Kathleen
Mentre Brian guardava quello spettacolo
orripilato Kelly si avvicino' e ne sollevo' un lembo: "questo e' il suo
dolore povera zia, quanto deve aver sofferto" disse asciugandosi le
lacrime. "E' per questo che e' ancora qui, dobbiamo aiutarla"
il ragazzo l'osservava perplesso "e come pensi di fare?"
"non lo so" rispose lasciandosi cadere sul letto, "c'e' un'
altra cosa: chi era quella bambina?" "parli di quella della
tua visione?" chiese Brian sedendosele accanto,
"si, non riesco a capire cosa c'entri" rispose lei
cominciando a camminare avanti e indietro lungo la stanza.
"Certo che ci siamo presi una bella gatta da pelare prima del
matrimonio" commento' Brian, "sempre meglio che star dietro
ai preparativi della cerimonia" ribatte' Kelly ed entrambi
scoppiarono a ridere. "No, sono io che devo risolvere questa
cosa: si tratta della mia famiglia" rispose la ragazza
abbracciandolo, "se pensi che ti lasci sola in questo momento
scordatelo" disse lui ricambiandola. In quel momento percepirono un
venticello freddo "c'e' qualche finestra aperta?" chiese
Brian, "no, non viene da fuori: questa e' la zia che cerca
di dirci qualcosa" rispose Kelly cercando di capire da dove venisse e
quando ci riusci' comprese che l'avrebbe condotta in cantina e
prosegui' giu' per le scale avanzando man mano che percepiva la brezza
leggera che denotava la presenza di sua zia, Brian non l'aveva seguita
ed era completamente sola percio' decise di provare a parlarci: "zia,
sei qui? fatti vedere per favore, io voglio aiutarti, voglio capire...
se c'e' qualcosa che posso fare dimmelo o fammelo capire e io
tentero'". In quella svolto' a sinistra e si trovo' davanti allo
spirito perlaceo della zia che la guardava con lo sguardo piu sconfitto
che avesse mai visto, Kelly fece per dire qualcosa ma Emily si mise di
profilo e quello che la nipote vide la lascio' letteralmente di sale:
il ventre comincio' a gonfiarsi fino a diventare teso sotto il suo
vestito, dopodiche' il fantasma spari'. Il viso della ragazza
fu attraversato da grosse lacrime: sua zia non solo era stata stuprata
ma era anche rimasta incinta! Sconvolta, tento' qualche passo nel
sotterraneo ma dovette aver sbagliato strada poiche' dopo pochi minuti
si ritrovo' nello stesso punto da dove era partita, "ma
allora quella bambina che ho visto..." mormoro' tra se' "e'
Kathleen mia figlia" rispose una voce malinconica alle sue
spalle: Emily era ricomparsa e stavolta non era piu' di colore grigio
luminescente, bensi' sembrava una persona normale, anche piu' grande
dei suoi quattordici anni, effettivamente somigliava molto alla nipote:
stessi capelli lunghi rossi, stesso taglio d'occhi, aveva un abito blu
lungo al ginocchio e scarpe nere, sedette in una nicchia nella parete e
con un cenno invito' Kelly a fare altrettanto. "Tu sei la mia
pronipote vero?" le chiese "si" esclamo' l'altra in
un soffio "e ti chiami Kelly?" "esatto"
"mi dispiace conoscerti in queste circostanze cara: immagino
che avrai visto cosa mi e' successo" disse guardando oltre
lei, Kelly annui' "ma ci sono ancora dei punti che ti sono
oscuri vero? lascia che t'illumini" , la ragazza rabbrividi': era in
mezze maniche e li' sotto faceva piuttosto freddo. "la
clinica dove mi portarono dopo la violenza non era un manicomio anche
se certamente i miei genitori mi credettero impazzita, bensi'
un posto dove si praticavano aborti o venivano dati in adozione i figli
illegittimi: siccome io ero gia al quarto mese i medici optarono per la
seconda ipotesi, io ero molto indecisa: ti chiederai perche' visto
quello che mi avevano fatto ma io pensai che il mio bambino non aveva
colpa di tutto cio' e cosi decisi di tenerlo con me anche se mi avevano
assicurato che c'era gia' una famiglia affettuosa pronta ad
accoglierlo. Comunque partorii e quando vidi che era una femmina decisi
di chiamarla Kathleen che significa "pura" proprio per dimostrare che
lei era innocente." "potevi anche non farmi nascere mamma,
cosi non ti avrei ricordato quello che ti aveva fatto quella persona"
l'interruppe una vocina, Kelly si volto' e rivide la bambina
bionda di qualche giorno prima: Emily l'accolse tra le braccia "no
amore, non dirlo neppure: mai e poi mai avrei rinunciato a te,
piuttosto saluta la signorina: e' tua nipote sai" la piccola
sorrise e la saluto' con la mano rimanendo in braccio alla mamma,
"dove andaste dopo essere fuggite?" chiese la
ragazza, "c'erano delle abitazioni nei pressi della clinica,
spiegai che mio marito era morto in guerra e che avevo bisogno di un
lavoro, mi accolsero e lavorai per quella famiglia cinque anni senza
raccontare mai la mia storia finche' un giorno io e Kath uscimmo a fare
la spesa e un'auto ci travolse, io riconobbi subito il conducente: era
mio cugino Ralph, probabilmente erano stati avvertiti dalla clinica
della nostra fuga e lui ci aveva trovate per caso, temendo che l'avrei
denunciato, poteva passare dei guai anche se era passato del tempo
perche' io ero minorenne all'epoca dei fatti, ha preferito farmi tacere
per sempre. Probabilmente fu il mio rancore nei suoi confronti a
permetterci di rimanere qui, ma grazie a te ora possiamo andare
avanti". "E come? io non ho fatto niente" obietto' Kelly,
"Invece si: cercandomi e ascoltandomi hai fatto in modo che
noi possiamo andarcene da qui" sorrise Emily. D'un tratto una
voce risuono' nel sotteraneo "Kelly, dove sei??"
"e' Brian" disse, "sono qui!" rispose a
voce alta, poco dopo lui le raggiunse trafelato, la ragazza fece per
presentarlo ma la zia la fermo': "no, solo tu puoi vederci dato il
legame di sangue che ci unisce, e' il tuo futuro marito?"
"si zia lui e' Brian" disse Kelly affrettandosi a riassumergli la
conversazione intrattenuta fino a quel momento, confuso, il
ragazzo balbetto': "ehm, salve signorina Shaw, mi spiace per
quello che ha passato, spero che ora potra'...riposare in pace ovunque
sia diretta, e le prometto che avro' cura di sua nipote", "la
zia dice che e' felice che ci sposiamo, che siamo una bella coppia e
che tu le sembri un bravo ragazzo" rispose Kelly per conto di
Emily e in quel preciso istante i due spettri svanirono.
Due giorni dopo ci fu il loro matrimonio e prima di unirsi agli
invitati per il rinfresco i due neosposi uscirono in giardino, fu in
quel momento che Emily e Kathleen riapparvero: "coraggio tesoro, va' a
farle gli auguri" raccomando' la madre alla figlia, la
piccola si avvicino' e bacio' la sposa sulla guancia, "ah, la
camicia da notte ora potrai usarla: non trasmettera' piu' il mio
dolore" disse Emily e dopo un ultimo saluto scomparve per
sempre con la figlia mentre i neosposi si baciavano felici.
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