5. GIRLS JUST WANT TO HAVE
FUN
La sessione di prove finì dopo poco più di un’ora.
"Adesso cosa faranno?", chiese a David.
"Hanno un servizio fotografico a mezzogiorno e poi il pomeriggio libero,
quindi sarà una giornata perfetta per il tuo lavoro, potrai torturarli con le
tue domande fino a sera! Partiamo alle undici, tra due due ore, vieni con
noi."
"Benissimo.", disse Mac.
I ragazzi posarono i loro strumenti e uscirono dalla sala per andare in
un'altra stanza, chiamata semplicemente stanza del relax. Lì avevano tutto
l'occorrente per passare le loro giornate: playstation, tv, lettore dvd, stereo
e un frigo bar in cui avevano litri di coca e altre bibite varie.
"Non è che mi riempirete di schifezze come venerdì?", disse loro
ridendo, mentre entravano nella stanza.
"Se ti comporterai bene...”, le fece Tom, “E finora non mi sembri molto
buona…”
"Lascialo perdere,", disse Georg, notando l’occhiataccia che Mac
aveva lanciato a Tom, "è sempre il solito sbruffone."
"Lo annoterò nei miei appunti…. Allora....", fece lei, riponendo
l’ascia di guerra, mentre sfogliava il suo block notes alla ricerca delle
domande che aveva preparato per loro.
"Non inizierai mica a intervistarci ora!", fece Bill, con aria
stanca, "Abbiamo tutto il pomeriggio davanti a noi!"
"Ti capisco, però prima facciamo questa cosa...", si spiegò Mac.
"Ma ti stiamo così tanto antipatici?", fece Gustav, scocciato
dall'atteggiamento negativo della ragazza.
"Hai ragione, scusa, è la mia parte acida che viene fuori quando si sente
a disagio... Che volete fare allora?", fece Mac, scusandosi per la sua
perseveranza nell’errore.
"Partita alla play?", propose Tom, incontrando il parere favorevole
dei suoi compagni.
"Ok, allora posso riprendervi un po'?", domandò Mac.
"Fai pure!", disse Georg.
Mac sistemò la telecamera in un punto dal quale si poteva riprendere tutta la
stanza e premette il pulsante rec. I ragazzi si sfidarono al classico
gioco spara tutto, quello in cui si puntava il mirino e si doveva
uccidere chiunque si parava davanti ad esso… Un gioco che a Mac non piaceva per
niente. La prima partita era tra Tom e suo fratello e, a detta di Gustav,
sarebbero andati avanti per molto senza che uno dei due perdesse. Infatti, dopo
un'ora ininterrotta di gioco i due erano sempre incollati allo schermo a
sfidarsi.
"Che palle...", esclamò Georg, "Non ci fate mai giocare!"
"Un minuto!", disse Bill.
"Sì, mezz'ora di minuti fa stava a me..."
"Giocate sempre a questo tipo di giochi qua?", gli chiese Mac.
"Sì, più o meno lo stile è quello, gli altri non ci piacciono molto.”,
rispose Gustav, anche lui in attesa del suo turno, “E poi con questi si possono
fare le sfide a due, le classifiche."
"Interessante..."
"Ti stai annoiando vero?", le chiese Georg, vedendola un po' appassita.
"Beh... mi piacciono i videogiochi ma non sono una grande appassionata
come voi."
"Allora cosa ti piace fare?"
"Mi piace camminare, stare all'aria aperta, mi piacciono i cinema, andare
ai concerti, stare nei pub ad ubriacarci finchè riusciamo a restare in piedi,
mi piace chiacchierare sinceramente con una persona... solo che lavoro troppo e
non ho tutto questo tempo libero come voi. Diciamo che oggi per me è una
vacanza!"
"Perchè? Fai dei brutti orari?", le chiese Gustav.
"No, ho due lavori. Al giornale e nel locale dove ci siamo incontrati
venerdì. Lo faccio perchè come assistente di redazione non guadagno molto
bene... Mi fanno sgobbare! Siete fortunati voi, non sapete quanto. Fate ciò che
amate di più nella vita e guadagnate un pacco di soldi!"
"Stiamo settimane senza fermarci, la stampa ci sta alle calcagna e abbiamo
tonnellate di ragazzine urlanti che ci vengono dietro fedelissime...",
disse Georg, elencando i lati negativi dell’essere parte Tokio Hotel.
“Il vostro respiro vale migliaia di euro… Georg, se potessi cambierei la mia
vita con la tua, anche se non sopporterei niente di tutto quello che vi
circonda!”, disse Mac, con una vistosa punta di invidia.
"Ma non te lo danno un aumento?", le chiese Gustav.
