Questo
è l’ultimo capitolo. Ringraziamo Deni 1994 per averci permesso di scrivere la
fine di questa storia (ci piaceva tanto che per poterla leggere ce la siamo
scritta).
Capitolo 35
Che grande giornata!
Quando la prima fitta mi ha
attraversato ho capito subito di che si trattava.
Per tutto il giorno ero stata
stanca e nervosa. Nel pomeriggio le contrazioni si sono fatte più fastidiose.
Ho pensato che in questi giorni mi ero davvero stancata troppo. Aggiungi
l’ansia per un passo a cui ero stata quasi trascinata per i capelli …
Marc mi ha spiegato che sentire
un po’ di contrazioni verso la fine della gravidanza è perfettamente
normale,quindi non mi sono preoccupata.
Ma adesso …
Mi è preso il terrore. Non mi
ricordo un accidenti del primo parto, e se anche ne avessi memoria non mi
aiuterebbe: è stato un cesareo d’urgenza. Non so cosa mi aspetta. Non ho idea
di quanto tempo ci vorrà, né se riuscirò a farcela, a sopportare il dolore, a
partorire un bambino sano.
Draco. Ho bisogno di Draco.
Ho già fatto il numero quando mi
viene in mente che lui è al Manor perché porta male vedere la sposa.
Cazzo!
«Sì, pronto. – il matrimonio!
Penserà che l’ho fatto apposta – Chi parla? È uno scherzo?»
«Draco?» la voce non mi esce come
vorrei.
Lui tace un po’ troppo a lungo,
per i miei gusti. Che sta pensando?
«Hermione, che succede?»
«Ho bisogno di te, Draco. Devi
venire qui.»
«Ma … porta male.»
«Non credo che oggi riusciremo a
rispettare tutte le tradizioni. Ti prego.»
L’ultima parola mi è uscita
strozzata, una nuova contrazione.
Lui è già lì.
Mi guarda accartocciarmi per il
dolore.
«Che hai? Hermione, parlami! – è
accanto a me, mi tocca con cautela, la sua voce è piena di ansia e di spavento
– Non è solo perché ci hai ripensato, vero? Tu stai male.»
«Ora passa.» rispondo con un filo
di voce.
Dopo un paio di minuti sto molto
meglio.
«Credo che Lucas voglia nascere.»
«Proprio oggi? – che cavolo stava
dicendo? – non … certo che non l’hai fatto apposta. È stato lui. – si rivolge
direttamente alla mia pancia – Vieni fuori di lì, che poi facciamo i conti,
sabotatore di matrimoni!»
Una nuova contrazione. Meno di
cinque minuti tra l’una e l’altra.
«Penso che dovremmo andare.»
suggerisco non appena è passata.
«Mi sposerai lo stesso?»
«Forse non oggi.»
«Forse significa che forse sì?»
«Oh, Draco, possibile che non
pensi ad altro?»
«Appena mi avrai sposato penserò
ad altro, lo prometto. Penserò a come far felice mia moglie.»
«Tu mi fai già felice, ogni giorno.
Che c’è di sbagliato?»
«Solo che non sei mia moglie.»
«Merlino, il padre dei miei figli
è pazzo!»
Intanto il mio pazzo preferito ha
preso la borsa pronta già da un mese. Mi ha messo addosso una vestaglia e si è
materializzato con me a San Mungo.
«Chi è pazzo?» chiede Marc,
arrivato di corsa al richiamo dell’infermiere.
«Draco. Tu già lo sai. Non puoi
non esserti accorto in tutti questi anni.»
«Granger! non dirmi che sei
venuta a partorire!»
«Se vuoi non te lo dico, ma ho le
doglie.»
«Si può sapere perché non riesci
mai ad arrivare alla fine della gravidanza? Che è questa fretta? – una breve
occhiata – almeno questa volta non sei coperta di sangue! Andiamo, anche tu
Malfoy.»
«Io? Se-sei sicuro?»
«Io dovrei farti questa domanda.»
Sono quasi tre ore
che soffre. All’inizio in silenzio, con grande dignità. Ma a mano a mano che il
travaglio procede si fa sempre meno paziente e più aggressiva.
Credo che la mano
che le ho concesso di stringere per farle sentire che sono con lei non abbia
più un solo osso intero.
Le sue battute si
fanno sempre più acide e arrabbiate: quando le ho detto “Coraggio, quasi ci
siamo” mi ha risposto
«Dove SIAMO? IO ci
sono, maledizione, e ti assicuro che preferirei che ci fossi tu al posto mio!»
