Ronda
notturna: Sarah e Draco.
(Pov
Sara)
La
giornata si era conclusa abbastanza tranquillamente se non fosse che,
dopo le due ore di Erbologia, ero stata costretta a farmi una rapida
doccia per poter togliermi di dosso la puzza di piante e la terra
dalle unghie e dalle mani.
Scesi
in Sala Grande e mi passai una mano tra i capelli ancora un
po’
vaporosi per il recente lavaggio e quando Amanda mi si sedette
accanto, notai che aveva ancora gli occhi luccicanti e la guance
rosate.
Mi
raccontò, parlando con voce fibrillante ed emozionata,
ciò che era
successo nell’aula con Harry e non potei non sorridere di
tenerezza
e comprensione.
Mi
dispiacque un po’, a dire il vero, che non gli avesse rivolto
neppure uno sguardo o un sorriso ma potevo capirla perfettamente.
Era
stato più che legittimo da parte sua il volersi proteggere e
non
esporsi e, soprattutto, non avere un atteggiamento troppo languido e
condiscendente come qualche nostra coetanea cui davamo qualche
epiteto abbastanza esplicito sulla loro condotta.
La
osservai mentre gettava di tanto in tanto occhiate al ragazzo dei
suoi sogni e mi domandai se quel suo comportamento lo avesse un poco
incuriosito.
“Dovreste
trovare il modo di stare un po’ insieme”.
Considerai pensosa.
“Per
rompere il ghiaccio”. Convenni sorseggiando del succo di
zucca.
“Magari
questo week end in gita, se ci avvicinassimo al Magico Trio
potremmo…”.
“Angels”.
Mi
riscossi, sentendomi irrigidire come se fossi stata colpita, quando
sentii quella voce untuosa e sferzante e mi voltai.
Con
le mani conficcate nelle tasche, il sopracciglio inarcato e una vaga
smorfia, mi osservò dall’alto verso il basso prima
di far
schioccare la lingua sul palato.
“Alle
9… ci vediamo nell’atrio”.
Non
mi diede alcun tempo di rispondere, quasi fosse stato del tutto
superfluo, e con un fluido movimento si voltò, andandosene.
Rimasi
ad osservarlo boccheggiante per poi sbuffare e passarmi una mano sul
viso.
“Non
voglio fare la ronda con lui”. Pigolai con il labbro
sporgente
guardando Amanda.
Mi
affrettai, tuttavia, e quella sera sembrò scorrere in modo
fin
troppo rapido.
(Pov
Draco)
Appuntai
la mia luccicante spilla da Prefetto sulla giacca della divisa.
Mi
guardai allo specchio un’ ultima volta: tanto per constatare
la mia
assoluta perfezione, poi uscii da dormitorio .
Attraversai
i sotterranei con le mani in tasca e la camminata indolente.
Nel
giro di pochi minuti arrivai nell’atrio.
Era
davvero scocciante dover passare una serata come quella a fare la
guardia nei corridoi.
Conoscevo
modi migliori per trascorrere il tempo .
Magari
con qualche bella ragazza.
Ne
avevo sempre avute tante intorno e non mi restava che scegliere
quando
e con chi.
Sarebbe
bastato un mio sorriso e qualunque ragazza mi sarebbe caduta ai miei
piedi.
Invece, mi toccava stare lì a fare la guardia, nel caso
qualche moccioso o mocciosa del primo anno avesse avuto
l’ardire di
girare di notte per i corridoi.
Ma
l’avrebbero pagata se mai li avessi beccati.
Ci
avrei pensato personalmente a punirli.
Mentre
ero perso nei miei pensieri vidi arrivare Sarah Angels.
Ecco
la secchiona. Pensai
tra me .
Le
andai incontro e la squadrai dall’alto al basso.
Non
la si poteva certo definire una gran bellezza.
Ma
sicuramente meglio di Pansy Parkinson.
Tuttavia
le sorrisi .
(Pov
Sara)
Chiusi
il libro e, con un leggero sbuffo, mi resi conto che avrei dovuto
scendere nell’atrio perché era quasi giunto il
momento della mia
ronda con Malfoy.
