Ciau
bimbe e bimbi..nel caso vi siano dei ragazzi che mi leggano. Perdonate
un sacco il tempo che ci ho messo ad aggiornare questa storia..mi rendo
conto che è passato un sacco da quando ho promesso di
aggiornare, ma ho avuto molto da fare e qualche crisi depressiva. Ora
va molto meglio e così ho deciso di tornare alla carica e
quanto meno di finire di scrivere le storie che ho in sospeso, compresa
questa, che a dire il vero doveva esser composta solo da due capitoli.
Perdonatemi per l'attesa vergognosa!
Via
si va ad incominciare....
Kojiro Hyuga, capitano della squadra Toho, fu il primo quella sera a
varcare le porte dell'albergo. Soda era lì. Probabilmente
era in attesa di Takeshi per andare a dormire. Con lui c'era anche
qualche altro ragazzo della squadra, che guardò il capitano
con vera venerazione. Era il loro capitano e benché fossero
tutti molto orgogliosi, erano sempre contenti di vedere il ragazzo dal
fisico scultoreo e dall'appariscente abbronzatura, assolutamente
naturale. Kojiro era scuro di pelle, coi capelli lunghi fino alle
spalle, piuttosto scompigliati e lo sguardo fiero ed indomito, cosa che
in campo gli era molto utile. Era raro che Kojiro affrontasse qualcuno
che non lo temeva per il suo sguardo feroce, come quella di una giovane
tigre, che poi era l'animale che gli aveva donato il suo soprannome.
Ken Wakashimazu era il secondo ad entrare. Fu salutato da un coro di
grida di giubilio. Erano tutti contenti di vederlo. Ad occhio esterno
poteva quasi sembrare che il giovane portiere fosse più
apprezzato del capitano, ma non era così. Era semplicemente
perché era più allegro e più alla mano
del capitano stesso e per questo motivo era molto apprezzato dai suoi
compagni di squadra, benché fosse conosciuto per la sua
severità ed il suo rigore fisico e morale, dovuto anche al
karate. Ken, i cui lunghi capelli corvini, oscillavano sulle spalle, il
fisico snello ed asicutto e i muscoli elastici. Ken sorrise a tutti,
contento di tutte quelle attenzioni. Adorava essere il centro
dell'attenzione. Era sempre stato abituato ad essere guardato,
ammirato, apprezzato, sia per simpatia sia per aspetto. Certo. Quelli
erano tutti maschi e lui non apprezzava i maschi, se non Kojiro. Al
pensiero di averlo baciato solo poco prima divenne per un istante
leggermente rosso, ma lasciò perdere quel pensiero e si
accomodò vicino a Soda, che era ancora sveglio.
Probabilmente attendeva Takeshi.
L'ultimo ad entrare fu proprio il più piccolo: Takeshi
Sawada. Era l'unico ragazzo che si avvicinasse molto ai due
più grandi ed eroi della Toho, Ken e Kojiro. Era l'unico che
i due permettevano si avvicinasse tanto a loro. Non erano mai stati
molto socievoli, sia Ken, apparentemente più disponibile,
sia Kojiro, una vera tigre solitaria. Takeshi era dotato di quella dote
rara, la dolcezza e lo spirito di sacrificio, che tanto colpiva gli
adulti. Era ancora piccolo, un ragazzino. Era ancora alle medie, eppure
era pienamente a suo agio con quei ragazzi più grandi di lui
ed aveva dinnanzi a sé un futuro promettente...non per
niente era ricercato anche dalle altre squadre di calcio e ben voluto
da tutti i compagni di classe e squadra. Era strano. Era un ragazzino,
poco più di un bambino, ma era comunque una persona
intelligente e molto matura, per questo motivo tutti lo cercavano. Lui
stesso era molto amico dei due ragazzi inavvicinabili. Takeshi coi suoi
innocenti occhi dolci, gli zigomi tondi e l'espressione di un bambino
aveva l'affetto di tutti quanti. Si avvicinò a Soda e, dopo
aver scambiato quattro chiacchiere, i due si ritirarono nella loro
stanza. Probabilmente a parlare ancora.
