La ragazza con il cuore in gabbia.

di angelocorvo
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La ragazza con il cuore in gabbia.
Capitolo uno.

 
La tournée, iniziata nella primavera del 1965, del Magico Circo dei Fratelli Periot aveva ottenuto consensi in tutto il paese, sin dalla primissima tappa, riempiendo il tendone ben oltre i limiti consentiti dalle norme per la sicurezza. Tutta questa eccitazione non era certo dovuta agli animali esotici (in realtà due vecchie zebre ed un leone sdentato e pigro) o hai numeri delle acrobate o dei clown. Il merito era da attribuire a Shelly, l’incantevole e fulgida stella del Circo dei Fratelli Periot. In effetti il suo viso troneggiava su tutti i manifesti e i cartelloni che anticipavano l’arrivo in città degli artisti, insieme a un’elegante dicitura in corsivo:
La ragazza con il cuore in gabbia.
Il suo volto giovane, incorniciato da folti capelli rossi e illuminato da due penetranti occhi azzurri, rendeva impossibile non dare almeno un’occhiata alla pubblicità e da solo poteva bastare a radunare un buon numero di persone; ma la curiosità che nasceva da quella frase e dal passaparola che precedeva di giorni l’arrivo del circo, assicurava un tutto esaurito dopo l’altro. Da un po’ di tempo persino i giornali si interessavano a lei, senza però riuscire a ottenere interviste o fotografie, dal momento che i Fratelli Periot facevano controllare all’ingresso  tutti gli spettatori, trattenendo per l’intera durata dello spettacolo le macchine fotografiche, espressamente vietate, e nessuno aveva mai visto Shelly in pubblico al di fuori degli spettacoli.
La gabbia in questione era una vera e propria prigione per il cuore, che pompava sangue tranquillo e in bella mostra. Lo sportellino, posto sul costato sinistro subito a lato del seno, simile a quello di una gabbietta per gli uccelli, aveva una piccola serratura dalla forma curvilinea molto particolare. Le sbarre erano argentate, sottili ma incredibilmente robuste e resistenti, e il tutto, al contrario di quanto si possa immaginare, era molto pulito e ordinato: niente dall’esterno poteva entrare nella gabbia, così come una qualche strana forza impediva il processo inverso.
 

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