Quando si sono
rotte le acque i dolori si sono fatti ancora più forti e ravvicinati, così
almeno mi ha detto, lei mi ha coperto di irripetibili contumelie, tanto da
lasciarmi parecchio meravigliato per vastità del suo repertorio. È un
dizionario vivente di parolacce!
«Perché nessuno mi
ha detto che fa così male?!»
«Che avresti fatto,
se te lo avessero detto?»
«Non ti avrei mai
più fatto avvicinare al mio letto! Ed è quello che farò!»
A questo punto, lo
devo ammettere, un po’ di paura mi ha preso.
«Tesoro, dimmi che
posso fare per te!»
«Evirati!»
«Come?»
«Tagliati le
palle!»
Allora avevo capito
bene.
Che fine ha fatto
l’essere delizioso che poche ore fa non trovavo le parole per descrivere?
Calma, non sono
così stupido. Mi rendo conto che è meglio così. Anzi, devo sostenere il suo
spirito combattivo, sopporterà meglio.
Molto meglio
qualche ossicino rotto e una caterva di insulti piuttosto che il silenzio della
volta precedente, quel suo essere così assente.
Oggi soffre molto
fisicamente, allora la sua sofferenza psicologica era così grande che le
impediva di reagire.
Le otto.
A quest’ora si sono
svegliati e avranno scoperto che gli sposi sono spariti. Dovrei telefonare ma
come faccio?
Marc arriva in quel
momento e, dopo aver controllato Hermione, dice che è ora di trasferirci in
sala parto.
«Anch’io?» domando
un po’ in ansia.
«Se lei ti vuole.»
Certo che mi vuole.
Mi vuole, vero?
«Hermione …»
«Stammi vicino,
amore, non mi lasciare!»
Ahh, mi vuole!
La sala parto è
diversa da come mi aspettavo. È colorata! Io credevo fosse una specie di sala operatoria,
invece è molto più accattivante e confortevole.
«Vuoi sederti
dietro di lei e sostenerla quando dovrà spingere?»
«Certo, se per lei
va bene.»
Eccoci di nuovo in
questa posizione. La stessa della sera prima della nascita di Jean, della prima
volta che l’abbiamo allattata.
Questa volta vedrò
nascere mio figlio.
Questa volta non
resterò fuori in piedi a piangere per la paura di perdere le donne della mia
vita. Questa volta sono qui, ci sono anch’io.
Hermione ha assunto
un’espressione terribilmente determinata. È il momento e lei tira fuori il suo
carattere forte. Come quel detto babbano: “Quando i duri giocano duro …” no,
“il gioco incomincia duro se i duri giocano”. No, nemmeno così “i giochi durano
se i duri giocano” … Lasciamo perdere.
Insomma lei è una
dura e sa affrontare le situazioni dure, ci scommetto.
Quando inizia a
spingere le dita di entrambe le mie mani vengono stritolate. Più e più volte.
Dai suoi occhi sfuggono lacrime.
Questo mi fa ricordare
che, malgrado gli ormoni siano stati in circolo come la prima volta, durante
QUESTA gravidanza non ha pianto quasi mai.
Allora è vero che
l’altra volta piangeva per il dolore e gli ormoni erano una scusa!
Un milione di
pensieri al minuto mi attraversano la testa, sono teso come una corda di
violino e …
Oh Merlino! È lui!
È uscito in mezzo
alle sue gambe, afferrato da Marc, è bagnato, sporco di sangue e con il cordone
ombelicale grigiastro attaccato alla pancia.
Lei si rilassa
all’improvviso e io l’abbraccio forte e la bacio dove riesco ad arrivare.
L’hanno ripulito
alla meglio e l’hanno appoggiato sul petto di Hermione. Possiamo guardarlo per
la prima volta.
Non è piccolo come
Jean, è più lungo e più tondo. È biondo ma non così chiaro. Non piange più,
emette dei vocalizzi indecisi per un po’ poi smette e ci guarda con
un’espressione terribilmente seria e consapevole.
È bellissimo.
È mio figlio.
Passano ancora
parecchi minuti. Il piccolo viene lavato e controllato, Hermione anche. Solo
dopo una mezz’ora possiamo ritrovarci in camera.
Lei è stanca, ma
molto soddisfatta.
«Brava, amore mio.
Hai fatto un altro capolavoro!»
«Abbiamo fatto …
Beh, lo ammetto, sono stata più brava io. – ridiamo – Senti, Draco, hai
avvisato vero?»
