BEING
A WAR MAGE
CAPITOLO 10: BENVENUTA SERENITA’
We were strangers on a crazy
adventure
Never
dreaming how our dreams would come true
Now here
we stand, unafraid of the future
At the
beginning with you
At
The Beginning, D.Lewis and R.Marx
***************
Hermione e Ron camminavano a passo deciso verso Villa
Granger. Si tenevano per mano, e continuavano a procedere in silenzio.
“Sei sicura di volerlo fare?” le chiese piano Ron quando
raggiunsero il cancello della casa. “Se non te la senti, non sei obbligata.”
Lei rimase per un attimo in silenzio, a guardare quella che
per anni era stata casa sua. “…no, voglio…voglio rivedere casa mia.” Fin
dall’omicidio dei suoi genitori non c’era mai tornata prima. “E poi…” aggiunse,
sforzandosi di sorridere. “Voglio uno dei vestiti di mamma per stasera.”
Lui annuì. Era lì per farle coraggio, e lo avrebbe fatto
fino in fondo. “Ok, allora.”
La casa era rimasta sempre chiusa e nessuno ci aveva più
messo piede fin dal giorno del terribile attacco; camminando fra le stanze,
Hermione si guardava attorno con la mascella serrata e il viso tirato. Dopo
qualche istante di esitazione trovò il coraggio di salire al piano di sopra,
nella stanza dei genitori, e lì si fermò sulla soglia della porta: ai piedi del
letto c’era ancora una grossa macchia scura di sangue, e il parquet era ancora
tutto pieno di graffi e segni. Ron guardò per un attimo la sua ragazza e le
appoggiò una mano sulla spalla; Hermione tirò un gorsso sospiro ed entrò,
sfiorando con la punta delle dita le lenzuola del letto, il comodino e infine
la cassettiera, poi la sua attenzione fu catturata dalla cornice d’argento in
cui stava la foto dei suoi genitori nel giorno del loro matrimonio:
istintivamente sorrise dolcemente e la prese fra le mani, e si ritrovò il viso
inumidito dalle lacrime prima ancora di potersene accorgere. Ron, alle sue
spalle, le passò le braccia intorno alla vita, stringendola forte a sé, e le
stampò un bacio sul collo.
“…non ho avuto il tempo di dire a mamma e papà di noi…” sussurrò
lei, in una vocina piccola e rotta dalle lacrime.
Ron le baciò una guancia. “Diglielo adesso.”
Hermione fece un piccolo sorriso triste. “Credi che mi
sentiranno?”
“Mia madre dice sempre che i nostri cari continuano a
guardarci anche dal cielo.”
Lei emise un piccolo gemito e si abbandonò contro il suo
petto, nascondendo il viso nel suo collo. Lui la strinse di più a sé, cercando
di infonderle quanta più forza possibile, poi prese in mano la foto dei
genitori e la sollevò un po’, schiarendosi la gola.
“Signor Granger, signora Granger, c’è una cosa che devo
dirvi, e spero che vi faccia piacere.” Disse, con tono serio e allo stesso
tempo confidenziale. Hermione sorrise nel suo collo e glielo baciò. “Sono
pazzamente, disperatamente, inequivocabilmente e irrevocabilmente innamorato di
vostra figlia.” Continuò con un sorriso. “Vorrei anche dirvi di non
preoccuparvi di nulla, perché mi occuperò io di Hermione adesso. E vi prometto
che farò il possibile per renderla felice.”
Hermione lo guardò nello specchio che avevano di fronte. “Ti
ricordi quando l’anno scorso siamo andati alla festa di Josh e tu mi hai
riaccompagnato a casa?”
Lui annuì. “Erano le tre passate, e tu avevi paura che
presentandoti a casa da sola a quell’ora i tuoi ti avrebbero fulminata.”
“Mamma mi fece una partaccia perché era tardissimo, e perché
le brave ragazze non vanno in giro di notte da sole.” E così dicendo tirò su
col naso e si asciugò gli occhi con una mano. “Papà invece non era affatto
preoccupato, e sai che cosa disse a mamma?”