Kojiro sapeva che il giorno dopo Takeshi si sarebbe addormentato sul
pulmino, che li avrebbe riportati a casa. Il campionato studentesco era
finito e quindi tutti sarebbero tornati a casa loro, la cosa gli faceva
piacere, in quanto durante la sua assenza aveva lasciato i fratellini
più piccoli a fare il suo lavoro e non gli piaceva dargli
quell'onore a quei poveri tre bimbi...e poi era preoccupato per sua
mamma. Seguì con lo sguardo Takeshi. Era quasi un fratello
per lui, in effetti aveva pochi anni più di suo fratello. Lo
seguì con lo sguardo fino a quando Soda non chiuse la porta.
Solo allora si volse verso Ken. Dovevano anche loro andare a dormire e
quale migliore occasione che stare chiusi nella stessa stanza per
parlare del bacio di poco prima. Dovevano pur chiarirsi, anche se la
prospettiva non era molto allettante. Non voleva essere una femminuccia
o esser considerato tale dal più irritante ragazzo al mondo,
conosciuto anche con il nome di Ken.
*Ci dobbiamo ritirare anche noi. Spicciati e fai quello che devi.*
Ordinò secco, per poi alzarsi dal divano, sopra al quale si
era seduto. Si diresse al bar e prese un bicchiere d'acqua naturale del
rubinetto. Era più forte di lui. Era tutto stato pagato
dall'associazione del Toho, ma lui non poteva fare a meno di pensare
all'economia della sua povera casa e quindi cercava di spendere sempre
il meno possibile e poi l'acqua in bottiglia aveva lo stesso sapore
dell'acqua del rubinetto.
Ken seguì i movimenti di Kojiro ed assentì. Era
meglio sparire nella loro camera e poi aveva da chiedere un favore a
Kojiro. Il dottore, fastidioso come pochi, gli aveva dato da prendere
una pomata analgesica e lui doveva mettersela. C'era solo un piccolo
problema, avendo una ferita sulla spalla, aveva bisogno di un aiuto per
mettersela. Si alzò, seguendo il capitano della squadra e si
diresse verso il bar. Prese una bottiglia d'acqua fredda. Lui aveva
bisogno di bere durante la notte e poi si diresse verso la camera,
seguito da Kojiro. Percorsero i corridoi nel silenzio più
assoluto per non svegliare i compagni di squadra. Quando raggiunsero la
loro camera, Ken aprì la porta e si buttò sul
letto, non senza riuscire a trattenere una leggera smorfia di fastidio.
Odiava le ferite alle spalle. Erano così fastidose e
dolorose. Guardò verso Kojiro che si era seduto sul letto,
senza mai staccargli gli occhi di dosso e con le braccia appoggiate
sulle ginocchia. Si era tolto la maglietta. In quel momento ricordava
più che mai una tigre e Ken si sentì braccato, la
cosa non gli piaceva per niente. Non era abituato ad esser guardato in
quel modo. Sentì rimescolarsi lo stomaco però.
*Ebbene?* Domandò solamente per allentare quella tensione e
prendendo la pomata dal cassetto del comodino. La tirò a
Kojiro, il quale la afferrò senza problemi al volo. Gli
occhi dei due ragazzi si incrociarono. Ken si tolse a fatica la
maglietta, ma poi rimase incastrato. Era noioso per i primi giorni
togliersi i vestiti, perché non riusciva comunque a farlo da
solo, non almeno il primo giorno, complice anche il dolore.
Guardò verso Kojiro con la maglietta mezza levata e mezza no.
Kojiro afferrò la pomata al volo, poi osservò i
movimenti impacciati di Ken per togliersi la maglietta. Gli venne quasi
da ridere e ghignò per quello spettacolo abbastanza
ridicolo, ma vedendo una smorfia di fastidio sul viso di Ken, non rise.