"Forse se faccio un buon lavoro con voi... basterebbe poco per farmi
lasciare l'altro lavoro. La maggior parte delle spese vanno a finire nella mia
macchina."
"Già… Con tutto quello che costa la benzina...", disse Georg,
mettendosi le mani dietro alla testa.
"Magari fosse solo quella... guarda un po'...", fece lei, alzandosi e
andando verso la finestra, "Quel cartoccio lì è la mia macchina."
I ragazzi seguirono la direzione in cui puntava il suo dito.
"Quale? Quella celeste?... spero di no!", fece Georg, vedendo un
vecchio ammasso di ferraglia colorata.
"E invece sì... è la mia adorata macchinina...", disse Mac,
sospirando.
"Gesù... ma cade a pezzi! Perchè non la compri nuova?”, le fece Gustav,
che non poteva credere ai suoi occhi. La carrozzeria era arrugginita alle
giunture, il parafango posteriore stava per cadere da un momento all’altro… più
che una macchina d’epoca era una macchina preistorica…
"Non me ne posso permettere una nuova, nè una usata.", spiegò Mac.
“Ma i tuoi genitori? Non ti potrebbero aiutare?”
“Volendo potrei anche chiedere loro di anticiparmi qualcosa… ma da quando vivo
da sola sto cercando di fare a meno del loro aiuto economico.”, disse lei.
“Vivi da sola?!?!”, esclamò Georg, incredulo.
“Sì… è un anno che me ne sono andata di casa. Non per problemi familiari, solo
per bisogno di indipendenza.”
“Ma quanti anni hai?”, le chiese Gustav, che fino a quel momento gliene avrebbe
potuti dare circa diciotto… già faceva due lavori, viveva da sola… si doveva
essere diplomata in anticipo, oppure aveva smesso di studiare…
“Diciannove.”, rivelò lei.
“Niente università?”, le domandò Georg.
“No… diplomata a suon di scappellotti. Non ho mai amato la scuola!”, disse lei,
ridendo senza imbarazzo.
"E' un peccato... una bella ragazza come te non fa una bella figura su
quella macchina...", fece Georg. Dimostrava molta sicurezza in se stessa
e, per avere la sua età, era sicuramente più matura di tutte le altre ragazze
sue coetanee. Era solo di un anno più piccola di lui e già doveva preoccuparsi
di come arrivare alla fine del mese…
"Wow! Allora Tom non è l'unico marpione del gruppo!", se ne uscì Mac,
scoppiando a ridere fragorosamente.
"Ok, lo prendo come un complimento!", fece l'altro ridendo.
"Ti ho ucciso!", esclamò improvvisamente Tom, che evidentemente aveva
distrutto suo fratello.
"A quel paese!", fece Bill, lasciando arrabbiato il joystick che fu
presto afferrato da Gustav.
Si avvicinò alla finestra dove Mac e Georg stavano ancora osservando la
Celestina.
"Vi dispiace se fumo ragazzi?", chiese Mac ai due.
"No figurati.", le risposero.
Frugò nella borsa ed estrasse una scatoletta di latta tutta colorata, con
un grosso simbolo della pace sul coperchio. La aprì, prese una sigaretta e se
la mise in bocca. Tirò fuori un pacchetto di fiammiferi, lo sfregò e accese la
sigaretta, gettandolo poi in un posacenere appoggiato sul davanzale della
finestra.. I ragazzi rimasero lì a guardarla, come se stesse facendo una cosa a
loro nuova e sconosciuta.
"Beh, che c'è?", fece lei, dopo aver aspirato la prima boccata.
"Usi i fiammiferi?", le chiese Bill.
"Sì, odio gli accendini, non riesco ad usarli.", disse Mac, poi gli
offrì la sigaretta, "Vuoi fare un tiro?"
"Volentieri.", fece l'altro, prendendola e aspirando, "Che
sapore strano... sanno di liquirizia!"
"Guarda...", fece Mac, mostrandogli la scatoletta di latta in cui
teneva le sigarette, "Ci metto la liquirizia in piccoli pezzi e ne
prendono il sapore. Tienila pure, io ne prendo un'altra."
"Wow, non ho mai visto una cosa del genere.", disse Georg.
"Allora prenditene una pure tu."
Mentre i tre, alla finestra, si gustavano le loro sigarette alla liquirizia,
David entrò nella stanza per annunciare che tra un'ora sarebbero partiti.
"Un altro servizio fotografico... che palle...", disse Georg,
"Non basta prendere le nostre vecchie foto, ne abbiamo fatte a
migliaia!"
"Dovrei farvene qualcuna anche io... per l'intervista...", disse Mac,
con la sigaretta in bocca, mentre programmava la sua reflex.
