Epilogo
“Six Months
Later…”
«Ma
quanto pesa? Si può sapere che ci hai messo
dentro?»
Zayn
arrancò fino all’ultimo gradino, cercando di non
inciampare e al tempo stesso
di mantenere in equilibrio – seppur precario –
quello scatolone gigantesco. Lottie,
accanto a lui, ridacchiò.
«I
miei
ricordi. Sai, no? La sofferenza, le rotture di coglioni, mia madre,
Tiffany.
Pesano parecchio, non trovi?» replicò, mentre lo
precedeva e armeggiava qualche
secondo con la serratura.
Zayn
sbuffò.
«Da
quando
sei così filosofica?»
«Mai
sentito parlare di sarcasmo, pasticcino?» lo aiutò
ad appoggiare lo scatolone
nell’angolo, poi lo abbracciò.
«Lottie…»
mormorò Zayn, stringendola tra le braccia.
«Si,
pasticcino?»
«Non
chiamarmi pasticcino. Il mio nome è Zayn, nel caso in cui te
lo fossi
dimenticato.» rise, prima di lasciarle un bacio leggero sulle
labbra.
«Si,
lo
so. Sei Zayn Malik, quello dei One Direction.» lo
scimmiottò, provando ad
imitare il suo tono di voce. Zayn alzò gli occhi al cielo.
«Me
lo
rinfaccerai ancora per molto?»
«Certo
che si, raggio di sole.»
Si
guardarono per un attimo, poi Zayn si sporse in avanti e la
baciò. Nonostante
fossero passati già sei mesi, era incredibile il modo in cui
la sua percezione
del mondo che lo circondava cambiasse, ogni volta che la baciava.
Era
come
se non esistessero nient’altro che loro due.
Loro
due
ed Harry, che aveva un tempismo pessimo ed un tatto ancora peggiore,
visto che
entrò in casa trascinando due borsoni viola che
buttò – si buttò. Perché
Harry
non era in grado di appoggiare, lui lanciava – accanto allo
scatolone.
«Mi
avete
preso per un facchino, per caso?» si lagnò. Zayn e
Lottie si separarono, con un
sorriso che la diceva lunga.
«Non
è
che mi sto divertendo a fare le scale su e giù come un
deficiente. E poi, si
può sapere quanta cacchio di roba hai, Lottie?»
Ancora
una volta, Lottie ripeté la risposta che aveva dato a Zayn
quando le aveva
fatto la stessa domanda.
«E
allora
di a quella stronza di tua cugina di mettersi a dieta, e lascia le
rotture di
coglioni nella tua vecchia casa.» ringhiò, poi
afferrò Zayn per la collottola e
lo costrinse a seguirlo fino all’ingresso, dove ancora li
aspettavano un po’ di
bagagli da trasportare.
«Potresti
chiedere a Celine di massaggiarti le spalle, stasera.»
propose Zayn, divertito,
mentre scendevano le scale.
«Si,
come
no. Quella è più sclerotica della sorella.
Accidenti a me, quando le ho chiesto
di uscire.»
Certa
di
essere sola, Lottie frugò nella borsa ed estrasse un
quaderno dall’aria ormai
consunta e una penna blu. Si sedette per terra, aprì il
diario sull’ultima
pagina e cominciò a scrivere.
“17
Dicembre 2012
Sono
passati poco più di sei mesi, dall’ultima volta in
cui ho scritto qualcosa qui
sopra.
È
che sono
successe talmente tante cose, che non so da dove cominciare.
Cercherò di andare
con ordine, ma è molto probabile che mi dimentichi di
qualcosa o che incominci
a parlare di quanto Zayn sia perfetto, di quanto mi faccia stare bene,
di
quanto lo ami e… visto? L’avevo detto, io, che
sarebbe finita così.
Se te
lo
stai chiedendo, sì, io e Zayn stiamo insieme. Da sei mesi,
per l’esattezza, ma
è come se stessimo insieme da sempre. Lui è, beh,
è come se fosse un’altra
parte di me, quella intelligente, razionale e non psicotica.
Ed
è un
bene, perché ognuno di noi dovrebbe avere un cervello
funzionante. E siccome il
mio ogni tanto và per i cazzi suoi, direi che quello di Zayn
mi è immensamente
d’aiuto.
Ma non
è
del mio cervello, che voglio parlarti.
Voglio
raccontarti cosa è cambiato nella mia vita e farti sapere
che sono felice. E,
per una volta, so che lo sarò per tanto tempo.
Perché
finalmente ho avuto il coraggio di compiere il grande passo: ho chiuso
i ponti
con gli Stevenson. (Che nel caso in cui non lo sapessi, sono mia madre,
mia
cugina, mio zio e i miei nonni materni.)
Me ne
sono
andata di casa. Due volte: la prima, quando sono andata a Parigi dai
nonni paterni.
Nonna Marie e nonno Charles sono stati molto comprensivi, con me. Mi
hanno
proposto di vivere lì, promettendomi che non avrebbero fatto
niente per
intralciare qualsiasi progetto avessi in mente. Anzi, mi hanno
assicurato che
avrebbero cercato in ogni modo di aiutarmi.
Ma
c’era
un unico progetto di cui m’importava: Zayn.
Non
pensavo ad altro. Pensavo a quanto fosse lontano, a quanto dovesse
essersi
sentito deluso per il modo in cui ero scappata, pensavo a quanto ci
avrebbe
impiegato per dimenticarmi. Pensavo che mi mancava da impazzire e che
se non
riuscivo a dormire la notte era tutta colpa sua, perché
quell’unica nottata che
avevamo passato insieme aveva lasciato il segno ed il mio letto
sembrava troppo
freddo, senza di lui.