Sospirai
e mi passai una mano tra i capelli, giocherellando con un ciuffo,
attorcigliandomelo attorno all’indice.
Superai
il ritratto e scesi nel castello semibuio affrettandomi ad estrarre
la bacchetta per farmi luce con un piccolo spiraglio.
Ero
giunta all’ultima rampa di scale quando mi accorsi che il
ragazzo
era già nel centro dell’atrio: le mani affondate
nelle tasche del
pantalone mentre si guardava attorno con espressione persa nel vuoto
e un lieve sospiro.
Qualcosa
mi disse che non ero l’unica a non gradire
l’evolversi della
serata.
I
raggi di luna penetravano dalla finestra ad arco ed osservai il
riflesso che producevano sui suoi capelli di quel biondo platino che
sembravano scintillare nella notte, quasi cosparsi di polvere di
stelle.
Persino
gli occhi sembravano dardeggiare nell’ombra, come quelli di
un
felino, di quella caratteristica sfumatura grigia azzurra che gli
apparteneva almeno quanto il cognome.
Mi
riscossi da quella silenziosa contemplazione quando mosse il mento in
mia direzione e mi scorse e sembrò analizzarmi mentre finivo
di
scendere la scalinata.
Ci
studiammo in silenzio, senza apparente motivo, e sentii un certo
calore salirmi alle gote per il suo scrutinio attento mentre piegava
le labbra, probabilmente in corrispondenza di ciò che aveva
segretamente pensato.
Poi
sorrise.
Non
un sorriso educato e di circostanza ma quel sorriso baldanzoso ed
arrogante che esibiva di solito prima di schernirsi del prossimo e
decantare la sua presunta superiorità.
“Malfoy”. Commentai a
mo’ di saluto ma con tono svogliato.
“Bene:
direi che potremo iniziare dal piano terra e dai
sotterranei”. Mi
sentii dire in tono pratico, guardandolo e aspettandomi il suo
consenso – pura educazione la mia, ovviamente! –
per iniziare
l’ispezione.
Prima
iniziamo e prima concludiamo.
Pensai tra me e me.
(Pov
Draco)
”
E
perché dovrei fare quello che dici tu, Angels?”.
Le risposi in
tono annoiato guardandola dal alto in basso e schioccando la lingua
sul palato.
“Per
tua informazione, ho già guardato io
nei
sotterranei: quindi adesso seguimi, andiamo fuori!”.
La
mia non fu una richiesta ma un ordine.
Non
aspettai che mi rispondesse e varcai il portone d’ingresso
con
ampie falcate.
Poi, vedendo che faticava a mantenere il mio passo,
mi fermai ad aspettarla.
“Hai il fiatone Angels?”. Le domandai
riprendendo a scrutarla.
“Vedi
di sbrigarti che non ho tempo da perdere con te: ho moltissime cose
da fare, a differenza tua”. Sibilai, strascicando lentamente
le
parole e guardandola con il viso inclinato di un lato e le
sopracciglia inarcate.
(Pov
Sara)
Stavo
già per indirizzarmi nei Sotterranei, quando sentii quella
risposta
bieca e sferzante del ragazzo e mi voltai a guardarlo.
Mi
scrutò con quel fare altezzoso e superiore che mi fece
stizzire
mentre stringevo i pugni prima di sentirlo intimarmi, con tono
autoritario, di seguirlo all’esterno.
Boccheggiai
incredula e scandalizzata mentre usciva dal portone e mi ritrovai a
seguirlo: come si permetteva di trattarmi come uno zerbino o una
delle sue ammiratrici oche e giulive?
Lo
vidi fermarsi per poi apostrofarmi di nuovo con fare saccente e quasi
annoiato e incrociai le braccia al petto.
Non
affrettai per nulla il passo e mi fermai a mezzo metro da lui, quasi
a fargli dispetto.
Incrociai
le braccia al petto.
“Francamente,
Malfoy… credi che mi importi qualcosa della tua vita
privata?”.
Inclinai
il viso di un lato e roteai gli occhi al cielo.
