere... Italia questa volta mi ha spedito una tela... ma
perché non mi può lasciare in pace? Mi domando perché debba
costantemente riportarmi a soffrire, anche se mi allontano da lui la
sua presenza mi perseguita.
Ricacciò indietro il
groppo che gli si era formato in gola, si accorse che dall'involto
della tela era scivolata fuori un'altra lettera. La prese in mano e
camminò lentamente verso l'interno del palazzo, seguito dal fratello.
Prussia prese posto in soggiorno dove si trovava la volta prima con la
lettera. Guardò il fratello bruciarla e si sentì anche lui bruciare
dentro, era una sensazione che lo consumava.
Prima di infilare la
lettera nel camino, Germania aveva dato un fugace sguardo alla scritta
col suo nome. Era indirizzato "A Ludwig".
Il fratello lo guardò
sconvolto, anche se immaginava una simile reazione.
Ludwig si congedò con un
paio di parole e si ritirò per qualche minuto nella sua camera, il Lud
di qualche mese prima avrebbe pianto, avrebbe lasciato le lacrime
scendere lungo le sue guance e formare delle piccole scie salate
all'angolo degli occhi. Ma non era più la stessa persona perciò non lo
fece, era come se i suoi occhi si fossero prosciugati e le sue emozioni
con loro, o almeno avrebbe voluto non sentire il bruciante dolore nel
petto. Avrebbe voluto davvero non provare niente.
Teneva la tela stretta
in mano, la scaraventò lontano e si lasciò scivolare a terra, tenendo
il viso sollevato verso l'alto e gli occhi chiusi.
Italia Veneziano mi chiedo perché non mi lasci marcire nella mia
gelosia, lasciami... almeno soffrire in pace! Ti avrei dato tutto,
tutto quello che era in mio potere darti era tuo! Hai avuto quello che
volevi no? Hai avuto mio fratello, lo hai scelto, perché ora
semplicemente non mi lasci morire?
Quando si fu ripreso
tornò dal fratello, che nel frattempo aveva preso da bere e si era
messo in abiti comodi.
-Danke per avermi portato la lettera e la tela Bruder, ma dì
ad Italia che non leggerò mai niente che provenga da lui, non accetto
la sua tela perciò puoi pure riportarla indietro.-
Dire quella frase gli
era costata uno sforzo immenso perché la verità era che avrebbe voluto
vederla e tenerla, avrebbe voluto leggere la lettera e tornare da lui,
il suo cuore voleva questo. E quindi faceva di tutto per soffocarlo.
-Italia ha detto che se non la vuoi puoi bruciarla, non l'ha fatta per
me e nemmeno per tenersela.-
Ludwig annuì ma decise
in cuor suo che non l'avrebbe mai bruciata, almeno per rispetto nei
confronti del lavoro che vi era dietro. Non l'avrebbe mai guardata, non
voleva sapere cos'avesse dipinto, la sua mente non voleva saperlo.
Posò una mano sulla
spalla del fratello e lo guardò negli occhi, qualcosa gli disse che
doveva aspettarsi una grossa svolta.
***
-Io... sapevo che anche questo tentativo non avrebbe portato a niente,
speravo almeno che avrebbe guardato la tela... ho pensato fosse più
semplice fare breccia nel suo cuore con le emozioni pure...-
-Mi dispiace Italia, guarda il lato positivo, almeno non l'ha
bruciata...-
-Si... Prussia vai tu al Congresso, io non ci sarò.-
Prussia guardò il
piccolo Italia, si vedeva che si era irrobustito dall'ultima volta che
lo aveva visto, e aveva anche notato che oramai rideva molto raramente,
solo i suoi gattini riuscivano a tirarlo su di morale.
Romano, che fino a quel
momento era rimasto in silenzio, fece la voce grossa.
-Fratello non capisco!-
Romano era in visita nel
Nord Italia, era venuto perché aveva sentito che Ciano non stava bene,
lo aveva sentito col cuore, con quella speciale connessione che solo i
fratelli possiedono. Spagna non era potuto venire con lui, era rimasto
ad amministrare la sua terra in attesa che tornasse.
Appena arrivato Italia
lo aveva accolto con grande gioia, pochi giorni dopo era arrivato anche
Prussia. Ora capiva davvero la gravità della cosa, non aveva mai visto
il fratello triste come in quei pochi giorni che era rimasto.
Romano non sapeva nei
dettagli cosa fosse successo, Ciano non voleva dirglielo e nemmeno
Prussia si sarebbe lasciato scappare qualcosa, ma aveva intuito che si
trattava di una cosa molto seria. Il fratello stava sciupando a poco a
poco la sua felicità, era sempre stata una persona così solare, così
felice di vivere.
Dipingeva freneticamente
quasi, le sue opere erano così tristi. Si era reso conto che la
presenza di Prussia lo aiutava, era indubbiamento più su di morale
quando stavano insieme e si scambiavano qualche tenerezza, sembrava che
Ciano fosse dipendente dalle sue coccole.
Ma era evidente che gli
mancava qualcosa, aveva notato che non avevano mai parlato apertamente
del Macho Patata biondo, quello stronzo antipatico di cui Spagna
parlava spesso. Ogni volta che accennava a lui Prussia sviava
l'argomento.
