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Autore: stillfreeit    06/04/2013    1 recensioni
Nella penisola Italica del 1458, in pieno Rinascimento, non è affatto comune che il Capitano della polizia locale sia una donna. D'altra parte, a quanto pare, esiste una piccola città sulla costa tirrenica della penisola che può vantare questo singolare prodigio. Viene da sé che Elena abbia sempre da dimostrare di essere all'altezza del suo ruolo. Il killer silenzioso piombato dal nulla in città è esattamente l'opportunità che Elena non avrebbe mai desiderato di dover cogliere per mostrare di che pasta è fatta.
Genere: Mistero, Storico, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Si ringrazia Ldb per aver interpretato egregiamente la parte di una pazza squilibrata.

5 Aprile 1458

La sfregiata

Nascosta dietro l’angolo adiacente all’entrata del campanile, attendeva l’arrivo della donna che aveva visto tornando nei luoghi delle sue …opere d’arte.
Ma il cerchio ancora non era chiuso, molti altri andavano puniti, anche se sentiva che scrivere il finale di quella storia, di quella che era la sua storia, spettava esclusivamente a lei.
In cerca di una sorta di comprensione aveva deciso di rendere partecipe della sua follia proprio colei che avrebbe potuto arrestarla o peggio ucciderla in un batter d’occhio se
solo avesse voluto, ma lei avrebbe capito, ne era certa.
L’averla vista litigare e inveire in malo modo su diversi uomini, averla osservata da lontano piena di ammirazione l’aveva fatta arrivare a quella conclusione.
Lei avrebbe capito.
Andava fiera di quanto aveva fatto. E non le importava nient altro.
La sua unica ragione di vita.
C’erano momenti in cui si sentiva confusa, voleva tornare a casa, dove la mamma le avrebbe cantato una ninna nanna per farla addormentare….poi improvvisamente si
ricordava che sua madre non c’era più, che da molto tempo ormai non aveva più una casa, e riaffioravano alla mente ricordi recenti di stanze dalle pesanti tende rosse, di
lenzuola che sapevano di stantio, di corpi sudati che come lupi si gettavano sulla preda agonizzante per straziarne le carni.
La vide arrivare e posizionarsi proprio davanti all’entrata, mentre una pioggia battente le appiccicava i capelli lunghi e neri al volto sporco.
La osservò in silenzio ascoltando e scandendo i rintocchi della campana…appoggiata colpiva con la testa il muro ad ogni rintocco, gli occhi serrati persi nella confusione creata dai ricordi, reali e non.
L’ultimo rintocco.
Si decise a farsi avanti.
Una folata di vento la costrinse a stringersi in quello straccio sporco che usava come mantella e che anche se pur leggero le nascondeva di fatto fino alla vita, tenendo ben al
riparo le mani dal freddo, che soleva tenere ben strette in pugni , talmente strette che nei momenti di nervosismo le unghie le si conficcavano nei palmi delle mani.
Si aggiustò i capelli in modo da coprirsi bene i lati del viso, poi la mano tornò a sparire sotto la mantella, fece un passo avanti rendendosi visibile ma tenendosi a distanza….
"Capitano".
Guardò meglio la donna che aveva di fronte, e cominciò a tremare sotto il peso degli stracci fradici che portava addosso.
"Vi ringrazio per essere venuta Capitano"
Tornò nervosamente ad aggiustarsi i capelli con la mano sinistra, che nascose subito nuovamente sotto la mantella.
Vide che la donna si stava accingendo a fare un passo in avanti verso di lei, e arretrò come spaventata esclamando febbrilmente
"No, no! Vi prego no, non vi avvicinate, non vi avvicinate, vi prego, vi prego."
Si strinse nelle spalle, sembrò diventare piccola piccola, abbassò la testa e i capelli bagnati le nascosero quasi del tutto il viso.
"Io…io…ho una storia da raccontarvi Capitano. Vi prego non vi avvicinate"
Continuava a ripetere.
Lamento.
   
 
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