“Ma
su una cosa hai ragione – scrollai le spalle –
neppure io sto…
fremendo
all’idea di passare la ronda con te, quindi bando alle
ciance”.
Scrollai
le spalle e lo superai, sguainando la bacchetta e perlustrando il
parco di Hogwarts.
Il
cielo era stellato e vi era una splendida luna piena che si
rifletteva nel lago e accarezzava le piante con il suo sfolgorio
argenteo.
Era
davvero suggestivo, uno spettacolo da fiaba se non fosse stato per
Malfoy e…
“Roger!
– sibilai in direzione del mio compagno di corso che si era
riparato con la sua nuova fiamma appena fuori dal ponticello
– 10
punti in meno a Corvonero, sei contento?!”. Sibilai
fissandolo di
sbieco.
“
E
10 a Grifondoro, Lavanda… andatevene subito nel dormitorio,
ORA!”.
Sibilai
indicando il castello con la bacchetta da cui fuoriuscirono delle
scintille azzurre.
(Pov
Draco)
“Solo
dieci punti,Angels?”.Domandai guardandola con sospetto.
Non
ero intervenuto ed era stata una decisione intenzionale: per qualche
motivo ero curioso di vedere come se la sarebbe cavata da sola.
Sarah
Angels era il tipico esempio di studentessa modello: beneducata,
cordiale e disponibile con tutti, era la cocca di quasi tutti gli
insegnanti e si contraddistingueva per la sua media alta e i suoi
modi silenziosi e pacati.
Ciononostante
ero restio a pensare che il tutto si limitasse ad una facciata di
finta perfezione e vederla così autoritaria con la
coppietta, senza
mai ricorrere a parole volgari o gesti estremi, mi fece quasi
sorridere.
Mi
domandai cosa sarebbe successo se avessi indugiato a stuzzicarla:
sarei riuscito a scavare oltre quella facciata più
superficiale?
Affondai
le mani nelle tasche e continuai a guardarla quasi annoiato.
“Io
ne avrei tolti almeno 50 a testa al posto tuo… –
scrollai le
spalle ma sorrisi provocatorio – ma forse tu sei di parte
perché
Davies è della tua casa.”
(Pov
Sara)
Mi
riscossi dalla mia contemplazione del parco quando sentii quel
commento e mi voltai ad osservare il ragazzo con le sopracciglia
inarcate.
Roteai
lentamente gli occhi e incrociai le braccia al petto
.“Parli
proprio tu?! – lo guardai incredula e fissandolo con sospetto
–
scommetto che se si fosse trattato di Zabini o un altro tuo
amichetto, mi avresti anche distratta, pur di non togliere punti alla
tua Casa”.
Feci
spallucce.
“Se
pensi che siano troppo pochi, allora va bene: ne parleremo a Vitius
domani e ora, se non vuoi perdere altro tempo in polemiche, direi che
dovremo continuare il nostro giro di ispezione”.
Risposi
quasi tutto di un fiato e guardandolo dritto negli occhi.
(Pov
Draco)
“Non
darmi ordini Angels”. Commentai sprezzante fissandola con una
smorfia che mi fece arricciare il naso: era insopportabile che
qualcuno mi trattasse con quel fare superiore.
Specialmente
se era qualcuno di diverso da mio padre.
Nella
fattispecie una mia coetanea secchiona e smorfiosa.
Incrociai
le braccia al petto e le rivolsi un’occhiata stizzita mentre
indugiavo ad osservarla per continuare quel mio scrutinio silenzioso.
Probabilmente
la stima degli insegnanti e la spilla di Prefetto l’avevano
illusa
di una qualche parvenza di superiorità intellettuale a
giudicare da
come era suonata la sua voce.
Annoiata
ed autoritaria.
Ferma
e decisa.
Come
quando ci si rivolge ad un bambino capriccioso.
“Non
era certo mia intenzione perdere altro tempo con te: ti ripeto che ho
di meglio da fare e con una compagnia sicuramente migliore della
tua”.
