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Capitolo
XVI
- Black
Heart -
Alexandra
ascoltava
rapita i racconti africani di Tom.
Pendeva
dalle sue labbra,
distesa a pancia in giù sul letto matrimoniale dell'inglese,
mentre
l'attore restava in piedi mimando ogni singola parola.
Era
euforico nel narrare
quelle cose ed entrambi erano come bambini, attenti ad ogni cosa.
«
Un'esperienza unica...
»
Concluse
così il suo
infinito discorso, sedendosi sul bordo del letto.
Alexandra
sorrise, senza
aggiungere altro. Era orgogliosa di quell'uomo, di quel che faceva e
in determinati casi lo invidiava, dato il suo immenso cuore.
Non
aveva mai conosciuto
una persona come lui e solo ora si era accorta di quanto fortunata
fosse a stargli accanto.
James
aveva sempre avuto
ragione, a tal proposito, ed era un vero peccato averlo scoperto
così
tardi.
Dopo
aver conosciuto Tom,
Alexandra si chiese cosa ne fosse della galanteria maschile altrui.
Un uomo come lui, del suo stampo, era una rarità.
Con
Peter mai si sarebbe
sognata frasi romantiche o gesti speciali che sapessero colpirla con
facilità al cuore. L'affetto non era più
smanceria da evitare.
«
Luke ieri ti cercava.
Sei già pieno di impegni, vero? »
L'attrice
si alzò sulle
ginocchia, sedendosi accanto a lui. Cercò un abbraccio e non
tardò
a trovarlo.
«
Lo so, ci sono i BAFTA
e una serie di interviste. » sbuffò leggermente,
fissandola.
Dopo
qualche attimo di
silenzio, tornò a parlare, rivolgendosi ad Alexandra.
«
Verresti con me? »
«
Dove? »
«
Ai BAFTA. Ci andiamo
insieme? »
Alexandra
aggrottò le
sopracciglia, storcendo di conseguenza le labbra.
Con
"insieme",
Tom, ovviamente, intendeva come coppia e questo l'attrice non
riusciva a concepirlo.
«
Non vai con Luke? »
«
… è il mio agente,
Alex, lui c'è sempre. »
Lo
disse con tono un po'
scocciato, come se avesse intuito che l'attrice non desiderava
andarci con lui. O almeno così lei percepì.
Alexandra
si staccò dal
suo abbraccio, sedendosi in modo composto ed evitando un contatto
visivo: cosa sarebbe successo se li avessero visti insieme?
«
Cosa c'è? »
Domandò
Tom,
afferrandole una mano nella speranza di cercare la sua attenzione.
Evidentemente sapeva che c'era qualcosa che non andava.
«
Hai presente quante
domande ci faranno? »
«
Per cosa? »
Sapeva
esattamente dove
voleva puntare, ma preferiva sentirlo pronunciare direttamente dalle
sue labbra.
«
Per questo! »
Alexandra
alza le loro
mani intrecciate, rendendole ben visibili agli occhi dell'attore.
Tom
aggrottò le
sopracciglia, guardò quanto aveva sotto il naso e poi
rivolse il suo
sguardo alla donna che aveva davanti.
«
Non voglio essere
assaltata da una marea di giornalisti e sentirmi chiedere cosa faccio
nella mia vita privata. »
Mollò
la presa dalla
mano di Tom e si alzò.
«
Non voglio che
rovinino la nostra relazione. »
«
Alex, è la normalità.
Pensa a Chris ed Elsa! Stanno benissimo e sono persino sposati con
una figlia. »
La
donna si voltò verso
di lui con un sopracciglio inarcato.
«
Io non sono la moglie
di Chris Hemsworth. »
A
quel punto, Tom si
decise ad alzarsi dal letto, raggiungendola.
Non
disse niente,
limitandosi a stingerla in un abbraccio semplice, prima di baciarla.
