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Autore: Raika    21/12/2012    1 recensioni
Sono passati quattro anni da quando gli Snow Kids hanno vinto la Galactik Football Cup. Sono passati quattro anni da quando Bleylok è morto e il Meta-Flusso scomparso.
Ma se il Meta-Flusso non fosse completamente sparito? Se esistesse ancora una persona con esso? Cosa succederebbe se Blaylok, di ritorno dal mondo dei morti, riscisse ad impadronirsene e scoprisse qualcosa che va oltre le sue più rosee aspettative?
Genere: Avventura, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Who She Is

Nella postazione dell’allenatore Aarch in piedi davanti al suo computer osservava la telecamera inquadrare uno ad uno i volti dei vari giocatori, per primi la macchina si soffermò sugli Snow Kids, i quali osservavano con espressioni stupite e allo stesso tempo sconvolte gli Shadows di fronte a sé, poi l’immagine si spostò sugli Shadows e quello che vide lasciò Aarch a bocca aperta.
Il tanto misterioso astro nascente di Artegor Nexus, il nuovo giocatore sconosciuto così tanto elogiato e osannato dal suo ex-amico era l’ultima persona che mai si sarebbe aspettato di vedere su un campo da gioco, ma soprattutto era tutto tranne che uno sconosciuto per lui.
Incredulo fissò sconvolto la fine figura dai biondi capelli eseguire l’ultima sequenza di passi della danza degli Shadows per emettere poi uno scuro e potente Smog, così brillante da far gelare ad Aarch il sangue nelle vene. Non poteva crederci, non voleva crederci! Non poteva essere vero, non poteva davvero essere..
<< Aarch ma quella non è.. >> disse Clamp riconoscendo la ragazza del Genesis Bar.
<< Caren! >> esclamò l’uomo lasciando andare la tastiera del computer che aveva stretto fino a quel momento così forte da farsi sbiancare le nocche.
<< Aarch dove stai andando? >> domandò Simbai preoccupata vedendolo allontanarsi dalla sua postazione.
<< Da Artegor! >> esclamò lui sbattendosi la porta alle spalle e dirigendosi come una furia nella postazione dell’allenatore avversario.
Aarch non ricordava quand’era stata l’ultima volta che aveva percorso una distanza di quel genere in così poco tempo, forse quand’era giovane o forse ancora prima, ma in quel momento, nonostante il suo fisico non fosse più quello di una volta, arrivò a destinazione con una velocità così impressionante che a ripensarci lo lasciò stupito di se stesso.
<< Artegor! >> esclamò l’uomo entrando nella stanza senza neanche bussare alla porta.
<< Aarch che diavolo ci fai qui? >> domandò l’altro sorpreso.
<< Dobbiamo parlare, da soli. >>
Artegor lo fissò stupito poi, dato che l’espressione del suo ex amico era una di quelle che non ammettevano repliche, fece un cenno ai suoi collaboratori i quali uscirono lasciandoli soli.
<< Che accidenti vuoi Aarch? >>
<< Che diavolo ci fa lei in campo?! >> esclamò l’allenatore degli Snow Kids indicando lo schermo, dove la partita era appena iniziata.
<< Chi? >>
<< La ragazza! >>
<< Ah, intendi Caren.. >> rispose Artegor soddisfatto di se stesso per l’ottimo affare concluso.
<< Rispondimi! >>
<< L’ho vista giocare e l’ho presa. Ha del talento ed era un peccato farglielo sprecare, inoltre sta sicuramente meglio dov’è ora che dove l’ho trovata. Ah, ma perché diavolo ti sto dando spiegazioni.> >
<< Artegor >> disse esasperato l’uomo dai capelli candidi.