La
guardai beffardo e procedetti con un altro lento scrutinio con lo
stesso fare beffardo e superiore che lei aveva usato poc’anzi
nel
tono di voce.
(Pov
Sara)
Lo
guardai fintamente impressionata per quel commento prima di alzare
gli occhi al cielo e scuotere il capo.
“E
io ti ripeto, Malfoy: non me ne importa un accidenti di quello che
fai nel tuo tempo libero o serve che te lo scriva in Antiche Rune
perché ti entri in quella testaccia?!”.
Scossi
di nuovo la testa.
“Io
continuo la ronda, tu fa quel che vuoi…”.
Non
attesi replica e continuai il mio giro di ispezione avvicinandomi al
lago.
“E,
per la cronaca”.
Mi
voltai a guardarlo mentre era rimasto nella stessa posizione: le mani
conficcate nelle tasche, studiandomi con il sopracciglio inarcato.
“Neppure
tu
sei la mia compagnia preferita!”. Sibilai fulminandolo con lo
sguardo salvo rivolgergli un sorrisetto lezioso, ovviamente ipocrita.
(Pov
Draco)
Sogghignai
a quel suo commento.
Non
era solo in virtù del mio più che noto charme
sulle fanciulle di
quella scuola.
Ero
perfettamente consapevole del mio aspetto e del mio fisico prestante,
grazie indubbiamente agli allenamenti sul campo di Quidditch
–
qualunque ragazza di quella scuola avrebbe dato l’anima per
trascorrere una notte con me.
E
non potevo certo biasimarle.
Ma
quel disgusto nel suo sguardo e il luccichio azzurro dei suoi occhi,
solitamente quasi remissivi e puntati al terreno, mi procurarono uno
strano e nuovo solletico all’altezza della nuca.
Con
quale sicurezza quella ragazzina mi scrutava con simile diffidenza e
disprezzo?
Mi
era difficile credere di non poter avere la benché minima
attrattiva
nei suoi riguardi.
Quel
pensiero mi fece sorridere malizioso mentre mi lambivo istintivamente
le labbra: quasi avessi colto in un invito implicito e velato in
quell’apparente ostilità.
“Angels
se dici così, però, mi stuzzichi”.
La
guardai con con fare ammiccante e provocatorio.
Camminai
lentamente in sua direzione: i suoi occhi sgranati ed interdetti
fissi su di me mentre la torreggiavo.
Le
sollevai il mento con un dito, approfittando della sua confusa
sorpresa e mi specchiai nell’azzurro intenso del suo sguardo.
“Però
– sospirai con voce roca – dopotutto non sei cosi
male”.
Sussurrai
quelle parole sfiorandole il viso con il mio respiro.
(Pov
Sara)
Lo
sentii sogghignare con quel fare tanto arrogante e sferzante e lo
guardai perplesso ed incredula.
Avanzò
in mia direzione con quell’incidere perfettamente composto e
flemmatico: le mani conficcate nelle tasche e lo sguardo suadente che
sembrava dardeggiare di malizia, come il sorriso sfrontato sulle
labbra.
Sentii
uno strano vuoto d’aria e quando, con un movimento fluido
delle
dita, mi prese delicatamente il mento, mi ritrovai a sgranare gli
occhi e boccheggiare.
Sussurrò
quelle parole ad un’intima vicinanza e sentii uno strano
calore
montarmi nel ventre, facendomi scalpitare così tanto il
cuore che
temevo lui potesse sentirlo, mentre il respiro si faceva più
rado.
Sgranai
gli occhi e mi morsicai il labbro, ritrovandomi completamente persa
in quel sguardo di madreperla salvo sbattere le palpebre a
più
riprese come a recuperare la lucidità.
“C-Cosa?”.
Balbettai con voce roca e stordita salvo scuotere la testa e scostare
la sua mano allontanandomi di un passo.
“Ma
come ti permetti?”.
Strinsi
i pugni lungo i fianchi e strinsi più forte la bacchetta con
la
mano, guardandolo furiosa mentre scintille di un blu più
intenso
dardeggiavano dall’estremità della bacchetta
stessa.
