Dances and
Meetings
Il
giorno della partita Artegor sottopose i suoi giocatori ad
un’estenuante allenamento di due ore in cui la squadra
provò e riprovò il nuovo modulo di gioco fino
alla nausea e Caren, poté mostrare con soddisfazione il suo
nuovo Smog.
Conclusa la
seduta poi la ragazza fu costretta a rimanere un’ora in
più, con l’enorme felicità di Sinedd a
cui fu affidato il compito di aiutarla, per imparare la danza
d’entrata degli Shadows.
<<
Ah finalmente >> sospirò Caren stendendosi sul
campo dell’olo-trainer una volta che Artegor e il resto della
squadra se ne furono andati.
<<
In piedi >> ordinò Sinedd irritato per il
continuo ruolo da baby-sitter che Artegor gli affibbiava.
<<
Abbiamo finito ora di allenarci, possiamo anche fare una pausa.
>>
<<
No, prima iniziamo prima finiamo. Ora alzati e guadami bene, non lo
rifarò un milione di volte. >>
Caren
sbuffò tornando lentamente in piedi, Sinedd diventava ogni
giorno più irritante.
<<
La funzione dell’entrata è quella di intimorire
l’avversario mostrando il potere del flusso al suo massimo
livello. >>
<<
Con un balletto? >> chiese la ragazza scettica, venendo
fulminata con lo sguardo dal giovane, che senza degnarla di una
risposta continuò << L’entrata
consiste in una serie di passi che iniziano con
un’intensità leggera per poi aumentare
nell’ultima parte e concludersi con la liberazione dello
Smog. >>
Caren
annuì non molto convinta, la trovava una cosa stupida.
<< Okay e quali sarebbero questi passi? >>
<<
Adesso te li mostro e guarda di imparargli. >>
<<
Guarda che non faccio la ballerina. >>
<<
Perché io si? >> esclamò il giovane
seccato, posizionandosi poi di fronte a lei. << Adesso
chiudi la bocca e guarda. >>
Caren gli fece
la linguaccia concentrandosi però sulle mosse che lui
iniziò a mostrarle, sentirlo sbraitare era proprio
l’ultimo dei suoi desideri e poi, aveva ragione, prima
avrebbero iniziato prima avrebbero finito, così fece a
Sinedd un cenno per incitarlo a cominciare.
Il giovane
sospirò, poi lentamente si portò le bracci
davanti al petto a forma di X, successivamente le allargò
per poi ristenderle sui fianchi e fare una breve pausa.
<<
Tutto qui? >> chiese Caren vedendolo fermarsi, si era
preoccupata per niente.
Ma Sinedd la
fulminò con lo sguardo per l’ennesima volta,
iniziando poi a svolgere una serie di mosse simili al karate emanando,
con intensità crescente, lo Smog e che si andarono a
concludere con una specie di posizione d’attacco flessa sulle
ginocchia.
La ragazza
stava per scoppiare a ridere, ma vedendo che i passi non erano finiti
si trattenne, Sinedd, infatti, tornò in posizione eretta
rieseguendo la sequenza iniziale e quando le sue braccia furono
parallele con il terreno lo Smog fluì fuori da lui salendo
verso l’alto in una piccolo nuvola di fumo che
lasciò la giovane impressionata. Doveva ammettere che una
volta fatto da tutta la squadra quell’assurdo specie di
rituale doveva avere un suo perché.
<<
E questo è tutto >> disse il ragazzo, poi
vedendo l’espressione divertita di Caren aggiunse
<< Non ti azzardare a ridere. >>
Lei mordendosi
l’interno della guancia per star seria provò a
trattenersi, ma quando incrociò lo sguardo torvo di Sinedd
non ci riuscì più e tenendosi la pancia
scoppiò a ridere.
<<
Caren! >>
<<
Scusa! >> disse lei cercando di ridarsi un contegno.
<< Ma facevi troppo ridere! Avevi un espressione che
faceva quasi paura! >>
<<
Bé è quello lo scopo! >>
esclamò Sinedd frustrato, lo stava palesemente prendendo in
giro. << Smettila di ridere! >>
<<
Ahahah! Non ci riesco! Sembravi tipo.. Ahahah.. E poi.. Ahahah.. E
Dopo.. Ahahah! >>
<<
Falla finita! >>
<<
Ahahah! >>
Il ragazzo
irritato si portò le braccia al petto osservando Caren
piegarsi in due dalle risate e più cercava di farla smettere
più le sue risate aumentavano.