Avrebbero
risolto quella
questione. Tom non poteva certo prendersela per una questione simile
ed entrambi erano abbastanza grandi da poter risolvere quel problema
facilmente, senza dover iniziare una qualche piccola disputa inutile.
«
Ci penseremo, tesoro.
Vuoi del tè? »
***
Il
dieci febbraio era
velocemente arrivato, a differenza della decisione di Alexandra che,
fino al giorno prima, non era ancora sicura di cosa fare riguardo il
suo accompagnatore.
Alla
fin fine, con il suo
vestito firmato Gucci aveva brevemente sfilato sotto la pioggia,
insieme a Cat – sua agente – prima di scoprire che
non aveva
vinto nessun premio come migliore attrice protagonista.
Era,
tuttavia,
soddisfatta di quella nomina ma quello che le importava davvero era
ben altro.
Non
aveva visto Tom per
tutto il tempo. O meglio, l'aveva intravisto più e
più volte in
modo del tutto occasionale. Semplicemente l'aveva evitato.
Quello
di cui Alexandra
non era a conoscenza erano i pensieri e, al tempo stesso, le
preoccupazioni che l'attore inglese aveva avuto per tutta la serata.
Per quanto ci tenesse, lei mancava di tatto ed era tremendamente
superficiale sotto certi aspetti.
Infatti,
una volta
tornata a casa non lo chiamò affatto, preferendo di gran
lunga
riposarsi. Di certo non poteva immaginare la reazione dell'inglese.
Tuttavia
le conseguenze
giunsero il giorno dopo e senza alcun tipo di preavviso, Tom
piombò
a casa sua, con un'espressione terribilmente livida in volto.
«
Tom... »
Era
stupita dalla sua
inaspettata presenza e dal suo atteggiamento e per questo
aggrottò
le sopracciglia, non riuscendo a comprendere immediatamente il suo
comportamento apparentemente offeso.
«
Spiegami perché ieri
sera mi hai evitato completamente. »
Alexandra
boccheggiò per
un attimo, non sapendo sinceramente cosa rispondere nell'immediato
momento. L'unica cosa in grado di fare fu lasciarlo passare e
richiudere velocemente la porta alle sue spalle.
Per
un attimo gli rimase
dietro, osservandolo dalla testa ai piedi. La prima cosa che cadde
nella sua attenzione fu la mano sinistra, racchiusa in un pugno
rigido. Lentamente gli si avvicinò, fino a quando non lo
superò ed
ebbe così la possibilità di vederlo in viso.
Capì
in quel momento che
la sua non sarebbe stata una visita di cortesia.
«
Posso capire il tuo
timore della stampa, della curiosità dei giornalisti e--
»
«
Tom, per favore. »
«
Fammi finire!»
Alexandra
si zittì senza
farselo ripetere due volte, lasciandolo parlare.
Non
l'aveva mai visto
reagire in quel modo. Era visibilmente inflessibile e riuscì
a
dedurlo anche dal tono di voce che stava usando. Tom non urlava
– e
sperò che non accadesse – ma si percepiva
chiaramente la rabbia
nelle sue parole.
«
Ma nasconderti per
tutta la durata della cerimonia, costringendomi ad inseguire la tua
agente ogni volta che avevo un momento di respiro, per poi sentirmi
dire che eri finita chissà dove... »
L'attore
non concluse la
sua frase, lasciandola in sospeso così come i suoi pensieri.
Ricordava
ancora cosa Cat
le avesse detto a fine serata. Sapeva che Tom l'aveva cercata ma
aveva fatto finta di non sentire.
Perché
non poteva
capire?
Lo
pensò ma non osò
pronunciare una sola parola a riguardo. Ebbe quasi la sensazione che
se l'avesse fatto, suo fratello sarebbe andato a dirle qualcosa,
circa Peter e il suo modo di approcciarsi con lei.
«
Avevo da fare. »
Rispose
con una certa
serietà disegnata in viso, desiderando quasi che tutta
quella
ramanzina finisse, che si chiarissero in qualche modo.