(Pov
Draco)
Sogghignai
più forte vedendo la sua reazione: finalmente
quell’aria saccente
e sicura di sé era svanita.
A
giudicare da come era arrossita potevo anche indovinare, non a torto,
che non fosse abituata a questo genere di attenzioni e le fosse
motivo di forte imbarazzo.
Ma
anziché farmi desistere o per qualche motivo
“smontare” le mie
aspettative, sembrò alimentare quello sfrigolio che
avvertivo sulla
nuca.
I
miei lineamenti si indurirono appena, quando scostò
malamente la mia
mano e rimasi ad osservarla con schietta disapprovazione per quella
sua reazione.
Da
una come la Angels poi, che viveva probabilmente di patetiche
fantasie d’amore non avendo un ragazzo reale che si degnasse
di
prestarle attenzioni.
“Io
posso avere qualunque ragazzina mi prefigga”. Sussurrai con
un
sorrisetto sardonico che presto scomparve fissandola con sdegno.
“Tu
piuttosto, come osi respingermi: non sai quante ragazze vorrebbero
essere al tuo posto, Angels?”.
Feci
schioccare la lingua sul palato: checché si atteggiasse con
fare
tanto superbo e sicuro di sé era solo una ragazzina spaurita
ma io
non ero un ragazzo qualsiasi.
Io
non accettavo un trattamento irriverente e ribelle.
(Pov
Sara)
Lo
guardai ancora stordita e boccheggiante e a quelle parole sgranai gli
occhi, fissandolo con le sopracciglia corrugate.
Un
verso scandalizzato e di stizza mi sfuggì dalle labbra
mentre
appoggiavo le mani sul suo petto, respingendolo e scostandolo con
ancora più accanimento.
“Si
da’ il caso, signor Malfoy”. Sibilai guardandolo
con il viso
inclinato di un lato e i pugni stretti lungo i fianchi.
“Che
io non sia una di quelle sciacquette che sei abituato a portarti a
letto!”.
Commentai con voce sdegnata e gli occhi fiammeggianti.
La
sola idea che solo perché fossi una ragazza e lui avesse
delle belle
fattezze, dovessi cedergli mi era insopportabile.
Senza
contare che l’idea di strusciarmi addosso a qualcuno per cui
non
provavo la minima stima, era ripugnante per non dire
“amorale” e
contrario a tutti i miei principi e considerazioni sull’amore
e i
sentimenti.
“Mettitelo
in testa: io non mi piego di fronte a te!”. Lo guardai
scornata e
mi voltai bruscamente, sbattendogli i capelli in faccia.
(Pov
Draco)
Rilasciai
un ringhio tra i denti.
Quello
sguardo orgoglioso e sprezzante, quelle parole taglianti e non in
ultimo quel gesto finale, quasi una presa in giro, mi fecero tremare
quasi di rabbia.
Provai
l’impulso di schiaffeggiarla ma con un guizzo rapido,
l’agguantai
per il collo, stringendolo con un braccio da dietro.
Sorrisi
quando la sentii trasalire con un verso strozzato di sgomento e di
apprensione.
Ora
va meglio.
Le
diedi un lieve strattone e la feci cadere sull’erba.
Approfittai
del vantaggio – e che la sua bacchetta le fosse caduta
– e
premetti l’estremità dell’asta di legno
contro il suo collo.
La
immobilizzai e la fissai dall’alto al basso.
Sogghignai,
una mano appoggiata svogliatamente sul fianco, la bacchetta ancora
sguainata contro di lei con un sorrisetto beffardo.
“Sembra
che tu non sia più così sicura di te, vero,
Angels?”.
Le
domandai sardonico.
(Pov
Sara)
Stavo
per tornare al castello, incurante del compito lasciato a
metà,
volendo solo allontanarmi rapidamente da quel fanfarone.
Trasalii
alla pressione del suo braccio ed emisi un gemito quando mi
afferrò
per il collo salvo ritrovarmi a cadere sull’erba.
Lo
guardai incredula e sgomenta.
