Who She Is
Nella postazione
dell’allenatore Aarch in piedi davanti al suo computer
osservava la telecamera inquadrare uno ad uno i volti dei vari
giocatori, per primi la macchina si soffermò sugli Snow
Kids, i quali osservavano con espressioni stupite e allo stesso tempo
sconvolte gli Shadows di fronte a sé, poi
l’immagine si spostò sugli Shadows e quello che
vide lasciò Aarch a bocca aperta.
Il tanto
misterioso astro nascente di Artegor Nexus, il nuovo giocatore
sconosciuto così tanto elogiato e osannato dal suo ex-amico
era l’ultima persona che mai si sarebbe aspettato di vedere
su un campo da gioco, ma soprattutto era tutto tranne che uno
sconosciuto per lui.
Incredulo
fissò sconvolto la fine figura dai biondi capelli eseguire
l’ultima sequenza di passi della danza degli Shadows per
emettere poi uno scuro e potente Smog, così brillante da far
gelare ad Aarch il sangue nelle vene. Non poteva crederci, non voleva
crederci!
Non poteva essere vero, non poteva davvero essere..
<<
Aarch ma quella non è.. >> disse Clamp
riconoscendo la ragazza del Genesis Bar.
<<
Caren! >> esclamò l’uomo lasciando
andare la tastiera del computer che aveva stretto fino a quel momento
così forte da farsi sbiancare le nocche.
<<
Aarch dove stai andando? >> domandò Simbai
preoccupata vedendolo allontanarsi dalla sua postazione.
<<
Da Artegor! >> esclamò lui sbattendosi la
porta alle spalle e dirigendosi come una furia nella postazione
dell’allenatore avversario.
Aarch non
ricordava quand’era stata l’ultima volta che aveva
percorso una distanza di quel genere in così poco tempo,
forse quand’era giovane o forse ancora prima, ma in quel
momento, nonostante il suo fisico non fosse più quello di
una volta, arrivò a destinazione con una velocità
così impressionante che a ripensarci lo lasciò
stupito di se stesso.
<<
Artegor! >> esclamò l’uomo entrando
nella stanza senza neanche bussare alla porta.
<<
Aarch che diavolo ci fai qui? >> domandò
l’altro sorpreso.
<<
Dobbiamo parlare, da soli. >>
Artegor lo
fissò stupito poi, dato che l’espressione del suo
ex amico era una di quelle che non ammettevano repliche, fece un cenno
ai suoi collaboratori i quali uscirono lasciandoli soli.
<<
Che accidenti vuoi Aarch? >>
<<
Che diavolo ci fa lei in campo?! >> esclamò
l’allenatore degli Snow Kids indicando lo schermo, dove la
partita era appena iniziata.
<<
Chi? >>
<<
La ragazza! >>
<<
Ah, intendi Caren.. >> rispose Artegor soddisfatto di se
stesso per l’ottimo affare concluso.
<<
Rispondimi! >>
<<
L’ho vista giocare e l’ho presa. Ha del talento ed
era un peccato farglielo sprecare, inoltre sta sicuramente meglio
dov’è ora che dove l’ho trovata. Ah, ma
perché diavolo ti sto dando spiegazioni.> >
<<
Artegor >> disse esasperato l’uomo dai capelli
candidi.
<<
Che c’è Aarch, hai paura di perdere? E pensare che
non l’hai ancora vista giocare. Ti stupirai del talento che
possiede, non vedevo una ragazza giocare così bene dai tempi
di Miriana. >>
<<
E lo sai perché?! Sai chi è quella ragazza?!
>>
<<
No e sinceramente non mi interessa. Adesso è una Shadows,
cos’è stata o chi è stata prima di ora
non m’importa. >>
<<
E invece dovrebbe importati! >> esclamò Aarch.
<< Quella ragazza è la figlia di Miriana.
