The end
Due corpi nudi giacciono esausti
dopo una notte insonne.
I capelli di lei sfiorano
delicatamente la spalla di lui, che ha il viso rivolto verso il soffitto e
l’espressione pensierosa.
“E’ oggi.” l’affermazione di Cameron rompe il silenzio, lui la guarda quasi con
rimprovero, perché con quelle due semplici parole lo ha riportato bruscamente
all’Oggi.
Il suo viso si solleva un attimo
per scorgere i suoi occhi, nascosti sotto la frangetta. Si aspetta di vedere il
viso contratto nello sforzo di non piangere, ma non trova che un sorrisetto
malizioso. Ha capito tutto. Anche House sorride, finalmente. I suoi occhi blu
tornano a guardare il soffitto.
La gamba stranamente non gli fa
male
La mano di Cameron
si insinua nella sua per una rapida stretta canzonatoria.
Lui resta immobile. Si limita a
rispondere con un ghigno che la fa ridere.
“Hai intenzione di restare qui
tutto il tempo?” – “Finché non mi caccerai.” – “Ci avrei scommesso, beh
allora…”, House si interrompe, Cameron si sta
alzando.
“E dove andresti tu?” – “………” –
“Come?” – “Ho detto, alzati!” – “Non sento Cameron!”
– “Svegliatiiiii!”.
House si sente soffocare, la
stanza è sprofondata nell’acqua.
Un forte colpo di tosse lo
risveglia. I bip dei macchinari gli confermano che si è risvegliato dal coma farmacologico. Wilson e Cuddy lo
guardano preoccupati, gli studiano le pupille e la pressione sanguigna.
“Mi sento stanco” è quello che
solo le sue palpebre possono comunicare per adesso: si riaddormenta
placidamente.
Riapre lentamente gli occhi. A
malapena riesce a distinguere dei capelli biondi accanto a lui “Gli angeli non
esistono”, la sua mente produce questo pensiero meccanicamente. Nella mano
destra percepisce qualcosa: chi gliela sta stringendo?! Forse la Cuddy.
Lentamente il suo il suo cervello
comincia a funzionare. La Cuddy non è bionda, la
gamba mi fa un male cane, Wilson…
Ancora stordito sente una
pressione lieve sulla guancia. “Non ce la faccio, sono stanco.” Sembra che con
quel sonno debba recuperare tutte le notti insonni nella sua vita.
Delle voci discutono
animatamente: una è la Cuddy, l’altro è Wilson. “Cosa
diavolo…”, sente la parola “staminali”. Un’altra
parola “House”, parlano di lui. Apre gli occhi, ma loro non se ne accorgono. Ha
capito: Wilson ha approfittato del suo coma farmacologico
per applicare quella tecnica sperimentale di cui gli aveva parlato: cellule staminali per fargli ricrescere il muscolo. La Cuddy è furiosa, Wilson ha agito contro la sua volontà, ma
lui ribatte che House l’avrebbe fatto per qualcun altro, eccome. Entra una
dottoressa bionda, ma chi diavolo è?!
“La volete finire di discutere,
non vedete che si è svegliato!” accidenti, la bionda è Cameron.
Gli viene da sorridere, infatti i muscoli facciali si contraggono attraverso la
mascherina dell’ossigeno e destano l’attenzione dei presenti. La Cuddy è immediatamente al suo capezzale, Wilson controlla i
valori, mentre Cameron rimane lontana.
House ha un giramento, la vede
sempre più lontana, vorrebbe alzarsi ma nessuna parte del suo corpo risponde.
La Cuddy
vede chiaramente uno sguardo di terrore nel suo miglior medico che in quel
momento appare come un paziente come tutti gli altri.
“Non riesco a muovermi! Sono
paralizzato!” vorrebbe urlare lui, ma la mano calda della Cuddy
sulla sua testimonia alla sua razionalità annebbiata che i suoi sensi
funzionano ancora. Rasserenato sta per riaddormentarsi, quando intravede vicino
Cameron una figura familiare: la sta abbracciando, le
dà un bacio…Chase!