“Cosa?”
“Le disse che non aveva ragione di agitarsi, perché ero con
te.”
Lui sorrise. “Davvero?”
“Papà ti stimava moltissimo. Pensava che tu fossi un tipo in
gamba, anche se un po’ troppo impulsivo e incline alla violenza. Ma sapeva che
mi avresti sempre protetto nel momento del bisogno.”
“Non me l’avevi mai detto.” Le disse piano lui.
Lei alzò spallucce. “Chissà se per mamma va tutto bene,
però.”
“Ehi, come sarebbe?!” chiese con un sorrisetto lui, e riuscì
a strapparle un’espressione divertita.
“Lei ti trovava un po’ troppo pieno di vita…pensava che
fosse più rassicurante la presenza di Harry.”
“Solo perché ha l’aria del santo incensurato.” E qui tutti e
due ridacchiarono.
Hermione si asciugò del tutto gli occhi e rimise a posto la
foto. “Dovunque siano, mi auguro che stiano bene.”
Ron le sistemò un ciuffo di capelli dietro l’orecchio.
“Questo è poco ma sicuro.” Le diede un bacio sulle labbra, poi le fece un
occhiolino. “Ehi, siamo qui per un motivo o sbaglio?”
Lei sorrise e annuì. “Già.”
Lui le fece un gran sorriso e si diresse verso un grande
armadio a muro; c’erano molti bellissimi vestiti eleganti, tutti della madre di
Hermione. “Bisogna dire che tua madre aveva davvero molto gusto.” Osservò
compiaciuto lui.
Lei si sedette sul lettone a gambe incrociate. “Si, era un
tipo molto femminile, al contrario di me. D’altronde, questa era una delle cose
che papà amava di più di lei.”
“Baby, portati a casa questi vestiti e ti sposo domani.”
Rise lui.
Lei scosse la testa, e lo guardò scettica. “Il signor
‘sono-così-affascinante-che-mi-amo-alla-follia’ che si sposa? Nah…”
Ron le fece una linguaccia e prese a guardare nell’armadio;
il primo vestito che estrasse era color pesca, col mezzo collo e senza maniche,
lungo fino ai piedi. “Questo?”
Lei scosse la testa. “Mmm…no.”
Lui lo rimise a posto e ne prese un altro color grigio
perla, corto, a bretelline. “E questo?”
Hermione fece una smorfia. “Non è appropriato.”
Ron inarcò le sopracciglia. “Però è molto bello.”
“Ce ne sono altri, no?”
“Voi donne la fate sempre difficile in fatto di vestiti.”
Messolo a posto, ne prese un altro beige, a tre quarti, con uno scollo
generoso. “Mmh…questo lo indosserai quando andremo a cena fuori io e te soli.”
Lei ridacchiò. “E perché?”
“Tesoro, questo vestito non lascia molto all’immaginazione.
Non vorrei dover rompere il muso a qualche guardone, stasera.”
Hermione rise. “Ci saranno donne molto più belle e più
eleganti di me, Ron. Donne che passano intere giornate nei saloni di bellezza,
per essere perfette. Io sono un maschiaccio al confronto.”
“Amore, io sono un maschio. Lo accetti il mio parere, vero?
Beh, lascia che ti spieghi una piccola cosa di noi uomini: tanta perfezione
stufa, specie se è solo bellezza fisica e niente di più. Il tuo fascino non
viene solo da fuori, tu sei bellissima anche dentro, sei completa. Sei una
bomba sexy.”
Lei si sollevò sulle ginocchia per dargli un bacio sulle
labbra. “Grazie.”
Lui le fece un occhiolino. “E adesso troviamo qualcosa di
scandalosamente sexy per questo splendido maschiaccio.” Detto questo prese un
altro vestito dall’armadio, questa volta bianco e lungo fino ai piedi, molto
ampio. “Elegante abbastanza?”
Lei scosse la testa. “Troppo.”
“Ma che significa troppo? E’ bello, distinto, di gran
classe, per niente appariscente…”
“…e l’ultima volta che l’avevo addosso, Jeff Patrick mi ha
chiesto di sposarlo.”
