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Autore: Ginnever    23/05/2013    1 recensioni
"Dammi una buona ragione per cui dovrei parlarti, Malfoy."
"Perchè tengo a te, davvero... e mi dispiace... io..."
"Avresti dovuto dimostrarmelo."
"Granger, mi dispiace, sul serio..."
La riccia lo guardò negli occhi, ferita e umiliata, quegli occhi grigi traditori che aveva imparato ad amare l'avevano tradita. Era tutto finito? così?
"Ti odio, Malfoy! Ti detesto, sparisci dalla mia vita!"
"No! Hermione, aspetta!"
La afferrò per un braccio, bloccandola.
Io non ti sto lasciando... Hermione, io non..."
"Ti lascio io. Tu menti, tu complotti, tu imbrogli! tu tradisci! Io... io non lo merito."
"Hermione! Io..."
Genere: Drammatico, Erotico, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Ginny Weasley | Coppie: Draco/Hermione, Harry/Pansy
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Salve a tutti! E' passato un po' di tempo, mi scuso con tutti quelli che aspettavano l'aggiornamento! Spero cmq che tornerete a rileggerla. penso che dovrei aggiornarla un po' più spesso, ora come ora, anche se ho molto da fare con l'università e sono un po' ansiata! Ma scrivere mi rilassa, quindi un po' di tempo dovrei trovarlo. ^^

Fatemi sapere del capitolo!

A presto,

Ginnever









Il Bruto e la Fanciulla











Ogni volta che era nervosa, Ginny Weasley si mangiava le unghie e mentre lo faceva le appariva l'immagina della madre che la reguardiva  e il ricordo del suono dei suoi rimproveri la facevano smettere. Ma il nervoso restava.

Era in Sala Grande, l'ansia e la preoccupazione che salivano impedendole di pensare, di fare il quadro della situazione. Continuava a ripetersi che non doveva rimproverarsi di nulla, che aveva fatto la cosa giusta per Hermione, che era stato un suo dovere da amica, ma nonostante questo sentiva un groppo allo stomaco, come se l'avesse tradita. Si morse un labbro, nervosa, aspettando di veder sbucare Blaise dall'alto portone da un momento all'altro. Non era mai stata famosa, Ginny, per la sua pazienza.

"Blaise!"

Si alzò per corrergli incontro, ma accorgendosi degli sguardi interrogativi degli studenti, si rese conto di sembrare una stupida; si diede un contegno e con passo svelto lo raggiunse sulla soglia.

"Allora?"
"La Granger può stare tranquilla."
"Cosa avete fatto a McLaggen?"
"Gli abbiamo dimostrato il nostro disappunto - e poi aggiunse, accennando un ghigno - alla nostra maniera."

Ginny sgranò gli occhi.

"Ehi, ehi, rossa, che è quella faccia? E' stato un semplice avvertimento che penso prenderà sul serio."
"Ma sta bene?"

Blaise si spazientì e guardò altrove.

"Senti, vedi di darci un taglio. E' vivo e sta fin troppo bene per quello che ha fatto e detto alla Granger. Non capisco questa tu apprensione verso quel verme schifoso..."
"Invece dovresti capirla, Zabini, ti ho confidato questa cosa per proteggere Hermione, ma ti ho anche specificato che lei non voleva che si sapesse in giro!"
"Infatti nessuno ha spifferato e spiffererà nulla ad anima viva. Stai tranquilla, quello non ammetterà mai com'è s'è fatto quei lividi, puoi credermi."
"Quindi lo avete sfigurato."

Blaise la guardò nuovamente, gli occhi adesso gelidi e degni del nome che portava.

"Abbiamo fatto quello che secondo noi era giusto, Weasley, e tu lo sapevi. Se non ti aggrada, la prossima volta cercati qualcun altro che faccia il lavoro sporco per te. Ti saluto."

Ginny lo guardò allontanarsi tra la folla, i pugni stretti e gli occhi preoccupati.
























Il sole era basso e tiepido oltre le montagne che circondavano Hogwarts, mentre una lente e soporifera lezione di Trasfigurazione aveva ben poco seguito tra le facce assonnate degli studenti, ad esclusione, come al solito, di Hermione Granger, la cui penna non si stancava mai.

"Hermione, puoi dirmi..."
"Zitto."

Harry odiava chiederle le frasi che non scriveva perchè non riusciva a stare al passo con la professoressa , ma non ci poteva fare poi granchè. Sbuffò e posò la piuma, sperando che l'amica in un secondo momento glieli facesse copiare. I suoi pensieri si persero oltre la finestra, i confini del castello e le montagne fino alla fine della lezione, quando la professoressa McGranitt sbattè il libro di Trasfigurazione sulla cattedra.

"Bene, allora per domani il tema sull'argomento svolto ed esercitatevi perchè ci sarà una verifica a sopresa uno di questi giorni. Buona giornata!"

Harry, Ron e Hemione uscirono dall'aula, Ron sbadigliando, Harry schiarendosi la voce ed Hermione con la cartellina colma di libri pesantissimi.

"Hermione, stasera ti dispiace...?"
"Sì, Harry."
"Sei un tesoro!"

La riccia abbozzò un sorriso alla pacca amichevole di Harry sulla spalla.