Dopo quella
che sembrò un’eternità la giovane
finalmente si calmò e ridandosi un contegno disse,
trattenendo qualche risolino << Non è stato
divertente. >>
<<
No. Appunto. >>
<<
Hai ragione.. Scusa. >>
Lui le fece un
cenno poi disse << Adesso fammi vedere. >>
Caren
annuì e portandosi di fronte a lui provò a
ricordare i passi che le aveva appena mostrato. Accidenti, ma
perché diavolo non si era concentrata sulle mosse invece di
cercare di rimanere seria.
<<
Allora?! >>
<<
Ehm.. Non mi ricordo l’attacco.. >> rispose lei
con un sorrisetto innocente.
Sinedd si
portò una mano al volto esasperato e, nonostante si fosse
promesso di non mostrarglielo più, si ritrovò a
rieseguire per altre quattro volte la stessa danza, sotto i grandi
occhi chiari di lei che mal nascondevano il divertimento.
<<
Ah stupido balletto! >> esclamò Caren dopo
aver sbagliato per l’ennesima volta la sessione di passi
centrali.
<<
Ma è mai possibile che tu non riesca a fare due stupide
mosse! >>
<<
Guarda che non sono così semplici come sembrano!
>>
<<
Si che lo sono! Andiamo sei una ragazza, dovrebbe essere facile per
te! >>
<< E
con questo cosa vorresti dire? >>
<<
Che sei una femmina e tutte le madri fanno fare danza alle figlie, la
tua no?! >>
La giovane era
già pronta per ribattere con sarcasmo, ma per la prima volta
non trovò niente di pungente da dire, ma semplicemente
abbassò la testa sussurrando << No, non
c’è stato tempo.. >>
Il silenzio
cadde tra i due, che imbarazzati si assicurarono di non incrociare gli
occhi dell’altro, poi Caren prendendo coraggio disse
<< Mia madre è morta quando avevo otto anni..
>>
Sinedd
alzò lo sguardo verso di lei senza sapere cosa rispondere.
Avrebbe potuto consolarla, dirle qualche parola
d’incoraggiamento, metterle una mano sulla spalla,
dimostrarle che lui la capiva, ma non fece niente di tutto
ciò, semplicemente disse << I miei genitori
sono morti quando ero piccolo. >>
<<
Quindi neanche a te ti hanno mai fatto frequentare un corso di danza..
>>
Sinedd la
guardò torvo, ma vedendo il sorriso increspare gentilmente
le sue labbra si trovò a fare altrettanto.
<<
No, credo che mio padre lo avrebbe senz’altro impedito.
>>
Caren rise.
<< Già, penso anche io. >>
Per un attimo
la ragazza intravide un Sinedd diverso da quello che aveva conosciuto
fino a quel momento, un Sinedd allegro e gentile, un Sinedd spensierato
e dolce.. Un Sinedd che forse, le piaceva, che le piaceva ancora di
più di quello strafottente e irritante con cui era solita
discutere.
<<
Che c’è? >> domandò
improvvisamente il ragazzo notando la sua espressione.
<<
Niente.. >> rispose lei, poi sorridendo aggiunse
<< Allora, me li mostreresti un’altra
volta quei passi? >>
Il giovane
annuì scuotendo la testa e per l’ennesima volta
eseguì quell’assurdo e ridicolo balletto, che
finalmente Caren imparò.
Quando il
rumoroso orologio del Genesis Bar suonò le quattro, Arianne
Ramirer lanciò letteralmente sul bancone bloc-notes e
grembiule correndo veloce a cambiarsi. Non poteva assolutamente fare
tardi al suo appuntamento, non adesso che aveva trovato un ragazzo
gentile e carino come Thran.
In meno di due
minuti si tolse la divisa da lavoro, la ripiegò nella borsa,
indossò un leggero abito verde e si sistemò
trucco e capelli, poi dopo essersi guadata un’ultima volta
allo specchiò uscì dagli spogliatoi dirigendosi
verso l’uscita del bar.
Come
concordato il giorno prima trovò Thran seduto su una delle
panchine al di fuori del bar e quando fu abbastanza vicina
poté vedere che in mano teneva un piccolo giglio bianco. A
quella vista la ragazza si sciolse.
<<
Arianne! >> esclamò il giovane
alzandosi per andarle in contro.
