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Autore: Charlie Cleaver    04/05/2013    6 recensioni
"Solitamente sono le persone più sarcastiche ed acide ad innamorarsi."
Alexandra Gascoyne, attrice australiana di film indipendenti, non può certamente concordare con una frase così stupida.
Nemmeno dopo essersi trovata davanti all'amico di suo fratello James.
La sua scelta è chiara e palese: non ha intenzione di innamorarsi, men che meno di qualche attore ricoperto di splendente celebrità. Nemmeno se l'attore in questione è Tom Hiddleston.
***
« Sei solito mettere le mani dove ti pare? »
Chiese Alexandra con insolenza, mentre portò gli arti ad incrociarsi sul petto.
Tom venne preso di sprovvista, non sapendo cosa rispondere.
« Mi verrà tagliata la mano, per caso? »
Domandò a quel punto, incuriosito da quella reazione.
«Può anche darsi, Mr Hiddleston, può anche darsi. »
Genere: Generale, Malinconico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Black Heart'
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Capitolo XVI

- Black Heart -










Alexandra ascoltava rapita i racconti africani di Tom.

Pendeva dalle sue labbra, distesa a pancia in giù sul letto matrimoniale dell'inglese, mentre l'attore restava in piedi mimando ogni singola parola.

Era euforico nel narrare quelle cose ed entrambi erano come bambini, attenti ad ogni cosa.

« Un'esperienza unica... »

Concluse così il suo infinito discorso, sedendosi sul bordo del letto.

Alexandra sorrise, senza aggiungere altro. Era orgogliosa di quell'uomo, di quel che faceva e in determinati casi lo invidiava, dato il suo immenso cuore.

Non aveva mai conosciuto una persona come lui e solo ora si era accorta di quanto fortunata fosse a stargli accanto.

James aveva sempre avuto ragione, a tal proposito, ed era un vero peccato averlo scoperto così tardi.

Dopo aver conosciuto Tom, Alexandra si chiese cosa ne fosse della galanteria maschile altrui. Un uomo come lui, del suo stampo, era una rarità.

Con Peter mai si sarebbe sognata frasi romantiche o gesti speciali che sapessero colpirla con facilità al cuore. L'affetto non era più smanceria da evitare.

« Luke ieri ti cercava. Sei già pieno di impegni, vero? »

L'attrice si alzò sulle ginocchia, sedendosi accanto a lui. Cercò un abbraccio e non tardò a trovarlo.

« Lo so, ci sono i BAFTA e una serie di interviste. » sbuffò leggermente, fissandola.

Dopo qualche attimo di silenzio, tornò a parlare, rivolgendosi ad Alexandra.

« Verresti con me? »

« Dove? »

« Ai BAFTA. Ci andiamo insieme? »

Alexandra aggrottò le sopracciglia, storcendo di conseguenza le labbra.

Con "insieme", Tom, ovviamente, intendeva come coppia e questo l'attrice non riusciva a concepirlo.

« Non vai con Luke? »

« … è il mio agente, Alex, lui c'è sempre. »

Lo disse con tono un po' scocciato, come se avesse intuito che l'attrice non desiderava andarci con lui. O almeno così lei percepì.

Alexandra si staccò dal suo abbraccio, sedendosi in modo composto ed evitando un contatto visivo: cosa sarebbe successo se li avessero visti insieme?

« Cosa c'è? »

Domandò Tom, afferrandole una mano nella speranza di cercare la sua attenzione. Evidentemente sapeva che c'era qualcosa che non andava.

« Hai presente quante domande ci faranno? »

« Per cosa? »

Sapeva esattamente dove voleva puntare, ma preferiva sentirlo pronunciare direttamente dalle sue labbra.

« Per questo! »

Alexandra alza le loro mani intrecciate, rendendole ben visibili agli occhi dell'attore.

Tom aggrottò le sopracciglia, guardò quanto aveva sotto il naso e poi rivolse il suo sguardo alla donna che aveva davanti.

