* John P.O.V *
Stavo
scappando.
Scappavo
dalle mie paure, senza affrontarle.
La
pioggia colpiva il mio viso.
Misi
il cappuccio della felpa sul capo, iniziando a correre più
veloce.
Il
vento e l'acqua mi limitavano la vista, ma non mi fermai.
Volevo
solo tornare a casa e chiudermi in camera mia.
Avrei
ascoltato della musica, per ricompormi.
La
musica.
L'unica
in grado di capirmi davvero.
L'unica
in grado di ascoltarmi.
L'unica
in grado di descrivere le mie emozioni.
Urtai
improvvisamente una persona, non mi girai.
Sentì
un gemito di dolore non appena egli finì a terra.
Mi
fermai, sentendomi improvvisamente in colpa per quello che avevo appena
fatto.
Ritornai
indietro e, porgendo una mano in segno di aiuto, gli feci le mie scuse.
Non
vedevo il suo volto, lo teneva basso.
Il
ragazzo a terra si irrigidì non appena
sentì la mia voce.
Un
singhiozzo improvviso scosse il suo corpo e io fui preso dal panico.
"Ti
ho fatto male?" chiesi insicuro, mentre la pioggia scendeva
più forte.
Poi
il tempo si bloccò.
Il
mio cuore smise di battere per qualche secondo.
Le
mie gambe incominciarono a tremare.
La
mia vista venne annebbiata dalle lacrime, non di dolore.
Il
mio labbro inferiore prese a tremare.
Trattenni
il respiro per un tempo indefinito.
Aveva
alzato lo sguardo.
Non
mi trovavo di fronte ad uno specchio.
Era
forse un'allucinazione?
Riuscivo
a trovare quelle piccole differenze che non vedevo da anni.
La
cicatrice sul suo labbro.
Ero
in uno stato di shock e confusione, come lui.
Stava
ancora a terra, seduto sul terreno bagnato.
Stavamo
immobili, a fissarci.
Si
alzò lentamente, tremante e senza distogliere lo sguardo dal
mio.
Allungò
la mano, fino a sfiorare il mio viso.
Tracciò
con un gesto delicato la mia guancia, scendendo fino alla mia cicatrice.
Le
lacrime gli solcavano il viso, gli occhi rossi e spalancati.
"John."
soffocò in un singhiozzo.
Era
da tanto tempo che non sentivo quella voce.
Poi,
all'improvviso, mi ritrovai tra le sue braccia.
Stringeva
talmente forte che rendeva difficile la respirazione.
Non
mi importava.
Iniziai
a piangere anche io, dopo aver superato lo shock.
Sentivo
il suo corpo tremante, scosso da forti singhiozzi.
"Dimmi...
Dimmi che non sto sognando." ha sussurrato contro il mio
collo.
"Dimmi
che tutto questo non finirà, dimmi che non mi
sveglierò nel mio letto." ha continuato, stringendo la presa
sulla mia spalla.
"Edward
io..." non riuscì a terminare la frase.
Rimanemmo
in quella posizione per minuti.
Tenevo
gli occhi chiusi.
Avevo
paura.
Paura
di aprirli e di non trovare nessuno con me.
Mi
feci coraggio.
Abbassai
lo sguardo, era leggermente più basso di me.
Notai
i suoi cambiamenti.
Il
suo corpo era cambiato, era diverso rispetto a tanti anni fà.
Era
meno robusto di me, riuscivo a sentire le sue ossa sotto il sottile
strato di pelle.
Aveva
sempre avuto problemi con il cibo.
Eravamo
nati prematuri.
Il
suo viso era più sottile del mio.
Ma
i suoi occhi, quelli erano sempre gli stessi.
Potevo
leggere la felicità e lo stupore di quel momento.
Ma
potevo immaginare tutto il dolore passato in questi ultimi anni.
"Ho
sognato questo momento da tutta la vita." pianse sulla mia spalla.
"E'...E'
tutto finito Ed'ard." lo tranquillizzai, con voce tremante.
Quanto
tempo è passato dall'ultima volta che l'ho chiamato
così?
Tanto,
troppo.
"Non
voglio passare più un secondo lontano da te." ha detto,
allontanandosi per guardarmi in viso.
Sorridevi.
Quel
sorriso che non vedevo da anni.
Quel
sorriso che mi ha dato la forza per lottare ogni giorno.
Quel
sorriso che era diventato il mio traguardo.
Quanto
mi è mancato.
Mi
sei
mancato.
"Scusami."
ho sussurrato, prima di ricominciare a lottare contro i singhiozzi.
Mi
hai preso di nuovo tra le tue braccia, mi hai cullato.
"Per
cosa?" mi hai chiesto una volta calmo, accarezzandomi la guancia.
"Non
sono riuscito a mantenere la promessa." risposi, abbassando lo sguardo.
Mi
alzasti il viso, stringendomi forte le mani.
"Jawn,
non importa più il passato. Pensiamo solo al futuro."
Avevi
ragione.
Ti
strinsi ancora più forte.
"Auguri
Edward." sussurrai al tuo orecchio.
"Auguri
John." dissi, baciandomi la tempia.
La
pioggia era passata in secondo piano.
Rimasi
immobile a studiarti.
Emanavi
gioia.
Tutto
era ritornato come prima.
Dovevamo
dimenticare il passato.
Siamo
destinati a stare insieme.
Ora.
Per
sempre.
Spazio
Autrice:
Ehilà
gente! Anche questa Fan Fiction è terminata....
Voglio
ringraziare tutti i lettori, tutti quelli che hanno lasciato una
recensione ad ogni capitolo, tutti.
Grazie
mille, mi avete reso davvero felice c:
p.s.
Sò che a nessuno importa ma volevo sfogare la mia
felicità con qualcuno... Forse mia zia, se lavoro
quest'estate, mi porta a Dublino a Gennaio per vedere il musical dei
Jedward! Non voglio fare filmini mentali ora, sarò davvero
felice quando avrò quei biglietti tra le mie mani c:
Alla
prossima Fan Fiction.
Owen.
John: "Edward is my
best friend and he means everything to me."
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