«Ahem … non ne ho
avuto il tempo.»
«Ma che ore sono?»
«Le nove e mezza.»
«Santa Morgana! Tra
meno di due ore avremmo dovuto sposarci! Ci staranno cercando!»
«Adesso riaccendo
il telefono …»
«L’avevi spento?
Sei pazzo!»
«Non era il caso di
essere disturbati, avevamo da fare! – ci penso un attimo – E … senti, Herm, non
ho voglia che tutti vengano qui e che … No. li avviso ma non dico dove siamo
né a fare che.»
Lei mi guarda
perplessa.
«Come pensi di
fare?»
Non ho il coraggio,
non ho il coraggio, non avrò mai il coraggio di chiederlo!
«Dipende da te. Ti
va di sposarmi lo stesso? Magari un po’ più tardi, nel pomeriggio.»
«Merlino, ma sei
suonato! Possibile che non ce la fai ad aspettare – deve aver visto qualcosa
sulla mia faccia, qualcosa che le ha fatto cambiare espressione – Va bene, oggi
pomeriggio. Lasciami solo dormire un po’.»
Mi accarezza la
guancia e mi guarda con una tenerezza che scioglierebbe i ghiacciai.
La bacio. Non posso
farne a meno.
«Dormi, amore mio.
Sono qui con te. Dammi solo il tempo di telefonare.»
Esco dalla stanza e
riaccendo il cellulare. Ci sono trentadue chiamate perse.
Chiamo il numero di
casa mia.
«Oscar? Ascoltami,
devi andare al Manor, riferisci agli elfi che dovranno procurare colazione e
pranzo per tutti gli invitati, ma non il pranzo di nozze. Quello è spostato,
sarà una cena di nozze. Se le scorte non sono sufficienti possono comprare
quello che manca, tu sai dove sono i soldi, pensaci tu. Inoltre dovranno fornire
a tutti gli ospiti stanze confortevoli dove cambiarsi, fare un riposino ed
eventualmente dormire stasera, se si farà tardi. Telefona a quelli dell’orchestra,
il numero lo trovi nel mio studio, sulla scrivania, e avvisali del cambiamento
di programma e che probabilmente dovranno eseguire anche musica da ballo.
Ovviamente saranno compensati per l’impegno di giorno e sera, ma possono
restarsene a casa fino alle sei di pomeriggio, no, cinque e mezza … Credo che
sia tutto. Ah, passami Chris, il signor Hermworth. – Oscar era un collaboratore
splendido, ma gli elfi non potevano fare tutto – Chris …»
«Draco! ma si può
sapere dove diavolo vi siete cacciati? Qui sono tutti agitati stavamo pensando
seriamente di chiamare gli auror …»
«Ascolta, Chris,
non ti posso dire dove siamo … no, a dire la verità non voglio dirlo. Devo
chiederti un favore. Puoi avvisare tutti che il matrimonio è rimandato di
alcune ore? Si farà nel pomeriggio, verso le diciotto. Gli elfi del Manor sono
avvisati, tutti gli ospiti possono restare lì, se lo vogliono, passeggiare in
giardino, giocare a scacchi, esplorare l castello, tutto quello che vogliono,
fa tu da padrone di casa.»
«Sei matto! Non
saprei nemmeno indicare il bagno se me lo chiedessero!»
«Per questo fatti
affiancare da Oscar, lui sa tutto. Gli elfi del Manor prepareranno colazione,
pranzo , spuntini e tutto quello che serve per gli ospiti, comprese camere dove
cambiarsi o riposare o dormire stanotte …»
«Ma non so nemmeno
come arrivarci e poi … quanto è grande questo Manor?»
«Più di quanto
serve.»
Chris ride.
«Mi pare che sia la
tua risposta standard! Hai tutto “più di quanto serve”»
«Tutto tranne
Hermione. Lei mi serve tutta.»
«È con te?»
«Sì, sta
tranquillo.»
«Ma non puoi
proprio dirmi …»
«Potrei. Mi giuri
di stare zitto con gli altri?»
«Certo, se è quello
che vuoi.»
«Stanotte alle
quattro a Hermione sono iniziate le doglie. Ha partorito un maschio bellissimo.
Lo presenteremo oggi pomeriggio e festeggeremo il doppio, ma adesso non voglio
nessuno, qui. Voglio solo che Herm si riposi e che nessuno la disturbi. Abbiamo
poche ore.»
«Auguri! È una cosa
bellissima! E non pot…»
«NO! Non ci penso
nemmeno a rimandare. Ho impiegato due anni per arrivarci. Tua cugina è un osso
duro.»