La
mia bacchetta era caduta poco più in lai e con gemito feci
per
prenderla ma il suo incantesimo fu rapido e letale.
Mi
ritrovai congelata in quel corpo immobile e rigido, fissandolo senza
fiato e sgomenta: perfettamente consapevole di assere alla sua
completa mercé.
Erano
praticamente nulle le possibilità che un insegnante o
qualche
studente ci potesse scovare, nel cortile e a quell’ora tarda.
Lo
guardai incredula e senza fiato: boccheggiando.
La
mia mente un turbinio incessante e confuso di pensieri su
ciò che
avrebbe potuto farmi in quella situazione di completo vantaggio.
Uno
più spaventoso dell’altro.
Che
cosa vuoi da me, Malfoy?!’.
Avrei
voluto chiedergli ma erano pietrificata dall’incantesimo ma,
soprattutto, dalla paura.
(Pov
Draco)
Sorrisi
ancora più malignamente vedendo i suoi occhi spauriti.
Mi
guardai intorno per esser certo che non ci fosse nessuno a vederci e
poi le sorrisi maliziosamente, lambendomi le labbra e facendo in modo
che ben vedesse quel gesto mentre la guardavo come fosse possibile
spogliarla con gli occhi.
Sorrisi
del rossore che le colorò le guance e del tremore delle
labbra prima
di inginocchiarmi per poi stendermi su di lei.
Avvertii
le forme delicate e femminili contro il mio corpo e quel formicolio
si fece ancora più pressante mentre avvertivo un impulso ben
noto di
sfiorare quel corpo sbocciato e fragile.
Le
soffiai sul viso, specchiandomi in quegli occhi sgranati, a pochi
centimetri da quelle labbra ancora tremanti che ora si mordeva per la
paura.
“E
se stanotte fossi
tu
una di quelle sciacquette?”. Le sussurrai ma ero certo che
nella
sua mente quelle parole avrebbero echeggiato come un frastuono
insopportabile.
Sorrisi
e mi parve di sentire, all’altezza del petto, i rintocchi
frenetici
del suo cuore ma le soffiai ancora sul viso con fare lascivo.
“Potrebbe
essere meglio di quanto non pensi”.
Ne
ricercai lo sguardo sgomento e tremante e le sfiorai il viso con
movimenti delicati delle dita, quasi avendo il timore di romperla.
Una
delicatezza che stonava incredibilmente con l’aspetto
più torbido
e lascivo di quella situazione.
“Questo
è solo un assaggio di quello che ti accadrà,
bambolina”.
Le
sussurrai infine all’orecchio con un lieve sogghigno,
inspirando il
suo profumo ancora un istante e concentrandomi ancora sulla pressione
delle sue forme prima di sollevarmi.
La
studiai per un altro lungo istante e con un gesto pigro della
bacchetta, sciolsi la fattura.
“Se
dici una parola a qualcuno ti ammazzerò con queste
mani”.
Lo
sguardo granitico e gli occhi di ghiaccio lampeggianti.
“E
adesso fila, sparisci!”. Ordinai con tono minaccioso.
Non
disse una parola: troppo spaventata e sconvolta fuggì mentre
restavo
ad osservarla: la mia pelle ancora formicolava per la sensazione del
suo corpo sotto il mio.
(Pov
Sara)
Sgranai
gli occhi e avrei voluto emettere un gemito o richiamare qualcuno ma
non riuscivo a compiere il minimo movimento e quando lo sentii
stendersi su di me, sentii il cuore mancare i battiti.
Restai
senza fiato e sentii la paura farmi ulteriormente irrigidire mentre
non riuscivo neppure a respirare: i suoi occhi di ghiaccio sembrarono
trafiggermi maggiormente. Avvertii quella carezza sul viso e il suo
così vicino a me, mentre sussurrava quelle parole maligne.
Mi
sarei aspettata un tocco passionale, malizioso, possessivo ma la
carezza fu delicata, appena percettibile ma arrogante in quella
circostanza.
A
quelle parole qualcosa dentro di me sembrò rompersi a quella
minaccia velata, prima che si scostasse.
