Martin&Diana Cap. 3
Volevo scusarmi se ho impiegato molto tempo a scrivere questo capitolo
(mancanza di ispirazione). Comunque volevo ringraziare tutti quelli che
leggono o recensiscono la mia fanfiction. Grazie anche per i
consigli che mi date, che aprezzo molto e che cerco di mettere in
pratica. Spero che questo capitolo (anche se un po' corto) vi piaccia
... Buona lettura
Diana rimase scioccata davanti a quella scena e sentì le gambe
farsi pesanti, il suo cuore andare in frantumi e il corpo tremare e
scivolare contro il muro sul pavimento. Calde e silenziose lacrime
iniziarono a solcarle il viso mentre pietrificata osservava la scena.
I pensieri si affollarono nella sua mente, le emozioni si
confusero, la vista si offuscò e ciò che provò in
seguito fu solo "Delusione" ... si, delusione verso Martin, ma
soprattutto verso se stessa perchè si era lasciata
ingannare << eppure sembrava così
sincero questo pomeriggio ... Oh Diana che stupida che sei, pensi
ancora di poter essere qualcosa di più di un'amica per Martin?!
>> . Si portò le gambe al petto stingendole con le
braccia, mentre le lacrime sgorgavano come un fiume in piena bagnandole
il viso ed il collo. Rimase in questa posizione per qualche secondo,
poi si rese conto di essere nel corridoio, vicina alla stanza di
Martin, così si asciugò le lacrime e si alzò
barcollando, quando, però, si girò per andarsene
sentì una voce, la sua voce: - Diana? Sei tu?- .
<> pensò la
ragazza iniziando a correre. Martin cercò di seguirla, ma fu
bloccato da Jenny: -Ehi dove pensi di andare?! Io, desiderata da tutti
i ragazzi della scuola, non posso essere scaricata!- ma il ragazzo le
rispose: - bhe, mi dispiace Jenny, allora questa sarà la tua
prima volta- e si girò cercando con lo sguardo la sua amica
ormai andata via, mentre la rossa lo guardava sconcertata e con
disprezzo.
Diana appena si rese conto di non essere seguita si fermò, aveva
attraversato tutta la scuola correndo, facendo inciampare alunni e
professori, rendendosi conto di ciò arrossì di vergogna,
lei che rispettava tutte le regole era uscita dalla Torrington di notte
per di più correndo come una forsennata. Si guardò
intorno per capire dove si trovava, riconobbe il campo da basket e gli
spalti, era in giardino. Si sedette sui gradini guardando il campo
vuoto e ricordando le parole di lui e poi ... quel bacio con Jenny.
Anche se soffriva non riusciva ad odiarlo, anzi sentiva il suo cuore
ardere di passione al suo solo ricordo. Amava tutto di lui:
quell'espressione eccitata per una nuova missione, i capelli biondi
sempre spettinati, le loro sfide insensate e spesso perse, qull'aria da
indifferente davanti alle ragazze che nascondeva un bambinone, il suo
modo di farla innervosire soltanto guardando un'altra, la sua audacia
che nessuno riusciva ad eguagliare ... si, molte volte le aveva salvato
la vita con la sua astuzia e il suo coraggio. In fondo in alcuni
momenti sapeva essere più intelligente e creativo di lei, ma
quando si trattava di studiare era pronto a scappare. Sorrise a tutti
questi ricordi e si lasciò sfuggire un'altra lacrima che subito
raccolse con un dito. La sua figura le riempiva la testa: vedeva i suoi
occhi davanti a sè immersi nel buio, la sua voce tremante mentre
le confessava il suo amore, il suo petto scolpito dagli addominali e le
sue forti mani che la tenevano stretta per i polsi contro il muro,
però con un tocco dolce, leggero. Quella sensazione di calore e
di benessere che sentiva qundo lui le era vicino a pochi centimetri dal
volto, mentre i loro corpi erano quasi uniti in un'unica figura,
sorrise maliziosa e arrossì respingendo quel pensiero. Non
capiva perchè non risultava carina agli occhi di Martin, cosa le
mancava? Nemmeno dagli altri ragazzi, però, era corteggiata,
anzi loro certe volte la evitavano così come facevano le ragazze
con il biondino, era una cosa che fino a poco tempo fa pensava di avere
in comune con lui, però ... si sbagliava.
All'improvviso un rumore la destò dai suoi pensieri, si
alzò aguzzando lo sguardo e disse: -Chi è là?- per
poco non le venne un colpo al cuore quando vide una sagoma ben distinta
avvicinarsi, il cuore le si bloccò per qualche secondo
finchè la luce del lamione non illuminò la figura, era
Marvin. Sollevata si rilassò lasciandosi cadere sul gradino.
-Diana che ci fai qui?- disse il ragazzo
-Marvin, mi hai spaventata-
-Scusa non volevo- e dicendo ciò si avvicinò e si sedette vicino a lei.
-Allora è sucesso qualcosa?-
-Come? No, no volevo stare un po' da sola-
-Ah capisco, se vuoi me ne vado?-
-No, resta.-
Guardarono il cielo cosparso di stelle e illuminato dalla luna piena
per un tempo indefinito, poi Marvin si girò verso Diana e lei
accorgendosi di essere osservata si voltò, lui le prese il volto
fra le mani e la baciò appassionatamente.
Continua...
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