"Ehm..."
"Sì, Ron, pure a te."
"Hermione sei..."
"Grande, fantastica, altruista, generosa... lo so. Io..."

E si fermò. Harry e Ron le andarono a sbattere contro.

"Che cosa succede? c'è mica Malfoy il terribile..?", disse Ron, con una nota di sarcasmo nella voce.

Ma Hermione non aveva visto un Serpeverde. Un ragazzo alto e possente stava seduto sulle scale, la faccia devastata che spuntava dalle braccia incrociate sulle gambe, due occhi neri colmi di terrore, le labbra gonfie. Ebbe un tuffo al cuore.
Senza pensarci un momento si rivolse a Ron.

"Dov'è Ginny?"
"Non saprei... penso che queste due ore le abbia buche, ma non ci giurerei."

Corse via senza voltarsi lasciando come due allocchi Harry e Ron nel corridoio, incuriositi dal suo comportamento strambo.

"Perchè aveva bisogno di mia sorella secondo te?"

Harry alzò le spalle. Si guardò intorno, in cerca di un indizio, ma continuò a non capire.

"Non ne ho idea, Ron. Andiamo a cercarla."











Hermione correva tra la folla, andando addosso agli studenti di tutte le case senza badarvi, senza curarsi nemmeno del peso che i libri la obbligavano a sopportare, del male al collo, alla milza. Lei non correva mai! E se lo faceva era tutta colpa di Ginny. Ma cosa diavolo le era saltato in testa? e poi, a chi lo avrebbe detto? A Malfoy? Quindi era ancora amica sua alle sue spalle?

Se l'avesse presa, quella piccola imbrogliona impicciona...

"... anche tu adesso?? Eh no, ti prego!"

Qualcuno che gridava nel cortile, vicino ai portici, attirò l'attenzione di Hermione, che rallentò, avendo riconosciuto per un attimo le voci e ormai essendo incuriosita dal resto della discussione che sembrava accesa.

"... ma come puoi pensarlo? Sei proprio un idiota, come il tuo fidato amichetto."
"Senti, Pansy, smettila, so quello che faccio e sinceramente non mi sembra che siano proprio affari tuoi."

Si sentì il rumore di uno schiaffo ed Hermione trattenne il respiro.

"Pansy Parkinson, io..."
"Stai zitto, Blaise, e ascoltami. Sappiamo tutti che Draco è ancora lì che si lecca le ferite, nessuno lo avrebbe mai detto, nessuno se lo sarebbe mai aspettato, ma è così, e tu ed io sappiamo pure qual'è l'amicizia che lega la tua rossa con la Mezzosangue, quindi non puoi stupirti del fatto che venga a chiederti aiuto o consiglio quando si tratta dell'amica, lo capisci? Non dovevi dirlo a Draco, perchè ora, è vero, gli ha solo messo le mani addosso, si è sfogato un po'con lui, ma,come sappiamo tutti, ancora una volta, non la smetterà e l'input glielo avrai dato tu. Che ti serva da lezione questo e tutto il resto che tra te e lui avete combinato, perchè non potrete comportarvi sempre in questo modo senza aspettarvi conseguenze. Se la Granger lo scopre che cosa pensi che farà? Sarà contenta di esser stata vendicata e scoprirà di amare Malfoy e quindi si rimetterà con lui? Idiota!"

E, dopo aver dato un altro colpetto sulla nuca di Blaise, Pansy se ne andò, lasciandolo contro il muro, la mano ancora su una guancia, inconsapevole che Hermione Granger, oltre la parete a cui lui era appoggiato, aveva ascoltato tutto.

Restò lì in silenzio, sperando che Blaise non si accorgesse di lei, rimuginando su quanto appena sentito. Ginny usciva con Zabini? Quindi lo aveva detto a lui... Pansy poteva avere anche ragione a dire che Blaise avrebbe dovuto pensarci due volte prima di parlarne a Draco, ma anche lei, andarlo a dire al suo migliore amico... che sciocca! E Draco... che si stava ancora leccando le ferite... per lei? E per chi altro? Disse una vocina dentro di lei, che le fece bruciare lo stomaco di felicità... ma il viso rovinato di McLaggen riapparve nella sua mente e il sorriso che era comparso sul suo viso svanì...

"Mezzosangue!?"

Hermione trasalì, un mano al petto.

"Ohm..."
"Che cosa hai detto? Che diavolo ci fai qui? Che cosa... hai sentito qualcosa?"

Hermione si guardò attorno: non c'era nessuno.

"No... no, niente, passavo di qui e..."
"E?"
"E... niente, mi sono fermata. E' un corridoio, è pubblico e io ci posso fare quello che voglio.", disse, riprendendo coraggio mentre il cuore rallentava.

Blaise la scrutò, gli occhi blu di ghiaccio, le sopracciglia agrottate. Pochi secondi e accadde quello che Hermione non avrebbe mai potuto prevedere. Blaise guardò a terra e poi lei, avvicinandosi.

"Lei non c'entra niente, è stata colpa mia. Mi dispiace, Granger."

E andò per la sua strada, camminando fluidamente  come da Serpeverde, ma avendo appena dimostrato di avere un'intelligenza e una sensibilità che la Grifondoro mai si sarebbe aspettata. Le Serpi erano così imprevedibili. Un momento le odi e l altro le ami.
































   
 
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