Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel
Segui la storia  |       
Autore: RubyChubb    31/07/2007    6 recensioni
Una rivista, una ragazza incasinata e casinista, il suo coinquilino gay, la sua collega pazza... e tanti guai! 'scusate la stupidità del titolo e della presentazione, ma ho trenta gradi di caldo in casa....'
Genere: Commedia, Demenziale | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
- Questa storia fa parte della serie 'Life, Love and Hate by Tom and Mac' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

5. GIRLS JUST WANT TO HAVE FUN




La sessione di prove finì dopo poco più di un’ora.
"Adesso cosa faranno?", chiese a David.
"Hanno un servizio fotografico a mezzogiorno e poi il pomeriggio libero, quindi sarà una giornata perfetta per il tuo lavoro, potrai torturarli con le tue domande fino a sera! Partiamo alle undici, tra due due ore, vieni con noi."
"Benissimo.", disse Mac.
I ragazzi posarono i loro strumenti e uscirono dalla sala per andare in un'altra stanza, chiamata semplicemente stanza del relax. Lì avevano tutto l'occorrente per passare le loro giornate: playstation, tv, lettore dvd, stereo e un frigo bar in cui avevano litri di coca e altre bibite varie.
"Non è che mi riempirete di schifezze come venerdì?", disse loro ridendo, mentre entravano nella stanza.
"Se ti comporterai bene...”, le fece Tom, “E finora non mi sembri molto buona…”
"Lascialo perdere,", disse Georg, notando l’occhiataccia che Mac aveva lanciato a Tom, "è sempre il solito sbruffone."
"Lo annoterò nei miei appunti…. Allora....", fece lei, riponendo l’ascia di guerra, mentre sfogliava il suo block notes alla ricerca delle domande che aveva preparato per loro.
"Non inizierai mica a intervistarci ora!", fece Bill, con aria stanca, "Abbiamo tutto il pomeriggio davanti a noi!"
"Ti capisco, però prima facciamo questa cosa...", si spiegò Mac.
"Ma ti stiamo così tanto antipatici?", fece Gustav, scocciato dall'atteggiamento negativo della ragazza.
"Hai ragione, scusa, è la mia parte acida che viene fuori quando si sente a disagio... Che volete fare allora?", fece Mac, scusandosi per la sua perseveranza nell’errore.
"Partita alla play?", propose Tom, incontrando il parere favorevole dei suoi compagni.
"Ok, allora posso riprendervi un po'?", domandò Mac.
"Fai pure!", disse Georg.
Mac sistemò la telecamera in un punto dal quale si poteva riprendere tutta la stanza e premette il pulsante rec. I ragazzi si sfidarono al classico gioco spara tutto, quello in cui si puntava il mirino e si doveva uccidere chiunque si parava davanti ad esso… Un gioco che a Mac non piaceva per niente. La prima partita era tra Tom e suo fratello e, a detta di Gustav, sarebbero andati avanti per molto senza che uno dei due perdesse. Infatti, dopo un'ora ininterrotta di gioco i due erano sempre incollati allo schermo a sfidarsi.
"Che palle...", esclamò Georg, "Non ci fate mai giocare!"
"Un minuto!", disse Bill.
"Sì, mezz'ora di minuti fa stava a me..."
"Giocate sempre a questo tipo di giochi qua?", gli chiese Mac.
"Sì, più o meno lo stile è quello, gli altri non ci piacciono molto.”, rispose Gustav, anche lui in attesa del suo turno, “E poi con questi si possono fare le sfide a due, le classifiche."
"Interessante..."
"Ti stai annoiando vero?", le chiese Georg, vedendola un po' appassita.
"Beh... mi piacciono i videogiochi ma non sono una grande appassionata come voi."
"Allora cosa ti piace fare?"
"Mi piace camminare, stare all'aria aperta, mi piacciono i cinema, andare ai concerti, stare nei pub ad ubriacarci finchè riusciamo a restare in piedi, mi piace chiacchierare sinceramente con una persona... solo che lavoro troppo e non ho tutto questo tempo libero come voi. Diciamo che oggi per me è una vacanza!"
"Perchè? Fai dei brutti orari?", le chiese Gustav.
"No, ho due lavori. Al giornale e nel locale dove ci siamo incontrati venerdì. Lo faccio perchè come assistente di redazione non guadagno molto bene... Mi fanno sgobbare! Siete fortunati voi, non sapete quanto. Fate ciò che amate di più nella vita e guadagnate un pacco di soldi!"
"Stiamo settimane senza fermarci, la stampa ci sta alle calcagna e abbiamo tonnellate di ragazzine urlanti che ci vengono dietro fedelissime...", disse Georg, elencando i lati negativi dell’essere parte Tokio Hotel.
“Il vostro respiro vale migliaia di euro… Georg, se potessi cambierei la mia vita con la tua, anche se non sopporterei niente di tutto quello che vi circonda!”, disse Mac, con una vistosa punta di invidia.
"Ma non te lo danno un aumento?", le chiese Gustav.
"Forse se faccio un buon lavoro con voi... basterebbe poco per farmi lasciare l'altro lavoro. La maggior parte delle spese vanno a finire nella mia macchina."
"Già… Con tutto quello che costa la benzina...", disse Georg, mettendosi le mani dietro alla testa.
"Magari fosse solo quella... guarda un po'...", fece lei, alzandosi e andando verso la finestra, "Quel cartoccio lì è la mia macchina."
I ragazzi seguirono la direzione in cui puntava il suo dito.
"Quale? Quella celeste?... spero di no!", fece Georg, vedendo un vecchio ammasso di ferraglia colorata.