<<
Thran, ciao >> lo salutò lei dandogli un
leggero bacio sulla guancia. << Sono contenta che tu ce
l’abbia fatta a venire. >>
<<
Si, anche io. >>
La ragazza
sorrise e il ragazzo rimase incantato dalla dolcezza di quel volto,
senza sapere più che dire.
<<
Io.. >> balbettò. << Io ti..
>>
<<
E’ per me? >> chiese la giovane facendo un
cenno verso il fiore e togliendo Thran dall’imbarazzo.
<>
rispose lui offrendoglielo. << Ti piace? >>
<<
Si! E’ davvero bellissimo, grazie. >>
Nuovamente tra
i due scese un velo d’imbarazzo, il quale però fu
prontamente ricacciato indietro da Arianne, la quale non aveva per
niente intenzione di farsi rovinare l’appuntamento dalla
timidezza.
<<
Ti va di prendere qualcosa da bere? >> chiese lei e
quando il giovane annuì li prese la mano dicendo
<< Conosco un posto davvero carino, vieni.
>>
Thran e
Arianne camminarono mano nella mano per le affollate vie di Genesis,
attirando qualche sguardo incuriosito dei vari fan degli Snow Kids, ma
soprattutto scoprendo lati l’uno dell’altra che mai
avrebbero pensato potessero avere in comune.
<<
Davvero anche tu guardavi “I tre investigatori"?
>>
<<
Si, lo adoravo. >>
<<
Anche io, con mio fratello cercavamo sempre di indovinare chi fosse il
colpevole. >>
<<
Pure io e Devis lo facevamo! >>
<<
E indovinavate? >>
<<
Mai >> rispose la ragazza sbuffando e facendo ridere
Thran. << Tu? >>
<<
Diciamo che mi facevo sempre un sacco di idee, ma raramente erano
giuste. >>
Arianne
sorrise, le sarebbe piaciuto vedere il Thran bambino saltare davanti
all’olo-televisione cercando di indovinare il cattivo.
<<
Vieni, siamo arrivati. >>
Il locale a
cui Arianne aveva deciso di portare Thran, era un piccolo
bar-pasticceria molto carino nel centro di Genesis, che lei e Caren
avevano scoperto poco dopo l’arrivo di lei sul pianeta, da
allora erano solite andarci per le occasioni speciali, anche se negli
ultimi tempi non ci erano tornate molto spesso.
<<
Benvenuti al Cappellaio Matto ragazzi, volete accomodarvi?
>> domandò una cameriera vedendoli arrivare.
<<
Si grazie. >>
<<
Preferite dentro o all’aperto. >>
I due si
guardarono e all’unisono risposero <<
All’aperto. >>
<<
Seguitemi per favore >> rispose la donna sorridendo.
Arianne e
Thran furono fatti accomodare in un bel giardino curato situato dietro
il locale, dove regnava un’amichevole aria fiabesca.
Tutt’intorno a loro, infatti, erano situati tavolini colorati
e fiori, c’era persino un piccolo dondolo e pure una fontana,
un posto davvero da fiaba.
<<
Carino >> disse il ragazzo.
<<
Ti piace sul serio? >> domando Arianne, per un attimo
aveva pensato di aver esagerato un po’ portandolo in quel
posto. Quello era il genere di luogo che adorava la sognatrice Caren,
ma non era proprio adatto per un ragazzo.
<<
Si, è insolito, ma carino. >>
<<
Menomale.. >> sussurrò lei.
Il giovane
sorrise e allungando la mano per prendere la sua disse <<
Arianne senti io.. >>
<<
Posso portarvi qualcosa? >> domandò una
giovane e sorridente cameriera.
<<
Oh, si grazie. Per me un succo al lampone, mentre tu Thran?
>>
Sentendo il
nome del ragazzo la giovane cameriera si voltò verso di lui
e sgranando gli occhi per lo stupore esclamò
<< Ma tu sei Thran?! >>
Il ragazzo
provò a scuotere la testa, supplicando la giovane di non
andare avanti, ma lei non lo notò o forse fece finta di non
farci caso ed eccitata continuò << Tu sei
Thran degli Snow Kids vero?! E’ un onore averti da noi. Sei
davvero un mito, ti stimo moltissimo! >>
<<
Bé.. Ehm, grazie. >>
<<
Cosa ti porto? E, potresti farmi un autografo? >>
<<
Si si, certo… >> rispose Thran prendendo il
foglio e la penna che la cameriera gli porse. << A chi lo
devo dedicare? >>
<<
A Mindy. >>
<<
Ecco fatto >> disse il giovane porgendo
l’autografo alla cameriera. << E potresti
portarmi una Cola? >>
La ragazza
annuì eccitata e una volta che se ne fu andata
Thran si voltò preoccupato verso Arianne, non le aveva
ancora detto la verità sul suo conto e non voleva certo che
lo venisse a scoprire così.