<< Che c’è Aarch, hai paura di perdere? E pensare che non l’hai ancora vista giocare. Ti stupirai del talento che possiede, non vedevo una ragazza giocare così bene dai tempi di Miriana. >>
<< E lo sai perché?! Sai chi è quella ragazza?! >>
<< No e sinceramente non mi interessa. Adesso è una Shadows, cos’è stata o chi è stata prima di ora non m’importa. >>
<< E invece dovrebbe importati! >> esclamò Aarch. << Quella ragazza è la figlia di Miriana. >>
Sentendo quelle parole Artegor rimase letteralmente di sasso. Erano poche le cose che riuscivano a sorprendere, figuriamoci sconvolgere, l’allenatore degli Shadows, ma la rivelazione del suo ex amico fu proprio una di quelle. Incredulo si voltò verso lo schermo del suo computer osservando la giovane ragazza dai capelli biondi lanciare la palla verso Sinedd e in quel momento capì: la prima volta che aveva visto Caren in quel sotterraneo aveva avuto come la sensazione di averla già vista da qualche parte, per giorni si era chiesto come questo fosse possibile arrivando poi alla conclusione che probabilmente doveva averla incrociata da qualche parte su Genesis, ma ora tutto gli era chiaro, adesso capiva a chi assomigliava la ragazza, era tale e quale a Miriana.
I suoi stessi capelli biondi, i suoi stessi lineamenti delicati, il suo stesso corpo affusolato, i suoi stessi.. No, gli occhi no.. Gli occhi erano identici a quelli di..
<< Aarch! >>
L’allenatore degli Snow Kids vide negli occhi del suo ex amico materializzarsi la consapevolezza su chi fosse il padre della ragazza e lentamente annuì.
Artegor non poteva crederci, non poteva essere vero! La sua giocatrice non poteva essere sul serio la figlia di.. Era impossibile.. Lui e Miriana non stavano neanche insieme, certo il loro era un rapporto intenso, ma non poteva certo arrivare a tanto, o forse si? No, non poteva essere così, Caren aveva diciannove anni e in quel periodo Aarch frequentava Addim.. Allora perché più ripensava agli occhi di Caren più quel suo azzurro-grigio assumeva le stesse tonalità di quelli di Aarch?
<< Lei è..? >> domandò alla fine l’uomo, senza però riuscire a terminare la frase.
<< Si, è mia figlia. Mia e di Miriana. >>
<< Ma.. Ma non è possibile.. Tu in quel periodo stavi con Addim e dopo la glaciazione siamo andati a giocare negli Shadows, ma le non ci seguì.. >>
<< Lo so, anch’io stentava a crederci quando lo scoprii. >>
<< Ma.. Quando? >>
<< Dopo la festa per la qualificazione agli ottavi di finale.. >> disse Aarch e i ricordi di quella notte gli tornarono alla mente..

<< Hai visto Norata al Karaoke?! Non ha azzeccato una nota! >> esclamò Aarch ridendo.
<< Veramente quello eri tu! >> rispose Miriana ridendo a sua volta e reggendosi a lui cercando di far camminare entrambi in modo dritto.
Quella sera avevano bevuto un po’ troppo e la sbronza ormai stava mostrando i suoi effetti ai due che sbellicandosi dalle risate caddero sui gradini della rampa d’entrata del condominio dove abitava Aarch con Artegor.
<< Io sono arrivato mi sa.. >>
<< Aspetta a dirlo.. Devi arrivare al terzo piano.. >>
<< Guarda che ce la faccio benissimo! >> esclamò lui.
<< Ma se sei ubriaco fradicio! >>
<< Non è vero e te lo dimostro subito >> disse alzandosi in piedi e posizionandosi di fronte a lei per la tipica dimostrazione di sobrietà di tutti gli ubriachi: stare in equilibrio su un piede solo.
<< Visto! >> esclamò traballando pericolosamente. <>
La ragazza rise e mettendosi in piedi davanti a lui fece lo stesso perdendo però l’equilibrio e scivolandogli addosso facendogli cadere entrambi per terra l’uno sopra l’altra.
<< Visto! >> esclamò il ragazzo ridendo. << Allora chi è l’ubriaco?! >>
<< Ma non vale! Io avevo i tacchi! >>
<< Si si.. Bella scusa! Accetta la realtà Miri, sei ubriaca. >>
<< Non è vero! >>
<< Si che è vero! >>
<< No! >>
<< SI! >>
<< Ah si! >> esclamò allora Miriana alzandosi in piedi di scatto e togliendosi le scarpe. << Scommettiamo che arrivo prima io su in casa? >>
<< Cosa?! >>
<< Pronti? Via! >> urlò lei correndo a tutta velocità su per i gradini entrando poi nel palazzo e tirandogli le scarpe.