Mi
sentivo quasi in trance e spaventata quando mi sollevai: il mio cuore
scalpitava furioso e le gambe tremarono, mentre lo guardavo stordita
e boccheggiante.
Non
replicai, raccolsi in fretta la mia bacchetta e mi ritrovai a
fuggire.
Mi
feci una rapida doccia prima di andare a letto ma mi ritrovai a
sedermi in ginocchio con la schiena contro il muro, abbracciandomi le
ginocchia e lasciando sfogo alle lacrime di terrore e di umiliazione
per quello che era appena successo.
“Questo
è solo un assaggio”.
Quelle
parole mi rimbombarono nella mente e respirai affannosamente,
mettendomi a letto.
Quegli
occhi ghiacciati mi perseguitarono tutta la notte.
(Pov
Draco)
Finii
il mio turno di ronda da solo e me ne tornai nella mia stanza.
Mi
spogliai della divisa, indossai il mio pigiama di seta e mi buttai
indolentemente sul letto.
Goyle
russava già mentre Tiger era ancora sveglio e mi
domandò come fosse
andata la ronda.
“Molto
meglio di quanto mi sarei aspettato”. Risposi con un sorriso
soddisfatto: negli occhi ancora l’immagine della Angels
così
vulnerabile e sconvolta mentre scappava da me.
Non
c’era più traccia di quelle smorfie altezzose e
superbe, solo un
puerile timore che mi fece sorridere di soddisfazione.
Scossi
il capo come a rimuovere quei pensieri.
Ben
poca cosa rispetto a quello che avrei potuto avere da uno dei miei
rendez-vous se non fosse stato per quella stupida ronda.
“Adesso
dormi”. Borbottai in direzione di Tiger.
“Va
bene, Draco”. Rispose e sembrò addormentarsi
all’istante.
Io
invece rimasi sveglio per un bel po’ continuando a ripensare
allo
sguardo spaurito della Angels, al calore del suo corpo, il suo
profumo e la morbidezza delle sue forme.
Sorrisi
fino a che non mi addormentai.
Continua
....
Bene anche il secondo
capitolo è
concluso. Spero non vi sia risultato troppo pesante.
Come ho già specificato nel primo capitolo: ho
usato dei
caratteri diversi (e aggiunto la sigla Pov) perché essendo
scritto
in prima persona ma da punti di vista differenti, non volevo
confondere i lettori.
Spero vi sia piaciuto lo stile che ho usato per Malfoy,
elegante e
raffinato come lui.
Ora va bé che in questo contingente non si
è mostrato proprio
nobile, ha avuto un atteggiamento oltremodo oltremodo perfido,
evolutosi con un gesto quasi al limite dell'illegale (quasi
perché
non sarei mai andata fino infondo ci mancherebbe)
Probabilmente il vero Malfoy non avrebbe mai fatto una cosa
simile
ma non potremmo dirlo con certezza visto che il suo personaggio non
è
stato molto approfondito ahimè , comunque di certo si sa che
non era
uno stinco di santo.
Ovviamente non posso anticiparvi che cosa accadrà
tra lui e Sarah
ma di certo dopo quello che è accaduto, le cose non saranno
più le
stesse ma siamo soltanto all'inizio e i giochi sono appena iniziati.
Spero continuerete a seguirmi.
Ringrazio di cuore chi ha messo la storia tra le preferite e
quelle da ricordare.
Abbraccio con affetto EliRadcliffe per la dolcissima
recensione
che mi ha lasciato (spero di non averti deluso, nel prossimo capitolo
ci sarà anche Harry tranquilla) grazie ancora per le tue
parole.
Infine un ultimo saluto come sempre alla mia Angels,
nonché
Kurtina, nonché Peyton (basta soprannomi ti prego) ti
ringrazio di
tutto cuore per la tua amicizia, per aver collaborato e reso unico
questo progetto ma soprattutto grazie per il tuo immancabile
sostegno. Sei la miglior aspirante scrittrice di sempre e anche la
miglior beta, ti adoro, un abbraccio la tua Blaininuccia.
Alla prossima gente :D
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