“Al diavolo…” è il pensiero
mentre chiude gli occhi.
Sono passati alcuni giorni, House
si è ripreso ma Wilson lo costringe ancora a letto, letteralmente legato, per
evitare il pericolo che vada scorazzando per l’ospedale con la gamba plurioperata. Quel letto è diventato il pulpito dal quale
House continua ad infastidire pazienti e medici dell’ospedale. Ogni tanto
tornano in mente quelle immagini di Cameron, ormai è
convinto che sia stato solo un sogno, un’allucinazione.
Un giorno però la vede:
incredibile, è davvero bionda!
Sta parlando con Wilson, si sta
certamente informando sulle sue condizioni. “Non si salutano più i vecchi capi
bastardi e operati?”, urla, stranamente rinvigorito, per chiamarla a sé.
Un sorriso e lei in un attimo è
al suo capezzale: nel suo sguardo la dolcezza di un tempo. “Sei incinta.” – a
stento l’ha guardata, eppure l’ha capito subito, House, che quelle forme
addolcite non sono frutto di un prolungato strappo alla dieta. Cameron lo guarda prima sorpresa, poi annuisce. Non è
triste, tutt’altro.
Sembra serena, incredibile. “Di Chase.”, continua House e lei di nuovo annuisce.
“Beh, certo non può essere lo
spirito santo…”, tenta la carta dell’ironia per scacciare l’imbarazzo che
soltanto lui prova. – “…o ti sei rivolta
alla banca del seme?”, gli fa persino un occhiolino, dio che falsità.
Lei non si accorge, o perlomeno
fa finta di non accorgersi dell’amarezza che si avverte sottile dalle sue
parole. “Beh, sai. Ci siamo messi insieme qualche mese fa.” – “Lo shock del
capo che si droga deve essere stato davvero forte!” – “Tu ce l’hai lasciato
credere.” – molto rimprovero in quella voce – “Visti i risultati…dovrei farlo
credere anche alla Cuddy, magari riesce ad avere
questo bambino. Ribollirà di invidia, lei tenta da dieci anni e tu al primo
colpo BAM! pargolo in arrivo!”.
Cameron
lo guarda…oddio è compassione quella? “Che hai da guardarmi così?!” – “Nulla,
mi fa piacere sentirti di nuovo sparare le tue solite stronzate.”,
e ride di gusto, sta ridendo, cazzo, sta ridendo! House
ammutolisce per un attimo
“Mi fa piacere sentirla ridere così. Ma da quanto tempo non rideva così?!”
un’immagine nella mente: zucchero filato, i Monster Trucks. Gli verrebbe da sorridere, se solo in quel momento
non ci fosse niente da ridere.
“House, scusa, devo andare…” – “Fammi
un piacere. Dì a Chase che anche se il suo unico
spermatozoo vagante ha centrato il bersaglio…resta sempre un incapace.”, nessun
tono di scherno nella voce del capo. Ma Cameron,
ancora una volta, fa finta di niente. “Per un po’ starò via, ero venuta ad
informarmi sulla tua gamba…” – “Sta bene, grazie.”. Acido.
“Ok,
allora…ciao. In bocca al lupo”. House già guarda altrove e per un attimo Cameron perde l’allegria ostentata fino a quel momento. Ma
l’esitazione è breve, e Cameron esce dalla stanza.
House sente di aver perso
qualcosa. Adesso lei è veramente irraggiungibile. Se ne sta andando incontro
all’australiano.
“Cameron”,
una parola, un richiamo che gli muore in gola. Finché si divertiva con i “potevo
averla e potrei ancora”, con i “ti
amo” per fargli spalancare la bocca, con tutte le storie… le infinite storie. Ora
capisce il vero senso di quel “potevo averla..e non
più”. Ho solo perso il mio giocattolo, ne
troverò un altro, inutile farsi tanti problemi. Sarà l’infermità prolungata
che gli ha annebbiato la mente ma si sente più fragile. Non gli è mai importato
nulla di nulla di lei. Se lo ripete in continuazione per convincersene, e più
dialoga muto con se stesso più pensa che si sta raccontando un mucchio di balle.
