Poco dopo Draco ricomparì all’ingresso del San Mungo con
ancora Serenity in braccio. Corse verso la signora del quadro sorpassando tutta
la fila.
“Ehi dove vai tu? Fai la fila come tutti gli altri!” disse
il quadro.
“È un emergenza! Sta morendo!” rispose il ragazzo.
“Non mi importa…devi rispettare la fila!” rispose acida la
signora nel quadro.
“La prego… Mi dica dove devo andare!” disse Draco implorante.
“E va bene…Ma che non accada più, intesi? Devi andare al
quarto piano.”
“Ok, grazie.” Disse Draco e si scapicollò su per le scale
fino ad arrivare al quarto piano.
Lì corse subito dentro il primo reparto che aveva visto. I
medimaghi si girarono verso di lui.
“Sta morendo!” urlò in preda al panico “Aiutatela!”
I medimaghi si avvicinarono subito a Draco, gli dissero di
posare Serenity su un lettino ma lui si ritrasse.
“La prego, se non ci da l’opportunità di curarla potrebbe
non farcela.” Gli disse un medimago.
Draco alzò la testa e lo fissò dritto negli occhi, stette un
attimo fermo poi gli porse con gentilezza il corpo di Serenity. Il medimago lo
prese in braccio e lo posò sul lettino.
“Se vuole può andare, ora ci penseremo noi a lei.”
“Io…volevo rimanere per sapere come stava…” rispose Draco.
“Bene, ma non so per quanto tempo potrà andare avanti
l’operazione, mi sembra abbastanza grave, comunque le conviene sedersi lì.”
Disse il medimago e gli indicò una panca attaccata al muro dietro di lui.
Draco andò a sedersi, rimase lì per ore e ore, perse la
cognizione del tempo, fino a che la porta dove era stata portata Serenity si
aprì nuovamente e sulla soglia comparve il medimago che prima gli aveva detto
di lasciarla alle loro cure.
“Mi dica, come sta?” disse Draco alzandosi e andando verso
di lui.
“Effettivamente è grave, ma per ora dovrebbe essere fuori
pericolo, quello che l’ha colpita era un potente incantesimo oscuro, lei sa
come se l’è procurato?” chiese il dottore.
“È…è stato mio padre…ed è stata tutta colpa mia…” disse
Draco, con gli occhi lucidi, pronti a piangere.
“Non ti devi dare la colpa di tutto, ti farà solo male. Ma
dimmi chi è tuo padre?”
“Mio padre…era Lucius Malfoy.” Rispose asciutto il ragazzo.
“Mmmm…già sentito, era un Mangiamorte giusto?” Draco annuì
“Ma perché dici era, come se fosse morto? Anche se sarebbe solo che un favore
all’umanità…”
“Perché lui in effetti è morto…l’ho ucciso…io…” disse Draco
guardando in basso per non vedere la reazione del medimago.
“Ah, penso tu abbia fatto solo che bene…Ti conviene andare a
casa, dovrà rimanere qui un bel po’ di tempo, per ora non ha ancora ripreso
coscienza.”
Draco se ne andò al Maniero dei Malfoy, aveva fatto sparire
il corpo di suo padre, per il resto non aveva fatto nient’altro. Tutti i giorni
andava a trovare Serenity in ospedale, ma lei non dava segni di risvegliarsi,
non si ricordava ormai da quanti giorni andava, però erano davvero parecchi.
Anche oggi si smaterializzò al San Mungo verso le due di
pomeriggio, saliva al quarto piano e il medimago con cui aveva parlato l’altra
volta lo fece entrare nella stanza dove era stata collocata Serenity. Prese una
sedia e gli si mise accanto, prendendole una mano e cominciando a parlare come
faceva tutte le volte, senza aspettarsi una risposta.
“Ciao Serenity…forse sarebbe il momento che ti svegliassi
sai?” disse lui “Ormai è da tempo che stai così…ti rivoglio con me…se no chi
ricatturo ora?” sorrise tristemente.
Poi Draco cominciò a cantare sommessamente, era una bella
canzone babbana che ormai anche i medimaghi avevano imparato a forza di
sentirla cantare dal biondino.
“….With
or without you,
I can’t
live,
With or
without you
With or
without you…”
“Capito Serenity? Io non voglio vivere senza te…non ce la
farei…quindi ti prego torna qui da me…torna…” disse Draco appena finito di
cantare.
“Ma io già sono qui…” sentì dire da una voce femminile
vicino a lui.
“S-Serenity! Che bello! Sono così felice!” disse Draco, e
una lacrima gli scivolò sulla guancia.
“Calma…calma…” disse Serenity sorridendo leggermente. “Non
sono mica tutta ok…”
“A me basta che tu sia qui…” disse Draco e si avvicinò al
viso di Serenity. Appoggiò le sue labbra su quelle di lei, in un casto bacio.
Poi prese l’iniziativa e cominciò a baciarla con più passione, le loro lingue
continuarono a giocare per un po’ di minuti fino a che non si dovettero
staccare per riprendere aria.
“È da tanto tempo che lo volevo fare…” disse Draco.
“Anche io…” rispose Serenity sorridendo.
“Non ti voglio perdere…” disse Draco abbracciandola.
“Non accadrà, niente ci potrà separare…” rispose lei.
“Sei l’unica cosa che mi è rimasta, ho perso tutto, ora ho
solo te…”
“Anche tu sei l’unica cosa che ho, e non ti voglio perdere,
non ora che ti ho ritrovato…” disse lei.
Draco cominciò ad accarezzarle dolcemente i capelli di
Serenity, che si sentiva cullata da quel tocco e pian piano si stava assopendo.
“Ti amo…” sussurrò prima di addormentarsi tra le braccia del
suo amore.
“Anche io Serenity…” rispose Draco baciandole la fronte e
addormentandosi anche lui, con impresse nella mente le dolci parole della sua
Serenity.
Il sacrificio…
Un dono speciale…
Un dono che si fa
alla persona che si ama…
Però un gesto
egoistico…
Ci si sacrifica
per non veder soffrire la persona che amiamo…
Ma automaticamente
lo facciamo…
Loro soffrono per
noi credendo che siamo morti…
E oltre il
dispiacere ci saranno anche i sensi di colpa…
Ma è pur sempre un
dono…
Un dono di amore e
morte…