-Non
l’hai fatto- constatò Kuroro con
voce calma.
Il ragazzo sospirò.
–Già. Alla fine avevi ragione tu. Ora mi puoi
dire “te l’avevo detto”- rispose
sorridendo sarcastico.
–Sai,- continuò con la
voce quasi alterata –mi sento un tale cretino... Ho
disubbidito ad un tuo
ordine, per la prima volta da quando sei il Capo. E per cosa, poi? Un
sentimento!
uno stupido sentimento! forse non sono degno di far parte della
Genei...-
L’altro
lo guardò in silenzio per lunghissimi istanti. Feitan era
davvero distrutto,
logorato nell’anima: il senso del dovere aveva combattuto
duramente contro l’amore,
un sentimento per lui nuovo e sconosciuto, ed alla fine
quest’ultimo aveva
vinto.
Non ce l’aveva fatta, non l’aveva uccisa.
–Non è un peccato provare
delle emozioni- disse, stupendolo –E non hai commesso nessun
errore, né mi hai
mancato di rispetto. Semplicemente hai fatto quello che ritenevi
giusto.-
Lo
osservò ancora.
–Comunque credo che non potresti provare più
dolore di quanto
già ne stai provando ora...- terminò accennando
un sorriso.
Ma Feitan scosse la
testa.
–Ti sbagli. Io ho scelto la via che faceva meno male...
Sentivo che se l’avessi
uccisa, se mi fossi macchiato col suo sangue, non me lo sarei mai
perdonato. E poi
ho visto i suoi occhi... Non mi ero mai accorto di come mi guardasse.
Se solo
me ne fossi reso conto prima avrei potuto evitarmi tutto questo,
l’avrei
prevenuto... Ma non l’ho fatto. Nel suo sguardo
c’era tutto, tranne l’odio. Ho visto
incredulità, paura, confusione... Ma l’odio no.
Anzi, anche se stavo per
toglierle la vita non smetteva di amarmi, di volermi bene. Non sono
riuscito a
reggere quello sguardo. Per la prima volta, sono stato io a
cedere.-
Sospirò nuovamente,
poi porse il diadema all’uomo.
–Be’, Kuroro, prenditi il tuo tesoro e lasciami
in pace, per piacere. In questo momento mi detesto ancora
più del solito...-
Lui
prese l’oggetto prezioso e gli diede una pacca sulla
spalla.
–Non è colpa tua
se ti sei innamorato, Feitan, vuol dire che doveva succedere.- lo
consolò.
Il ragazzo
non rispose, si limitò a tenere la testa bassa.
–Tanto che importa? Non la
rivedrò mai più.- fece con tono duro.
Il Capo lo sapeva bene, com’era fatto il
compagno, e sapeva che stava auto-imponendosi il controllo.
Era abituato così,
e non ci si poteva fare niente.
–Fei..- iniziò, ma l’altro si
scansò
bruscamente e si diresse verso l’uscita.
–Mi passerà, non è niente.- Fece per
andarsene.
–Aspetta- lo richiamò Kuroro. Si voltò
un poco. –Ricordi le favole
che ci leggevano gli adulti quando eravamo bambini? Finivano tutte bene
e
felicemente...- disse sorridendo.
Invece Feitan scosse la testa, per poi
guardarlo disperato.
–Questa non è una favola. E non ci sarà
nessun lieto fine.
Questa è la realtà. Non ci sono i “E
vissero per sempre felici e contenti”,
devo solo rassegnarmi a questo.- Sparì
all’esterno.
–Scusami, non avrei dovuto
chiederti una cosa del genere, sin dall’inizio...-
mormorò il Capo.
E
così, quei due ragazzi non si
videro mai più.
Lei riprese il suo lavoro.
Lui continuò a seguire la Genei e a
uccidere.
Ma, nonostante fossero lontani, continuarono ad amarsi.
Lei non si
dimenticò mai di lui, e lui non riuscì mai a
dimenticarla.
Passò il tempo, ma i
ricordi rimasero vivi nella loro memoria.
Ed anche ora, continuano a chiedersi
come sarebbero andate le cose se lui, quel giorno, non se ne fosse
andato per
sempre, se fosse rimasto con lei, invece di sparire.
Ma purtroppo questa domanda non troverà mai
risposta.
Fine...
È questa la
parola che non avrei mai voluto scrivere.
Perché? Indica la fine di un’avventura,
la fine di qualcosa.
Che posso dirvi? Vi lascio con una canzone, che vi prego
di ascoltare...
Eccola, si chiama “Non amarmi” di Aleandro Baldi e
Francesca
Alott: https://www.youtube.com/watch?NR=1&v=TDxaZfV2wKI&feature=endscreen
Tornerò presto, non temete.
Keyla
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