- Oh no, Harry! Non di nuovo!! -
Il ragazzo si lasciò cadere sul divanetto della sala comune,
mentre la sua migliore amica, Hermione Jane Granger, lo fissava con cipiglio
severo.
- Herm, ti prego.. dammi tregua.. -
- Ma sì, Hermione.. in fondo sta bene, no? -
Il miglior amico di Harry, il rosso Ronald Bilius Weasley,
cercava di far sbollire Hermione, così che lei smettesse di tormentare
l’amico.
- Ma certo, Ronald! Siccome non si è ancora fatto ammazzare,
facciamogli un applauso e incrociamo le dita per la prossima volta! - replicò
furibonda la ragazza.
Ron si mise sulla difensiva: - Non ho detto questo! Ma di
sicuro è stato lui a cominciare, e Harry si è solo difeso! -
Hermione alzò gli occhi al cielo, sbuffando sarcasticamente: -
Naturalmente, è sempre lui a cominciare! -
Harry, dalla sua posizione distesa e apparentemente assopita,
si tirò su di scatto, trattenendo un gemito di dolore: - Hermione, vorresti
insinuare che lui sia innocente? - le chiese, offeso.
Lo sguardo della ragazza si addolcì: - Harry no.. non sto
dicendo questo.. ma devi ammettere che spesso sei tu il primo ad attaccare
briga.. -
Harry sospirò: - Beh.. forse.. forse sì.. ho iniziato io..
-
- Forse? - Hermione alzò un sopracciglio.
- Ok, ho iniziato io.. - confessò Harry.
Hermione sorise trionfante, lanciando un’occhiata obliqua a
Ron; il ragazzo volse lo sguardo verso Harry, rimproverandolo con gli occhi di
aver dato ragione all’amica.
- Ora mi spieghi che è successo? - gli chiese Hermione.
Harry alzò le spalle con noncuranza: - I soliti insulti, la
solita rissa.. -
- Gli hai fatto male almeno? - chiese Ron, beccandosi
un’occhiata omicida da parte di Hermione.
- Ragazzi.. non li capirò mai! - esclamò Hermione, raccogliendo
i suoi libri ed andandosene in biblioteca.
Ron e Harry aspettarono qualche minuto prima d’iniziare
nuovamente a parlare.
- Allora, gli hai fatto male? - gli chiese Ron.
Harry annuì, e il suo volto si aprì in un sorriso riluttante: -
Il suo occhio se ne ricorderà per molto tempo! -
- Grande amico! - Ron rise, e battè il cinque a Harry.
- Ma anche lui mi ha conciato male.. - ammise Harry,
massaggiandosi lo stomaco.
Ron aspettò qualche minuto, prima di parlare nuovamente: -
Harry.. sai che sono sempre d’accordo all’idea di dare una bella lezione a
Furetto Platinato.. ma, per quanto mi costi ammetterlo, Hermione ha ragione..
ormai non si tratta più di una rissa ogni tanto.. vi menate praticamente tutti i
giorni! -
Harry non alzò lo sguardo sull’amico, ma rimase con gli occhi
puntati verso il camino.
Ron sospirò: - Harry.. cerca di ridurre le risse, ok?
Altrimenti a Hermione prenderà un colpo, un giorno di questi. -
Il ragazzo annuì, e sorrise rassicurante all’amico.
&&&
- Certo che Potter ci va giù pesante, eh? -
- Stai zitto, Blaise. Ti conviene. -
Draco Lucius Malfoy era rientrato in camera sua, zoppicando.
Balise Zabini, il suo migliore amico, ci aveva messo meno di un minuto, a capire
cos’era succeso: in ogni caso, il suo occhio nero non lasciava spazio ai
dubbi.
- Potrei almeno sapere il motivo della rissa? - chiese Balise,
sedendosi di fronte a Draco nella sala comune di Serpeverde.
- Ha insultato mio padre. - sibilò il ragazzo a denti
stretti.