"E invece sì... è la mia adorata macchinina...", disse Mac, sospirando.
"Gesù... ma cade a pezzi! Perchè non la compri nuova?”, le fece Gustav, che non poteva credere ai suoi occhi. La carrozzeria era arrugginita alle giunture, il parafango posteriore stava per cadere da un momento all’altro… più che una macchina d’epoca era una macchina preistorica…
"Non me ne posso permettere una nuova, nè una usata.", spiegò Mac.
“Ma i tuoi genitori? Non ti potrebbero aiutare?”
“Volendo potrei anche chiedere loro di anticiparmi qualcosa… ma da quando vivo da sola sto cercando di fare a meno del loro aiuto economico.”, disse lei.
“Vivi da sola?!?!”, esclamò Georg, incredulo.
“Sì… è un anno che me ne sono andata di casa. Non per problemi familiari, solo per bisogno di indipendenza.”
“Ma quanti anni hai?”, le chiese Gustav, che fino a quel momento gliene avrebbe potuti dare circa diciotto… già faceva due lavori, viveva da sola… si doveva essere diplomata in anticipo, oppure aveva smesso di studiare…
“Diciannove.”, rivelò lei.
“Niente università?”, le domandò Georg.
“No… diplomata a suon di scappellotti. Non ho mai amato la scuola!”, disse lei, ridendo senza imbarazzo.
"E' un peccato... una bella ragazza come te non fa una bella figura su quella macchina...", fece Georg. Dimostrava molta sicurezza in se stessa e, per avere la sua età, era sicuramente più matura di tutte le altre ragazze sue coetanee. Era solo di un anno più piccola di lui e già doveva preoccuparsi di come arrivare alla fine del mese…
"Wow! Allora Tom non è l'unico marpione del gruppo!", se ne uscì Mac, scoppiando a ridere fragorosamente.
"Ok, lo prendo come un complimento!", fece l'altro ridendo.
"Ti ho ucciso!", esclamò improvvisamente Tom, che evidentemente aveva distrutto suo fratello.
"A quel paese!", fece Bill, lasciando arrabbiato il joystick che fu presto afferrato da Gustav.
Si avvicinò alla finestra dove Mac e Georg stavano ancora osservando la Celestina.
"Vi dispiace se fumo ragazzi?", chiese Mac ai due.
"No figurati.", le risposero.
Frugò nella borsa ed estrasse una scatoletta di latta tutta colorata, con un grosso simbolo della pace sul coperchio. La aprì, prese una sigaretta e se la mise in bocca. Tirò fuori un pacchetto di fiammiferi, lo sfregò e accese la sigaretta, gettandolo poi in un posacenere appoggiato sul davanzale della finestra.. I ragazzi rimasero lì a guardarla, come se stesse facendo una cosa a loro nuova e sconosciuta.
"Beh, che c'è?", fece lei, dopo aver aspirato la prima boccata.
"Usi i fiammiferi?", le chiese Bill.
"Sì, odio gli accendini, non riesco ad usarli.", disse Mac, poi gli offrì la sigaretta, "Vuoi fare un tiro?"
"Volentieri.", fece l'altro, prendendola e aspirando, "Che sapore strano... sanno di liquirizia!"
"Guarda...", fece Mac, mostrandogli la scatoletta di latta in cui teneva le sigarette, "Ci metto la liquirizia in piccoli pezzi e ne prendono il sapore. Tienila pure, io ne prendo un'altra."
"Wow, non ho mai visto una cosa del genere.", disse Georg.
"Allora prenditene una pure tu."
Mentre i tre, alla finestra, si gustavano le loro sigarette alla liquirizia, David entrò nella stanza per annunciare che tra un'ora sarebbero partiti.
"Un altro servizio fotografico... che palle...", disse Georg, "Non basta prendere le nostre vecchie foto, ne abbiamo fatte a migliaia!"
"Dovrei farvene qualcuna anche io... per l'intervista...", disse Mac, con la sigaretta in bocca, mentre programmava la sua reflex.
"Dai, ti prego, no!", fece l'altro.
"Devo... mi dispiace.", disse lei, scattandogliene una al volo.
"Cancellala, sicuramente sono venuto uno sgorbio...", la pregò Georg, cercando di afferrare la fotocamera dalle sue mani.
"Eh no! Io voglio i veri Tokio Hotel, voglio i ragazzi normali, non voglio le rock star, montate e programmate dalle case discografiche e dai contratti.", fece lei, facendogliene un'altra.
"Dammi quella macchina!", esclamò l'altro, cercando di prendergliela.
"Bellissimo! Mi sembra di essere un paparazzo! Mi picchierai ora?", disse Mac, riusciva sempre a scansare le mani di Georg, "Dai, pensa che lo stai facendo per una povera ragazza che deve fare due lavori per mantenersi."
"Allora va bene... come sto così?", fece lui, atteggiandosi da James Dean.
"Perfetto!", esclamò Mac, facendogli l’occhiolino.
"Ora fanne una a me!", fece Bill, posando con la bocca chiusa in un bacio e gli occhi stretti.
Mac riuscì ad invogliare anche Gustav ad essere immortalato in posizioni strambe, da ragazzi normali. Pre Tom, che era il più restio di tutti, lasciò il suo videogioco per divertirsi con gli altri.
"Ecco, perfetto, Gustav prendi Georg tra le braccia come se fosse un bambino!", disse Mac.
"Vuoi farmi venire un'ernia?", protestò a gran voce Gustav.
"Oh, tesoro mio,”  esclamò Georg, affinando la sua voce profonda e prendendo a sculettare, “vuoi davvero che ti stringa forte forte?"
"No, ho cambiato di nuovo idea!", disse Gustav, allontanandosi, ma Georg lo prese in braccio già prima che lui potesse dire altro e Mac, prontamente, scattò un'altra foto.
"Ora tocca a te, Tom...”, disse la ragazza, appoggiando una mano sul fianco e abbozzando un sorriso molto poco rassicurante, “Ho una bella idea...."