Si alzò in piedi e si avvicinò, ignorando la
domanda di Ken. Era così bello. Era meraviglioso, anche se
mai lo avrebbe detto. Era troppo orgoglioso per rivelare quei pensieri.
Sorrise solamente contento per quello che vedeva. Gli occhi di Kojiro
seguirono Ken ed analizzarono volentieri quei familiari muscoli, in
fondo non era la prima volta che lo vedeva senza maglietta, anzi era
ormai una sua abitudine. Inizialmente come molti ragazzini aveva fatto
paragoni tra sé ed il corpo di Ken, per poi imparare ad
apprezzarlo e guardarlo nella sua interezza. Non aveva bisogno di
parole. Sapeva il motivo per cui Ken gli aveva lanciato la pomata. Si
avvicinò e con una mossa svelta ed allo stesso tempo
delicata, pur non essendo di base lui un tipo molto delicato, tolse la
maglietta dal corpo del suo portiere. La spinse a lato. Poi, prese un
po' di pomata e se la mise sulla mano. La passò sulla spalla
e sulla schiena del bruno, che si era ovviamente girato di spalle.
Ken si rilassò sotto quelle attenzioni. Erano piacevoli le
mani di Kojiro su di sé. Erano rilassanti e dopo qualche
istante di iniziale fasitidio per la ferita, smisero di fargli male e
lo rilassarono completamente. Kojiro aveva veramente belle mani,
così diverse dalle sue, allenate a prendere le pallonate.
Non che fossero comunque curate, considerando che aveva tre lavori
pesanti ogni giorno da portare a termine, data la povertà
della famiglia. Quando le mani di Kojiro passarono su di un punto
particolare, però, un mezzo ansito gli uscì dalle
labbra. Era strano. Cos'era appena successo? Sgranò un
momento gli occhi. Non era stato dolore, anzi. Era stato piacevole aver
le mani del giovane su di sé in quel modo. Si
passò una mano tra i capelli, avvertendo Kojiro spostarsi e
mettersi davanti al suo viso. Entrambi si guardavano, ma nessuno
riusciva a parlare. Cosa si potevano dire? Non c'erano commenti da
fare. Non era il momento? Era il momento? Cosa accadeva tra loro in
quei momenti? Perché tanta tensione nell'aria? Chi dei due
avrebbe ceduto per primo e lasciato da parte l'orgoglio? Cosa ne
sarebbe stata della loro amicizia? Entrambi sapevano che erano quelle
domande che stavano tormentando l'altro, ma nessuno dei due aveva le
risposte. Certo. Si erano baciati, ma non ne avevano ancora parlato in
modo sicuro. Fu Kojiro il primo a rompere il silenzio. Era suo dovere
essere guida e capo della sua squadra e per lui tutto era calcio,
quindi tutto era collegabile alla sua squadra di calcio.
*Ken, quel bacio non è stato un errore...almeno per me.*
Disse solamente. Non aveva bisogno di dire nient'altro, anche
perché insomma aveva pur sempre il suo amato orgoglio. Non
voleva assolutamente cedere ancora di più. Era troppo
importante il suo orgoglio prezioso. Si limitò a guardare
negli occhi Ken.
Ken ricambiò quello sguardo intenso e sentì
quelle parole. Era giusto che fosse stato Kojiro a parlare per primo.
Toccava a lui spiegarsi, almeno per una volta, considerando la vera e
propria fobia del condividere l'emozione con gli altri, fobia che poi
aveva anche Ken per certi versi. Erano due troppo orgogliosi. Ken
sentì quelle parole e sorrise. Si avvicinò al
viso del capitano, prendendo stavolta lui l'iniziativa e
baciò nuovamente quelle labbra. Era scontato che neppure per
lui era stato un errore. Ken avvertì un momento di
indecisione in Kojiro. Non ci voleva un genio per capire cosa avesse
che non andava. Kojiro fissava la spalla di Ken, mordicchiandosi il
labbro inferiore. Ken guardò verso la sua spalla contusa e
poi Kojiro. Per la prima volta il capitano gli infuse una grandissima
tenerezza. Aveva paura di ferirlo e quindi ora aveva paura. Sorrise
serenamente e poi si avvicinò di nuovo al viso di Kojiro.