"Dai, ti prego, no!", fece l'altro.
"Devo... mi dispiace.", disse lei, scattandogliene una al volo.
"Cancellala, sicuramente sono venuto uno sgorbio...", la pregò Georg,
cercando di afferrare la fotocamera dalle sue mani.
"Eh no! Io voglio i veri Tokio Hotel, voglio i ragazzi normali, non voglio
le rock star, montate e programmate dalle case discografiche e dai
contratti.", fece lei, facendogliene un'altra.
"Dammi quella macchina!", esclamò l'altro, cercando di prendergliela.
"Bellissimo! Mi sembra di essere un paparazzo! Mi picchierai ora?",
disse Mac, riusciva sempre a scansare le mani di Georg, "Dai, pensa che lo
stai facendo per una povera ragazza che deve fare due lavori per
mantenersi."
"Allora va bene... come sto così?", fece lui, atteggiandosi da James
Dean.
"Perfetto!", esclamò Mac, facendogli l’occhiolino.
"Ora fanne una a me!", fece Bill, posando con la bocca chiusa in un
bacio e gli occhi stretti.
Mac riuscì ad invogliare anche Gustav ad essere immortalato in posizioni
strambe, da ragazzi normali. Pre Tom, che era il più restio di tutti, lasciò il
suo videogioco per divertirsi con gli altri.
"Ecco, perfetto, Gustav prendi Georg tra le braccia come se fosse un
bambino!", disse Mac.
"Vuoi farmi venire un'ernia?", protestò a gran voce Gustav.
"Oh, tesoro mio,” esclamò Georg, affinando la sua voce profonda e
prendendo a sculettare, “vuoi davvero che ti stringa forte forte?"
"No, ho cambiato di nuovo idea!", disse Gustav, allontanandosi, ma
Georg lo prese in braccio già prima che lui potesse dire altro e Mac,
prontamente, scattò un'altra foto.
"Ora tocca a te, Tom...”, disse la ragazza, appoggiando una mano sul
fianco e abbozzando un sorriso molto poco rassicurante, “Ho una bella idea...."
"No! Io non lo faccio!", esclamò Tom, arrabbiato.
"Certo che lo farai!", fece suo fratello.
"Non ci penso nemmeno!"
"Fu tua l'idea di versarle la birra e i pop corn addosso. Se si vuole
vendicare è più che giustificata!"
"Mai e poi mai!", ribattè l’altro, irremovibile.
Dentro al bagno, Tom di rifiutava categoricamente di fare come gli aveva
chiesto Mac. Intanto lei, insieme agli altri due ragazzi, aspettava fuori e
rideva, attendendo di vedere il risultato della sua idea.
"Tom, fai come ti dico e poi potrai vendicarti come vuoi!", disse
Mac, appoggiandosi alla porta del bagno, cercando di non ridere.
"Ma cosa state facendo?", chiese David, vedendoli tutti intorno alla
toilette, che si coprivano la faccia e sghignazzavano sonoramente. Gustav gli
fece segno di non preoccuparsi e l'uomo si rassegnò, sapeva quanto diventavano
pazzi se si impegnavano, chissà cosa stava per succedere.
"Rullo di tamburi!", disse Bill, aprendo la porta, "Ta
daaaaa!"
Si discostò dalla soglia della porta, per permettere a Tom di fare la sua
uscita trionfale, ma di lui non c'era traccia.
“Tom?”, fece Mac, con la fotocamera pronta.
“Fottetevi tutti.”, sibilò il ragazzo, mostrandosi al suo pubblico con faccia
imbronciata.
Dopo un attimo di silenzio, Georg scoppiò in una risata isterica e si accasciò
in terra. Gustav rimaneva lì, con gli occhi di fuori, incerto tra il ridere o
il piangere, in entrambi i casi per le risate. Mac, aspettandosi che il ragazzo
si nascondesse di nuovo, scattò subito un paio di fotografie.
"Tom... sei... sei...", cercava di dire Georg, "Sei
bellissima!"
La vendetta di Mac si era compiuta: con sguardo soddisfatto, davanti a lei Tom,
che indossava il completo di Jutta, truccato ad arte del fratello. Il rosa
pallido gli donava benissimo, pensava soddisfatta. L'unica cosa inquietante
erano i peli sulle sue gambe… senza quelli sarebbe stata una perfetta drag
queen! Anche David, che rimasto nei paraggi per vedere cosa avevano combinato,
scoppiò a ridere.
"Basta che siate pronti per uscire tra mezz'ora, poi puoi fargli tutte le
fotografie che vuoi!", disse, una volta che ebbe recuperato il fiato.
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