<<
Arianne.. >> la chiamò.
<<
Mmh? >>
<<
Io volevo dirti che.. >>
<<
Non fa niente.. >> lo interruppe lei.
“Non
fa niente?!” pensò la ragazza tra sé e
sé. “Come sarebbe a dire non fa niente?! Hai
sentito cosa ha detto quella cameriera no? E’ un giocatore
degli Snow qualcosa e non te lo ha detto!”
La cameriera
arrivò con le bibite richieste e i due le sorseggiarono in
silenzio, quando poi ebbero finito Arianne si alzò lasciando
i soldi per il conto e si diresse verso l’uscita.
Thran la
osservò allontanarsi, e una morsa gli strinse lo stomaco.
Che razza di idiota era stato, perché accidenti non le aveva
detto di essere un calciatore?! Di cosa diamine aveva avuto paura?!
“Accidenti
Thran!” si disse. “Adesso devi risolvere questo
casino, e in fretta!”
Velocemente
afferrò i soldi di Arianne pagando di tasca sua il conto,
l’aveva invitata lui a uscire e non avrebbe certo permesso
che pagasse lei, poi correndo lasciò il locale cercando la
giovane con lo sguardo.
Inizialmente
non la trovò e il solo pensiero di aver rovinato tutto per
una sua sciocca paura lo mandò nel panico, doveva trovarla,
doveva dirle che li dispiaceva, che era stato un idiota..
Nel panico
tirò fuori il suo cellulare e senza neanche guardare, ormai
lo aveva imparato a memoria, compose il numero sperando che lei gli
rispondesse, ma Arianne non lo fece.
<<
Dai rispondi.. >> pregò.
<<
Cerchi qualcuno? >> domandò una voce dietro di
lui facendolo sussultare.
<<
Arianne! >>
Lei sorrise.
<<
Pensavo te ne fossi andata. >>
<<
Ad esser sincera ci ho pensato. >>
Thran
deglutì e lei notando la sua preoccupazione aggiunse
<< Forse mi devi delle spiegazioni, non credi?
>>
Il ragazzo
sorrise, allora non era andato tutto perso, e prendendole una mano la
guidò fino ad una piccola panchina in disparte, in modo da
avere un po’ di privacy.
<<
Arianne io.. Bé ormai l’avrai capito anche da
sola, ma sono un calciatore, uno dei due difensori degli Snow Kids, i
campioni in carica della G.F. Cup. >>
Snow Kids..
Snow Kids.. Mmh no, non le dicevano proprio niente, poi un immagine
tornò alla poderosa mente da gossip di Arianne e
improvvisamente capì chi fossero gli Snow Kids: erano la
squadra di D’Jok e Mei, la coppia più fotografata
del momento.
<<
Okay.. >> rispose lei. << E
perché non me lo hai detto? >>
<<
Bé perché, non volevo che tu mi giudicassi solo
per essere uno Snow Kids, volevo piacerti per quello che
sono, per essere semplicemente Thran e non Thran degli Snow
Kids. Insomma, avevo paura che se ti avessi detto cosa facevo in
realtà tu avresti perso ogni interesse per me, per il vero
me. >>
Ascoltando
quelle parole Arianne si sentì sciogliere, era davvero
dolcissimo! Ma non poteva cedere così, non poteva lasciarlo
vincere in questo modo, o almeno non subito..
<<
Mi dispiace, sono stato un cretino, avrei dovuto dirti la
verità fin dal principio senza avere paura del tuo giudizio,
il fatto è che spesso le ragazze si interessano a me
perché sono famoso e non per come sono davvero, ma dovevo
capirlo che tu eri diversa. Insomma, non sei andata in escandescenza
quando ci siamo incontrati la prima volta con Micro Ice e Yuki, anzi
probabilmente non sapevi neanche chi fossimo. Questo mi avrebbe dovuto
far capire che eri diversa, che eri speciale.. >>
La ragazza, la
quale teneva lo sguardo basso per non farsi vedere, sorrise, ma non
voleva ancora dargli la soddisfazione di vedere che aver fatto breccia
nel suo cuore, voleva tenerlo ancora un po’ sulle spine.