<< Ehi! >> protestò Aarch afferrando al volo i vertiginosi tacchi di lei per poi correndole dietro.
I due salirono le tre rampe di scale ridendo come matti, rischiando di inciampare ad ogni gradino che incontravano, ma alla fine dopo qualche sbandata in qua e là, la giovane arrivò per prima alla porta e sbattendovi la mano esclamò << Mi sa che hai perso! >>
<< Ma non vale! Sei partita prima! >>
<< Si si.. >> disse lei imitando scherzosamente il suo tono di pochi minuti prima. << Accetta la sconfitta Aarch, sei ubriaco. >>
Il ragazzo rise e lasciando cadere le scarpe a terra si avvicinò a lei e circondandola con le braccia la spinse verso il muro, portando poi il suo viso a pochi centimetri da quello di lei.
<< Sei davvero un’imbrogliona! >>
<< E tu non sai perdere caro il mio capitano.. >>
<< Ah si? Allora ti sfido a G.F. Cup Game. Scommettiamo che ti straccio? >>  
<< Ci sto! >>
Aarch annuì allontanandosi da lei e, tirando fuori le sue chiavi dalla borsetta della ragazza, aprì la porta.
<< Mademoiselle >> disse lui facendole un inchino cavalleresco e tenendole la porta aperta per permetterle di entrare.
<< Merci bocu monsieur, elle est vraiment un chevalier. >>
<< Ehi vacci piano dolcezza, il mio francese si limita alle parole per fare colpo con una donna.. >>
<< Mmm. Ah si? Non mi pare che abbia mai funzionato.. Non con me almeno. >>
<< Perché con te non ho bisogno del francese.. Pendi già dalle mie labbra. >>
Miriana rise dandogli una leggera spinta e andandosi poi a sedere sul divano, mentre il ragazzo, posate le scarpe e la borsetta sul mobiletto che si trovava all’entrata, si diresse in cucina dicendo << Miri metti il gioco, io prendo qualcosa da bere. >>
Miriana fece come le era stato ordinato e  traballando verso la Tv inserì nella consolle il videogioco azionandolo, poi si trascinò nuovamente verso il divano attendendo l’arrivo del suo amico che poco dopo tornò con una bottiglia di spumante e due bicchieri.
<< Mi sono permessa di scegliere anche per te >> disse la giovane indicando lo schermo dove il capitano degli Shadows, posizionato dalla parte sinistra della televisione, stava di fronte al capitano degli Akillian, cioè lui.
<< Ehi perché a me gli Shadows? >> domandò lui porgendole un bicchiere riempito di spumante.
La ragazza bevve un sorso, poi rispose << Perché sarà contro di loro che giocheremo in finale e poi, se continui a tenerti a dieta per compiacere Addim, finirai per assomigliarli. >>
Il ragazzo la spinse amichevolmente e sorridendo disse << Che c’è, non sarai mica gelosa eh Miri? >>
<< Non ci sperare tesoro. Su, pronto ad essere stracciato? >>
<< Io non ci conterei più di tanto. Fatti sotto! >>
Per tutta l’ora successiva le partite a Galactik Football si susseguirono e la bottiglia si svuotò facendo aumentare il calore nella stanza, tanto che dopo l’ennesimo match Aarch finì per togliersi la maglietta restando a petto nudo e Miri si sfilò la camicetta da sotto l’abitino di jeans che indossava.
<< E con questa siamo quattro a due >> concluse la ragazza gettando al suo fianco il joystick, voltandosi poi verso l’altro. << Mi sa che hai perso Aarch.. Di nuovo.. >>
Il giovane la guardò nei suoi grandi occhi nocciola, poi si avvicinò a lei e prendendole il volto tra le mani, la baciò. Miriana si lasciò trasportare dalla passione, lasciandosi trascinare sulle sue gambe, poi riacquistando il controllo poggiò le mani su quelle di lui e scostandosi dal suo volto disse << Aarch no.. >>
<< Che c’è che non va? >>
<< Non possiamo.. >>
<< Se lo vogliamo certo che possiamo.. >>
<< Ma.. >>
<< Lo so che in fondo lo vuoi anche  tu.. Non è vero? >>
Lei scosse la testa. << Ci abbiamo già provato Aarch.. Lo sai come andrebbe a finire.. >>
<< Ma questo non ci impedisce di ritentare.. >> sussurrò lui accarezzandole la guancia e baciandola nuovamente.