«Ok. Se le cose
stanno così … Mi spieghi come ci arrivo al Manor?»
«Con Oscar, è la
cosa più semplice.»
«Ma … e mia madre?»
«Davvero non ha
capito niente? Nemmeno vedendo Oscar?»
«Non lo so …»
«Tu provaci. Se
resta shoccata chiedi a … alla McGranitt di modificarle la memoria. Lei è
sicura. È la migliore strega del nostro tempo, a parte tua cugina.»
«Mi sa che l’amore
ti fa stravedere!»
«Mi sa che tu non
sai chi hai per parente. Chiedi in giro, quando sarai lì, poi ne riparliamo.
Ah, spengo il telefono. Lo riaccenderò più tardi, se hai qualcosa di importante
da farmi sapere mandami un sms e io ti richiamo. Ci vediamo nel pomeriggio.»
Spengo
l’apparecchio con grande soddisfazione.
Rientro in camera
cercando di non fare rumore, tolgo le scarpe e mi sdraio sotto la coperta,
vicino a Hermione. Molto vicino. So di non disturbarla, dorme sempre così, lei,
appiccicata a me. Dice che il mio odore la rilassa.
«Signora, signora Malfoy.»
«Non sono Malfoy, mi chiamo
Granger.»
«Ma il signor Malfoy …»
«Lui ci prova sempre.»
«Mi scusi signora, ma è ora di
allattare il piccolo. Poi, ecco … non si potrebbe, sa?»
Accenna con la testa a Draco, che
continua a dormire al mio fianco.
«Lo lasci stare, ne ha bisogno.
Può chiamarmi il dottor Mahl?»
Intanto mi ero tirata a sedere e
avevo preso tra le braccia il bambino.
Ero meravigliata per quanto mi
sentivo bene. Ricordavo settimane di dolori e spossatezza dopo l’altro parto,
invece stavolta sono bastate poche ore di riposo e mi sento come nuova.
Insomma, un po’ di fastidio … La notte di nozze Draco andrà in bianco.
Beh, l’ha voluto lui!
Guardo il miopiù giovane dei miei
ragazzi. È bellissimo, somiglia molto a suo padre ma i colori sono più simili
ai miei. Non ho idea del colore degli occhi, sono cerulei e acquosi. Cambieranno.
Non ho nessuna difficoltà ad
attaccarlo al seno, né lui a trovare immediatamente uno splendido ritmo. Jean
era così efficiente a due mesi, non prima.
Eppure anche lui è prematuro. Di
tre settimane. Se fosse nato a termine avrebbe pesato più di quattro chili.
Brr. Mi ha fatto soffrire abbastanza così, meglio se non pesa quattro chili, ci
peserà tra un po’.
Quando è nata Jean mancavano sei
settimane al termine e pesava poco più di un chilo.
Colpa mia.
Aveva rischiato la vita per colpa
mia. Perché non mangiavo abbastanza da mesi e lei soffriva. Anch’io soffrivo.
Questo torello che si strafoga di
latte per raggiungere alla svelta il peso che gli spetta è nato di ben due
chili e ottocento grammi. Sta benissimo.
Logico. Anch’io sono stata
benissimo per tutta la gravidanza. Mangiato molto, vomitato poco, pianto ancora
meno.
La conseguenza è un sedere un
tantino … gli piacerò ancora?
Mi sa che lo faccio contento e lo
sposo.
Mi viene da ridere. Tanto ormai
non potrei più tirarmi indietro.
Chissà che ora ha detto?
Ah, il medico!
«Buon pomeriggio. Hai bisogno di
qualcosa?»
«Niente di particolare, solo che
vorremmo andarcene. È possibile?»
«Non resti qui, stanotte?»
«Ho da darti una notizia. Sai che
oggi alle undici e trenta avremmo dovuto sposarci?»
«Beh, il ragazzino non era
d’accordo!»
«Ma Draco ha spostato il
matrimonio solo di alcune ore, quindi noi dovremmo andarcene e anche tu, direi.
Hai giusto il tempo di infilarti un completo.»
«Oh Merlino, ma è pazzo?»
«Abbastanza, sì. Allora?»
«Beh, è andato tutto molto bene,
voi state bene entrambi.»
«E per il fatto che è prematuro?»
«Non è sottopeso e sembra che sia
tutto a posto. Sia chiaro che domani voglio rivedervi entrambi.»
«D’accordo, grazie. Ora mi tocca
svegliare quest’altro bambino.»
