Si ringrazia Ldb per aver interpretato egregiamente la parte di una
pazza squilibrata.
5 Aprile 1458
La sfregiata
Nascosta dietro l’angolo adiacente all’entrata del
campanile, attendeva l’arrivo della donna che aveva visto
tornando nei luoghi delle sue …opere d’arte.
Ma il cerchio ancora non era chiuso, molti altri andavano puniti, anche
se sentiva che scrivere il finale di quella storia, di quella che era
la sua storia, spettava esclusivamente a lei.
In cerca di una sorta di comprensione aveva deciso di rendere partecipe
della sua follia proprio colei che avrebbe potuto arrestarla o peggio
ucciderla in un batter d’occhio se
solo avesse voluto, ma lei avrebbe capito, ne era certa.
L’averla vista litigare e inveire in malo modo su diversi
uomini, averla osservata da lontano piena di ammirazione
l’aveva fatta arrivare a quella conclusione.
Lei avrebbe capito.
Andava fiera di quanto aveva fatto. E non le importava nient altro.
La sua unica ragione di vita.
C’erano momenti in cui si sentiva confusa, voleva tornare a
casa, dove la mamma le avrebbe cantato una ninna nanna per farla
addormentare….poi improvvisamente si
ricordava che sua madre non c’era più, che da
molto tempo ormai non aveva più una casa, e riaffioravano
alla mente ricordi recenti di stanze dalle pesanti tende rosse, di
lenzuola che sapevano di stantio, di corpi sudati che come lupi si
gettavano sulla preda agonizzante per straziarne le carni.
La vide arrivare e posizionarsi proprio davanti all’entrata,
mentre una pioggia battente le appiccicava i capelli lunghi e neri al
volto sporco.
La osservò in silenzio ascoltando e scandendo i rintocchi
della campana…appoggiata colpiva con la testa il muro ad
ogni rintocco, gli occhi serrati persi nella confusione creata dai
ricordi, reali e non.
L’ultimo rintocco.
Si decise a farsi avanti.
Una folata di vento la costrinse a stringersi in quello straccio sporco
che usava come mantella e che anche se pur leggero le nascondeva di
fatto fino alla vita, tenendo ben al
riparo le mani dal freddo, che soleva tenere ben strette in pugni ,
talmente strette che nei momenti di nervosismo le unghie le si
conficcavano nei palmi delle mani.
Si aggiustò i capelli in modo da coprirsi bene i lati del
viso, poi la mano tornò a sparire sotto la mantella, fece un
passo avanti rendendosi visibile ma tenendosi a distanza….
"Capitano".
Guardò meglio la donna che aveva di fronte, e
cominciò a tremare sotto il peso degli stracci fradici che
portava addosso.
"Vi ringrazio per essere venuta Capitano"
Tornò nervosamente ad aggiustarsi i capelli con la mano
sinistra, che nascose subito nuovamente sotto la mantella.
Vide che la donna si stava accingendo a fare un passo in avanti verso
di lei, e arretrò come spaventata esclamando febbrilmente
"No, no! Vi prego no, non vi avvicinate, non vi avvicinate, vi prego,
vi prego."
Si strinse nelle spalle, sembrò diventare piccola piccola,
abbassò la testa e i capelli bagnati le nascosero quasi del
tutto il viso.
"Io…io…ho una storia da raccontarvi Capitano. Vi
prego non vi avvicinate"
Continuava a ripetere.
Lamento.
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