Le mani di Aarch percorsero la schiena di lei e gentilmente la sdraiò sul divano adagiandosi con delicatezza sul suo corpo.
Miri strinse le braccia intorno al collo di lui e tra un bacio e l’altro sussurrò << E se Artegor torna? >>
<< Non ti preoccupare.. Non metterà piede in casa fino a domani mattina inoltrata.. >>
<< Questa mattina.. >>
<< E’? >>
<< E’ passata la mezzanotte da un pezzo.. Oggi sarebbe domani.. >>
Il ragazzo la guardò scoppiando a ridere e contagiando anche lei, nel farlo però si sbilanciarono troppo verso il bordo cadendo dal divano e scoppiando a ridere ancora più di prima.  
<< Forse è meglio se ci spostiamo in camera.. >> disse lui alzandosi e porgendole la mano. Lei annuì afferrandola e trovandosi avvolta dalle forti braccia di Aarch che  baciandola la guidò fino alla sua stanza.
<< Lo sai che quello che stiamo facendo è sbagliato vero? >> gli disse Miriana.
<< E tu lo sai che sei bellissima? >> rispose il giovane chiudendosi la porta alle spalle con un calcio e dirigendosi verso il letto.

<< Quando l’hai scoperto? >> domandò Artegor interrompendo il flusso di ricordi dell’ex amico e riportandolo alla realtà.
<< Nove anni fa.. Aveva dieci anni e Miri era morta da due anni. >>
<< Miriana è morta? Come è successo? >>
<< Un incidente.. >>
L’allenatore degli Shadows si passò una mano sul volto. Lui, Aarch e Miriana erano stati molto uniti un tempo e la sua morte era un brutto colpo, nonostante fossero passati molti anni dall’ultima volta che l’aveva vista. Ma quello non era il momento per i sentimentalismi, non poteva farsi vedere debole, non davanti ad Aarch.
<< Bene Aarch, che sei venuto a fare allora? Perché mi hai detto tutto questo? >>
<< Artegor è mia figlia, hai visto l’effetto che ha avuto su di me lo Smog, su di lei sarà lo stesso, se non peggio. Lasciala andare, lascia che la porti negli Snow Kids. >>
L’uomo rise. << Puoi anche scordartelo! Quella ragazza è una forza della natura, è la marcia in più che permetterà agli Shadows di vincere la G.F. Cup. Inoltre competere con lei rende Sinedd molto più produttivo. >>
<< Ti prego Artegor. Non ti chiedo di farlo per me, ma per Miri.. >>
A quelle parole la determinazione dell’ex numero 11 degli Akillian vacillò, ma fu solo per un attimo, poi con rabbia esclamò << Solo perché tu non ci sei riuscito questo non significa che sia lo stesso per Caren. Miriana era forte e se lei ha ereditato anche solo una briciola della sua forza sarà perfettamente in grado di reggere lo Smog. >>
<< Artegor tu non capisci! >>
<< Non ho intenzione di lasciarla andare Aarch. Adesso perché non te ne torni dai tuoi bambini, mi sembrano piuttosto in difficoltà. >>
Aarch osservò lo schermo indicatogli dall’amico, dove D’Jok parò per un soffio il poderoso sinistro di Sinedd che Yuki si era lasciata sfuggire. I suoi ragazzi avevano bisogno di lui.
<< Non finisce qui Artegor! >>
<< Puoi contarci >> rispose lui osservando soddisfatto l’ex amico uscire dalla stanza.
Artegor ne era certo, ora più che mai era sicuro che Caren era il tassello mancante per la sua vittoria, ma prima avrebbe dovuto fare due chiacchiere con lei. 
   
 
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