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Autore: Glasscompass    11/08/2007    2 recensioni
Picto corre, mentre in un borgo qualsiasi, un'ombra senza nome nè volto intraprende il proprio viaggio. Strade parallele o coincidenti?
Genere: Avventura, Fantasy, Suspence | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ma il momentaneo stato di disorientamento post risveglio, durò poco

Ma il momentaneo stato di disorientamento post risveglio, durò poco. Nell'intervallo in cui solitamente s'inizia a ricordarsi chi si è e dove ci si trova, una morsa lo afferrò al collo. Spyrok, ceco nel buio, anaspò come un animale in gabbia. Sentiva i suoi occhi dilatarsi nel buio, cercare di farsi strada in quella nera foschia, perchè sapeva che intorno si trovavano i mobili della stanzetta senza pretese che gli era stata offerta per quella notte, la borsa di tela in cui qualche ora prima, o qualche giorno addietro, ora non ricordava, aveva cacciato alla rinfusa le prime cose che gli erano venute alla mano, scappando dal rogo. Disperato e impotente. Come quando un guerriero nella foga del combattimento per la vita o la morte sua e dei suoi nemici non si rende conto che i  compagni d'armi sono caduti nel silenzio, è abbandonato dal coraggio che l'aveva accompagnato per mano, vedendo lì gli amici di sempre, crolla. Così persa ogni volontà di difesa, smise di ghermire il vuoto con le unghie e di agitarsi. Era solo spreco d'energie. Allora dall'apparente nulla emerse una voce. << Cos'altro ti aspettavi? Ahr, ahr, ahr! Oh, io questo proprio non lo so, gentil donzella appena risvegliata, una cosa è sicura. Certo non noi. Ahr,ahr,ahr! ... Vedo che inizi a capire che agitarsi non ti servirà a nulla, se non vuoi che la mia presa attorno al tuo collo si faccia più esauriente delle mie parole.>> Spyrok si sentì sollevare dal letto, sempre stretto al collo, come a sottolineare quello che la voce aveva appena affermato. Una seconda voce meliflua, intervenne. << Su, su,Ston, non essere scortese. Non è questo il modo di stringere amicizie, prendendo per il collo le persone. Ohohoh.>> fece una pausa e il suo tono di voce aggiunse una nota di glacialità. << Certo il nostro amico due passi avrà capito che il tempo dei giochi è andato in fumo, letteralmente in fumo, capisci cosa intendo, Duepassi?! >> Spyrok avvertì che quel nomignolo scandito con cinismo era riferito a lui. Sebbene solo ora si rendesse conto di essere braccato da due individui che certo non avevano intenzione di chiacchierare del più e del meno con lui, nel buio, lo sopraffece l'immagine di Bruma, in un dorato pomeriggio estivo. Il grano che ondeggiava all'allegra brezza,respiro estivo... Fu distolto dalla cullante visione dallo scossone che evidentemente Ston gli aveva assestato. La voce freddamete meliflua lo punzecchiò. << Allora Duepassi, non avrai perso l'uso della favella... La timidezza non è mai stato il tuo forte. Rispondi!>> Rispondere che non aveva capito la domanda che gli era stata posta perchè perso nei suoi ricordi, non sarebbe stato il massimo dell'astuzia. << Ti.ho.chiesto.Duepassi.Dov'è.finita.lei?! UH? >> Ormai stordito dall'inaspettata situazione, Spyrok, trovo il tutto particolarmente comico o così gli parve in quel momento e scoppiò in una fragorosa risata << AHAHAH! Certo che siete buffi eh.  Se siete frutto dei miei sogni, AH, mi devo congratulare con me stesso, ehee, che fervida immaginazione!>> L'espressione assunta da Spyrok nel buio era quella d'un ebete imbambolato. Era solo che un ragazzo, appena uscito dalla fase della vita destinata alla spensieratezza. La reazione ad un momento di panico è una reazione, quindi non prevenuta logicamente. La reazione di Spyrok era di ridere piuttosto che piangere. Nel mentre la risata sonora di Spyrok doveva aver disturbato il sonno dei coinquilini del piano sottostante. La scala di legno fuori dalla stanza dove si trovavano scricchiolò. Si poteva avvertire lo sguardo d'intesa scambiatosi nel buio tra Ston e l'altro personaggio dalla voce meliflua. Quest'ultimo parlò. << Duepassi. Non dormire troppo tranquillo. >> Detto questo la morsa che attanagliava il respiro a Spyrok cessò di colpo e senza preavviso il ragazzo atterrò rovinosamente sul pavimento, poco prima di svenire ebbe il tempo di scorgere la porta spalancarsi, la sagoma del locandiere vagamente disegnata dalla lanterna che reggeva in mano e udire << Figliolo! Cosa diavolo... >>, per poi chiudere gli occhi.

  
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