« Non voglio essere assaltata da una marea di giornalisti e sentirmi chiedere cosa faccio nella mia vita privata. »

Mollò la presa dalla mano di Tom e si alzò.

« Non voglio che rovinino la nostra relazione. »

« Alex, è la normalità. Pensa a Chris ed Elsa! Stanno benissimo e sono persino sposati con una figlia. »

La donna si voltò verso di lui con un sopracciglio inarcato.

« Io non sono la moglie di Chris Hemsworth. »

A quel punto, Tom si decise ad alzarsi dal letto, raggiungendola.

Non disse niente, limitandosi a stingerla in un abbraccio semplice, prima di baciarla.

Avrebbero risolto quella questione. Tom non poteva certo prendersela per una questione simile ed entrambi erano abbastanza grandi da poter risolvere quel problema facilmente, senza dover iniziare una qualche piccola disputa inutile.

« Ci penseremo, tesoro. Vuoi del tè? »





***





Il dieci febbraio era velocemente arrivato, a differenza della decisione di Alexandra che, fino al giorno prima, non era ancora sicura di cosa fare riguardo il suo accompagnatore.

Alla fin fine, con il suo vestito firmato Gucci aveva brevemente sfilato sotto la pioggia, insieme a Cat – sua agente – prima di scoprire che non aveva vinto nessun premio come migliore attrice protagonista.

Era, tuttavia, soddisfatta di quella nomina ma quello che le importava davvero era ben altro.

Non aveva visto Tom per tutto il tempo. O meglio, l'aveva intravisto più e più volte in modo del tutto occasionale. Semplicemente l'aveva evitato.

Quello di cui Alexandra non era a conoscenza erano i pensieri e, al tempo stesso, le preoccupazioni che l'attore inglese aveva avuto per tutta la serata. Per quanto ci tenesse, lei mancava di tatto ed era tremendamente superficiale sotto certi aspetti.

Infatti, una volta tornata a casa non lo chiamò affatto, preferendo di gran lunga riposarsi. Di certo non poteva immaginare la reazione dell'inglese.

Tuttavia le conseguenze giunsero il giorno dopo e senza alcun tipo di preavviso, Tom piombò a casa sua, con un'espressione terribilmente livida in volto.

« Tom... »

Era stupita dalla sua inaspettata presenza e dal suo atteggiamento e per questo aggrottò le sopracciglia, non riuscendo a comprendere immediatamente il suo comportamento apparentemente offeso.

« Spiegami perché ieri sera mi hai evitato completamente. »

Alexandra boccheggiò per un attimo, non sapendo sinceramente cosa rispondere nell'immediato momento. L'unica cosa in grado di fare fu lasciarlo passare e richiudere velocemente la porta alle sue spalle.

Per un attimo gli rimase dietro, osservandolo dalla testa ai piedi. La prima cosa che cadde nella sua attenzione fu la mano sinistra, racchiusa in un pugno rigido. Lentamente gli si avvicinò, fino a quando non lo superò ed ebbe così la possibilità di vederlo in viso.

Capì in quel momento che la sua non sarebbe stata una visita di cortesia.

« Posso capire il tuo timore della stampa, della curiosità dei giornalisti e-- »

« Tom, per favore. »

« Fammi finire!»

Alexandra si zittì senza farselo ripetere due volte, lasciandolo parlare.

Non l'aveva mai visto reagire in quel modo. Era visibilmente inflessibile e riuscì a dedurlo anche dal tono di voce che stava usando. Tom non urlava – e sperò che non accadesse – ma si percepiva chiaramente la rabbia nelle sue parole.

« Ma nasconderti per tutta la durata della cerimonia, costringendomi ad inseguire la tua agente ogni volta che avevo un momento di respiro, per poi sentirmi dire che eri finita chissà dove... »

L'attore non concluse la sua frase, lasciandola in sospeso così come i suoi pensieri.

