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Autore: TheOnlyWay    06/12/2012    46 recensioni
Se c’è qualcuno che Lottie detesta con tutta sé stessa, quella è sua cugina Tiffany. Stessa età, ma quoziente intellettivo di uno yogurt scaduto.
Ed è proprio in virtù di quel misero Q.I. che Tiffany costringe Lottie a condividere con lei una sorta di diario.
Lottie non ha idea che lasciare quel quadernetto sul tavolo sarà la sua rovina: dopotutto, chi potrebbe mai interessarsi ad un oggetto così insignificante? E, soprattutto, chi mai avrebbe tempo, durante il lavoro, di mettersi a leggere quel delirio? Be’, i One Direction sono in attesa che il meeting con le fan abbia inizio. E Zayn non trova niente di meglio da fare, se non leggere un po’…
Fatemi sapere cosa ne pensate! Un bacio, Fede.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Epilogo

“Six Months Later…”
 




 
«Ma quanto pesa? Si può sapere che ci hai messo dentro?»
Zayn arrancò fino all’ultimo gradino, cercando di non inciampare e al tempo stesso di mantenere in equilibrio – seppur precario – quello scatolone gigantesco. Lottie, accanto a lui, ridacchiò.
«I miei ricordi. Sai, no? La sofferenza, le rotture di coglioni, mia madre, Tiffany. Pesano parecchio, non trovi?» replicò, mentre lo precedeva e armeggiava qualche secondo con la serratura.
Zayn sbuffò.
«Da quando sei così filosofica?»
«Mai sentito parlare di sarcasmo, pasticcino?» lo aiutò ad appoggiare lo scatolone nell’angolo, poi lo abbracciò.
«Lottie…» mormorò Zayn, stringendola tra le braccia.
«Si, pasticcino?»
«Non chiamarmi pasticcino. Il mio nome è Zayn, nel caso in cui te lo fossi dimenticato.» rise, prima di lasciarle un bacio leggero sulle labbra. 
«Si, lo so. Sei Zayn Malik, quello dei One Direction.» lo scimmiottò, provando ad imitare il suo tono di voce. Zayn alzò gli occhi al cielo.
«Me lo rinfaccerai ancora per molto?»
«Certo che si, raggio di sole.»
Si guardarono per un attimo, poi Zayn si sporse in avanti e la baciò. Nonostante fossero passati già sei mesi, era incredibile il modo in cui la sua percezione del mondo che lo circondava cambiasse, ogni volta che la baciava.
Era come se non esistessero nient’altro che loro due.
Loro due ed Harry, che aveva un tempismo pessimo ed un tatto ancora peggiore, visto che entrò in casa trascinando due borsoni viola che buttò – si buttò. Perché Harry non era in grado di appoggiare, lui lanciava – accanto allo scatolone.
«Mi avete preso per un facchino, per caso?» si lagnò. Zayn e Lottie si separarono, con un sorriso che la diceva lunga.
«Non è che mi sto divertendo a fare le scale su e giù come un deficiente. E poi, si può sapere quanta cacchio di roba hai, Lottie?»
Ancora una volta, Lottie ripeté la risposta che aveva dato a Zayn quando le aveva fatto la stessa domanda.
«E allora di a quella stronza di tua cugina di mettersi a dieta, e lascia le rotture di coglioni nella tua vecchia casa.» ringhiò, poi afferrò Zayn per la collottola e lo costrinse a seguirlo fino all’ingresso, dove ancora li aspettavano un po’ di bagagli da trasportare.
«Potresti chiedere a Celine di massaggiarti le spalle, stasera.» propose Zayn, divertito, mentre scendevano le scale.
«Si, come no. Quella è più sclerotica della sorella. Accidenti a me, quando le ho chiesto di uscire.»
 
Certa di essere sola, Lottie frugò nella borsa ed estrasse un quaderno dall’aria ormai consunta e una penna blu. Si sedette per terra, aprì il diario sull’ultima pagina e cominciò a scrivere.
 
