Finte verità e mezze bugie
Finte verità e mezze bugie
Asteria era furiosa: il rientro ad
Hogwarts dopo le vacanze di Pasqua non era andato esattamente come
aveva sperato o, per meglio dire, aveva preso una piega che mai, mai si
sarebbe aspettata.
Era successo sull’espresso per
Hogwarts, quando il treno era entrato ad Hogsmeade iniziando a
rallentare la sua corsa. Era uscita dallo scompartimento verso il
corridoio, senza badare se ci fossero altre persone che stavano
giungendo, e di colpo si era ritrovata addosso a qualcuno che l’aveva
afferrata saldamente per le spalle. Aveva alzato gli occhi, trovandosi
di fronte Draco Malfoy, che la fissava con sguardo preoccupato. Per un
lungo istante si erano guardati, finché le risatine di scherno e i
borbottii di Tiger e Goyle li avevano riportati alla realtà. Malfoy
aveva radicalmente cambiato espressione, assumendo il suo cipiglio
strafottente, allontanandola da sé.
“Fai attenzione, Greengrass…” aveva
finalmente detto, “Ultimamente capita spesso che tu finisca fra le mie
braccia” continuò, lanciando un’occhiata d’intesa ai suoi tirapiedi,
“non vorrei che stesse diventando un’abitudine…” le sussurrò con fare
malizioso all’orecchio, riprendendo la sua marcia verso l’uscita del
convoglio.
Asteria era rimasta a bocca aperta. No. Non poteva essere possibile. Non l’aveva detto davvero,
non poteva davvero essere. Non lui, non la persona che aveva conosciuto
in quei mesi. Eppure, a giudicare dalle risate e dagli sguardi
divertiti che le stavano lanciando Tiger e Goyle, sembrava proprio che
Draco Malfoy l’avesse davvero umiliata pubblicamente. Si guardò
attorno, furiosa: apparentemente nessun altro aveva udito le parole del
giovane, tuttavia decise di richiudersi nello scompartimento, in attesa
che il treno si fermasse alla stazione di Hogsmeade. Si sedette,
stringendo forte i pugni. Di una cosa era certa: lui non l’avrebbe
passata liscia.
Ad una settimana di distanza, Asteria
persisteva nei suoi propositi. Non aveva la minima intenzione di
affrontare Malfoy, era troppo offesa per il suo comportamento, a suo
dire inqualificabile, e, non volendo fare la figura della ragazzina
immatura che gli teneva il broncio, aveva optato per fare la cosa che
meglio gli riusciva: essere invisibile. In cinque anni di scuola lei,
solitaria e timida, aveva fatto parecchia pratica in quel campo e, se
da un lato le dispiaceva l’idea di perdere l’unico amico che avesse mai
avuto, dall’altro si felicitava del fatto che avrebbe avuto di nuovo il
tempo per dedicarsi alle sue passioni, accantonate per poter dare a
Draco la possibilità di farsi conoscere e darle quelle risposte che
tanto agognava. In fin dei conti, Malfoy non le sarebbe mancato, di
questo era certa, così come era sicura del fatto che lui non si sarebbe
nemmeno accorto della sua scomparsa. Certezze che, però, vennero meno
il sabato mattina successivo alla ripresa delle lezioni.
La ragazza si era alzata di buon’ora,
decisa a iniziare il ripasso in vista dei G.U.F.O., e si stava
dirigendo verso la Sala Grande per la colazione, quando qualcosa, o
meglio qualcuno, l’aggredì alle spalle, portandole una mano alla bocca
e bloccandole le braccia, sollevandola di peso. Asteria si dimenò,
cercando di liberarsi, ma il suo aggressore mollò la presa solo dopo
essere entrato in un’aula in disuso, chiudendosi la porta alle spalle
con un colpo di bacchetta. La ragazza estrasse a sua volta l’arma,
puntandola contro il nemico, abbassando la guardia, stupita, non appena
ne ebbe svelata l’identità.
“Cosa diavolo vuoi, Malfoy?” sentenziò, senza troppi preamboli.
“Parlare con te” rispose lui, schietto.
“Non ho nulla da dirti.”
“Lo immaginavo, dal momento che ieri
sera non ti sei presentata al nostro appuntamento, senza nemmeno
degnarti di avvisarmi, peraltro!” l’accusò, offeso.
Asteria lo guardò, sbigottita. “Pensavi davvero che sarei venuta, ieri sera?” domandò, basita.
“Sì” rispose lui, glaciale, “e non c’era motivo per cui tu mancassi!”
“Nessun motivo?” domandò lei, ironica.
“Nessuno” replicò lui. “O, almeno, nessuno che mi sia noto.”
“Ne sei assolutamente certo?”
“Assolutamente.”
“Neanche… vediamo…” proseguì la ragazza, fingendosi concentrata, “il fatto che mi hai umiliata e derisa sul treno?”