Il Macho Patata biondo
gli era più antipatico di quello con le iridi rosse.
-Voglio sapere cosa succede, cosa vuol dire che Germania non ha
accettato la tua tela?-
-Romano vuol dire che Germania mi ha lasciato solo!-
Veneziano scoppiò in
lacrime e si coprì il volto con le mani, il fratello si sentiva molto
imbarazzo per aver provocato quel pianto così sconsolato, lentamente si
alzò e prese tra le braccia il ragazzo, dandogli piccoli colpetti alla
schiena, come faceva quando erano molto piccoli.
Ebbe uno straordinario
effetto calmante su di lui, si calmò più in fretta del solito.
Prussia rimase colpito
perché Italia non aveva pianto come un bambino ma aveva pianto come un
uomo, era un pianto straziante, carico di significato e tristezza.
Italia era davvero
cresciuto in quel poco tempo.
-No Italia, getti la spugna proprio ora?-
-Gli do quello che vuole, forse se mi rassegnassi sarebbe tutto più
facile, mi arrendo.-
-...-
-Mi arrendo ho detto.-
Affondò il viso nel
corpo di Romano. Era ancora più imbarazzato ma non voleva che il
fratello ricominciasse a piangere e quindi rimase così ancora per un
po'.
Fu Veneziano a staccarsi
da lui. Si strofinò gli occhi con la mano e poi guardò Prussia.
-Vai tu solo, Romano, al Congresso, basta e avanza un'Italia. Prendi le
decisioni anche per me.-
-E cosa ne dici di me? Dovevamo andare insieme, come le altre volte.-
-Lo so Gil. Mi dispiace, sei ancora mio amico vero?-
Lo guardò sorridendo
debolmente, sapeva che non poteva resistere a quel richiamo.
***
-Prima che tu vada, Gilbert, spero di vederti presto!-
Gil era alla porta, in
groppa al suo cavallo e si stavano per separare. Si chinò verso di lui
e gli dedicò uno dei suoi migliori baci, non voleva lasciarlo questa
volta, si sentiva molto preoccupato. Del resto era
preoccupato sia per lui che per il fratello.
Ciano non si scostò
dalle sue labbra finché non fu lui a separarsene, negli ultimi giorni
la sua allegria sembrava essere un po' tornata. Ce la stava mettendo
tutta.
-Non andare ancora.-
Veneziano mise le mani
dietro il collo e si slacciò la Croce di Ferro, la mise in una mano di
Prussia e con la sua richiuse il pungo su di essa.
-Ridagliela indietro. Digli queste parole...-
***
La bastardissima autrice tronca qui il capitolo. Perché sono
cattivissima! Dehihiho... chissà cosa vuoooole dirgli Ciano e Lud come
reagirà?
Scusate per il ritardo ma ieri non ho avuto proprio voglia di
postare... e voi penserete "e a me cosa me ne freg...." dehihio
Thanks to everyone!
WacciPC: bellissima
:D questa volta sei la prima a commentare, yeeei!! Alloooova non ti
preoccupare per la recensione corta, almeno tu lo fai! LOL Ovviamente
dentro c'era qualcosa di importante ma Lud è cattivissimo ed
arrabbiatissimo perciò Ciano FUCK OFF! Basta con sta storia degli emo
X°D l'autrice non ha molta simpatia per loro ed essere depressi mica
vuol necessariamente dire essere emo ùwù uffa! Ciano sei proprio un
pirla (come si dice dalle mie parti) e insomma quel che semini
raccogli... oh! Vedremo se Prussia si deciderà a dare uno scossone a
Ciano o meno! è tutto nelle sue saggggge mani (sagge?!? hahah)! Ciao
cara :D
Blody_354: carissima!!
Ieri mi sono quasi preoccupata quando non ho visto la tua recensione,
ho pensato ti fosse successo qualcosa LOL.... hahah scherzo! (?) Povero
Jey, lui non è stronzo oh! Lui fa BENISSIMO che cazzo! :D
Secondo capitolo di Ciano triste = doppio omicidio con
sofferenza per l'autrice... e mi sa che andrà peggiorando hahah! Ecco
quando ho letto la frase che avevi l'influenza ed eri triste (caro
Bruder...) e poi il brava... l'ho figurato come con la voce della
Katiana (Tatiana ma come diavolo si chiamava...) di Zelig hahah! Lo so
che non sono brava a mascherare le mie intenzioni hahah Apro un
sondaggio: chi indovina come procede la storia?? Hahah Se qualcuno
indovina..... beeeeh....
Sai perché ti sei presa l'influenza? Deve essere il karma, hai shippato
la coppia sbagliata e il destino ti ha mandato un segno ùwù io lo so
che tu preferisci la Pruita, non me la contare Bruder! ùwù Dehihiho
rimettiti presto cara, se no non potrai combattere per la supremazia
sul pc! E poi come fai a scrivermi le recensioni lunghe? ç_ç Alla
prossima raggio di sole <3 (hahah mi piacciono troppo i
nomignoli alla truzza style dehihiho)
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