*Non ti preoccupare per la mia spalla...in fin dei conti non
è nulla di che. Non fa neanche male.* Disse con la sua voce
sicura e forte, eppure musicale, causa di quella esse un pochino
sibillina. Ken era fatto così. Il dolore lo fermava per poco
tempo, motivo per cui riusciva a parare anche con le mani ridotte
maluccio.
Kojiro guardò Ken e ghignò un momento. Era
pazzesco il suo portiere. Non esisteva qualcuno di più
stoico di Ken. Era proprio particolare. Lo aveva visto ferirsi in
maniera grave, ma mai era rimasto fermo per più di una
settimana. Era più forte di lui. Doveva muoversi. Da un lato
quell'aspetto gli piaceva moltissimo, ma dall'altro lo preoccupava,
anche se mai lo avrebbe ammesso. Ken non era tipo da apprezzare la
preoccupazione eccessiva. Kojiro sorrise e ribaciò Ken. Il
bacio da leggero ed infantile divenne sempre più profondo.
Le mani si spostarono, i corpi si rilassarono in quel contatto. Senza
neanche sapere come fosse possibile, si ritrovarono Ken sotto e Kojiro
sopra, le labbra ancora unite, le mani che toccavano l'altro corpo. Era
tutto nuovo. Non si erano mai toccati, pur avendone provato il
desiderio molte volte. Non avevano mai voluto esaudire quel sogno ad
occhi aperti. Non era dignitoso cercare di toccare il proprio portiere
o il proprio capitano con i compagni di squadra presenti. Kojiro si
sentì di dire ancora qualcosa, prima di chinarsi con il capo
sui capezzoli rosei dell'altro ragazzo.
*Tu non mi dominerai né ora che sei ferito, né
quando sarai in buona salute, Ken...* Era un avvertimento, quasi un
ordine. Non aveva la minima intenzione di essere passivo. Non era da
lui esser passivo. Prese subito dopo il capezzolo sinistro tra i denti,
stringendolo un attimo.
*N-Non ne sarei tanto sicuro...Ca-Capitano...* Sussurrò
solamente Ken, lasciando che quella volta fosse Kojiro a dominare, ma
prendendolo in giro forzatamente sul capitano. Ken lo chiamava di rado
in quel modo, avendo con lui un rapporto diverso da quello che avevano
tutti gli altri con lui. Tuttavia, i gemiti e gli ansiti vanificarono
molto il suo sforzo di essere ironico e sarcastico.
Kojiro sbuffò un momento o forse ridacchiò per
quella provocazione inutile. Non si riusciva a capire in quanto la
testa del capitano della Toho era affondata nel petto del giovane
ragazzo dai capelli corvini. Il giovane ragazzo dalla pelle bronzea
leccò con gusto ogni centimetro del petto del giovane sotto
di sé, gustandosi ogni sapore, esplorando ogni singolo
pezzetto di carne, chiedendosi se era così che aveva
immaginato la pelle di Ken. La risposta era incredibile,
perché non era così che se l'era immaginato, ma
era molto meglio. Tuttavia, neppure quello sarebbe mai stato rivelato a
nessuno. Erano tutti segreti che sarebbero morti con lui. Le mani di
Kojiro scivolarono sotto i calzoncini della tuta di Ken, sforzando
l'elastico ed andarono in automatico a cingere l'erezione del portiere.
Poco dopo quei pantaloncini finirono sul pavimento della camera, senza
curarsi di dove potessero cadere i due giovani ripresero.