Sperò
che Tom dicesse un
Ok, va bene
e che passassero a parlare di altro, ma la sfortuna volle che
l'attore non fosse così stupido o così ingenuo.
«
Avevi... da fare?
Alexandra, stiamo parlando di un sacco di tempo! Vuoi dirmi che non
avevi un solo minuto da potermi concedere per lasciare che ti dicessi
anche solo ciao?
»
«
Probabilmente ci
saremmo baciati. »
L'australiana
gli diede
le spalle di scatto vagando per il salotto, senza trovare un punto
specifico dovo dirigersi.
Piccole
parti di verità
stavano venendo fuori.
«
Evidentemente non ti
ascolti quando parli. » furono le prime parole a uscire dalle
labbra
di Tom, ma non erano di certo le ultime. « Sembrano i
discorsi di
una bambina, cazzo! »
Quando
Alexandra voltò
la testa per guardarlo, lo vide ancora più furente di quando
era
arrivato. Sentiva di essersi arrampicata su uno specchio ma non ebbe
il coraggio di fare un passo indietro e chiedere scusa. Non era nella
sua natura e non riuscì a capire, in quel momento, che stava
commettendo un grosso sbaglio.
Sapeva
bene che Tom non
era come Peter, tuttavia non era riuscita a scindere la questione
dentro di sé e continuava a comportarsi di conseguenza.
«
Ho avuto le mie buone
ragioni! »
Finalmente
riuscì a dire
qualcosa a proposito, usando un tono che esprimeva di primo impatto
rabbia. Probabilmente reagiva in quel modo perché non
riusciva a
comprendere il motivo della stessa replica dell'attore inglese.
«
E quali sarebbero le
tue buone
ragioni?!
»
In
quel momento Tom si
arrabbiò. Per davvero.
Alexandra
poté
chiaramente vederlo irrigidito. Le narici dilatate e le vene del
collo leggermente ingrossate. L'attrice si spaventò ed
istintivamente fece un passo indietro. Non che avesse paura di una
qualche sua reazione avventata contro di lei, ma non l'aveva mai
visto così furioso.
Per
tanto la sua risposta
fu quasi un sibilo.
«
Mi sembra di avertele
già spiegate giorni fa... »
Tom
la guardò, irato in
volto e per il momento non disse altro. Sbuffò pesantemente,
portandosi entrambe le mani ai capelli, lisciandoli meccanicamente
–
con gesti molto lenti – indietro.
Si
voltò a sua volta,
dando le spalle ad Alexandra.
Odiava
litigare. Odiava
arrivare fino a questo punto.
E
lo stesso pensava
l'australiana, tuttavia nessuno dei due accennò ad una sola
parola.
Alexandra,
dal canto suo,
avrebbe desiderato che tutta quella questione arrivasse a termine. E
sperava che si abbracciassero, si baciassero e che tutto tornasse
come prima.
Ma
non mosse un dito
perché questo avvenisse.
A
quel punto, Tom si
voltò, le mani distese lungo i fianchi, volendo chiaramente
riprendere la faccenda e, magari, concluderla una volta per tutte.
«
Non possiamo andare
avanti a vivere segregati in casa, costretti ad inventarci i
più
contorti sotterfugi per vederci. Per il timore di cosa? »
avanzò in
sua direzione. « Che qualche nostra foto finisca sui giornali
o su
internet? Sia! »
Il
suo tono stava
cambiando lentamente, come se stesse abbandonando la rabbia che lo
aveva condotto lì.
«
E non mi interessa
sapere cosa gli altri pensano di noi, Alexandra, perché ti
amo e
questo vale più di ogni altra cosa. »
Le
sue parole furono così
terribilmente spontanee e sincere che l'attrice australiana si
trovò
spiazzata, senza una sola parola che potesse uscirle dalle labbra.
