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Autore: Reysoul    04/10/2012    2 recensioni
Germania e Prussia non hanno mai avuto un buon rapporto, non sono mai stati complici. Germania, però, accorre alla sua richiesta di aiuto ma non ha la più pallida idea di quello che lo aspetta: dovrà fronteggiare il fratello per poter ottenere l'amore di Italia. Il triangolo amoroso è raccontato tramite il serio e bellicoso punto di vista di Ludwig. Il primo incontro tra i due riporta subito alla memoria di Ludwig il suo passato come Sacro Romano Impero, ribaltando la solita versione in cui è soltanto Italia a ricordarsene: Ludwig ricorda ogni cosa con bruciante vividezza e vergogna ed è sempre più desideroso di mostrare ad Italia quanto sia affidabile e quanto lo desideri. Italia di per sè, non prende una posizione netta e non si apre, è sempre solare ed allegro però c'è qualcosa in lui che non va...
Chi la spunterà? Prussia o Germania?
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Yaoi | Personaggi: Germania/Ludwig, Nord Italia/Feliciano Vargas, Prussia/Gilbert Beilschmidt
Note: Lemon, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Germania era seduto composto, la poltrona in cui sedeva era nuova, e senza nemmeno accorgersene se ne era comprata una uguale a quella che Italia aveva sistemato nella sua camera. Le assomigliava molto per davvero, stesso stile semplice e perfettamente comoda, Germania non l'aveva fatto apposta, non se n'era reso proprio conto, quella era semplicemente adatta a lui tanto che l'avrebbe comprata se si fosse presentata l'occasione, ed Italia lo sapeva.

Ogni giorno pensava a lui ed ogni giorno il dolore si faceva più intenso, invece che stare meglio si sentiva sempre peggio. Una parte di lui era rimasta con Italia nel suo magnifico paese ed era la parte più vitale. La parte che si portava dietro, invece, era la peggiore di lui, quella egoista e spietata, ambiziosa al limite e soprattutto infelice.

I giorni si susseguivano uguali, seguendo la stessa routine. Ogni tanto c'era un riunione straordinaria. La nazione passava il giorno a sfiancarsi di allenamenti, cominciava correndo per chilometri finchè non sentiva di stare per svenire. Finalmente si fermava, solo per riprendere dopo pochi minuti con estenuanti esercizi per rafforazare e tonificare i muscoli.

Arrivava giorno dopo giorno al suo limite, si divertiva a sfidarlo, sapeva di osare più di quanto un normale corpo avrebbe sopportato, ma lui era una nazione e non poteva morire come un comune umano.

Stava seduto molto comodo, anche se composto e ripensava a quel pomeriggio: aveva  perso i sensi durante la corsa, quando si era svegliato si era reso conto di essere disteso per terra, esattamente dove era caduto. I polmoni pieni di polvere e brucianti.

La rabbia era la sua unica compagna, ed era quella che lo spingeva a rialzarsi ogni volta.
Germania si toccava distrattamente il collo, dove avrebbe dovuto esserci la sua Croce di Ferro, ma era ancora nelle mani di Italia.

In quello stesso istante anche Italia fece la stessa cosa, ma sotto le dita sentì il calore dell metallo, scaldato dal suo corpo.

Germania sapeva che di lì a poco sarebbe tornato nuovamente il fratello, e sapeva che lo aspettava un'altra triste prova. Si alzò pesantemente dalla sedia, facendo leva sui braccioli e prese la porta con passo marziale. Era stanco quindi sarebbe andato ad allenarsi ancora, il dolore fisico era soddisfacente per lui, farsi del male era quasi diventato piacevole. E non intendeva aspettare il fratello, in fondo non aveva nessun obbligo e non voleva avere niente a che fare con quello che gli avrebbe detto di Italia...

...Vero?

Quando la familiare voce lo sorprese era nel suo campo degli allenamenti privato, concentrato ad issare il suo corpo al di là della sbarra metallica, tramite la forza delle sole braccia.

-West!!-

Gilbert, annunciato dal suo piccolo amico pennuto, camminò verso di lui. Notò la sua incredibile forza fisica, osservò il sudore scendere lungo il torace muscoloso e notò anche che era dimagrito ancora.
Aveva l'aria di un demone, un bellissimo demone biondo. Uno sterminatore.

Eccolo...

Quando era arrivato era quasi certo che il fratello non avrebbe potuto dire di no, ma vedendolo cambiò idea subitaneamente. Mentalmente si figurò con le braccia stese lungo i fianchi e la schiena china, espressione della delusione. Invece si appoggiò con una mano alla spalliera che stava usando il demone biondo e sorrise.
Ludwig si lasciò cadere mollando la sbarra, atterrò saldamente, non tradiva l'immensa stanchezza. Andò dal fratello e gli strinse l'avanbraccio, appena un po' troppo forte.

Prussia non disse altro e questa volta gli porse un pacchetto quadrato di medie dimensioni, lo aveva tenuto semi nascosto dietro la schiena con noncuranza, cercando di non apparire colpevole.