Ricordava ancora cosa Cat le avesse detto a fine serata. Sapeva che Tom l'aveva cercata ma aveva fatto finta di non sentire.

Perché non poteva capire?

Lo pensò ma non osò pronunciare una sola parola a riguardo. Ebbe quasi la sensazione che se l'avesse fatto, suo fratello sarebbe andato a dirle qualcosa, circa Peter e il suo modo di approcciarsi con lei.

« Avevo da fare. »

Rispose con una certa serietà disegnata in viso, desiderando quasi che tutta quella ramanzina finisse, che si chiarissero in qualche modo.

Sperò che Tom dicesse un Ok, va bene e che passassero a parlare di altro, ma la sfortuna volle che l'attore non fosse così stupido o così ingenuo.

« Avevi... da fare? Alexandra, stiamo parlando di un sacco di tempo! Vuoi dirmi che non avevi un solo minuto da potermi concedere per lasciare che ti dicessi anche solo ciao? »

« Probabilmente ci saremmo baciati. »

L'australiana gli diede le spalle di scatto vagando per il salotto, senza trovare un punto specifico dovo dirigersi.

Piccole parti di verità stavano venendo fuori.

« Evidentemente non ti ascolti quando parli. » furono le prime parole a uscire dalle labbra di Tom, ma non erano di certo le ultime. « Sembrano i discorsi di una bambina, cazzo! »

Quando Alexandra voltò la testa per guardarlo, lo vide ancora più furente di quando era arrivato. Sentiva di essersi arrampicata su uno specchio ma non ebbe il coraggio di fare un passo indietro e chiedere scusa. Non era nella sua natura e non riuscì a capire, in quel momento, che stava commettendo un grosso sbaglio.

Sapeva bene che Tom non era come Peter, tuttavia non era riuscita a scindere la questione dentro di sé e continuava a comportarsi di conseguenza.

« Ho avuto le mie buone ragioni! »

Finalmente riuscì a dire qualcosa a proposito, usando un tono che esprimeva di primo impatto rabbia. Probabilmente reagiva in quel modo perché non riusciva a comprendere il motivo della stessa replica dell'attore inglese.

« E quali sarebbero le tue buone ragioni?! »

In quel momento Tom si arrabbiò. Per davvero.

Alexandra poté chiaramente vederlo irrigidito. Le narici dilatate e le vene del collo leggermente ingrossate. L'attrice si spaventò ed istintivamente fece un passo indietro. Non che avesse paura di una qualche sua reazione avventata contro di lei, ma non l'aveva mai visto così furioso.

Per tanto la sua risposta fu quasi un sibilo.

« Mi sembra di avertele già spiegate giorni fa... »

Tom la guardò, irato in volto e per il momento non disse altro. Sbuffò pesantemente, portandosi entrambe le mani ai capelli, lisciandoli meccanicamente – con gesti molto lenti – indietro.

Si voltò a sua volta, dando le spalle ad Alexandra.

Odiava litigare. Odiava arrivare fino a questo punto.

E lo stesso pensava l'australiana, tuttavia nessuno dei due accennò ad una sola parola.

Alexandra, dal canto suo, avrebbe desiderato che tutta quella questione arrivasse a termine. E sperava che si abbracciassero, si baciassero e che tutto tornasse come prima.

Ma non mosse un dito perché questo avvenisse.

A quel punto, Tom si voltò, le mani distese lungo i fianchi, volendo chiaramente riprendere la faccenda e, magari, concluderla una volta per tutte.

« Non possiamo andare avanti a vivere segregati in casa, costretti ad inventarci i più contorti sotterfugi per vederci. Per il timore di cosa? » avanzò in sua direzione. « Che qualche nostra foto finisca sui giornali o su internet? Sia! »

Il suo tono stava cambiando lentamente, come se stesse abbandonando la rabbia che lo aveva condotto lì.