>>
Sentendo
quelle parole Artegor rimase letteralmente di sasso. Erano poche le
cose che riuscivano a sorprendere, figuriamoci sconvolgere,
l’allenatore degli Shadows, ma la rivelazione del suo ex
amico fu proprio una di quelle. Incredulo si voltò verso lo
schermo del suo computer osservando la giovane ragazza dai capelli
biondi lanciare la palla verso Sinedd e in quel momento
capì: la prima volta che aveva visto Caren in quel
sotterraneo aveva avuto come la sensazione di averla già
vista da qualche parte, per giorni si era chiesto come questo fosse
possibile arrivando poi alla conclusione che probabilmente doveva
averla incrociata da qualche parte su Genesis, ma ora tutto gli era
chiaro, adesso capiva a chi assomigliava la ragazza, era tale e quale a
Miriana.
I suoi stessi
capelli biondi, i suoi stessi lineamenti delicati, il suo stesso corpo
affusolato, i suoi stessi.. No, gli occhi no.. Gli occhi erano identici
a quelli di..
<<
Aarch! >>
L’allenatore
degli Snow Kids vide negli occhi del suo ex amico materializzarsi la
consapevolezza su chi fosse il padre della ragazza e lentamente
annuì.
Artegor non
poteva crederci, non poteva essere vero! La sua giocatrice non poteva
essere sul serio la figlia di.. Era impossibile.. Lui e Miriana non
stavano neanche insieme, certo il loro era un rapporto intenso, ma non
poteva certo arrivare a tanto, o forse si? No, non poteva essere
così, Caren aveva diciannove anni e in quel periodo Aarch
frequentava Addim.. Allora perché più ripensava
agli occhi di Caren più quel suo azzurro-grigio assumeva le
stesse tonalità di quelli di Aarch?
<<
Lei è..? >> domandò alla fine
l’uomo, senza però riuscire a terminare la frase.
<<
Si, è mia figlia. Mia e di Miriana. >>
<<
Ma.. Ma non è possibile.. Tu in quel periodo stavi con Addim
e dopo la glaciazione siamo andati a giocare negli Shadows, ma le non
ci seguì.. >>
<<
Lo so, anch’io stentava a crederci quando lo scoprii.
>>
<<
Ma.. Quando? >>
<<
Dopo la festa per la qualificazione agli ottavi di finale..
>> disse Aarch e i ricordi di quella notte gli tornarono
alla mente..
<<
Hai visto Norata al Karaoke?! Non ha azzeccato una nota!
>> esclamò Aarch ridendo.
<<
Veramente quello eri tu! >> rispose Miriana ridendo a sua
volta e reggendosi a lui cercando di far camminare entrambi in modo
dritto.
Quella
sera avevano bevuto un po’ troppo e la sbronza ormai stava
mostrando i suoi effetti ai due che sbellicandosi dalle risate caddero
sui gradini della rampa d’entrata del condominio dove abitava
Aarch con Artegor.
<<
Io sono arrivato mi sa.. >>
<<
Aspetta a dirlo.. Devi arrivare al terzo piano.. >>
<<
Guarda che ce la faccio benissimo! >> esclamò
lui.
<<
Ma se sei ubriaco fradicio! >>
<<
Non è vero e te lo dimostro subito >> disse
alzandosi in piedi e posizionandosi di fronte a lei per la tipica
dimostrazione di sobrietà di tutti gli ubriachi: stare in
equilibrio su un piede solo.
<<
Visto! >> esclamò traballando pericolosamente.
<>
La
ragazza rise e mettendosi in piedi davanti a lui fece lo stesso
perdendo però l’equilibrio e scivolandogli addosso
facendogli cadere entrambi per terra l’uno sopra
l’altra.
<<
Visto! >> esclamò il ragazzo ridendo.
<< Allora chi è l’ubriaco?!
>>
<<
Ma non vale! Io avevo i tacchi! >>
<<
Si si.. Bella scusa! Accetta la realtà Miri, sei ubriaca.
>>
<<
Non è vero! >>
<<
Si che è vero! >>
<<
No! >>
<<
SI! >>
<<
Ah si! >> esclamò allora Miriana alzandosi in
piedi di scatto e togliendosi le scarpe. << Scommettiamo
che arrivo prima io su in casa? >>
<<
Cosa?! >>
<<
Pronti? Via! >> urlò lei correndo a tutta
velocità su per i gradini entrando poi nel palazzo e
tirandogli le scarpe.
<<
Ehi! >> protestò Aarch afferrando al volo i
vertiginosi tacchi di lei per poi correndole dietro.
