Eterne
L’una
spiava con occhi screziati
Le concedeva i suoi sguardi stregati
L’altra
con iridi color inverno
Sperava che se ne tornasse all’inferno
L’una
agitata come una bufera
L’altra
era immobile, nobile e fiera
L’una
era un dio dalla rotta perduta
L’altra
una nobile mai deceduta
L’una
malata d’amore perverso
L’altra
soffriva d’amore ormai perso
L’una
era folle di rabbia e d’amore
L’altra
anche folle, ma di dolore
L’una
ostentava la sua follia
L’altra
piombava fin nell’apatia
L’una
amava quel gelido inverno
Ed il pensiero dell’amore eterno
L’altra
subiva soltanto i tormenti
Di un’esistenza senza sentimenti
L’una
donava, e donava sé stessa
Folle d’amore per la sua contessa
L’altra
aspettava, e avrebbe aspettato
Finché il suo amore non fosse tornato
L’una
invidiava quell’amore vero
Che
le avrebbe tinto la vita di nero
Color
nero gioia, quasi un paradosso
Se
comparato alla furia di rosso
Furia
che richiamò sangue e passione
Invocò l’anima alla corruzione
Che
sa di umidi baci e calore
E gemiti ispirano il caldo colore
Rosso
di braci di occhi infernali
Che si specchiavano in occhi glaciali
A
lui da sempre sono appartenuti
Come la donna che li ha posseduti
Ma
non è l’invidia di dea o la morte
Che può cambiare una tale sorte:
Due
anime unite, mai separate
E dalla morte mai
ostacolate
Due
dei che il fato rese reietti
Sempre a vicenda odiati e protetti
Due
donne che unirono il proprio cammino
Soffrire ed amare era il loro destino
Due amanti divise, due
nobili rivali
Che per amore
divennero immortali
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