Fu
così che distolse lo
sguardo dagli occhi cristallini dell'uomo, poiché ebbe la
sensazione
di mentirgli se avesse continuato a fissarlo.
Per
questo motivo non
poté vedere Tom aggrottare le sopracciglia, prima di
avvicinarsi a
lei ancora di un passo.
«
Mi ami, Alexandra? »
Sapeva
perfettamente che
tipo di persona lei fosse, ma questa era una questione completamente
diversa e non c'erano scusanti.
O
sì o no.
Alexandra,
in cuor suo,
avrebbe desiderato essere stupida e non arrivare a capire il
perché
di quella richiesta.
A
suo discapito non
poteva essere così.
Non
arrivò mai nessuna
risposta – questo Tom lo capì subito – e
quando tornò a
guardarlo, lesse una profonda delusione nei suoi occhi.
Avrebbe
voluto parlare,
dire qualcosa a tal proposito, invece le sue labbra sembravano
sigillati, come se non desiderassero lasciar trasparire neanche una
singola parola.
Con
movimenti piuttosto
lenti, Tom si voltò, col passo diretto verso la porta. Non
c'era
stata nessuna risposta e questo poteva significare solo una cosa.
Due
mesi andati perduti
per una stupidaggine che, alla fine, ha rivelato la realtà
dei
fatti?
Quando
ormai era alla
porta, con la mano già pronta ad afferrare il pomello,
l'attore si
sentì afferrare per la vita. Abbassò lo sguardo e
due braccia lo
stavano circondando.
«
Non andare... »
Di
tutte le cose che si
aspettava potesse dire, questa era esattamente l'ultima. Era convinto
in un suo possibile ricambio, in un Ti
amo anche io, Tom.
Eppure
non sentì nulla
di tutto ciò.
Afferrò
le braccia di
Alexandra e le sciolse dalla sua lieve stretta.
In
un attimo era già
fuori di casa.
Hiddle's
corner:
Siate liberi di odiarmi.
Mi
odio pure io.
Come
faccio a essere così crudele anche con un uomo come Tom, che
è
praticamente il Principe Azzurro dei nostri giorni?
*Prende
in prestito lo scudo di Cap, sperando funzioni*
Comunque
– giusto per sviare la vostra rabbia da Hulk – come
già
annunciato nel mio account facebook, alla fine di Black Heart
non manca tanto.
Non
so di preciso ancora quanto capitoli ci saranno, poiché devo
dare
ancora delle sistemate (ci sono dei tagli da apportare ecc ecc) qua e
là.
Mi
piacerebbe farla durare fino all'infinito, anche perché
avevo dei
progetti per Tom e Alex davvero carini, ma ... sinceramente basta.
Forse a voi non sembrerà così, tuttavia
è estremamente estenuante
scrivere di Tom, con il pensiero continuo di scrivere qualcosa di
sbagliato sul suo conto e/o renderlo totalmente ridicolo.
Le
- passatemi il termine, per cortesia - seghe mentali mi faccio prima
di postare...
Un
parto insomma!
Comunque,
ecco svelato il perché del titolo di questa storia (non dato
totalmente a caso). Come avete potuto ben leggere, Tom non ha
cambiato completamente Alexandra, la quale rimane totalmente
imperfetta.
Quando
ho scritto questo capitolo ho cercato di ipotizzare come sarebbero
potute andare le cose se al posto di Alexandra stessa ci fosse stata
un'altra donna, dal carattere tranquillo, insomma tutto l'opposto
della nostra australiana. Sicuramente non si sarebbero creati tutti
questi immensi problemi.
Comunque
mi è scappato un cazzo per Tom. Mi piace pensare che lui non
dica
parolacce (in realtà le dice, le interviste parlano
chiaramente) ma
oggi chi vuoi che non le dica (a parte una mia compagna delle
superiori e mia nonna)?
Vedo
di chiudere qui questo angolo autore e vi saluto, sperando di poter
aggiornare in fretta.
Charlie
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