I
due salirono le tre rampe di scale ridendo come matti, rischiando di
inciampare ad ogni gradino che incontravano, ma alla fine dopo qualche
sbandata in qua e là, la giovane arrivò per prima
alla porta e sbattendovi la mano esclamò << Mi
sa che hai perso! >>
<<
Ma non vale! Sei partita prima! >>
<<
Si si.. >> disse lei imitando scherzosamente il suo tono
di pochi minuti prima. << Accetta la sconfitta Aarch, sei
ubriaco. >>
Il
ragazzo rise e lasciando cadere le scarpe a terra si
avvicinò a lei e circondandola con le braccia la spinse
verso il muro, portando poi il suo viso a pochi centimetri da quello di
lei.
<<
Sei davvero un’imbrogliona! >>
<<
E tu non sai perdere caro il mio capitano.. >>
<<
Ah si? Allora ti sfido a G.F. Cup Game. Scommettiamo che ti straccio?
>>
<<
Ci sto! >>
Aarch
annuì allontanandosi da lei e, tirando fuori le sue chiavi
dalla borsetta della ragazza, aprì la porta.
<<
Mademoiselle >> disse lui facendole un inchino
cavalleresco e tenendole la porta aperta per permetterle di entrare.
<<
Merci bocu monsieur, elle est vraiment un chevalier. >>
<<
Ehi vacci piano dolcezza, il mio francese si limita alle parole per
fare colpo con una donna.. >>
<<
Mmm. Ah si? Non mi pare che abbia mai funzionato.. Non con me almeno.
>>
<<
Perché con te non ho bisogno del francese.. Pendi
già dalle mie labbra. >>
Miriana
rise dandogli una leggera spinta e andandosi poi a sedere sul divano,
mentre il ragazzo, posate le scarpe e la borsetta sul mobiletto che si
trovava all’entrata, si diresse in cucina dicendo
<< Miri metti il gioco, io prendo qualcosa da bere.
>>
Miriana
fece come le era stato ordinato e traballando verso la Tv
inserì nella consolle il videogioco azionandolo, poi si
trascinò nuovamente verso il divano attendendo
l’arrivo del suo amico che poco dopo tornò con una
bottiglia di spumante e due bicchieri.
<<
Mi sono permessa di scegliere anche per te >> disse la
giovane indicando lo schermo dove il capitano degli Shadows,
posizionato dalla parte sinistra della televisione, stava di fronte al
capitano degli Akillian, cioè lui.
<<
Ehi perché a me gli Shadows? >>
domandò lui porgendole un bicchiere riempito di spumante.
La
ragazza bevve un sorso, poi rispose << Perché
sarà contro di loro che giocheremo in finale e poi, se
continui a tenerti a dieta per compiacere Addim, finirai per
assomigliarli. >>
Il
ragazzo la spinse amichevolmente e sorridendo disse <<
Che c’è, non sarai mica gelosa eh Miri?
>>
<<
Non ci sperare tesoro. Su, pronto ad essere stracciato?
>>
<<
Io non ci conterei più di tanto. Fatti sotto!
>>
Per
tutta l’ora successiva le partite a Galactik Football si
susseguirono e la bottiglia si svuotò facendo aumentare il
calore nella stanza, tanto che dopo l’ennesimo match Aarch
finì per togliersi la maglietta restando a petto nudo e Miri
si sfilò la camicetta da sotto l’abitino di jeans
che indossava.
<<
E con questa siamo quattro a due >> concluse la ragazza
gettando al suo fianco il joystick, voltandosi poi verso
l’altro. << Mi sa che hai perso Aarch.. Di
nuovo.. >>
Il
giovane la guardò nei suoi grandi occhi nocciola, poi si
avvicinò a lei e prendendole il volto tra le mani, la
baciò. Miriana si lasciò trasportare dalla
passione, lasciandosi trascinare sulle sue gambe, poi riacquistando il
controllo poggiò le mani su quelle di lui e scostandosi dal
suo volto disse << Aarch no.. >>
<<
Che c’è che non va? >>
<<
Non possiamo.. >>
<<
Se lo vogliamo certo che possiamo.. >>
<<
Ma.. >>
<<
Lo so che in fondo lo vuoi anche tu.. Non è vero?