Lud lo guardò per un lungo momento, l'espressione era indecifrabile e lui non demorse, continuando a tenderglielo. Lui lo prese e lo tastò. I suoi occhi azzurri e glaciali si spalancarono per una frazione di secondo.

Non può essere... Italia questa volta mi ha spedito una tela... ma perché non mi può lasciare in pace? Mi domando perché debba costantemente riportarmi a soffrire, anche se mi allontano da lui la sua presenza mi perseguita.

Ricacciò indietro il groppo che gli si era formato in gola, si accorse che dall'involto della tela era scivolata fuori un'altra lettera. La prese in mano e camminò lentamente verso l'interno del palazzo, seguito dal fratello. Prussia prese posto in soggiorno dove si trovava la volta prima con la lettera. Guardò il fratello bruciarla e si sentì anche lui bruciare dentro, era una sensazione che lo consumava.

Prima di infilare la lettera nel camino, Germania aveva dato un fugace sguardo alla scritta col suo nome. Era indirizzato "A Ludwig".

Il fratello lo guardò sconvolto, anche se immaginava una simile reazione.

Ludwig si congedò con un paio di parole e si ritirò per qualche minuto nella sua camera, il Lud di qualche mese prima avrebbe pianto, avrebbe lasciato le lacrime scendere lungo le sue guance e formare delle piccole scie salate all'angolo degli occhi. Ma non era più la stessa persona perciò non lo fece, era come se i suoi occhi si fossero prosciugati e le sue emozioni con loro, o almeno avrebbe voluto non sentire il bruciante dolore nel petto. Avrebbe voluto davvero non provare niente.

Teneva la tela stretta in mano, la scaraventò lontano e si lasciò scivolare a terra, tenendo il viso sollevato verso l'alto e gli occhi chiusi.

Italia Veneziano mi chiedo perché non mi lasci marcire nella mia gelosia, lasciami... almeno soffrire in pace! Ti avrei dato tutto, tutto quello che era in mio potere darti era tuo! Hai avuto quello che volevi no? Hai avuto mio fratello, lo hai scelto, perché ora semplicemente non mi lasci morire?

Quando si fu ripreso tornò dal fratello, che nel frattempo aveva preso da bere e si era messo in abiti comodi.

-Danke  per avermi portato la lettera e la tela Bruder, ma dì ad Italia che non leggerò mai niente che provenga da lui, non accetto la sua tela perciò puoi pure riportarla indietro.-

Dire quella frase gli era costata uno sforzo immenso perché la verità era che avrebbe voluto vederla e tenerla, avrebbe voluto leggere la lettera e tornare da lui, il suo cuore voleva questo. E quindi faceva di tutto per soffocarlo.

-Italia ha detto che se non la vuoi puoi bruciarla, non l'ha fatta per me e nemmeno per tenersela.-

Ludwig annuì ma decise in cuor suo che non l'avrebbe mai bruciata, almeno per rispetto nei confronti del lavoro che vi era dietro. Non l'avrebbe mai guardata, non voleva sapere cos'avesse dipinto, la sua mente non voleva saperlo.

Posò una mano sulla spalla del fratello e lo guardò negli occhi, qualcosa gli disse che doveva aspettarsi una grossa svolta.


***

-Io... sapevo che anche questo tentativo non avrebbe portato a niente, speravo almeno che avrebbe guardato la tela... ho pensato fosse più semplice fare breccia nel suo cuore con le emozioni pure...-

-Mi dispiace Italia, guarda il lato positivo, almeno non l'ha bruciata...-

-Si... Prussia vai tu al Congresso, io non ci sarò.-

Prussia guardò il piccolo Italia, si vedeva che si era irrobustito dall'ultima volta che lo aveva visto, e aveva anche notato che oramai rideva molto raramente, solo i suoi gattini riuscivano a tirarlo su di morale.
Romano, che fino a quel momento era rimasto in silenzio, fece la voce grossa.

-Fratello non capisco!-

Romano era in visita nel Nord Italia, era venuto perché aveva sentito che Ciano non stava bene, lo aveva sentito col cuore, con quella speciale connessione che solo i fratelli possiedono. Spagna non era potuto venire con lui, era rimasto ad amministrare la sua terra in attesa che tornasse.

Appena arrivato Italia lo aveva accolto con grande gioia, pochi giorni dopo era arrivato anche Prussia. Ora capiva davvero la gravità della cosa, non aveva mai visto il fratello triste come in quei pochi giorni che era rimasto.

Romano non sapeva nei dettagli cosa fosse successo, Ciano non voleva dirglielo e nemmeno Prussia si sarebbe lasciato scappare qualcosa, ma aveva intuito che si trattava di una cosa molto seria. Il fratello stava sciupando a poco a poco la sua felicità, era sempre stata una persona così solare, così felice di vivere.

Dipingeva freneticamente quasi, le sue opere erano così tristi. Si era reso conto che la presenza di Prussia lo aiutava, era indubbiamento più su di morale quando stavano insieme e si scambiavano qualche tenerezza, sembrava che Ciano fosse dipendente dalle sue coccole.