Non si accorge che un paio di
occhi verdi impertinenti lo osservano ben nascosti mentre lui ha lo sguardo
perso nel vuoto.
Entra Wilson, tra l’assoluta
indifferenza di House: con fare rassegnato gli toglie le manette con cui ha
incatenato il suo paziente per evitargli di fare follie. Solo quando sente le
mani libere House si rende conto che Wilson è lì e lo guarda stralunato:
“Dov’eri, House?”, lo prende in
giro l’amico – “Meditavo a chi dare per primo un bel pugno dopo un mese senza
poterlo fare…” – “Vorresti dare un pugno a me? Ma se grazie a me forse avrai
una gamba totalmente nuova!” – “Si? Peccato che il forse costituisca il 90%
delle possibilità.” – “Hai sentito di Cameron?” – “Non
cambiare discorso per pararti il sedere!” – “Si sposano la settimana prossima.”
– “E allora! Che ci posso fare io?!” – “E chi ti ha detto di fare qualcosa. A
meno che tu non voglia…” – “Hai finito? Non mi importa nulla di quella
scriteriata, si fa mettere incinta dal primo che passa!” – “Chase
non è mica il primo che passa! Stai parlando come mia nonna, diavolo House!” – “Tua
nonna infatti è molto più intelligente di te. Simpatica vecchietta…” – “Comunque
ci ha invitati al matrimonio, se vuoi ti accompagno io.” – “Si e magari ti
aspetti che urlerò ‘Cameron non sposarloooo
io ti amoooo’” – “Ho capito, ti brucia troppo e non
vuoi venire.” – “Bruciarmi?! Ma cosa vuoi che me ne importi di quella sciacquetta credulona?!” – “House non ti consiglio di
parlare così” – “E perché mai? Glielo avrei detto anche in faccia se fosse
stata qui un minuto di più” – “E’ dovuta andar via di corsa.” – “Dimmi la
verità, l’hai messa tu incinta! Non riesco ancora a credere che quell’australiano
sia riuscito a riprodursi…” – “Ohhhh. Ma chi me l’ha
fatto fare di venire qui. Comunque…” – “Ecco la solita predica di Wilson, udite
udite! Ti prego, risparmiaci la tua saggezza, o mio
fedele consigliere!” – “Come vuoi…” – Wilson varca la porta ma la sentenza
raggiunge ugualmente le orecchie infastidite di House – “Tu ci tieni molto di
più di quello che credi!” – “Si, la amo d’accordo! – House agita le mani
finalmente libere con fare teatrale e altrettanto teatralmente grida – Io amo Allison Cameron…ohhh misero come ho fatto a non accorgermene prima, me
sciagurato. Quella dolce creatura adesso aspetta il figlio del sole e non sarà
mai più mia. Oh me sciagurato” – la voce si abbassa progressivamente, e House
si lascia andare stancamente sul lettino.
“Ohh,
si, miei cari. Ebbene io la amo…”, poco convinto lascia andare le ultime
parole, prima di chiudere gli occhi.
“Hai finito di urlare?” – “Cosa
vuoi ancora qui? – House continua a tenere gli occhi chiusi nonostante la
presenza di Cameron – Guarda che scherzavo…” – “Anche
io a dire la verità. Non mi sposo e non c’è nessun bambino con Chase.” – “Ah.”
Non devo ridere, non devo ridere, non devo mostrarmi contento.
“Complimenti, Wilson
ovviamente era tuo complice…Certo ne avete da imparare, voi avete creduto che
mi drogassi senza uno straccio di prova…a proposito, possibile che tu sia
ingrassata tanto?!” – “Ma che ingrassata, è la tua mente malata che mi vede
ingrassata!” – “Fa vedere un po’…”, House riapre gli occhi e mette bene a fuoco
Cameron, la bellissima Cameron.