Un’espressione sorpresa si dipinse sul volto del giovane.
“Non mi dirai che ti sei offesa!”
“Sì, Malfoy” rispose, “mi sono offesa” confermò, cercando di avvicinarsi alla porta.
Draco le sbarrò la strada “Andiamo, Asteria, non dirmi che non hai capito!”
“No, sinceramente non ho capito. Non
ho capito quale fosse il significato recondito del volermi umiliare
davanti ai tuoi due scagnozzi per un gesto che credevo ti avesse fatto
piacere!”
“… e mi ha fatto piacere, Asteria,
non sai quanto!” intervenne lui, “Ma, nel caso non l’avessi notato,
Tiger e Goyle avevano iniziato a fare allusioni.”
“Sai quanto me ne importa di quel che pensano quei due trogloditi!” commentò lei, cercando di scansare il giovane.
“Nemmeno a me importa, ma i loro
padri sono Mangiamorte! Se dovessero lasciarsi sfuggire qualcosa su di
noi… cioè su di te…” si corresse, imbarazzato, “i loro genitori
potrebbero riferirlo al Signore Oscuro, che potrebbe usarlo contro di
me e non voglio che tu corra dei rischi!” dichiarò, accorato.
“Oh, fammi il piacere, Malfoy!”
sbraitò la ragazza. “Credi che sia così ingenua da bermi questa storia
ridicola? La storia del povero Draco che è costretto a rinnegare
l’amicizia con la piccola Asteria per proteggerla dal Signore Oscuro?”
“Sì, dovresti, perché è la verità!” replicò lui.
“Certo, Malfoy, certo…” annuì lei,
sarcastica, “Non c’entrerà, invece, il fatto che dovevi farti bello ai
loro occhi, per riconquistare un po’ della fiducia che avevano in te?
Davvero credi che io…” iniziò, prima che Draco la zittisse,
stringendola a sé e tappandole la bocca con la mano.
Asteria si lamentò, ma il ragazzo le
intimò di tacere, sfilando la bacchetta dalla divisa. Le voci di alcuni
studenti si fecero sempre più vicine, man mano che percorrevano il
corridoio, finché si fermarono proprio di fronte alla porta dell’aula
in cui erano nascosti. Draco sussurrò alcuni incantesimi di protezione
in direzione dell’uscio, tenendo la giovane stretta a sé finché i
ragazzini non ripresero la marcia e il loro vociare scemò fino a
scomparire.
“C’è mancato poco…” commentò,
lasciando la presa sulla ragazza, “Mi ero completamente scordato di
sigillare la porta e di insonorizzarla!” aggiunse, sollevato, spostando
lo sguardo su Asteria, che fissava la sua bacchetta.
“Cos’è successo alla tua bacchetta?” domandò, confusa.
“Cosa?” chiese lui, vago.
“La tua bacchetta…” insisté lei, indicando la stecca.
“Oh… questa…” abbozzò “É di mia madre.”
“Che ne è stato della tua bacchetta?”
“È una lunga storia…” cercò di deviare il discorso.
“Draco…” lo richiamò lei, con tono grave, “cosa è successo alla tua bacchetta?”
Il battito del cuore del ragazzo accelerò, tanto che credette di sentirlo scoppiare da un istante all’altro.
“Io…” balbettò, confuso, “io…”
“Draco…” lo richiamò, di nuovo.
Malfoy sospirò, abbassando lo sguardo. “L’ho persa” ammise, affranto. “Sono stato disarmato da Potter durante uno scontro.”
Asteria sgranò gli occhi. “Potter?” domandò, basita, “Harry Potter?”
Il giovane annuì, incapace di guardarla in volto.
“Io non capisco…” proseguì lei. “Se Potter ti ha disarmato vuol dire che stavi duellando con lui… Sbaglio?”
“No” ammise lui “Non sbagli.”
La ragazza scosse il capo “Mi sembrava di aver capito che eri stanco di essere un Mangiamorte… che non volessi più combattere.”
“Non è così semplice, Asteria, credimi.”
“Questo lo so…”
“No! No che non lo sai!” gridò lui.
“Credete tutti di sapere cosa significhi, ma nessuno di voi lo sa!
Altrimenti non passereste il vostro tempo a guardarmi storto, a
giudicarmi, o, peggio, a fingere che io non esista!”
“Io non ti giudico!” ribatté lei, offesa.
“Oh, sì che lo fai! Pensi che il
semplice fatto che io non voglia più essere parte di quell’esercito di
pazzi basti ad evitare di combattere, ma ti sbagli. Questo” urlò,
esibendo il braccio marchiato, “è il simbolo della mia eterna
sudditanza a Lui, che lo voglia o meno. Si smette di essere Mangiamorte
solo quando si smette di vivere, Asteria. Ma naturalmente, tu, questo
non lo puoi sapere!” concluse, sprezzante.