Ron lo rimise subito nell’armadio, con un’aria disgustata
sul viso. “Ok, ho capito, adesso basta. Decido io.” Risoluto, guardò un attimo
fra i vestiti e alla fine fece un gran sorriso e tirò fuori un abito azzurro
lungo, che si allacciava dietro al collo e lasciava gran parte della schiena
scoperta. “Wow…questo è perfetto!”
“…lo sai, mi sa che hai proprio ragione.” Gli rispose lei,
alzandosi e prendendo il vestito, provando a vedere se era della lunghezza
giusta.
“Sarai decisamente uno schianto.” Sorrise lui. “Cavolo,
grazie signora Granger, per aver comprato tutta questa bella roba!” esclamò al
cielo, e anche Hermione non potè fare a meno di sorridere e dargli un altro bacio.
***************
“Merda, questo coso mi sta facendo soffocare.” Ron cercò
disperatamente di allargarsi il papillon dello smoking davanti allo specchio
nel suo armadio.
“Pensa che dobbiamo passarci tutta la sera dentro questo
affare infernale.” Fece sconsolato Harry, infilandosi la giacca del suo
smoking.
Il cravattino di Ron si sciolse di nuovo, e il suo riflesso
nello specchio prese a ridere follemente, additandolo. “Vuoi farlo tu, se ne
sei capace?!” ruggì Ron spazientito, e a Harry scappò da ridere.
“Allora, come vanno i preparativi?” la signora Weasley fece
capolino dalla porta, vestita e pettinata in modo molto elegante e sobrio, e
con un’espressione sorridente e appagata.
“Va che questo coso non si annoda, e tra un secondo mi
straccio tutto di dosso e vengo nudo!” sbottò il figlio.
Molly raggiunse i due ragazzi e prese a sistemare il
papillon di Ron. “Tesoro, immagino che sarebbe uno spettacolo imperdibile, ma è
meglio rimandare il tuo spogliarello a quando non saranno presenti i colleghi
di tuo padre e tuo fratello.”
“Forse sarebbe meglio rimandarlo a tempo indeterminato.”
Ridacchiò Harry.
Ron si finse offeso. “Oh, come sarebbe? Non mi trovi
attraente?” sia i ragazzi che mamma Weasley risero di gusto.
Molly finì di aggiustare il cravattino al figlio e fece un
passo indietro, guardando i due ragazzi con un sorriso tutto miele. “I miei
giovanotti sono diventati due uomini bellissimi!” disse commossa. “Siete così
cresciuti, bambini miei, sono così fiera di voi!”
I due ragazzi le rivolsero un brillante sorriso. “A che
punto sono le ragazze?” le chiese Harry.
“Oh, stanno finendo di truccarsi.” Rispose lei, tutta
trionfante. “Le ho pettinate tutte e due io, sono più belle che mai.”
“Bene, ne va della nostra immagine.” Ridacchiò Ron, e lui e
Harry uscirono dalla stanza in smoking, e si diressero verso l’ingresso mentre
la signora Weasley tornava di sopra.
“Che eleganza!” Esclamò allegramente Arthur Weasley, mentre
si abbottonava una manica della giacca.
“Già, e non vedo l’ora di tornare a casa per levarmi questa
roba.” Commentò Harry, allargandosi il nodo del papillon dal collo.
Papà
Weasley rise. “Non c’è niente da fare, voi due potrete anche essere
cresciuti, ma resterete sempre i ragazzini che sono inorriditi al solo pensiero
di andare a un ballo vestiti da sera.”
“C’è di buono che almeno stavolta sono vestito in modo
decente.” Fece Ron.
In quel momento scese di nuovo Molly Weasley, e dietro di
lei comparvero Hermione e Ginny, che stavano parlando mentre scendevano le
scale. Harry e Ron rimasero a bocca spalancata.