Marc ride ed esce dalla stanza.
«Draco – lo chiamo sottovoce –
Draco, svegliati. Hai cambiato idea sul matrimonio?»
«C-cosa? Ehh … che ore sono? –
allunga le mani sulle mie gambe e sembra disorientato – ma cosa? Oh!»
Si tira a sedere velocemente.
«Buon giorno, anzi, buona sera!»
«Come? Dimmi che ore sono!»
«Non lo so, credo forse le quattro
del pomeriggio.»
Si volta verso di me e il suo
viso si apre in un sorriso tenero.»
«Ehi! Lo stai allattando. Non
l’ho guardato abbastanza. – si avvicina ancora, scivola alla mia altezza e mi
circonda col braccio – Quando torneremo a casa ci dovremo dividere tra lui e la
nostra ranocchietta. Godiamocelo adesso, per almeno … mezz’ora. Poi dovremo
correre. Il matrimonio è alle diciotto.»
«Sei pazzo! – lo dico ridendo –
Ho già parlato con Marc. Possiamo andare quando vogliamo.»
«Mmm. Niente ansia – un bacio
sulla guancia – ci aspetteranno. Lo spettacolo non comincia senza di noi.»
Sono le diciotto e dieci minuti. Gli invitati sono seduti
sotto il grande gazebo, nel giardino di Malfoy Manor, il Ministro è in piedi da
un tempo sufficiente a fargli perdere la pazienza, medita di sedersi, tanto fin
quando gli sposi non arrivano a che serve stare in piedi?
E gli sposi non arrivano.
Nessuno li ha visti e nessuno, a quanto pare, sa cosa sia
successo.
Si sente il suono di un cellulare. Tutti si voltano verso il
maleducato che non l’ha spento. È quel bel giovanotto australiano, parente
della sposa.
Ascolta un attimo, si alza e si allontana.
Torna e si dirige verso la signora Weasley, che si alza e lo
segue. Su per le scale, stavolta. Entra nel portone.
Il giovanotto torna al suo posto, la signora Weasley no.
Fa ancora piuttosto caldo. Tutti sperano che la faccenda si
concluda alla svelta.
Questo matrimonio è strano. Non si sa chi dovrà accompagnare
la sposa, i testimoni sono due maschi, le damigelle non ci sono. L’orchestra
continua a suonare musica classica, con il rischio di addormentare tutti. La
signora Weasley torna al proprio posto con in braccio un neonato addormentato.
La figlia di due anni degli sposi corre avanti e dietro sulla passatoia tra una
fila e l’altra di sedie sparpagliando in giro i petali di rosa che dovrebbe
gettare davanti agli sposi.
Che ancora non si vedono!
È tardissimo! Merlino
stramaledica tutte le cravatte!
«Hermione, aiuto!»
«Vieni qui, quando
sei nervoso il nodo non ti riesce. Poi mi chiudi la lampo.»
«Ma il vestito …
come hai fatto?»
«Santa Morgana,
sono una strega! L’ho accorciato davanti.»
«Come accorciato,
stretto, vorrai dire!»
«No, solo
accorciato. Non c’è più la pancia a tenerlo su e così era troppo lungo
davanti. Se è un po’ ampio va bene lo stesso. Poi guardalo tu, se ti pare che
vada o se devo fare qualche altro intervento. Spero di no, non è la mia
specialità.»
Le allaccio la
cerniera e la guardo con attenzione. Mi scappa un sorriso.
È quello. È l’abito
su cui avrei scommesso. Seta, color glicine, morbido,
con un drappeggio sul seno.
«Ti sta bene.»
«Ok, andiamo?»
«I capelli!»
«Oh, merda! – si
guarda allo specchio – che gli racconto? Sono uno schifo!»
«Aspetta. – che
soddisfazione! L’avevo comprato solo perché mi era piaciuto, l’avevo
immaginato tra i suoi capelli e … che ne so? È proprio quello che ci vuole –
Prova con questo.»
«Ehi, e questo da
dove viene? L’ha lasciato tra le tue lenzuola l’ultima fiamma?»
«Naturalmente!»
Mi lancia
un’occhiata perplessa e io rido. Lei continua a girare tra le mani il
fermacapelli che le ho dato.
«È tuo, sciocca.
L’ho comprato quando sono andato a Parigi, l’ultima volta. L’ho visto e ho
pensato che ti sarebbe stato bene.»
«Quando sei andato
a semplificarmi la vita con l’abito da sposa?»
«Lo sapevi?»