- E tu hai insultato i suoi genitori, sottolineando con grazia
che sono morti, e lui ha ribattuto che tuo padre è ad Azkaban, e che tua madre
dovrebbe essere lì con lui.. Draco, ormai litigate tutti i giorni, e sempre per
gli stessi motivi! -
Blaise scosse la testa: era un Serpeverde, e come tale
possedeva la scaltrezza e la furbizia proprie di quella Casa.. ma, a differenza
dei compagni, non amava la violenza, a meno che non fosse strettamente
necessario.
- E tra l’altro, ti fai sempre conciare per le feste.. -
aggiunse il ragazzo, guadagnandosi un’occhiataccia da parte di Draco.
Blaise alzò gli occhi al cielo: - Draco, davvero, dovete
piantarla. Se la McGranitt vi dovesse beccare, sareste in guai molto seri! E non
possiamo permetterci che quella megera tolga punti a Serpeverde. - disse ancora
lui.
Draco chiuse gli occhi per qualche istante, annuendo: avrebbe
dovuto contenersi, la situazione stava diventando insostenibile persino per lui.
Oltretutto, non era facile sostenere una scazzottata al giorno con Potter!
Richiedeva un sacco di energia, ed era la sua media scolastica a risentirne..
gli sembrava già di sentire la voce di sua madre che lo rimproverava,
ricordandogli che, da quel momento, l’onore dei Malfoy ricadeva sulle sue
spalle.
- Te la senti di andare a lezione? - gli chiese Blaise.
- Certo. E poi, non posso dare a Potter la soddisfazione di non
vedermi in classe. - disse Draco, mettendosi faticosamente in piedi.
Blaise gli scoccò un’occhiata a metà tra il divertito e
l’esasperato, e insieme si avviarono verso l’aula d’Incantesimi.
&&&
- Harry.. -
- Lo so, Hermione.. niente risse. -
Il trio si stava dirigendo verso l’aula d’Incantesimi, e,
arrivati a metà del corridoio, incrociarono Malfoy, seguito da Blaise e da Pansy
Parkinson.
Harry e Draco si guardarono in cagnesco, mentre gli altri
quattro si scambiarono occhiate preoccupate: neanche loro ne potevano più delle
continue azzuffate tra i due.
I due, però, decisero di lasciar perdere: entrarono nell’aula
senza dire una parola, e gli amici li seguirono.
- Benvenuti ragazzi! Oggi, lavoreremo a gruppi di sei persone,
e ci eserciteremo nell’incantesimo di levitamento! Dunque, voi tre.. sì, signor
Potter, dico a lei e ai suoi amici! Voi, andate a sedervi vicino ai signori
Malfoy e Zabini, e alla signorina Parkinson.. lei, signor Thomas.. -
Ma Harry non stava più ascoltando l’insegnante: si era voltato
verso il trio delle Serpi, e li fissava con disgusto.
- E ti pareva che, con tutte le persone che ci sono in
quest’aula, giusto con quei tre dovevamo finire? - mormorò Ron all’orecchio di
Hermione.
Hermione rispose con un’occhiata preoccupata, preoccupazione
che anche gli amici di Draco, Blaise e Pansy, sembravano condividere.
I sei si sedettero vicini, senza scambiarsi una parola: se gli
sguardi avessero potuto uccidere, quelli che Draco e Harry si lanciavano li
avrebbero stesi all’istante.
- Ehm.. che ne dite di.. provare l’incantesimo? -
Hermione tentò di smorzare la tensione e, inaspettatamente,
Blaise le venne incontro: - Sì, Granger. Anche perchè, io non ho capito
assolutamente niente. -
Hermione gli sorrise, e iniziò a spiegare a Blaise il
meccanismo di funzionamento dell’incantesimo. Mentre Pansy lanciava occhiate
confuse a Ron, il quale alzò le spalle, a segno che nemmeno lui aveva capito,
Draco e Harry si studiavano, come due leoni si osservano prima di lanciarsi
sulla stessa preda.