Ginny aveva un abito rosa pallido a bretelline, corto fino
alle ginocchia, molto elegante; per l’occasione si era fatta fare dalla madre i
boccoli ai suoi capelli abitudinariamente lisci, ed il trucco era leggero ma
perfetto. Hermione aveva il vestito turchese che aveva scelto Ron: lungo, con
l’allacciatura dietro al collo e le spalle scoperte; teneva i capelli raccolti
in un elegante chignòn, da cui scendevano piccole ciocche di capelli mossi, e
anche il suo trucco, per quanto leggero, era decisamente molto gradevole.
“Porco cazzo…” mormorò a bassa voce Harry, mentre lui e Ron
non riuscivano a staccare lo sguardo dalle due ragazze. Il signor Weasley rise
e diede a entrambi una pacca sulle spalle.
“Allora? Siamo tutti pronti?” fece squillante Molly.
Ginny e Hermione raggiunsero gli altri, e anche loro si
soffermarono quando videro Harry e Ron tirati a lucido.
“Accidenti!” esclamò sorridente Ginny.
Hermione annuì. “Decisamente affascinanti.”
“Dovrebbero farli molto più spesso questi balli di società.”
Fece Harry, squadrando Ginny dalla testa ai piedi.
Ron passò un braccio attorno ai fianchi di Hermione, poi si
voltò verso i suoi genitori. “Mamma, Hermione e io possiamo raggiungerti
tra…diciamo una mezzoretta?” tutti ridacchiarono.
Mamma Weasley mise le mani sui fianchi. “Ronald Weasley!”
disse, in tono di rimprovero.
Ron scrollò le spalle. “Peccato, io ci ho provato.”
Il signor
Weasley rise. “Coraggio, andiamo. Non vorrei far tardi.”
***************
Il salone delle feste era addobbato in modo a dir poco
fastoso: c’erano luci soffuse e candele fluttuanti ovunque, i tavoli erano
stracolmi di ottimo cibo, e la pista da ballo era occupata dalla folla di
eleganti coppie di membri del Ministero, primo fra tutti il Ministro Montgomery,
che stava ballando con sua moglie. Al tavolo dove stavano seduti, i signori
Weasley si stavano godendo il ricevimento, guardando i figli: Ginny stava
ballando con Sirius, Hermione con Natan, Bill con Aki, Fred e George con le
loro rispettive compagne, Angelina e Eve, mentre Percy e Penelope parlavano con
aria tranquilla accanto al tavolo del buffet.
Harry e Ron, tutti e due con un bicchiere di champagne in
mano, raggiunsero il tavolo Weasley, sedendosi su due sedie libere.
“E voi due cosa fate qui? Dovreste essere a ballare.” Disse
sorpresa la signora Weasley.
“Le signorine sono impegnate.” Fece con un sorriso Harry,
indicando Ginny e Hermione con un cenno della testa.
“E una pausa ci vuole.” Annuì Ron, bevendo un goccio dal suo
champagne.
Anche Charlie e Josh li raggiunsero al tavolo. “Ragazzi,
avete visto la moglie di Liam?” mormorò Josh, indicando una donna che stava
ballando col loro istruttore di armi babbane. Aveva i capelli lunghi castani,
gli occhi azzurri e un corpo mozzafiato, ed era parecchio più giovane di lui,
con un corpo decisamente da trentenne.
“Porca…” mormorò sottovoce Harry.
Ron aveva gli occhi spalancati. “Ma dove l’ha trovata
quella?”
Il signor Weasley la guardò attentamente. “Effettivamente è
proprio una gran bella donna…”
La moglie gli diede uno schiaffetto sul braccio. “Arthur!”
Charlie rise. “Già, è precisamente quello che pensa tutto il
settore maschile presente in sala.”
“Quasi quasi…” rise Harry.
“Mi sa che è decisamente mio dovere invitare la signora del
mio caro istruttore a ballare.” Fece Ron, con un odioso sorrisetto.
Josh ridacchiò. “Oh, sono sicuro che Liam lo apprezzerà
molto. Solo, posso consigliarti di dormire con un occhio aperto stanotte?” Ron,
Harry, Charlie e il signor Weasley risero, mentre la signora Weasley scosse la
testa.