«L’immaginavo.»
«Girati.» le prendo
i capelli tra le mani, li arrotolo un po’ e li sollevo, li fermo con il fermacapelli
d’argento lasciandoli un po’ morbidi, con una breve cascata di riccioli in alto.
Qualche ciocca ricade subito ai lati del viso e sul collo. Va bene così.
«Sei bellissima!»
Un bacio veloce, la
prendo per mano e la trascino giù per le scale.
Cazzo! I fiori!
Da qualche parte
dev’essere nascosto un elegante bouquet, ma chissà dove?
Ne prendo un mazzo
da un vaso per le scale, sono rose chiare e una roba azzurra, lavanda,
all’odore. Sgocciolano.
Li asciugo con il
fazzoletto e li lego con uno dei nastri decorativi delle tende. Hermione ride a
crepapelle a vedermi fare tutte quelle manovre.
«Sarebbe bastato
chiamare un elfo.»
«Vuoi mettere il
mio gusto sopraffino con quello di un elfo?»
Le metto in una mano
il “bouquet” improvvisato e le afferro l’altra.
Ancora di corsa per
le scale, fuori dal portone e ancora scale, lei con la veste sollevata per non
inciampare, sempre correndo per la mano arriviamo sulla passatoia che ci porterà
davanti al Ministro. O almeno a dove avrebbe dovuto essere il Ministro.
Gli ospiti sono un
po’ basiti. La nostra piccolina butta il cestino e ci corre incontro.
«Mamma - pappo!»
L’afferro al volo e
la sollevo con un braccio.
Mi chiama “pappo”,
non papà o babbo o che ne so. Mi fa sentire un po’ un insetto ma lei è una
meraviglia, le perdono tutto.
Baci sulle guance da
papà e mamma e la metto giù. Siamo arrivati. Shacklebolt è stravaccato in una
poltrona e non sembra affatto intenzionato a fare il suo dovere.
Jean resta
attaccata ai miei pantaloni.
È anche abbastanza
decorativa, con l’abito pervinca, un po’ più acceso di quello di Hermione, i
capelli dorati e ricci. È bellissima.
«Adesso non
pretenderete anche che vi sposi!»
Brontola il
Ministro alzandosi con qualche difficoltà dalla poltrona.
«Potrebbe essere
un’idea, King.» risponde tranquilla la mia Granger.
«È tutto il giorno
che vi aspetto.»
«Siamo stati
impegnati.»
«Impegnati, ths!
Più del Ministro in persona?»
«Puoi giurarci.»
«Mmm. Per questa
volta passi.»
«Un’altra volta
saremo puntuali, promesso.»
«Non contate su di
me: questo è l’unico matrimonio che vi concedo!»
Lo so, è un
discorso da pazzi, ma Hermione e Shacklebolt si divertono così, ogni volta si
punzecchiano con frasi assurde, e doppi sensi, quando chiedo spiegazioni mi ridono
in faccia spudoratamente.
«Scordatelo. Sei
prenotato per le nozze d’oro.»
Mi guardano
entrambi a bocca aperta, poi Kingsley sorride.
«È il più
bell’augurio di lunga vita che mi sia mai stato fatto! Che ne dite di sposarvi,
adesso?»
Ci prendiamo le
mani.
Sento un piccolo
urto al petto. Non ho avuto tempo di emozionarmi a dovere, questa giornata è
stata così frenetica!
Sto per sposarla,
sarà mia moglie, finalmente. Mi coglie un assurdo timore che lei risponda “no”
alla domanda di Shacklebolt. Sono tanto preoccupato che non mi accorgo quando
si rivolge a me.
Mi rendo conto
all’improvviso dell’incredibile silenzio.
«Ehm, Draco? Se ha
cambiato idea va bene lo stesso.»
«Come?»
«Ti stavo
domandando se PER CASO, non vorresti prendere Hermione Granger come sposa con
tutto quello che comporta in base alla legge magica.»
«Certo che voglio!»
«Oh, bene, allora.
E tu, Hermione Granger, vuoi prendere Draco Malfoy come sposo?»
«Lo voglio.»
«Siete consapevoli
di tutte le conseguenze e le condizioni relative al matrimonio?»
«Sì.» praticamente
in coro.
«E che il
matrimonio non sarà valido fino alla sua consumazione che sarà comprovata dal
patronus matrimoniale?»
«Aehm, per il
patronus ci sarebbe da aspettare qualche giorno. Fa lo stesso?»
«Eh?»
Hermione si
avvicina, testa a testa con il Ministro e ci confabula per qualche secondo.