- Capito adesso? Non è così difficile.. - diceva intanto
Hermione.
- No certo, non è per niente difficile.. - commentò ironico Ron
sottovoce, e Pansy si ritrovò, suo malgrado, a sorridere.
Non l’aveva mai notato, ma il ragazzo si era fatto davvero
carino.. grazie al Quidditch, il fisico era decisamente migliorato, e adesso si
presentava tonico, asciutto e muscoloso al punto giusto.
Anche Blaise si era accorto di quanto Hermione fosse diventata
carina: era ben lontana dalla ragazzina dai capelli crespi del primo anno. Ora,
era diventata una donna: e lo dimostravano le sue curve, distribuite
sapientemente sul corpo, nei punti giusti.
Harry e Draco, nel frattempo, non avevano ancora proferito
parola. Rimanevano in silenzio, fissandosi negli occhi tanto intensamente da non
sbattere nemmeno le ciglia.
- Così mi consumi, Potter. -
Draco fu il primo a parlare, a rompere quel silenzio carico di
una tensione così fitta da essere quasi tagliata con un coltello.
- Fidati, Malfoy: l’unica cosa che potrei consumare, è la tua
vanità. DI quella, ne hai finchè ne vuoi. -
Blaise, Ron, Hermione e Pansy si guardarono preoccupati: quello
scambio di battute non prevedeva nulla, nulla di buono.
- Io, a differenza tua, me lo posso permettere. -
Harry gignò: - Malfoy, tutto ciò che tu ti puoi permettere, è
tacere. -
Draco ridusse gli occhi a due fessure: - Stai attento, Potter.
-
- Attento a cosa, Malfoy? Non hai tuo padre a coprirti, ora, e
nemmeno Voldemort. Mi dispiace, ma per la prima volta nella tua vita, dovrai
cavartela da solo. Pensi di farcela? -
Gli occhi del ragazzo biondo si strinsero, mentre gli altri
quattro trattenevano il fiato: quello era il primo passo per far scoppiare una
rissa in piena regola.
- Ripetilo, se ne hai il coraggio. - sibilò Draco, mentre il
suo viso sembrava una maschera.
- Ho detto.. -
- Ha detto che è appena suonata la campanella, e dobbiamo
andare! - rispose Hermione, interrompendo la conversazione.
La ragazza alzò Harry di peso, e uscì dalla classe seguita da
Ron.
- Hermione, ma che cav.. -
- Niente risse Harry, ricordi? Ci sei andato vicinissimo, se
non ti avessi fermato a quest’ora voi due stareste aggrovigliati l’uno
sull’altro a picchiarvi! -
Harry riflettè sulle parole di Hermione: stranamente,
l’immagine di lui e Malfoy aggrovigliati.. l’aveva.. oh no, non poteva..
l’aveva.. eccitato?!?
- Harry, mi stai ascoltando? - la voce di Hermione interruppe i
suoi pensieri.
- Io.. sì.. ehm.. dicevi? -
- Dicevo.. - riprese Hermione con cipiglio severo - Che mi devi
promettere una cosa: niente risse con Malfoy! -
Il ragazzo cercò di sfuggire allo sguardo dell’amica, ma non ci
riuscì: - .. ok, promesso. -
Hermione sorrise soddisfatta, e i tre si avviarono insieme in
Sala Grande: lì, un pannello sul muro recava un avviso a due ragazzi del settimo
anno.
"I signori Draco Lucius Malfoy e
Harry James Potter sono pregati di lasciare i loro dormitori: da oggi, essi
risiederanno in un dormitorio a parte, nella Torre Ovest della scuola. Il
Preside, Albus Silente"
Due ragazzi, entrati separatamente in Sala Grande, avevano
letto contemporaneamente l’avviso.
- Che cosa?!? - urlarono all’unisono.
Tutti gli studenti si guardarono preoccupati: i guai erano
appena iniziati.