Salve a tutti! E' passato un po' di tempo, mi scuso con tutti quelli
che aspettavano l'aggiornamento! Spero cmq che tornerete a rileggerla.
penso che dovrei aggiornarla un po' più spesso, ora come
ora, anche se ho molto da fare con l'università e sono un
po' ansiata! Ma scrivere mi rilassa, quindi un po' di tempo dovrei
trovarlo. ^^
Fatemi sapere del capitolo!
A presto,
Ginnever
Il Bruto e la
Fanciulla
Ogni volta che era nervosa, Ginny Weasley si mangiava le unghie e
mentre lo faceva le appariva l'immagina della madre che la
reguardiva e il ricordo del suono dei suoi rimproveri la
facevano smettere. Ma il nervoso restava.
Era in Sala Grande, l'ansia e la preoccupazione che salivano
impedendole di pensare, di fare il quadro della situazione. Continuava
a ripetersi che non doveva rimproverarsi di nulla, che aveva fatto la
cosa giusta per Hermione, che era stato un suo dovere da amica, ma
nonostante questo sentiva un groppo allo stomaco, come se l'avesse
tradita. Si morse un labbro, nervosa, aspettando di veder sbucare
Blaise dall'alto portone da un momento all'altro. Non era mai stata
famosa, Ginny, per la sua pazienza.
"Blaise!"
Si alzò per corrergli incontro, ma accorgendosi degli
sguardi interrogativi degli studenti, si rese conto di sembrare una
stupida; si diede un contegno e con passo svelto lo raggiunse sulla
soglia.
"Allora?"
"La Granger può stare tranquilla."
"Cosa avete fatto a McLaggen?"
"Gli abbiamo dimostrato il nostro disappunto - e poi aggiunse,
accennando un ghigno - alla nostra maniera."
Ginny sgranò gli occhi.
"Ehi, ehi, rossa, che è quella faccia? E' stato un semplice
avvertimento che penso prenderà sul serio."
"Ma sta bene?"
Blaise si spazientì e guardò altrove.
"Senti, vedi di darci un taglio. E' vivo e sta fin troppo bene per
quello che ha fatto e detto alla Granger. Non capisco questa tu
apprensione verso quel verme schifoso..."
"Invece dovresti capirla, Zabini, ti ho confidato questa cosa per
proteggere Hermione, ma ti ho anche specificato che lei non voleva che
si sapesse in giro!"
"Infatti nessuno ha spifferato e spiffererà nulla ad anima
viva. Stai tranquilla, quello non ammetterà mai
com'è s'è fatto quei lividi, puoi credermi."
"Quindi lo avete sfigurato."
Blaise la guardò nuovamente, gli occhi adesso gelidi e degni
del nome che portava.
"Abbiamo fatto quello che secondo noi era giusto, Weasley, e tu lo
sapevi. Se non ti aggrada, la prossima volta cercati qualcun altro che
faccia il lavoro sporco per te. Ti saluto."
Ginny lo guardò allontanarsi tra la folla, i pugni stretti e
gli occhi preoccupati.
Il sole era basso e tiepido oltre le montagne che circondavano
Hogwarts, mentre una lente e soporifera lezione di Trasfigurazione
aveva ben poco seguito tra le facce assonnate degli studenti, ad
esclusione, come al solito, di Hermione Granger, la cui penna non si
stancava mai.
"Hermione, puoi dirmi..."
"Zitto."
Harry odiava chiederle le frasi che non scriveva perchè non
riusciva a stare al passo con la professoressa , ma non ci poteva fare
poi granchè. Sbuffò e posò la piuma,
sperando che l'amica in un secondo momento glieli facesse copiare. I
suoi pensieri si persero oltre la finestra, i confini del castello e le
montagne fino alla fine della lezione, quando la professoressa
McGranitt sbattè il libro di Trasfigurazione sulla cattedra.
"Bene, allora per domani il tema sull'argomento svolto ed esercitatevi
perchè ci sarà una verifica a sopresa uno di
questi giorni. Buona giornata!"
Harry, Ron e Hemione uscirono dall'aula, Ron sbadigliando, Harry
schiarendosi la voce ed Hermione con la cartellina colma di libri
pesantissimi.
"Hermione, stasera ti dispiace...?"
"Sì, Harry."
"Sei un tesoro!"
La riccia abbozzò un sorriso alla pacca amichevole di Harry
sulla spalla.
"Ehm..."
"Sì, Ron, pure a te."
"Hermione sei..."
"Grande, fantastica, altruista, generosa... lo so. Io..."
E si fermò. Harry e Ron le andarono a sbattere contro.
"Che cosa succede? c'è mica Malfoy il terribile..?", disse
Ron, con una nota di sarcasmo nella voce.
Ma Hermione non aveva visto un Serpeverde. Un ragazzo alto e possente
stava seduto sulle scale, la faccia devastata che spuntava dalle
braccia incrociate sulle gambe, due occhi neri colmi di terrore, le
labbra gonfie. Ebbe un tuffo al cuore.