Pensavo
che volevo baciarlo e pensavo di essere stata stupida. Pensavo alla sua
voce,
che non potevo più sentire se non nelle canzoni. Ho anche
scaricato il cd, per
poterlo ascoltare. Ma non è servito a niente,
perché la sua voce era ritoccata
e perdeva quella naturalità e quel tono un po’
strascicato che tanto mi
mancava.
Così
quando nonna è venuta in camera per chiedermi cosa avessi
intenzione di fare,
le ho raccontato la verità. Di mamma, delle sue idee
assurde, di Tiffany e
della sua invidia, di Celine e del suo aiuto. E, prima che potessi
anche solo
pensare di tapparmi la bocca, le ho parlato di Zayn.
E lei
ha
capito. Ha detto che l’amore è il più
bel progetto che potessi portare avanti e
mi ha lasciata da sola.
Il
resto è
storia: sono partita e ho raggiunto Zayn a Los Angeles. Dovevi vedere
la sua
faccia. Sembrava quasi che avesse visto la Madonna, o un alieno. Mi
aspettavo
quasi che collassasse. Ero sul punto di dirgli di togliersi
quell’espressione
da ebete dalla faccia, perché ero proprio io e non
un’allucinazione, quando lui
si è avvicinato e mi ha baciata.
Ed
allora
ho capito che il mio posto era lì, tra le sue braccia, e da
nessun’altra parte.
Quello
che
è successo in seguito, sembra così incredibile
che nemmeno io probabilmente
l’ho realizzato del tutto.
Ho
seguito
i ragazzi per tutto il tour, Zayn mi ha annunciata alla stampa,
pregando tutti
quanti di lasciarmi in pace. Quando l’intervistatrice ha
detto che sarebbe
stato difficile, visto che il fidanzamento di un membro della boyband
del momento
era una notizia troppo succulenta per passare inosservata, Zayn ha
fatto
spallucce ed è scoppiato a ridere. Quando lei gliene ha
chiesto il motivo, ha
risposto “Peggio per voi, poi non ditemi che non vi avevo
avvertito.”
Cos’altro
è successo, dopo?
Be’,
alla
fine del tour, Zayn mi ha detto che non mi avrebbe mai fatto tornare a
casa,
nemmeno se avessi cominciato a decantare il mio amore per mamma.
Così siamo
andati a casa Stevenson (ormai non c’è
più nessun Gaillard, visto che anche
Celine si è trasferita altrove) e abbiamo detto a mamma che
poteva andarsene a
fare in culo, perché io li dentro non ci avrei
più passato nemmeno un secondo.
Okay, l’ho detto io, non Zayn. Lui è stato molto
più diplomatico e si è
espresso in un “A mai più rivederci”
molto d’effetto.
Non so
se
tornerò di nuovo a scrivere questo Diario, perché
ora non sono più sola.
Ora ho
Zayn, che mi ama (me lo ripete sempre, perché dice che tonta
come sono potrei
finire per dimenticarlo) e che mi sopporta anche se sono Psicopatica.
Credo che
lo sarò per sempre.
Perciò,
be’, questo è tutto.”
Zayn
tornò proprio nel momento in cui Lottie terminava di
scrivere l’ultima parola.
«Ehi,
piccola, che scrivi?» le chiese, sporgendosi in avanti per
sbirciare il
quaderno. Lottie fece spallucce e lasciò che Zayn la
baciasse di nuovo.
«Il
diario di una psicopatica.»
***
Siamo
arrivati alla fine.
Ed
io non
so neanche cosa dire. Sapete, avevo pensato di fare un mega discorsone
di quelli
epici, commoventi e strappalacrime, ma non sono in grado e
probabilmente non è
neanche una cosa da me.
Però,
non
lo so, mi sento strana. Perché mi sono affezionata a questa
storia, ai suoi
personaggi e anche a voi che mi avete seguita.
Perciò
grazie.
Grazie
a
te, che hai seguito questa storia dall’inizio.
Grazie
a
te, che l’hai inserita tra le seguite, le preferite, le
ricordate.
Grazie
a
te, che hai letto in silenzio.
Grazie
a
te, che hai commentato.
Grazie
a
te, che mi hai contattata su Twitter e su Facebook solo per farmi
sapere di
aver apprezzato il mio lavoro.
Non
avete
idea di quanto sia stato importante, per me, avere avuto il vostro
appoggio.
Così
diciamo
che la chiudo in questo modo, prima che mi commuovo sul serio.
Spero
di
tutto cuore che la storia vi sia piaciuta, che quest’epilogo
sia degno e che
non siate rimaste in alcun modo deluse.
Vi
adoro,
davvero.
E
grazie
ancora.
E
ora un’ultima
cosa, vi invito a recensire quest’ultimo capitolo (anche voi
lettrici
silenziose) così che io possa ringraziarvi una ad una.
Okay,
fine della parte commovente.
Ora
passiamo alle informazioni succulente (?)
Questa
è
la mini long su Harry e Celine (cliccate sul banner per andare
direttamente
alla pagina). L’ho pubblicata cinque minuti fa e spero
davvero che vi piaccia.
Mi piacerebbe ritrovarvi anche lì.
Pooooi,
altra cosa, non appena avrò finito di pubblicare
Irresistible e Wedding? No,
thank you., comincerò a postare un’altra long, che
ho praticamente quasi
finito.
E
poi,
ultimissima giuro, poi vi lascio in pace, questi sono i miei contatti
di Facebook,
Twitter
e Ask.
Adios
<3
E
grazie
ancora.
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