CAPITOLO 3
Piove…
aveva sempre odiato quella sostanza umida che gli bagnava il
volto…
era come un ricordo che gli lacerava il petto…
Un occhio
Il suo occhio… non cera più.
Spaventato si ritrasse indietro, allontanando quelle forti braccia da
lui…
“ taisa…cosa è successo a…
”sussurrò con il fiato mozzato il giovane
alchimista osservando spaventato mustang.
Il flame alchemist portò una mano al altezza della ferita,
toccandola leggermente.
“ ….perché mi hai abbandonato?!
”gli chiese il moro, tendendo la mano che prima poggiava
nella rossa cavità, ora verso di lui, sporca del suo stesso
sangue.
“ PERCHE’ EDWARD!?!? ”
un'altra ferita allo stomaco
profonda
altro sangue
e il suo corpo che giaceva a terra.
morto.
…………………………………………………………………………………………………………………….
…d…
..E…d…
- NO TAISA!NOOOOOOO!!!!! -
I suoi occhi si schiusero.
Luce.
Troppa luce.
Strinse violentemente le palpebre facendo uscire le ultime lacrime dai
suoi occhi, mentre con la mano destra cercava di farsi ombra.
“ tranquillo ed…era solo un sogno ”
lentamente si voltò, ritrovandosi a specchiarsi in un paio
di occhi di un azzurro vivo, coperti leggermente da alcune ciocche
bionde.
“ …Alfons?...ma che…? ”
“ ehi calmati…era solo un incubo. ” lo
rassicurò il ragazzo, strofinandogli dolcemente i capelli
biondi.
Sospirò.
Era da parecchi giorni ormai che Edward non faceva altro che brutti
sogni e questo lo faceva preoccupare non poco. E come se non bastasse,
la sua salute andava peggiorando: improvvisamente la febbre cresceva,
sveniva di frequente e di certo il tempo non aiutava: il cielo era
sempre grigio e non faceva che piovere.
Si voltò preoccupato a guardare il mondo al di fuori della
finestra:
Guerra.
Morte.
Un movimento lo fece destare dai suoi pensieri.
La mano del ragazzo che prima poggiava sul cuscino, stringeva ora la
sua bianca camicia.
Capendo ciò che il ragazzo voleva si piegò
leggermente su di lui circondandolo in un caldo abbraccio che venne a
sua volta ricambiato.
“ ti va di parlare di ciò che hai sognato?
”gli chiese mentre, con dolcezza, baciava i suoi capelli
color dell oro.
A quella richiesta, Edward sentì il cuore scoppiargli nel
petto e i suoi occhi ricominciarono a riempirsi di lacrime seguiti da
un susseguirsi di singhiozzi.
“ ….
…taisa… ”
scoppiò in un pianto violento appoggiando il suo viso sul
suo petto, stringendosi al suo amico che con la stessa forza
contraccambiava il gesto.
- ogni volta che ti faccio questa domanda, la risposta è
sempre la stessa… chi è questo colonnello?
perché non riesci a pensare ad altro che a lui? sono
così insignificante per te? -strinse ancora di
più il corpo minuto del ragazzo sentendo su di sé
i suoi freddi arti d’ acciaio. Si era sempre chiesto come
avesse perso il braccio e la gamba ma lui preferiva sviare sempre
l’ argomento.
- non riesci a fidarti di me? -
non posso,non capiresti…
- non puoi accorgerti di me? -
non posso,ho fatto una promessa…
- non puoi provare ad amarmi? -
non posso…..non voglio farlo soffrire…
- perché? -
perché lo amo…
- ma lui non è qui -
non importa
- non lo vedrai mai più,lo sai questo no? -
si..
ma non importa…
finché la notte cadrà ad oscurare il cielo,
finché i miei occhi resteranno chiusi, io
potrò amarlo.
I loro erano solo pensieri, eppure li avevano sentiti come se fossero
usciti dalle loro labbra, silenziosi.
“che cosa hai promesso?”
…..
“edward…?”
che sarei tornato da lui
Alfons si staccò leggermente per vedere per l ultima volta
il suo volto.
Sorrideva.
Un singhiozzo uscì dalle sue labbra mentre una lacrima gli
percorreva la guancia destra,leggermente arrossata. Lo strinse di nuovo
a sé,sorridendo amaro a sua volta.
Piano a piano..
Sentì la sua stretta farsi più leggera.
Il suo capo appoggiarsi sulla sua spalla.
Un respiro.
l’ ultimo.
“ edward… ”
…
“ …ti amo ”
La pioggia ricominciò incessante a scendere,bagnando i vetri
della finestra.
“ ti prego…raccontami un'altra delle tue
storie… ”lo supplicò.
“ raccontami del tuo mondo, del alchimia, dei tuoi
viaggi...parlami ed… ”
Una lacrima.
Due lacrime.
Lo prese dolcemente in braccio facendolo stendere sul materasso.
Gli spettinò leggermente i capelli come amava sempre fare
quando lui, a sua volta, si arrabbiava per quel semplice gesto.
Tirò le tende della finestra oscurando la stanza.
Gli rinboccò le coperte e gli diede un bacio sulla fronte.
Sfiorò con la punta dell’ indice i suoi occhi che
ormai avevano perso la loro luce.
Chiudendoli.
Un altro bacio
Lieve,
sulle labbra.
Piove…
Non aveva mai piovuto così tanto.
O forse…
Ero io che non me ne ero mai accorto…
…..troppo preso dal dolore per
accorgermene…
Piove…
aveva sempre odiato quella sostanza umida che gli bagnava il
volto…
ma ogni volta che ascoltava il suo dolce suono…
qualcosa scuoteva il suo cuore….
Piove…
E quelle fredde lacrime cadono,prendono e infrangono…
…ricordi di te….
Piove…
Non mi ero mai ritrovato ad osservare una cosa cosi naturale…
E ora mi rendo conto che se me fossi accorto prima…
Non sarebbe accaduto nulla…
Piove…
E se non fosse stato per questo…
Tu saresti qui a sorridermi.
“ buona notte ”
FINE
Non ci ho capito una mazza nemmeno io!ok la prossima volta mi
organizzo, promesso!!o gente siate clementi,è la prima fict
che scrivo!e si devo ammetterlo io non sono portata x lo scritto!se
potessi pubblicherei i miei disegni che almeno quelli sono
decenti!....e va beh io ci ho provato!see you soon!w royxed!!!!!!
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