 

"No! Io non lo faccio!", esclamò Tom, arrabbiato.
"Certo che lo farai!", fece suo fratello.
"Non ci penso nemmeno!"
"Fu tua l'idea di versarle la birra e i pop corn addosso. Se si vuole vendicare è più che giustificata!"
"Mai e poi mai!", ribattè l’altro, irremovibile.
Dentro al bagno, Tom di rifiutava categoricamente di fare come gli aveva chiesto Mac. Intanto lei, insieme agli altri due ragazzi, aspettava fuori e rideva, attendendo di vedere il risultato della sua idea.
"Tom, fai come ti dico e poi potrai vendicarti come vuoi!", disse Mac, appoggiandosi alla porta del bagno, cercando di non ridere.
"Ma cosa state facendo?", chiese David, vedendoli tutti intorno alla toilette, che si coprivano la faccia e sghignazzavano sonoramente. Gustav gli fece segno di non preoccuparsi e l'uomo si rassegnò, sapeva quanto diventavano pazzi se si impegnavano, chissà cosa stava per succedere.
"Rullo di tamburi!", disse Bill, aprendo la porta, "Ta daaaaa!"
Si discostò dalla soglia della porta, per permettere a Tom di fare la sua uscita trionfale, ma di lui non c'era traccia.
“Tom?”, fece Mac, con la fotocamera pronta.
“Fottetevi tutti.”, sibilò il ragazzo, mostrandosi al suo pubblico con faccia imbronciata.
Dopo un attimo di silenzio, Georg scoppiò in una risata isterica e si accasciò in terra. Gustav rimaneva lì, con gli occhi di fuori, incerto tra il ridere o il piangere, in entrambi i casi per le risate. Mac, aspettandosi che il ragazzo si nascondesse di nuovo, scattò subito un paio di fotografie.
"Tom... sei... sei...", cercava di dire Georg, "Sei bellissima!"
La vendetta di Mac si era compiuta: con sguardo soddisfatto, davanti a lei Tom, che indossava il completo di Jutta, truccato ad arte del fratello. Il rosa pallido gli donava benissimo, pensava soddisfatta. L'unica cosa inquietante erano i peli sulle sue gambe… senza quelli sarebbe stata una perfetta drag queen! Anche David, che rimasto nei paraggi per vedere cosa avevano combinato, scoppiò a ridere.
"Basta che siate pronti per uscire tra mezz'ora, poi puoi fargli tutte le fotografie che vuoi!", disse, una volta che ebbe recuperato il fiato.

 

   
 
Leggi le 6 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > Tokio Hotel / Vai alla pagina dell'autore: RubyChubb