XIII
EPILOGO
Miroku cadde in ginocchio, le lacrime che rigavano io suo
volto.
“Cosa ho fatto? Cosa ho fatto? Inuyasha, Kagome sama, cosa ho fatto?” urlò.
Sango lo raggiunse e gli toccò la spalla con delicatezza.
“Miroku san, non devi prendertela così! Non è stata
colpa tua! Era l’unica cosa che potevi fare! Se avessi potuto
usare hiroikotsu contro quel demone…”
“No Sango, no! Tu non hai colpa!
Solo io ne ho!” esclamò con veemenza voltandosi verso di lei “Avrei dovuto andare in loro soccorso, o almeno evitare che
anche loro fossero colpiti dal kazana! Kami sama! Dove li avrò mandati? Dove saranno finiti? Sango chan, cosa ho fatto? Cosa ho fatto?”
Sango guardò Miroku e si sentì
impotente. Mai l’aveva visto in quello stato, tanto da non riconoscerlo. Dov’era in quel momento il bonzo pervertito che lei
conosceva? Avrebbe tanto voluto aiutarlo, ma non sapeva
come.
“Miroku san, coraggio….” Non potè
fare altro che dirgli e lo abbracciò, piangendo con lui la scomparsa dei suoi
più cari amici, fino ad addormentarsi, uniti nel
dolore e nella disperazione.
Una
luce violentissima li svegliò di soprassalto e si strinsero ancora di più
nell’abbraccio. Istintivamente chiusero gli occhi per non restare accecati
dall’intensa emanazione luminosa. La luce lentamente si affievolì,
poi svanì. I due ragazzi aprirono gli occhi e non poterono fare a meno
di sgranarli per la sorpresa.
“Non
è possibile!” esclamò Sango sciogliendosi
dall’abbraccio e portandosi le mani sul viso.
“Non
ci credo…. Sto sognando…!”
“No,
Miroku san! Siamo proprio noi!”
Miroku esplose in un pianto dirotto: “Inuyasha!
Kagome sama!” esclamò
prostrandosi per terra. “Kami sama!
Non posso crederci! Siete di nuovo qui con noi! Non posso crederci….. E’… stata tutta colpa mia! Non avrei mai dovuto….!”
Kagome era visibilmente imbarazzata. “Dai
Miroku san! Calmati! E’ tutto a posto! Ora
siamo qui!”
Ma
Miroku non accennava a calmarsi, anzi: si aggrappò a una caviglia di Kagome,
continuando a piangere. “Non so come farmi perdonare! Chissà quante difficoltà avrete dovuto attraversare per poter tornare qui sani e
salvi! E chissà quanti mostri avrete incontrato in
quel mondo ostile, dove tutto è buio, morte e desolazione, dove non esiste la
luce, la pace, l’amore….”
Inuyasha non ne potè più.
“E
piantala!” esclamò colpendolo in testa “Non abbiamo
incontrato né mostri, né demoni, ma solo persone che ci hanno aiutato a tornare
qui!”
Solo
allora Miroku sembrò accorgersi di Inuyasha “Inuyasha, non ti avevo
proprio visto! Ma… che razza di abiti porti addosso?!”
Il
mezzo demone si guardò e si accorse di indossare ancora gli abiti di Alessio. Ma lo colpì anche
qualcos’altro. Le sue unghie non erano più umane, ma al loro posto c’erano gli
artigli di un demone e solo in quell’istante si
accorse di non sentire più il dolore per le ferite infertegli da Naraku. Sempre più incredulo, si toccò una ciocca di
capelli e la scoprì argentata. Poi alzò lo sguardo verso il cielo e i suoi
occhi furono illuminati dalla vista del sole nascente
“Kagome!” esclamò rivolgendosi a lei e la ragazza si voltò a
guardarlo.
“Inuyasha… i tuoi capelli!” fu tutto quello che riuscì a
dire.
“Si.. sono tornato…. Siamo tornati…!”
“Inuyasha….!”
“Kagome…!”
Rimasero
a fissarsi così, per qualche minuto, dimenticandosi di Sango
e Miroku lì, accanto a loro.
“Forse
sarebbe meglio allontanarsi….” Bisbigliò Miroku
all’orecchio di Sango e lei annuì.
Ma i due non si accorsero di nulla.
“Kagome…”
“Inuyasha…”
(NdA Immaginatevi la scena stile Rumiko
Takahashi dei due che si fissano, si chiamano, ma non
riesco a risolvere niente! Ecco ci siete!)
“Kagome io… volevo dirti che….”
Un’improvvisa
emissione di luce lo distolse dai suoi pensieri “Ma cosa…?”
La
sfera, caduta per terra al loro arrivo, brillò e si sollevò, fino a portarsi
all’altezza dei loro visi. Kagome istintivamente
avvicinò la mano per prenderla, ma al suo tocco, la sfera si ruppe in mille
frammenti, che si dispersero nell’aria.
Kagome rimase pietrificata “Ma cosa è
successo? Io… io non ho fatto nulla!”
Inuyasha stranamente non si arrabbiò e non le inveni contro come al solito “Come
quando la colpisti con la freccia….” Fu invece il suo commento.
Miroku si avvicinò a loro “Evidentemente
non era giunto il momento…. Il nostro destino non si è ancora compiuto….”
Kagome annuì “Tra l’altro ora che
abbiamo sconfitto Naraku….”
“Io
non ne sarei così sicuro.” Esclamò una voce fredda come il ghiaccio che li fece
rabbrividire “Ora che la sfera è di nuovo in frantumi, posso riprendermi la mia
rivincita!” e veloce come era apparsa, l’aura malvagia
del demone scomparve nel nulla.
Inuyasha strinse Kagome per la
vita e guardò con decisione i suoi compagni di avventura.
“L’avventura
continua!” esclamò e insieme si diressero al villaggio della vecchia Kaede.
FINE…?
E finalmente siamo giunti alla fine della
nostra storia, o forse, soltanto all’inizio. Perché ci
sono molti punti ancora oscuri, non ancora risolti. La spiegazione di tutto
esiste, ma solo voi mi direte se avete voglia di conoscerla oppure vi siete
talmente scocciati, che non volete sentirne neanche parlare.
Beh, che altro dirvi?
Commentate, anche se questa storia vi fa terribilmente pena e siete felci di
non vederla più!
Grazie a chiunque l’ha
seguita, anche se non ‘ha mai commentata e a chi,
invece mi ha lasciato un commento.
A presto (spero).