“E questo cosa vorrebbe dire?” incalzò lei, offesa.
“Vorrebbe dire che è facile
giudicare, dall’esterno. È facile proclamarsi ferventi sostenitori
della supremazia del sangue puro, è facile detestare Babbani e
Mezzosangue, è facile, se non hai nulla da perdere. I tuoi genitori non
sono Mangiamorte, nessuno si aspetterà mai che tu lo diventi, che tu
salvi la tua famiglia dalla gogna. In qualunque momento, in qualunque
modo andranno lei cose, tu potrai rinnegare tutto quello in cui hai
sempre creduto, senza che nessuno possa recriminare nulla. Ma io no. Io
sarò per sempre il giovane Mangiamorte che ha quasi ucciso Silente. E
anche se dovessimo vincere questa dannatissima guerra, la mia vita
rimarrà comunque un inferno, perché mi porterò dietro il rimorso per
aver lasciato che mi marchiassero e che decidessero da che parte dovevo
stare. Per cui, fammi un favore, Asteria, non dirmi che capisci, perché
non potrai mai capire!” concluse, dandole le spalle, appoggiandosi ad
uno dei banchi ammassati contro le pareti.
Seguirono interminabili secondi di
silenzio, un silenzio talmente insopportabile da costringere Draco a
voltarsi per cercare lo sguardo di Asteria.
La ragazza lo fissava, fiera, anche se gli occhi erano velati di lacrime.
“È questo quello che pensi di me?” chiese, risoluta. “Pensi che sono solo una ragazzina viziata che non potrà mai capirti?”
“Non è quello che ho detto…” tentò di ribattere lui.
“Sì, Draco, è quello che hai detto”
lo interruppe. “E sai una cosa? Se davvero la pensi così, non capisco
perché tu abbia voluto confidarti con me.”
“Asteria, io…” cercò di giustificarsi.
“Cosa pensavi, Draco? Che fingendoti
un povero ragazzo incompreso sarei caduta fra le tue braccia? Che sarei
diventata il surrogato di Pansy? Beh, mi dispiace per te, ma io non ci
sto. Volevo davvero capire cosa ti passasse per la testa, perché nei
tuoi occhi vedevo sofferenza e solitudine, ma evidentemente mi
sbagliavo. Non hai bisogno di me” dichiarò, ferita.
“Asteria, ti prego…” disse lui, quando la vide procedere verso la porta.
“Sai qual è la cosa che mi fa più
male?” continuò. “È che ho litigato con mia sorella, per causa tua. Ho
litigato con Daphne perché ha cercato di farmi capire che non mi
avresti mai avvicinata con il solo scopo di essermi amico” ammise. “Ho
anteposto te alla mia famiglia perché credevo davvero che avessi
bisogno di me, che avessi bisogno di un’amica, e invece, per tutto
questo tempo, tu non hai fatto altro che pensare che io fossi una
ragazzina stupida e facilmente manipolabile!”
“Non ho mai pensato una cosa del genere” obiettò il giovane Malfoy.
“Non l’avrai pensato… Ma è quello che
hai detto” controbatté lei. “E sai qual è la cosa che più mi fa male,
Draco? È che credevo davvero che ti fidassi di me, che mi avessi scelta
perché mi ritenevi sufficientemente matura da poterti confidare senza
che io potessi pensare che lo stessi facendo per interesse nei miei
confronti, finendo per innamorarmi di te. Perché davvero, Draco, io non
provavo nulla per te, nulla più della stima per aver capito che quello
che ci è stato sempre insegnato, forse, non è poi così giusto.”
Malfoy la fissò, incapace di
proferire parola. Era così piccola, eppure stava pronunciando quel
discorso così profondo, con un tono, però, privo di qualsiasi emozione,
come se non volesse dargli la soddisfazione di ammettere che teneva a
lui.
“Beh, Draco, arrivederci” si congedò,
quando fu ormai chiaro che lui non avrebbe ribattuto alle sue accuse.
“Buona fortuna. Ti auguro che, nonostante tutto, questa guerra ti porti
a capire cosa vuoi veramente dalla vita.”
Gli passò a fianco, senza degnarlo di
uno sguardo, chiudendosi la porta alle spalle, lasciandolo con la
consapevolezza di aver appena perso l’unica persona che l’avesse mai
capito davvero.
Beh, non potete certo dire che non vi avessi avvisati...
Le cose stanno cambiando, la situazione si fa sempre più tesa e la
battaglia è alle porte... Beh, mancano ancora tre capitoli, ma vi
assicuro che saranno capitoli intensi! D'altronde, non potevate certo
pensare che da qui in avanti andasse tutto liscio, no? Si sa, io amo il
dramma!
Ringrazio ancora tutti coloro che mi stanno seguendo, anche in
silenzio, e le mie fedeli recensitrici, Rosmary, Lietome_ e il grande
ritorno di EmmeDraiocht!
Alla prossima,
BB
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