Ma era evidente che gli mancava qualcosa, aveva notato che non avevano mai parlato apertamente del Macho Patata biondo, quello stronzo antipatico di cui Spagna parlava spesso. Ogni volta che accennava a lui Prussia sviava l'argomento.

Il Macho Patata biondo gli era più antipatico di quello con le iridi rosse.

-Voglio sapere cosa succede, cosa vuol dire che Germania non ha accettato la tua tela?-

-Romano vuol dire che Germania mi ha lasciato solo!-

Veneziano scoppiò in lacrime e si coprì il volto con le mani, il fratello si sentiva molto imbarazzo per aver provocato quel pianto così sconsolato, lentamente si alzò e prese tra le braccia il ragazzo, dandogli piccoli colpetti alla schiena, come faceva quando erano molto piccoli.

Ebbe uno straordinario effetto calmante su di lui, si calmò più in fretta del solito.

Prussia rimase colpito perché Italia non aveva pianto come un bambino ma aveva pianto come un uomo, era un pianto straziante, carico di significato e tristezza.

Italia era davvero cresciuto in quel poco tempo.

-No Italia, getti la spugna proprio ora?-

-Gli do quello che vuole, forse se mi rassegnassi sarebbe tutto più facile, mi arrendo.-

-...-

-Mi arrendo ho detto.-

Affondò il viso nel corpo di Romano. Era ancora più imbarazzato ma non voleva che il fratello ricominciasse a piangere e quindi rimase così ancora per un po'.

Fu Veneziano a staccarsi da lui. Si strofinò gli occhi con la mano e poi guardò Prussia.

-Vai tu solo, Romano, al Congresso, basta e avanza un'Italia. Prendi le decisioni anche per me.-

-E cosa ne dici di me? Dovevamo andare insieme, come le altre volte.-

-Lo so Gil. Mi dispiace, sei ancora mio amico vero?-

Lo guardò sorridendo debolmente, sapeva che non poteva resistere a quel richiamo.


***


-Prima che tu vada, Gilbert, spero di vederti presto!-

Gil era alla porta, in groppa al suo cavallo e si stavano per separare. Si chinò verso di lui e gli dedicò uno dei suoi migliori baci, non voleva lasciarlo questa volta, si sentiva  molto preoccupato. Del resto era preoccupato sia per lui che per il fratello.

Ciano non si scostò dalle sue labbra finché non fu lui a separarsene, negli ultimi giorni la sua allegria sembrava essere un po' tornata. Ce la stava mettendo tutta.

-Non andare ancora.-

Veneziano mise le mani dietro il collo e si slacciò la Croce di Ferro, la mise in una mano di Prussia e con la sua richiuse il pungo su di essa.

-Ridagliela indietro. Digli queste parole...-


***


La bastardissima autrice tronca qui il capitolo. Perché sono cattivissima! Dehihiho... chissà cosa vuoooole dirgli Ciano e Lud come reagirà?
Scusate per il ritardo ma ieri non ho avuto proprio voglia di postare... e voi penserete "e a me cosa me ne freg...." dehihio
Thanks to everyone!

WacciPC: bellissima :D questa volta sei la prima a commentare, yeeei!! Alloooova non ti preoccupare per la recensione corta, almeno tu lo fai! LOL Ovviamente dentro c'era qualcosa di importante ma Lud è cattivissimo ed arrabbiatissimo perciò Ciano FUCK OFF! Basta con sta storia degli emo X°D l'autrice non ha molta simpatia per loro ed essere depressi mica vuol necessariamente dire essere emo ùwù uffa! Ciano sei proprio un pirla (come si dice dalle mie parti) e insomma quel che semini raccogli... oh! Vedremo se Prussia si deciderà a dare uno scossone a Ciano o meno! è tutto nelle sue saggggge mani (sagge?!? hahah)! Ciao cara :D

Blody_354: carissima!! Ieri mi sono quasi preoccupata quando non ho visto la tua recensione, ho pensato ti fosse successo qualcosa LOL.... hahah scherzo! (?) Povero Jey, lui non è stronzo oh! Lui fa BENISSIMO che cazzo! :D  Secondo capitolo di Ciano triste = doppio omicidio con sofferenza per l'autrice... e mi sa che andrà peggiorando hahah! Ecco quando ho letto la frase che avevi l'influenza ed eri triste (caro Bruder...) e poi il brava... l'ho figurato come con la voce della Katiana (Tatiana ma come diavolo si chiamava...) di Zelig hahah! Lo so che non sono brava a mascherare le mie intenzioni hahah Apro un sondaggio: chi indovina come procede la storia?? Hahah Se qualcuno indovina..... beeeeh....
Sai perché ti sei presa l'influenza? Deve essere il karma, hai shippato la coppia sbagliata e il destino ti ha mandato un segno ùwù io lo so che tu preferisci la Pruita, non me la contare Bruder! ùwù Dehihiho rimettiti presto cara, se no non potrai combattere per la supremazia sul pc! E poi come fai a scrivermi le recensioni lunghe? ç_ç Alla prossima raggio di sole <3 (hahah mi piacciono troppo i nomignoli alla truzza style dehihiho)
  
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