Ma il momentaneo stato
di disorientamento post risveglio, durò poco. Nell'intervallo in cui
solitamente s'inizia a ricordarsi chi si è e dove ci si trova, una morsa lo
afferrò al collo. Spyrok, ceco nel buio, anaspò come un animale in gabbia.
Sentiva i suoi occhi dilatarsi nel buio, cercare di farsi strada in quella nera
foschia, perchè sapeva che intorno si trovavano i mobili della stanzetta senza
pretese che gli era stata offerta per quella notte, la borsa di tela in cui
qualche ora prima, o qualche giorno addietro, ora non ricordava, aveva cacciato
alla rinfusa le prime cose che gli erano venute alla mano, scappando dal rogo.
Disperato e impotente. Come quando un guerriero nella foga del combattimento
per la vita o la morte sua e dei suoi nemici non si rende conto che i compagni d'armi sono caduti nel silenzio, è
abbandonato dal coraggio che l'aveva accompagnato per mano, vedendo lì gli
amici di sempre, crolla. Così persa ogni volontà di difesa, smise di ghermire il
vuoto con le unghie e di agitarsi. Era solo spreco d'energie. Allora
dall'apparente nulla emerse una voce. << Cos'altro ti aspettavi? Ahr, ahr, ahr! Oh, io questo
proprio non lo so, gentil donzella appena risvegliata, una cosa è sicura. Certo
non noi. Ahr,ahr,ahr! ... Vedo
che inizi a capire che agitarsi non ti servirà a nulla, se non vuoi che la mia
presa attorno al tuo collo si faccia più esauriente delle mie parole.>>
Spyrok si sentì sollevare dal letto, sempre stretto al collo, come a
sottolineare quello che la voce aveva appena affermato. Una seconda voce
meliflua, intervenne. << Su, su,Ston, non essere scortese. Non è questo
il modo di stringere amicizie, prendendo per il collo le persone.
Ohohoh.>> fece una pausa e il suo tono di voce aggiunse una nota di
glacialità. << Certo il nostro amico due passi avrà capito che il tempo
dei giochi è andato in fumo, letteralmente in fumo, capisci cosa intendo,
Duepassi?! >> Spyrok avvertì che quel nomignolo scandito con cinismo era
riferito a lui. Sebbene solo ora si rendesse conto di essere braccato da due
individui che certo non avevano intenzione di chiacchierare del più e del meno
con lui, nel buio, lo sopraffece l'immagine di Bruma, in un dorato pomeriggio
estivo. Il grano che ondeggiava all'allegra brezza,respiro estivo... Fu
distolto dalla cullante visione dallo scossone che evidentemente Ston gli aveva
assestato. La voce freddamete meliflua lo punzecchiò. << Allora Duepassi,
non avrai perso l'uso della favella... La timidezza non è mai stato il tuo
forte. Rispondi!>> Rispondere che non aveva capito la domanda che gli era
stata posta perchè perso nei suoi ricordi, non sarebbe stato il massimo
dell'astuzia. << Ti.ho.chiesto.Duepassi.Dov'è.finita.lei?! UH? >>
Ormai stordito dall'inaspettata situazione, Spyrok, trovo il tutto
particolarmente comico o così gli parve in quel momento e scoppiò in una
fragorosa risata << AHAHAH! Certo che siete buffi eh. Se siete frutto dei miei sogni, AH, mi devo
congratulare con me stesso, ehee, che fervida immaginazione!>>
L'espressione assunta da Spyrok nel buio era quella d'un ebete imbambolato. Era
solo che un ragazzo, appena uscito dalla fase della vita destinata alla
spensieratezza. La reazione ad un momento di panico è una reazione, quindi non
prevenuta logicamente. La reazione di Spyrok era di ridere piuttosto che piangere.
Nel mentre la risata sonora di Spyrok doveva aver disturbato il sonno dei
coinquilini del piano sottostante. La scala di legno fuori dalla stanza dove si
trovavano scricchiolò. Si poteva avvertire lo sguardo d'intesa scambiatosi nel
buio tra Ston e l'altro personaggio dalla voce meliflua. Quest'ultimo parlò.
<< Duepassi. Non dormire troppo tranquillo. >> Detto questo la
morsa che attanagliava il respiro a Spyrok cessò di colpo e senza preavviso il
ragazzo atterrò rovinosamente sul pavimento, poco prima di svenire ebbe il
tempo di scorgere la porta spalancarsi, la sagoma del locandiere vagamente
disegnata dalla lanterna che reggeva in mano e udire << Figliolo! Cosa
diavolo... >>, per poi chiudere gli occhi.