ALL I WANT FOR CHRISTMAS IS YOU

di Alexandra_ph
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Jag – Ufficio del Colonnello MacKenzie

 

“Ehi! Verresti a pranzo?”.

Doveva smetterla di entrare di sorpresa nel suo ufficio: doveva averla davvero spaventata, perché la vide sobbalzare e far cadere a terra un plico di fogli che probabilmente teneva sulle gambe.

“Oh, Mac… scusami. Non volevo spaventarti”.

Avanzò verso il tappeto di fogli che andava dai piedi di Mac fin sotto alla scrivania; alcuni documenti erano scivolati persino vicino alla porta.

Praticamente davanti ai suoi piedi.

Lei si gettò a terra, rapida come non l’aveva mai vista, per recuperarli.

“Aspetta… ti aiuto”.

“No.”

La risposta secca e affrettata che gli rivolse lo mise sul chi va là. Possibile che…?

Diede un rapido sguardo alla distesa di carta e individuò immediatamente un foglio azzurro spiccare sul resto di fogli bianchi… e, guarda caso, era proprio davanti a lui.

Ignorando il suo diniego, si piegò per recuperare proprio quello, mentre lei era voltata di schiena e cercava di raccogliere il più rapidamente possibile quanti più documenti poteva, senza ancora accorgersi che quello che più voleva nascondergli era proprio nelle sue mani.

Diede una sbirciata a ciò che vi era scritto e scoprì che non conteneva le medesime parole che ormai conosceva quasi a memoria… Aveva scritto altro.

“Ti avevo detto che non avevo bisogno del tuo aiuto”.

La voce secca di Mac lo costrinse ad alzare la testa e guardarla; lo sguardo e la mano che lei tendeva lo obbligò a restituirle immediatamente il foglio colorato, fingendo di non averlo neppure guardato.

“Scusami tanto… “ disse porgendole anche un altro documento, tanto per sviare la sua attenzione, “… stavo semplicemente aiutandoti, considerato che è per causa mia che è successo questo piccolo disastro” aggiunse con un sorriso smagliante.

Lei lo guardò torva per un attimo; poi, probabilmente per evitare di insospettirlo ulteriormente ed essendo ormai entrata in possesso di ciò che desiderava nascondergli, addolcì la piega delle labbra e disse:

“Hai ragione. Dovresti smetterla di spaventarmi così ogni volta che entri nel mio ufficio… ok, puoi aiutarmi a rimediar a questo disastro che TU hai combinato”.

“Ah… e così ora sarei solo io ad aver combinato tutto quanto? Ma guarda… E da quando tu sei tanto nervosa quando mi affaccio alla porta del tuo ufficio?”

“Che cosa intendi?” chiese lei, sospettosa e di nuovo immediatamente sulle sue.

“Mhm… dimmi dimmi… non avrai per caso qualcosa da nascondere?”.

Osservò un improvviso calore arrossarle il volto e sorrise.

“Oh, oh! Devo aver colpito nel segno… Coraggio, Mac, cosa mi nascondi?”

“Nulla… “ disse lei, continuando a raccogliere i fogli caduti e voltandogli così le spalle.

Lui si abbassò di nuovo al suo livello, si avvicinò al suo orecchio e le sussurrò divertito:

“Sei sicura?”.

Si voltò verso di lui e per un attimo le labbra di Mac furono vicinissime alle sue. Reprimendo a stento la voglia di baciarla, comprese in quell’istante quale sarebbe stata la sua prossima mossa. Era ora di dare un senso a tutta quella storia.

Prima di alzarsi le porse altri fogli che aveva raccolto, dopodiché, così com’era entrato, se ne andò.





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