Ken gemette, ma non poteva più stare con le mani in mano. La
sua mano si spostò sotto i calzoncini da calcio di Kojiro e
carezzarono l'erezione. Iniziarono a sfidarsi a chi resisteva di
più alle reciproche carezze. Inutile dire che persero,
venendo con un gemito ed una spruzzata di liquido candido l'uno sulla
mano dell'altro. In seguito i due litigarono molto, convinti di aver
vinto la sfida. Kojiro portò subito dopo la mano al pertugio
più intimo di Ken e fece entrare le dita in quel luogo
stretto ed inesplorato. Era morbido, particolarmente caldo, ma anche
forte...era come Ken.
Kojiro poteva sentire le prime contrazioni del ragazzo, che sentiva
sicuramente male, ma che era troppo orgoglioso e fiero per darlo a
vedere. Non emise neanche un gemito di fastidio o frustrazione. Si
limitò a fare quello che faceva di solito: chiudere gli
occhi ed attendere che la sensazione dolorosa si affievolisse. Quando
iniziò a sentire meno fastidio, Ken iniziò a
muoversi in concomitanza con le dita di Kojiro. Kojiro non ebbe fretta.
Preparò per bene il suo portiere a ricevere qualcosa di
più sostanzioso delle sue dita. Il pertugio era stretto, ma
lui aveva bisogno di tempo per prepararlo. Quando fu sicuro che nessun
gemito di dolore (Kojiro era in grado di distinguere ogni espressione
di Ken..sia quelle di felicità sia quelle di dolore),
entrò in lui con delicatezza. Le spinte iniziarono lente,
per poi farsi sempre più decise, così come i
gemiti. Ogni gemito era una carezza sia per Kojiro che li sentiva sia
per Ken che li emetteva. I movimenti divennero sempre più
concitati e colpirono la prostata di Ken. I due giovani vennero nello
stesso momento, per poi accasciarsi mollemente sul letto.
Kojiro uscì da Ken. I due non si dissero niente. Non ci
furono neanche coccole. Non ce ne era bisogno tra loro. Loro erano
loro. Sapevano del loro affetto, del loro amore, senza per altro averne
conferma effettiva. Nessuno dei due avrebbe mai potuto però
dire qualcosa di melenso. Non era da loro. Si guardarono e si
addormentarono, guardandosi l'uno negli occhi dell'altro e nel silenzio
più assoluto. Che bisogno c'era di parole inutili? Non erano
due persone insicure e quindi erano certi che il destino avrebbe
continuato a tenerli uniti, anche senza dirlo a voce alta, cosa che
avrebbe reso meno potente il loro legame e vincolo. Era quello
l'importante.
Note
dell'Autrice:
Allora..finalmente
è finita. La voglia di finirla non c'è mai stata
fino a stasera. Spero che vi piaccia come lavoro..io ho fatto del mio
meglio. Mi auguro di non aver fatto errori..purtroppo in sto periodo
sto messa sempre male e questa storia l'ho scritta tra continue
interruzioni. Spero vi piaccia. Risponderò ora alle
recensioni:
Florimars:
Cara...perdonami innanzittutto per l'attesa
assurda. Finalmente ho scritto il seguito e mi auguro che ti sia
piaciuta lo stesso, anche se ci ho messo un pochino e questa volta non
l'ho fatta bettare. Non sono ancora abituata a scrivere niente su
Capitan Tsubasa. Ti ringrazio molto per i complimenti, davvero. Ho
apprezzato tremendamente. Devo dire che questo pairing mi è
sempre piaciuto anche a me e son rimasta sconvolta quando ho visto che
non c'era quasi nulla su loro due. Ora eccoti il seguito *_* Grazie per
aver commentato il primo capitolo.
Luna8029:
Grazie mille per la recensione, ma la ficcy è finita qua.
**! Alla prossima!
Ringrazio
i preferiti, i seguiti e i ricordati: Florimars,
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