La musica terminò, e Sirius riaccompagnò Ginny al tavolo.
“Grazie per avermi fatto l’onore di ballare con questa bella signorina.” Disse
con un sorriso a Harry.
Ginny si sedette accanto al suo ragazzo. “Balla molto bene
il tuo padrino.” Gli disse.
Harry rise.
“Bene, va’ avanti e balla con lui anche tutta la serata, per me va
bene.”
Sirius prese posto accanto ad Arthur Weasley. “Sono un po’
troppo vecchio per queste cose.”
Il signor Weasley gli diede una pacca sulle spalle. “Sirius,
vecchio mio, se la metti così allora io sono proprio un nonnetto.”
Charlie ridacchiò. “Sai, papà, ho idea che sarai presto
nonno.” Disse, indicando con la testa Bill e Aki, che ballavano abbracciati.
Tutti al tavolo sorrisero, in particolar modo mamma Weasley.
Ron posò il suo bicchiere sul tavolo. “Beh, io vado a riprendermi la mia
ragazza.” Fece, alzandosi in piedi.
“Io amo mio fratello perché non è assolutamente materiale.”
Commentò Ginny, sforzandosi di restare seria, ma alla fine rise con gli altri.
Ron, ridacchiando, raggiunse Natan e Hermione, e si fece
notare immediatamente da entrambi. “Posso?”
Natan scoccò un sorriso a Hermione e un occhiolino a Ron.
“E’ tutta tua.” Disse, defilandosi.
Ron mise le mani sui fianchi di Hermione e lei gli passò le
braccia attorno al collo, con un gran sorriso. “Mi stavo proprio chiedendo che
fine avessi fatto.”
Lui scrollò le spalle. “Mi stavo prendendo una pausa.” Le
disse, mentre con la coda dell’occhio notava Ginny e Harry, che avevano appena
raggiunto la pista da ballo. “Tu, piuttosto. Poco fa ho visto che ballavi con
Montgomery.”
Lei annuì. “Sono riuscita a esporgli un’idea che avevo in
testa già da un po’.”
“E quale?”
“Ricostruire Hogwarts.”
“Come?”
Hermione sorrise brevemente. “Mi è molto caro quel posto. Ho
pensato che fosse giusto nei confronti di Silente e di tutti gli altri
professori far riaprire la scuola. Finora era pericoloso, ma ora che la guerra
è finita, credo che tutti i bambini meritino di ricevere un’educazione
scolastica adeguata come l’abbiamo ricevuta noi.”
Ron sorrise e scosse la testa. “Tu resti sempre la più
intelligente fra tutti noi, Hermione. E che ti ha detto Montgomery?”
“Che domani darà ordine ai migliori architetti del paese di
iniziare i lavori per la ricostruzione di Hogwarts.” Rispose lei, con un
sorriso soddisfatto.
“E tu dovresti essere citata fra i fondatori della scuola,
se non ci avessi pensato tu non se ne sarebbe curato nessuno.” Fece fiero lui.
Lei rise. “Andiamo, io ho solo chiesto di ricostruirla, a
fondarla ci hanno già pensato altri maghi ben più potenti di me.”
“Già, ma se non altro ti sei meritata una citazione nella
nuova versione di Storia di Hogwarts.” Replicò Ron, ridacchiando.
Hermione rise, e mentre continuavano a ballare appoggiò la
testa sulla sua spalla. “Speriamo solo che riescano a farla esattamente com’era
prima. Sai, non vorrei che ne facessero un edificio moderno, Hogwarts
rappresenta secoli di storia per noi.”
Lui ridacchiò. “Non dirmi che gli hai anche chiesto di
assumere gli elfi domestici a pagamento.”
“Glielo chiederò quando sarà il momento.”
“Lo sapevo.”
“Come pensi che faranno coi quadri?”
“Probabilmente prenderanno delle copie dal museo.”
Hermione riflettè per un attimo. “Secondo te chi sarà il
nuovo preside?”