Thran vedendo
che lei non diceva niente invece si sentiva terribilmente in ansia, gli
piaceva Arianne, gli piaceva davvero e sperava sul serio di non aver
rovinato tutto.
<<
Sei arrabbiata? >> domandò lui alla fine.
La ragazza,
con estrema fatica, riassunse un’espressione torva e
tornandolo a guardare rispose con finta glacialità
<< Dammi un motivo per non esserlo. >>
A quelle
parole Thran sorrise, poteva darglielo un motivo, eccome se poteva,
così con dolcezza le prese il volto tra le mani e lentamente
lo avvicinò al suo dandole un tenero e lungo bacio.
Quando le loro
labbra si separarono Arianne sentì letteralmente lo stomaco
impazzirle ed eccitata si portò una mano alle labbra in modo
da assicurarsi che tutto quello non fosse soltanto un sogno e con sua
immensa gioia non lo era!
<<
Allora? >> le sussurrò lui. <<
Può andare come motivo? >>
Arianne rise e
gettandogli le braccia al collo lo baciò di nuovo, poi
esclamò << Certo che può
andare! >>
<<
Sono felice di sentirtelo dire. >>
La ragazza lo
guardò nei suoi dolci occhi castani e felice gli sorrise,
gli sorrise come mai aveva fatto a nessun altro e in quel momento
capì che forse aveva davvero trovato il ragazzo giusto per
lei.
<<
A proposito >> disse il giovane separandosi da lei.
<< Ho una cosa per te, ecco tieni. >>
Arianne prese
incerta i due piccoli pezzi di carta osservandoli senza capire. Ehm,
cosa avrebbe dovuto farci?
Vedendo la sua
espressione interrogativa Thran rise, era proprio da lei, e divertito
spiegò << Sono due biglietti per la partita di
questa sera, con questi potrai accedere ai posti riservati ai
familiari, sono dei buoni posti e da lì la visuale
è ottima. >>
<<
Partita? >>
<<
Si, giocheremo contro gli Shadows. >> Poi conoscendo la
sua scarsa preparazione sul Galactik Football spiegò
<< Quella squadra di spilungoni con le facce pallide.
>>
<<
Ah si, si.. Ci gioca la mai.. >> iniziò a dire
Arianne interrompendosi però a metà frase, Caren
le aveva espressamente raccomandato di non fare parola con nessuno del
suo ingaggio.
<<
La tua? >>
<<
La mia niente, gli ho confusi con un’altra squadra.
>>
<<
Ah ok.. >> disse Thran perplesso.
<<
Ehm.. Ma come mai sono due? >>
Il ragazzo
sorrise. << Uno per te e uno per la tua amica di ieri
sera, com’è che si chiama? >>
<<
Caren? >>
<<
Si lei. Mark mi ha praticamente obbligato a farla assistere, credo che
abbia una cotta per lei >> rispose il giovane
ridendo.
<<
Oh.. Ah.. >> disse Arianne, ridacchiando nervosamente a
sua volta.
Thran stava
per dirle qualcos’altro, ma il suo cellulare suonò
interrompendolo per leggere il messaggio, il quale chiedeva la sua
presenza immediata nell’olo-trainer.
<<
Scusa Arianne, Aarch ci vuole tutti nell’olo-trainer. Ci
vediamo stasera >> e dopo un ultimo bacio se ne
andò lasciandola sola con i suoi due biglietti.
Oh
oh, quello era davvero un bel guaio, e ora per chi avrebbe tifato
quella sera?!
..Spazio
Autrice..
salve a tutti bella gene!
Ed eccoci qua, con un nuovo capitolo che potrei definire di passaggio:
qui infatti abbiamo visto Caren alle prese con la danza degli Shadows e
Arianne con la sua uscita con Thran.
E a proposito di
questi due, io adoro Thran! Mi piace davvero tantissimo, è
per questo che ho deciso di ritagliare una piccala parte nella storia
tutta per lui e la Ramirez.. spero non vi annoi :)
Cosa aggiungere,
come sempre un immenso grazie a chi legge!
Tirate fuori
striscioni e vuvuzela gente perchè nel prossimo capitolo
suonerà il fischio d'inizio!
Raika
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