Senza pensarci un momento si rivolse a Ron.
"Dov'è Ginny?"
"Non saprei... penso che queste due ore le abbia buche, ma non ci
giurerei."
Corse via senza voltarsi lasciando come due allocchi Harry e Ron nel
corridoio, incuriositi dal suo comportamento strambo.
"Perchè aveva bisogno di mia sorella secondo te?"
Harry alzò le spalle. Si guardò intorno, in cerca
di un indizio, ma continuò a non capire.
"Non ne ho idea, Ron. Andiamo a cercarla."
Hermione correva tra la folla, andando addosso agli studenti di tutte
le case senza badarvi, senza curarsi nemmeno del peso che i libri la
obbligavano a sopportare, del male al collo, alla milza. Lei non
correva mai! E se lo faceva era tutta colpa di Ginny. Ma cosa diavolo
le era saltato in testa? e poi, a chi lo avrebbe detto? A Malfoy?
Quindi era ancora amica sua alle sue spalle?
Se l'avesse presa, quella piccola imbrogliona impicciona...
"... anche tu adesso?? Eh no, ti prego!"
Qualcuno che gridava nel cortile, vicino ai portici, attirò
l'attenzione di Hermione, che rallentò, avendo riconosciuto
per un attimo le voci e ormai essendo incuriosita dal resto della
discussione che sembrava accesa.
"... ma come puoi pensarlo? Sei proprio un idiota, come il tuo fidato
amichetto."
"Senti, Pansy, smettila, so quello che faccio e sinceramente non mi
sembra che siano proprio affari tuoi."
Si sentì il rumore di uno schiaffo ed Hermione trattenne il
respiro.
"Pansy Parkinson, io..."
"Stai zitto, Blaise, e ascoltami. Sappiamo tutti che Draco è
ancora lì che si lecca le ferite, nessuno lo avrebbe mai
detto, nessuno se lo sarebbe mai aspettato, ma è
così, e tu ed io sappiamo pure qual'è l'amicizia
che lega la tua rossa con la Mezzosangue, quindi non puoi stupirti del
fatto che venga a chiederti aiuto o consiglio quando si tratta
dell'amica, lo capisci? Non dovevi dirlo a Draco, perchè
ora, è vero, gli ha solo messo le mani addosso, si
è sfogato un po'con lui, ma,come sappiamo tutti, ancora una
volta, non la smetterà e l'input glielo avrai dato tu. Che
ti serva da lezione questo e tutto il resto che tra te e lui avete
combinato, perchè non potrete comportarvi sempre in questo
modo senza aspettarvi conseguenze. Se la Granger lo scopre che cosa
pensi che farà? Sarà contenta di esser stata
vendicata e scoprirà di amare Malfoy e quindi si
rimetterà con lui? Idiota!"
E, dopo aver dato un altro colpetto sulla nuca di Blaise, Pansy se ne
andò, lasciandolo contro il muro, la mano ancora su una
guancia, inconsapevole che Hermione Granger, oltre la parete a cui lui
era appoggiato, aveva ascoltato tutto.
Restò lì in silenzio, sperando che Blaise non si
accorgesse di lei, rimuginando su quanto appena sentito. Ginny usciva
con Zabini? Quindi lo aveva detto a lui... Pansy poteva avere anche
ragione a dire che Blaise avrebbe dovuto pensarci due volte prima di
parlarne a Draco, ma anche lei, andarlo a dire al suo migliore amico...
che sciocca! E Draco... che si stava ancora leccando le ferite... per
lei? E per chi altro? Disse una vocina dentro di lei, che le fece
bruciare lo stomaco di felicità... ma il viso rovinato di
McLaggen riapparve nella sua mente e il sorriso che era comparso sul
suo viso svanì...
"Mezzosangue!?"
Hermione trasalì, un mano al petto.
"Ohm..."
"Che cosa hai detto? Che diavolo ci fai qui? Che cosa... hai sentito
qualcosa?"
Hermione si guardò attorno: non c'era nessuno.
"No... no, niente, passavo di qui e..."
"E?"
"E... niente, mi sono fermata. E' un corridoio, è pubblico e
io ci posso fare quello che voglio.", disse, riprendendo coraggio
mentre il cuore rallentava.
Blaise la scrutò, gli occhi blu di ghiaccio, le sopracciglia
agrottate. Pochi secondi e accadde quello che Hermione non avrebbe mai
potuto prevedere. Blaise guardò a terra e poi lei,
avvicinandosi.
"Lei non c'entra niente, è stata colpa mia. Mi dispiace,
Granger."
E andò per la sua strada, camminando fluidamente
come da Serpeverde, ma avendo appena dimostrato di avere
un'intelligenza e una sensibilità che la Grifondoro mai si
sarebbe aspettata. Le Serpi erano così imprevedibili. Un
momento le odi e l altro le ami.
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