cp 14
6 Aprile 1458
Le ore successive trascorsero di fretta.
Più pensava, più sentiva che non avrebbe
afferrato la soluzione. Ma di smettere di pensarci, non c'era verso.
Il pigro viaggio del sole primaverile verso ovest non rallentava
affatto la corsa di quella giornata che stava passando veramente troppo
in fretta.
Erano solo le quattro e mezza del pomeriggio, e mancavano sette ore e
mezza alla scadenza, ed Elena si sentiva ancora ferma al punto di
partenza, incollata con le scarpe nella pece.
Aveva optato per una breve passeggiata in città, in mezzo
alla vita comune. Quella vita che le scorreva rapida senza osare
sfiorarla. Vedeva il mercato, le botteghe, il teatro, e
infondo, molto lontano, i campi coltivati.
Cosa sarebbe stato di lei a quell'ora se avesse seguito le parole di
suo padre? Una contadina, dedita al ricamo per ammazzare il tempo nelle
lunghe giornate invernali accanto al fuoco, dei figli, un marito da
attendere, che lavorava e portava a casa il pane.
Di certo non avrebbe ricevuto missive da assassine con manie di
grandezza.
Ma era inutile sognare una vita tranquilla quando sapeva che non
l'avrebbe mai
sopportata. Il Creatore l'aveva maledetta con una foglia in
più rispetto al resto del prato. La sua vita era per
coraggiosi... stolti forse... affatto facile e tranquilla.
Tornò in caserma quando le strade cominciarono a svuotarsi.
Erano le sette di sera. Mancavano cinque ore. Nessuna idea per la testa.
Seduta alla sua scrivania, con le gambe che le dolevano dalla lunga
passeggiata, fissava con occhi vitrei la porta chiusa di fronte a
sé.
Ormai era chiaro: chiunque fosse in pericolo di vita quella notte,
avrebbe fatto bene a scolarsi la sua ultima birra e pagare l'ultima
buona donna... perché nessuno era mai tornato a testimoniare
se l'inferno ne fosse fornito o meno.
Quella cantilena aveva ormai preso piede nel suo cervello, e la
ripeteva nella mente come una ninna nanna, quasi davvero potesse
conciliarle un sonno che non accennava ad
arrivare.
C'è una donna
che non merita di essere tradita. C'è qualcuno che merita di
essere punito, per averla ferita.
Ma chi? CHI??
Le aveva pensate tutte... dal più umile garzone, fino a
pensare addirittura al Vescovo.
Temeva che avrebbe scoperto l'identità della premeditata
vittima solo la mattina seguente, quando una delle guardie, pallida e
in preda alla nausea, le avrebbe portato la notizia.
Sospirò, distogliendo infine lo sguardo dalla porta per
guardarsi le mani... si accorse solo in quel momento che stava
strofinando la base dell'anulare sinistro con il pollice e l'indice
destro.
Una vecchia abitudine. Sì, se la ricordava... quando portava
l'anello.
Scoppiò a piangere.
Che liberazione.
Scoprì di essere ancora capace di piangere... chiaro sintomo
che fosse ancora in vita, quando aveva fermamente creduto di vivere
ormai solo per inerzia.
Quasi come sanguinare... e in effetti, era altrettanto doloroso.
Rinunciò a tenere il conto del tempo che trascorse a
singhiozzare e versare più lacrime di quanto probabilmente
avrebbe mai pensato di fare in vita sua... poteva permetterselo... era
da sola in quella stanza...
Era da sola. Completamente. Non aveva più nessuno su cui
contare, e mai più si sarebbe fidata tanto di nessun altro.
Nessun essere umano merita di restare da solo!
E allora perché? Perché proprio a lei? Per quale
motivo meritava quella punizione??
C'è una donna
che non merita di essere tradita. C'è qualcuno che merita di
essere punito, per averla ferita.
Oh... no...
Bhè…sappi
che io non mi fermerò…e lo sto facendo anche per
te.
Lo capisci?! ...
Ho intenzione di
dimostrarti che anche tu potresti approvare ciò che sto
facendo…
Entro la mezzanotte di
domani, Capitano, qualcun altro verrà punito….e
allora sono sicura che mi ringrazierai!
Bene, Capitano, ti sfido
a prendermi...
Oh... no... no... no...
...vostro marito
dovrebbe ringraziare il Creatore ad ogni ora del giorno e della notte
per la fortuna che gli è stata concessa...
Di nuovo così stupida... di nuovo così cieca...
Non ricordava di averlo ordinato al cervello, forse non era stato
quello a mandare l'impulso, in effetti... ma era scattata in piedi, ed
era corsa fuori dal suo ufficio.
Aveva girato quasi l'intera città quel pomeriggio e non
l'aveva visto... era stata lei a dirgli di andarsene.
Santo cielo, ancora non poteva credere che fosse possibile... era... un
vero e proprio incubo.
Uscì fuori dalla caserma, dove avevano avuto la loro ultima
conversazione... ma sapeva già che non l'avrebbe trovato.
Non ci aveva neanche fatto caso quando era uscita, né quando
era rientrata...
Corse di nuovo dentro, sotto gli occhi perplessi di una delle guardie
di turno.
"Maresciallo!" esclamò quando lo vide nel corridoio. Subito
scattò nel saluto militare quando la vide.
"Capitano" disse, ma lei non aveva tempo per i convenevoli.
"Avete una vaga idea di dove possa essere mio marito?"
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