Ron scrollò le spalle. “Non ne ho idea. Anni fa avrei
scommesso su Remus, ma visto che ora è già impegnato…mi auguro solo che stiano
bene attenti a non scegliere Percy, per il bene degli studenti.”
Lei rise, mentre la canzone in sottofondo sfumava. “Sarebbe
divertente se fosse scelto uno tra Fred e George.”
Anche lui rise, e a canzone finita si fermarono. Quasi
subito cominciò un altro lento, e Harry si avvicinò con un gran sorriso. “Ehi,
è il mio turno adesso.”
Ron gli diede una pacca sulle spalle. “Sono lusingato, ma
devo declinare l’invito. Va bene lo stesso se ti presto lei?” disse, indicando
Hermione.
Harry si finse serio. “Ah beh, se non posso ballare con te,
questa volta mi adatterò con lei.”
Hermione scosse la testa e prese la mano che Harry le
porgeva. “Ma guarda cosa mi tocca sentire.” Harry ridacchiò, e messisi in
posizione iniziarono a ballare.
Ron raggiunse Ginny, che stava per sedersi, e le porse la
mano con uno dei suoi brillanti sorrisi. “Mi concede questo ballo, signorina?”
Lei rise e mise la mano in quella del fratello. “Con gran
piacere, signore.”
Tennessee, accanto al tavolo del buffet, mise giù il suo
piatto con cura, ma una voce alle sue spalle attirò la sua completa attenzione.
“Questa sì che è una sorpresa, non sapevo che avessi delle
gambe.”
La ragazza si voltò già con un sorrisetto piantato sul viso.
Charlie fece un passo avanti verso di lei, con la sua espressione più sicura.
“E che gambe.” Continuò, a voce più bassa.
“Detto da te, lo prendo come un complimento.” Rispose lei,
inarcando un sopracciglio.
Charlie la guardò. “Devi stare attenta, vestita così
potresti perfino sembrare una donna.”
“Io sono una donna.”
“Si, ma così finisce che uno se ne accorge.” Ridacchiò lui.
Anche lei rise. “Quando capirò cosa sei tu, ricambierò il
complimento.”
“Pensi che bellissimo, tremendamente attraente e
irresistibilmente audace sarebbe sufficiente?”
“Grazie, ma non amo le definizioni preconfezionate.”
Ribbattè lei, con un’espressione beffarda.
Lui annuì. “Forse ballare con me ti aiuterebbe a trovare la
descrizione giusta?”
Lei fece un sorrisetto. “Si può provare.”
Lui le rivolse un sorriso fiero e vispo, e le porse il
braccio. “Le faccio volentieri questo onore, madame.”
Lei gli prese il braccio e sorrise. “L’onore è tutto suo,
messieur.”
***************
The world is not enough
But it
is such a perfect place to start my love
And if
you’re strong enough
Together
we can take the world apart my love
People
like us know how to survive
There’s
no point in living
If you
can’t feel alive
The
world is not enough, Garbage
***************
Il sole era sorto appena da poco, quando alla Tana si aprì
la porta di casa. Faceva fresco, l’aria della mattina era piuttosto pungente.
Arthur Weasley uscì nel vialetto d’ingresso, seguito da sua moglie, e diede
un’occhiata all’orologio.
“Su, ragazzi! Farete tardi!”
Qualche minuto dopo Harry, Ginny, Ron e Hermione li
raggiunsero: erano vestiti con abiti sportivi babbani, e tenevano sulle spalle
uno zaino a testa – Ron e Harry avevano da portare anche due borsoni piuttosto
grossi.
“Io vorrei proprio sapere come ti è saltato in mente di
portare tutta questa roba!” brontolò Harry, uscendo di casa.
“E secondo te dovevo indossare sempre gli stessi vestiti per
due settimane di seguito?” replicò Ginny.
“Non c’era bisogno di portarsi dietro tutto l’armadio!”
ribbattè Ron.
“Come se dovessi portare le borse a spalla per tutto il
tempo!” fece Hermione.