 
“17 Dicembre 2012
 
Sono passati poco più di sei mesi, dall’ultima volta in cui ho scritto qualcosa qui sopra.
È che sono successe talmente tante cose, che non so da dove cominciare. Cercherò di andare con ordine, ma è molto probabile che mi dimentichi di qualcosa o che incominci a parlare di quanto Zayn sia perfetto, di quanto mi faccia stare bene, di quanto lo ami e… visto? L’avevo detto, io, che sarebbe finita così.
Se te lo stai chiedendo, sì, io e Zayn stiamo insieme. Da sei mesi, per l’esattezza, ma è come se stessimo insieme da sempre. Lui è, beh, è come se fosse un’altra parte di me, quella intelligente, razionale e non psicotica.
Ed è un bene, perché ognuno di noi dovrebbe avere un cervello funzionante. E siccome il mio ogni tanto và per i cazzi suoi, direi che quello di Zayn mi è immensamente d’aiuto.
Ma non è del mio cervello, che voglio parlarti.
Voglio raccontarti cosa è cambiato nella mia vita e farti sapere che sono felice. E, per una volta, so che lo sarò per tanto tempo.
Perché finalmente ho avuto il coraggio di compiere il grande passo: ho chiuso i ponti con gli Stevenson. (Che nel caso in cui non lo sapessi, sono mia madre, mia cugina, mio zio e i miei nonni materni.)
Me ne sono andata di casa. Due volte: la prima, quando sono andata a Parigi dai nonni paterni. Nonna Marie e nonno Charles sono stati molto comprensivi, con me. Mi hanno proposto di vivere lì, promettendomi che non avrebbero fatto niente per intralciare qualsiasi progetto avessi in mente. Anzi, mi hanno assicurato che avrebbero cercato in ogni modo di aiutarmi.
Ma c’era un unico progetto di cui m’importava: Zayn.
Non pensavo ad altro. Pensavo a quanto fosse lontano, a quanto dovesse essersi sentito deluso per il modo in cui ero scappata, pensavo a quanto ci avrebbe impiegato per dimenticarmi. Pensavo che mi mancava da impazzire e che se non riuscivo a dormire la notte era tutta colpa sua, perché quell’unica nottata che avevamo passato insieme aveva lasciato il segno ed il mio letto sembrava troppo freddo, senza di lui.
Pensavo che volevo baciarlo e pensavo di essere stata stupida. Pensavo alla sua voce, che non potevo più sentire se non nelle canzoni. Ho anche scaricato il cd, per poterlo ascoltare. Ma non è servito a niente, perché la sua voce era ritoccata e perdeva quella naturalità e quel tono un po’ strascicato che tanto mi mancava.
Così quando nonna è venuta in camera per chiedermi cosa avessi intenzione di fare, le ho raccontato la verità. Di mamma, delle sue idee assurde, di Tiffany e della sua invidia, di Celine e del suo aiuto. E, prima che potessi anche solo pensare di tapparmi la bocca, le ho parlato di Zayn.
E lei ha capito. Ha detto che l’amore è il più bel progetto che potessi portare avanti e mi ha lasciata da sola.
Il resto è storia: sono partita e ho raggiunto Zayn a Los Angeles. Dovevi vedere la sua faccia. Sembrava quasi che avesse visto la Madonna, o un alieno. Mi aspettavo quasi che collassasse. Ero sul punto di dirgli di togliersi quell’espressione da ebete dalla faccia, perché ero proprio io e non un’allucinazione, quando lui si è avvicinato e mi ha baciata.
Ed allora ho capito che il mio posto era lì, tra le sue braccia, e da nessun’altra parte.
Quello che è successo in seguito, sembra così incredibile che nemmeno io probabilmente l’ho realizzato del tutto.
Ho seguito i ragazzi per tutto il tour, Zayn mi ha annunciata alla stampa, pregando tutti quanti di lasciarmi in pace. Quando l’intervistatrice ha detto che sarebbe stato difficile, visto che il fidanzamento di un membro della boyband del momento era una notizia troppo succulenta per passare inosservata, Zayn ha fatto spallucce ed è scoppiato a ridere. Quando lei gliene ha chiesto il motivo, ha risposto “Peggio per voi, poi non ditemi che non vi avevo avvertito.”
Cos’altro è successo, dopo?
Be’, alla fine del tour, Zayn mi ha detto che non mi avrebbe mai fatto tornare a casa, nemmeno se avessi cominciato a decantare il mio amore per mamma. Così siamo andati a casa Stevenson (ormai non c’è più nessun Gaillard, visto che anche Celine si è trasferita altrove) e abbiamo detto a mamma che poteva andarsene a fare in culo, perché io li dentro non ci avrei più passato nemmeno un secondo. Okay, l’ho detto io, non Zayn. Lui è stato molto più diplomatico e si è espresso in un “A mai più rivederci” molto d’effetto.
Non so se tornerò di nuovo a scrivere questo Diario, perché ora non sono più sola.
Ora ho Zayn, che mi ama (me lo ripete sempre, perché dice che tonta come sono potrei finire per dimenticarlo) e che mi sopporta anche se sono Psicopatica. Credo che lo sarò per sempre.
Perciò, be’, questo è tutto.”
 
Zayn tornò proprio nel momento in cui Lottie terminava di scrivere l’ultima parola.
«Ehi, piccola, che scrivi?» le chiese, sporgendosi in avanti per sbirciare il quaderno. Lottie fece spallucce e lasciò che Zayn la baciasse di nuovo.
«Il diario di una psicopatica.»
 
 
 
***
 
 
 
Siamo arrivati alla fine.
Ed io non so neanche cosa dire. Sapete, avevo pensato di fare un mega discorsone di quelli epici, commoventi e strappalacrime, ma non sono in grado e probabilmente non è neanche una cosa da me.
Però, non lo so, mi sento strana. Perché mi sono affezionata a questa storia, ai suoi personaggi e anche a voi che mi avete seguita.
Perciò grazie.
Grazie a te, che hai seguito questa storia dall’inizio.
Grazie a te, che l’hai inserita tra le seguite, le preferite, le ricordate.
Grazie a te, che hai letto in silenzio.
Grazie a te, che hai commentato.
Grazie a te, che mi hai contattata su Twitter e su Facebook solo per farmi sapere di aver apprezzato il mio lavoro.
Non avete idea di quanto sia stato importante, per me, avere avuto il vostro appoggio.
Così diciamo che la chiudo in questo modo, prima che mi commuovo sul serio.
Spero di tutto cuore che la storia vi sia piaciuta, che quest’epilogo sia degno e che non siate rimaste in alcun modo deluse.
Vi adoro, davvero.
E grazie ancora.
E ora un’ultima cosa, vi invito a recensire quest’ultimo capitolo (anche voi lettrici silenziose) così che io possa ringraziarvi una ad una.
 
 
Okay, fine della parte commovente.
Ora passiamo alle informazioni succulente (?)
Questa è la mini long su Harry e Celine (cliccate sul banner per andare direttamente alla pagina). L’ho pubblicata cinque minuti fa e spero davvero che vi piaccia. Mi piacerebbe ritrovarvi anche lì.





Pooooi, altra cosa, non appena avrò finito di pubblicare Irresistible e Wedding? No, thank you., comincerò a postare un’altra long, che ho praticamente quasi finito.

E poi, ultimissima giuro, poi vi lascio in pace, questi sono i miei contatti di Facebook, Twitter e Ask.
Adios <3
 
 
E grazie ancora.
 
 
   
 
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