>>
Lei
scosse la testa. << Ci abbiamo già provato
Aarch.. Lo sai come andrebbe a finire.. >>
<<
Ma questo non ci impedisce di ritentare.. >>
sussurrò lui accarezzandole la guancia e baciandola
nuovamente.
Le
mani di Aarch percorsero la schiena di lei e gentilmente la
sdraiò sul divano adagiandosi con delicatezza sul suo corpo.
Miri
strinse le braccia intorno al collo di lui e tra un bacio e
l’altro sussurrò << E se Artegor
torna? >>
<<
Non ti preoccupare.. Non metterà piede in casa fino a domani
mattina inoltrata.. >>
<<
Questa mattina.. >>
<<
E’? >>
<<
E’ passata la mezzanotte da un pezzo.. Oggi sarebbe domani..
>>
Il
ragazzo la guardò scoppiando a ridere e contagiando anche
lei, nel farlo però si sbilanciarono troppo verso il bordo
cadendo dal divano e scoppiando a ridere ancora più di
prima.
<<
Forse è meglio se ci spostiamo in camera.. >>
disse lui alzandosi e porgendole la mano. Lei annuì
afferrandola e trovandosi avvolta dalle forti braccia di Aarch
che baciandola la guidò fino alla sua stanza.
<<
Lo sai che quello che stiamo facendo è sbagliato vero?
>> gli disse Miriana.
<<
E tu lo sai che sei bellissima? >> rispose il giovane
chiudendosi la porta alle spalle con un calcio e dirigendosi verso il
letto.
<<
Quando l’hai scoperto? >> domandò
Artegor interrompendo il flusso di ricordi dell’ex amico e
riportandolo alla realtà.
<<
Nove anni fa.. Aveva dieci anni e Miri era morta da due anni.
>>
<<
Miriana è morta? Come è successo?
>>
<<
Un incidente.. >>
L’allenatore
degli Shadows si passò una mano sul volto. Lui, Aarch e
Miriana erano stati molto uniti un tempo e la sua morte era un brutto
colpo, nonostante fossero passati molti anni dall’ultima
volta che l’aveva vista. Ma quello non era il momento per i
sentimentalismi, non poteva farsi vedere debole, non davanti ad Aarch.
<<
Bene Aarch, che sei venuto a fare allora? Perché mi hai
detto tutto questo? >>
<<
Artegor è mia figlia, hai visto l’effetto che ha
avuto su di me lo Smog, su di lei sarà lo stesso, se non
peggio. Lasciala andare, lascia che la porti negli Snow Kids.
>>
L’uomo
rise. << Puoi anche scordartelo! Quella ragazza
è una forza della natura, è la marcia in
più che permetterà agli Shadows di vincere la
G.F. Cup. Inoltre competere con lei rende Sinedd molto più
produttivo. >>
<<
Ti prego Artegor. Non ti chiedo di farlo per me, ma per Miri..
>>
A quelle
parole la determinazione dell’ex numero 11 degli Akillian
vacillò, ma fu solo per un attimo, poi con rabbia
esclamò << Solo perché tu non ci
sei riuscito questo non significa che sia lo stesso per Caren. Miriana
era forte e se lei ha ereditato anche solo una briciola della sua forza
sarà perfettamente in grado di reggere lo Smog.
>>
<<
Artegor tu non capisci! >>
<<
Non ho intenzione di lasciarla andare Aarch. Adesso perché
non te ne torni dai tuoi bambini, mi sembrano piuttosto in
difficoltà. >>
Aarch
osservò lo schermo indicatogli dall’amico, dove
D’Jok parò per un soffio il poderoso sinistro di
Sinedd che Yuki si era lasciata sfuggire. I suoi ragazzi avevano
bisogno di lui.
<<
Non finisce qui Artegor! >>
<<
Puoi contarci >> rispose lui osservando soddisfatto
l’ex amico uscire dalla stanza.
Artegor ne era
certo, ora più che mai era sicuro che Caren era il tassello
mancante per la sua vittoria, ma prima avrebbe dovuto fare due
chiacchiere con lei.
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