Papà Weasley aiutò i due ragazzi a caricare i borsoni e gli
zaini nella macchina. “Mi raccomando,” fece Molly, abbracciandoli uno alla
volta tutti e quattro. “Andate piano, siate prudenti e cercate di comportarvi
da babbani, va bene?”
Ginny annuì. “Vi porteremo dei bei regali.”
“La vostra serenità è il miglior regalo, pensate a godervi
la vacanza.” Disse Arthur, abbracciandoli a sua volta.
“Dai, ragazzi, facciamo tardi.” Fece Harry, e tutti e
quattro salirono a bordo della macchina, con Ron alla guida.
“Au revoir, signori!” li salutò Ron, e quando la macchina
partì quattro mani sbucarono dai finestrini per salutare ancora. I signori
Weasley continuarono a salutarli finchè l’automobile non si fu alzata in volo,
azionando il Turbo Invisibile.
Molly tirò un grosso sospiro; per un momento, vedendoli
uscire di casa assonnati e battibbeccando, li aveva rivisti esattamente come
durante l’estate in cui si erano alzati presto per andare a vedere la coppa del
mondo di Quidditch, ancora tredicenni: Ron, uno spilungone con le lentiggini;
Harry, pelle e ossa e coi capelli tutti arruffati; Hermione, coi capelli crespi
e l’aria saccente; Ginny, con le treccine, timida e ingenua.
“E’ bello vedere che sotto sotto sono rimasti i bambini di
una volta.” Disse commossa, con un sospiro.
“Già.” Annuì con un sorriso suo marito, passandole un
braccio attorno alle spalle. “Mi piace sapere che dentro i loro cuori c’è
ancora una parte nascosta che non crescerà mai.”
***************
It’s a beautiful mornin’, I think
I’ll go outside a while
And just
smile
Just
take in some fresh air, boy
Ain’t no
sense in stayin’ inside
If the
weather’s fine and you got the time
It’s
your choice to wake up and plan another brand day
A
Beautiful Morning, Rascals
***************
*** THE END ***
Incredibile, ma vero…è proprio finita! Ok, niente lacrime né
commozioni, la bella sorpresa per chi si è appassionato a questa storia la
conoscete già: ho deciso che ci sarà un seguito! Yeah! Ho avuto l’ispirazione,
e ho già in mente cosa succederà, ma non vi prometto che vedrete on-line il
primo capitolo per almeno un mese, se non di più. Innanzitutto devo dedicarmi
ad altre cose oltre che al mio hobby preferito, per cui la mia attenzione sarà
altrove per un po’, e seconda cosa voglio che il seguito mi piaccia quanto
questa storia. E lo volete anche voi, vero? Che sia una cosa fatta per benino e
non di fretta e furia, no? In ogni caso…prometto di fare il possibile per darmi
una mossa! ^^
Ok, essendo l’ultimo capitolo un po’ più breve, mi riservo
questo spazio per saluti e ringraziamenti: un bacio a Keijei, giuggy e Ginny
(che avevo dimenticato di ringraziare nello scorso capitolo, anche voi siete
davvero fedeli lettori ^^) e il solito mega bacio a Sara Lee.
Alice, mi hai chiesto se la musica mi ha mai aiutato a
scrivere. Oh, praticamente sempre! L’altra storia che ho scritto, ‘Non te ne
andare’, è venuta fuori così. Per non parlare di questo capitolo: l’ho scritto
in un’ora, ascoltando e riascoltando sempre la stessa canzone: You sang to me,
di Marc Anthony (se hai visto ‘Se scappi ti sposo’, è la canzone dei titoli di
coda, quando ripresenta tutti gli attori), che è assolutamente bellissima, e se
questa mia storia fosse stata un film, l’avrei pretesa come canzone finale! ^^
Ok, a questo punto, credo che sia ora di salutare
tutti…prometto che ci rivedremo presto, e se vedo che le cose tardano troppo,
beh…chi può dirlo, magari un’altra canzone m’ispira per un’altra storia da un
solo capitolo. La vita è bella perché è piena di sorprese! ^^ Ciao ciao, un
bacione mega a tutti e grazie,
Sunny