« E non mi interessa sapere cosa gli altri pensano di noi, Alexandra, perché ti amo e questo vale più di ogni altra cosa. »

Le sue parole furono così terribilmente spontanee e sincere che l'attrice australiana si trovò spiazzata, senza una sola parola che potesse uscirle dalle labbra.

Fu così che distolse lo sguardo dagli occhi cristallini dell'uomo, poiché ebbe la sensazione di mentirgli se avesse continuato a fissarlo.

Per questo motivo non poté vedere Tom aggrottare le sopracciglia, prima di avvicinarsi a lei ancora di un passo.

« Mi ami, Alexandra? »

Sapeva perfettamente che tipo di persona lei fosse, ma questa era una questione completamente diversa e non c'erano scusanti.

O sì o no.

Alexandra, in cuor suo, avrebbe desiderato essere stupida e non arrivare a capire il perché di quella richiesta.

A suo discapito non poteva essere così.

Non arrivò mai nessuna risposta – questo Tom lo capì subito – e quando tornò a guardarlo, lesse una profonda delusione nei suoi occhi.

Avrebbe voluto parlare, dire qualcosa a tal proposito, invece le sue labbra sembravano sigillati, come se non desiderassero lasciar trasparire neanche una singola parola.

Con movimenti piuttosto lenti, Tom si voltò, col passo diretto verso la porta. Non c'era stata nessuna risposta e questo poteva significare solo una cosa.

Due mesi andati perduti per una stupidaggine che, alla fine, ha rivelato la realtà dei fatti?

Quando ormai era alla porta, con la mano già pronta ad afferrare il pomello, l'attore si sentì afferrare per la vita. Abbassò lo sguardo e due braccia lo stavano circondando.

« Non andare... »

Di tutte le cose che si aspettava potesse dire, questa era esattamente l'ultima. Era convinto in un suo possibile ricambio, in un Ti amo anche io, Tom.

Eppure non sentì nulla di tutto ciò.

Afferrò le braccia di Alexandra e le sciolse dalla sua lieve stretta.

In un attimo era già fuori di casa.































Hiddle's corner:
Siate liberi di odiarmi.

Mi odio pure io.

Come faccio a essere così crudele anche con un uomo come Tom, che è praticamente il Principe Azzurro dei nostri giorni?

*Prende in prestito lo scudo di Cap, sperando funzioni*


Comunque – giusto per sviare la vostra rabbia da Hulk – come già annunciato nel mio account facebook, alla fine di Black Heart non manca tanto.

Non so di preciso ancora quanto capitoli ci saranno, poiché devo dare ancora delle sistemate (ci sono dei tagli da apportare ecc ecc) qua e là.

Mi piacerebbe farla durare fino all'infinito, anche perché avevo dei progetti per Tom e Alex davvero carini, ma ... sinceramente basta. Forse a voi non sembrerà così, tuttavia è estremamente estenuante scrivere di Tom, con il pensiero continuo di scrivere qualcosa di sbagliato sul suo conto e/o renderlo totalmente ridicolo.

Le - passatemi il termine, per cortesia - seghe mentali mi faccio prima di postare...

Un parto insomma!


Comunque, ecco svelato il perché del titolo di questa storia (non dato totalmente a caso). Come avete potuto ben leggere, Tom non ha cambiato completamente Alexandra, la quale rimane totalmente imperfetta.

Quando ho scritto questo capitolo ho cercato di ipotizzare come sarebbero potute andare le cose se al posto di Alexandra stessa ci fosse stata un'altra donna, dal carattere tranquillo, insomma tutto l'opposto della nostra australiana. Sicuramente non si sarebbero creati tutti questi immensi problemi.


Comunque mi è scappato un cazzo per Tom. Mi piace pensare che lui non dica parolacce (in realtà le dice, le interviste parlano chiaramente) ma oggi chi vuoi che non le dica (a parte una mia compagna delle superiori e mia nonna)?


Vedo di chiudere qui questo angolo autore e vi saluto, sperando di poter aggiornare in fretta.

Charlie


   
 
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