«Ah! No, va bene lo
stesso, tranquilla! C’è altro? – Hermione scuote la testa – Meno male! Allora
vi dichiaro marito e moglie! Se credete potete baciarvi, ma non è
obbligatorio!»
Non è obbligatorio?
Che cavolo dice?
Abbraccio forte,
per la prima volta mia moglie. Merlino, MIA MOGLIE!
Un bacio per niente
casto, né formale, abbastanza lungo da far cominciare cori di protesta tra gli
invitati.
Alla fine siamo costretti
a separarci da Jean che si è attaccata con una mano ai miei pantaloni e una al
vestito di mamma e tira e salta per raggiungerci e prendersi la sua parte.
La prendo in
braccio e la baciamo entrambi sulle guance mentre lei ci stringe il collo.
Poi inizia la
processione degli amici che si congratulano e fanno gli auguri e vogliono
baciare la sposa. E io vorrei schiantarli tutti. Almeno tutti i maschi.
Ad un tratto sento
la sua mano stringermi forte, lei si paralizza e guarda oltre le teste dei più
vicini. Guardo anch’io, per cercare di capire cosa le ha fatto quell’effetto.
Ah, ecco. Mi pareva
che stesse andando tutto troppo bene!
Quando l’ho visto ho sentito un
colpo al cuore.
Lo so, è brutto dirlo. Mi sono
sposata da cinque minuti e sembra quasi una mancanza di riguardo verso il mio
nuovo marito, che poi è sempre il mio vecchio Draco, il mio amore, il padre dei
miei figli.
Ma mi è mancato così tanto!
Lascio la mano di Draco e fendo
la folla fino a raggiungerlo e ad abbracciarlo forte, a lasciarmi stringere da
lui.
L’emozione forte è inquinata da
una vena di rabbia che all’improvviso prende il sopravvento.
Mi stacco da Ron e gli mollo un
ceffone memorabile.
«OH!!» protesta lui, muovendo la
testa quasi svitata dal collo.
«Te lo sei cercato, brutto stronzo!
Mi sei mancato da morire!»
«Anche tu mi sei mancata.»
« E allora perché non sei venuto
prima?»
«Penso che fossi geloso. Non
riuscivo a credere che Malfoy prima o poi non ti avrebbe tradita, o resa
infelice in qualche modo. Non riuscivo a credere a quello che mi diceva Harry e
anche mia sorella. Pensavo lo facessero solo per convincermi a tornare sui miei
passi.»
«Beh, allora? Era tanto
difficile? Che ti costava un po’ di fiducia verso i tuoi amici di sempre?»
«Vuoi che ti dica che sono stato
uno stupido?»
«Sì che lo sei stato, e tanto!
Spero tu ne sia consapevole. Non farlo mai più.»
Lo abbraccio di nuovo.
«Non è che ora mi dai un altro
schiaffo?» rido.
«No, per oggi basta. Quando sei
arrivato?»
«Sono qui da stamattina. Quando
mi hanno detto che eravate spariti mi sono tornati i sospetti.
Ma quando ti ho vista correre per
la mano con lui e … avevi una faccia così felice! E anche lui, non sembra più
lo stesso. Ha … ha preso in braccio quella bambina come un padre affettuoso,
non come un padre purosangue. Non l’avrei mai detto. Immaginavo che avrebbe
ricalcato le orme di suo padre.»
«Draco ama molto i suoi figli. E
anche me.»
«A proposito, scusa se te lo
chiedo, ma non eri incinta?»
«Già. Lo ero.»
È ora di fare quello che va
fatto.
Cerco con gli occhi Draco e lo
trovo subito. Mi fissa ansioso. Gli sorrido e lo chiamo con un cenno.
Lui si avvicina.
«Ti chiedo scusa, Malfoy. Avevo
paura che potessi rendere infelice la mia amica, invece l’ho fatto io. Sono uno
stupido.» Ron ha teso la mano, che Draco afferra non proprio con entusiasmo.
«L’ultima volta che ci siamo
visti, due anni fa, avevo pensato di smontarti a calci tutte le ossa per aver
fatto piangere Hermione. Vedi di farmi cambiare idea.»
«Ci proverò.» Ron ride, Draco
sorride non ancora troppo convinto.
Io cerco con gli occhi Molly, che
mi arriva da dietro.
«Eccoti, lo rivuoi?»
«Oh, ti stavo cercando. Grazie,
sei stata preziosa.»