“Mmm,
sicuramente due kili li hai messi. Che fine ha fatto
la tua pancia piatta?” – “Affogata nel gelato a cioccolato. Sai com’è, quando
non hai più un lavoro tendi un po’ a lasciarti andare” – “Tu senza lavoro?!” – “E’
stata una scelta.” – “Aspetta, non mi importa. Torniamo al tuo grasso in
eccesso. Fai vedere il sedere…” – “House!” – “Ho detto vedere! La Cuddy non protesta mai…non farai molta strada in questa
professione, te lo dico.” – “Se avessi voluto fare carriera in questo modo non
pensi che avrei usato la mia bellezza in modo più costruttivo?”, lo sguardo
malizioso di Cameron fa scattare una certa idea nella
mente di House.
“Comunque complimenti ancora per
lo scherzo. Adesso voglio dormire un po’.” – “Tra 3 giorni ti dimettono, per un
po’ dovrai fare riabilitazione.” – “Fammi un favore: uccidimi prima che Dimitri
o come si chiama lui mi metta le sue manacce sovietiche addosso!” – “Non ti
sarebbe dispiaciuto vedermi con il pancione?” – domanda provocatoria, l’idea di
demolire psicologicamente Cameron per questo è forte –
“Ti preferisco magra.” – scarno commento,
un po’ di soddisfazione, poveretta, è ingrassata 2 kg per farmi uno scherzo…
“Quando uscirai…” – “Ti prego,
risparmiami il classico ‘dobbiamo parlare di una cosa importante’…”
– “voglio fare l’amore con te…”, la voce di Cameron è
un soffio, e stavolta non è un sogno. La bocca di House si contrae in un
sorriso furbo. “Ecco a voi la nuova e spregiudicata Cameron,
quella che usa il suo corpo per andare a letto con il capo.” – “Ti
dispiacerebbe?” – l’immunologa non ha perso la sua sicurezza – “No, purché tu
non chieda soldi…né coccole.” – “Le coccole no?!” – “Per farmi le coccole mi
dovrai pagare e io ovviamente non farò nulla per te” – “D’accordo, affare
fatto. Del resto le coccole si fanno solo tra innamorati” – “Appunto, e su
questo puoi proprio mettere la mano sul fuoco!” – Cameron
si alza, bella e sorridente. “Sai House…Io ho sempre avuto molta pazienza.” – “Tu
prova, non si sa mai.”, si lascia sfuggire House abbozzando un sorriso.
Cameron
esce fuori dalla stanza. Si volta un’ultima volta per lanciargli uno sguardo
malizioso: i suoi occhi verdi incontrano per l’ennesima volta quelli azzurri di
lui.
Ancora una volta l’intensità di
quegli occhi si misura con la sua tenacia, maturata nel tempo, ma immutabile
nella sua forza.
Ma stavolta Cameron
sa che non dovrà avere più così tanta pazienza.
E’ finita, finalmente. L’ultimo guizzo di fantasia, forse un po’ scontata,
forse non molto coerente per questa storia che ho tenuto per le mani per quasi
un anno intero. Per tanto tempo l’ho lasciata lì, sepolta sotto le delusioni cotton, sotto l’incomprensibilità di questa nuova Cameron di cui non ci è dato sapere i veri pensieri e
ancora di più del solito House, che gira e rigira è sempre lì: non cambia mai,
ma noi lo amiamo così. Volevo scrivere due finali alternativi, ma alla fine
questo qui non mi è dispiaciuto, più o meno sono riuscita a rendere l’idea che
avevo fin dall’inizio. House e Cameron in prospettiva,
in un misto di detto-non detto, di serio e faceto, così come credo che debba
finire questo telefilm, anche se in maniera di certo più verosimile di quanto
ho scritto io ^_^
Ringrazio tanto le persone che mi hanno recensito, siete state davvero
gentili, ricordate che le critiche sono sempre bene accette, soprattutto a
questo finale che potrebbe non aver convinto molti come ha convinto me.
Alla prossima,
Eleonora