«È stato un piacere. È davvero
un bel bambino. Vi vengono così bene che spero ne facciate tanti!»
«Vedremo, Molly. Per il momento
mi accontento di questi due.»
Draco attira l’attenzione di
tutti con un “sonorus” e fa l’annuncio:
«Questo che vedete è Lucas
Stephen Malfoy, nostro figlio, nato questa mattina alle otto e mezza. – prende
in braccio Jean, che non si è allontanata dalla sua gamba, lei si sporge verso
il fratellino e lo guarda curiosa – Questa è la mia famiglia e io sono un uomo
felice. Spero che tutti voi possiate provare quello che sento adesso.»
In quel momento un vento leggero
mi alita sul viso e si infila nei miei capelli.
Respiro forte. Mi ricordo all’improvviso
quel momento. Quello in cui decisi di salire le scale dell’ufficio di Malfoy e
offrirgli il mio utero in affitto.
Non ringrazierò mai
abbastanza Merlino per averle messo in mano quel giornale, per averla portata a
salire quelle scale. Vorrei aver concepito Jean con un atto d’amore, ma non
importa come è iniziata. È importante che sia iniziata.
Lucas inizia a cigolare. Ha i
nomi dei nonni. Draco non ha voluto imporgli “Lucius” come primo nome, ma Lucas
è lo stesso, solo un po’ diverso. Forse come lui avrebbe voluto suo padre: solo
un po’ diverso.
Quasi tre anni. Densi di dolori e
di gioie, pieni d’amore.
Saluto con un gesto mio cugino.
Con la coda dell’occhio vedo Blaise accarezzare dolcemente la pancia di
Victoria, sorriderle e guardarla come se fosse l’unica donna al mondo. Come
Draco guarda me.
La mia draghessa, quella
con cui voglio litigare per tutta la vita e fare pace ogni volta. Voglio farci
ancora figli, perché l’emozione di oggi non può essere l’ultima!
Anche se mi devo
scordare il sesso per un po’, non importa. Avremo tempo per recuperare. Basta
che lei ci sia.
Giro attorno lo
sguardo. Blaise ha una faccia che credevo di non vedergli mai. Niente più
smorfia cinica. È rilassato. E mi pare impossibile che abbia trovato la
felicità con sua moglie. Se i loro genitori non fossero stati tanto ottusi ...
Come si può sopportare di amare a comando?
Poco lontano i miei tre amici,
Harry, Ginny e Ron. Sempre insieme, legati da un’amicizia tanto esclusiva da
risultare ambigua. E io?
Non è lo stesso, per me, non più.
Li amo, sto sempre bene con loro, ma sono parte di un altro insieme. Una
famiglia. Guardo i miei figli e infine Draco, che sorride come un idiota e mi
stringe come se fossi una cosa preziosa.
E adesso lo so.
Sono preziosa per lui, come lui
lo è per me. Non importa quante donne belle avrà intorno, non importa se il mio
culo ha preso una taglia. Le cose più preziose del mondo sono in comune, tra me
e lui.
Temevo di dover
contendere Hermione ai suoi amici. Per fortuna non è stato così. Si vedono, si
raccontano quasi tutto, ridono di cose incomprensibili, almeno per me. Non ho
ancora capito chi vada a letto con chi. L’unica coppia che mi sento
ragionevolmente di escludere è Ginny e Ron, per il resto tutto è possibile.
Ma Hermione ormai è
fuori da quell’ottica. Lei ha una famiglia, un’esperienza del tutto diversa. Io
sono la sua famiglia. Loro solo i suoi amici.
Sono già stufo di
questa baraonda.
Tutto quello che
volevo era sposare Hermione. Ormai non vedo l’ora di tornare a casa, portare a
letto Jean, leggerle la sua fiaba preferita (sempre la stessa, Merlino, che
noia!), mentre Hermione si occupa di Lucas e lo mette a dormire nella sua
culla, quella che prima era di Jean.
Infine infilarmi
tra le lenzuola con la mia nuova moglie.
Tutto quello che mi
serve e tutto quello che voglio è qui.
È tutto tra me e
lei.
Sapete
tutti che il contest e i personaggi sono di J. Rowling, che ringraziamo per
aver inventato un mondo così stimolante.
Un
grazie speciale a tutti quelli che hanno lasciato un commento, rendendoci fiere
e contente del nostro lavoro (inutile fare le modeste).
Grazie
di cuore anche a chi ha letto in silenzio.
Se la
storia vi è piaciuta sapete dove trovarci!
A
rileggerci
Malfoymyheart e nefastia