#We
have to go, baby. Now.
Pov
Robert
Non
avevo mai pensato molto a come sarebbe stato avere una relazione.
Una
relazione stabile, intendo. Dove si vive l'uno per l'altra. Non avevo
idea di che cosa fosse l'amore prima di incontrare Kristen. Ma ora
che è qui, con me, mi sento come se mi fosse stato dato il
regalo
più bello del mondo. Farò qualsiasi cosa per
proteggerla, per
prendermi cura di lei perché lei si prende cura di me.
“Rob..?”.
Kristen
è appena entrata in camera dopo una doccia veloce, indossa
una mia
maglietta e un paio di pantaloncini.
Dio,
è la ragazza più bella del mondo.
I
capelli sono legati in una coda fatta in fretta e le sue gambe
sembrano non finire mai.
“Rob?
Oh?” - beccato in pieno mentre sbavavo sulle sue gambe,
ottimo.
“Eh?
Si?”.
Mi
sorride, “Ti eri incantato?”.
“Un
po'.. amore, sei bellissima, come faccio a non incantarmi? Poi se
metti quei pantaloncini..”.
Arrossisce.
“Che stupido...”.
“Si.
Vieni qua”.
Kristen
cammina lentamente verso di me, sedendosi sul letto a gambe
incrociate davanti a me. Non mi guarda negli occhi, sicuramente deve
essere imbarazzata.
“Ehi?”.
“Mh,
si, scusa.. è... è la prima volta che dormo con
un ragazzo” dice,
arrossendo ancora di più.
“Oh...
be', perché tu sei..?”.
“Non
è un po' ovvia la risposta? Sono vergine”.
Okay,
diciamo che lo sapevo.
Ovvio
che è vergine.
Ma
sentirglielo dire è un'altra cosa.
Vederla
così imbarazzata davanti a me, è
un'altra cosa.
Non
ho mai avuto a che fare con ragazze vergini.
Diciamo
che l'ambiente che frequento e il mio lavoro non mi aiutano molto a
conoscerle.
“Oh...”.
“Già...”.
“Non
cambia niente, tranquilla”.
“In
che senso?”.
“Che...
è una bella cosa. Insomma, tu sei vergine ed è...
una cosa
stupenda, perché vuol dire che ti sei conservata.. quel
momento per
la persona giusta, che sarà sicuramente strafelice
quando..”.
“Rob,
che cazzo stai dicendo?”, mi guarda come se fossi uscito
fuori di
testa e forse lo sono davvero. Insomma, per tutto questo tempo non
abbiamo fatto altro che baciarci. Insomma, a malapena. Lei ha i suoi
limiti e io li rispetto ma adesso lei sta migliorando molto in fretta
e anche se ha ancora qualche difficoltà capisco che, adesso,
quello
con più difficoltà sono io perché non
so come muovermi.
“Perchè?
Che ho detto?”.
“Stai
parlando del ragazzo con cui avrò la mia prima volta come..
come se
non fossi tu. Con chi pensi che io voglia avere la prima volta,
scusa...?”.
“Non
lo so.. spero con me ma capirei se non fosse così”.
“Perché
non dovrei?”.
“Perché
io sono un casino, peggio di quanto tu creda”, mi passo una
mano
fra i capelli, nervoso. “Non so se l'hai notato, ma ho un
figlio
piccolo, una casa che cade a pezzi in un quartiere di merda, un
lavoro pericoloso che fa schifo e tu sei costretta a lavorare in un
cazzo di club per aiutarmi a pagare la nostra roba. Vuoi davvero
avere la tua prima volta con qualcuno del genere? Insomma, so che voi
ragazze ci tenete un sacco a questo genere di cose e io...”.
Kristen
mi prende il viso fra le mani e mi guarda fisso negli occhi,
facendomi smettere subito di parlare.
“Hai
ragione, noi ragazze amiamo questo genere di cazzate.. la prima volta
è, uhm, molto importante e di solito speriamo che sia con il
ragazzo
giusto ma tu ti ricordi come sono vissuta? Per me non c'era il figo
della scuola, non c'è mai stato nessun primo appuntamento,
niente
primo bacio romantico, niente di niente, solo... merda. Merda ovunque
nella mia vita. Perciò, si, ci tengo alla mia prima volta
perché è
tutto ciò che di 'normale' e 'adolescenziale' mi
resta....”.
“E
vuoi sprecare questa tappa così importante
con...me?”.
“Voglio
che sia con qualcuno che amo.. e io ti amo”.
“Anche
io ti amo”.
“E
allora dov'è il problema..?”.
“Non
ne sei davvero sicura, lo vedo. Sei ancora piccola, hai tutta una
vita davanti e questa scelta sarà la peggiore della tua
vita,
fidati. Non vuoi davvero avere la tua prima volta con me”.
“Si
invece”.
“Non
sono mai stato con una vergine, Kristen.. ti farei male”.
I
suoi occhi perdono sicurezza per un istante. “N...non mi
importa”.
“Io
credo di si, invece. Non vuoi che la tua prima volta sia uno
schifo”.
“Smettila
di dirmi cosa voglio, Robert”.
“Voglio
solo che la tua prima volta sia perfetta... e con me non lo
sarebbe”.
“Io
credo di si... proviamo, mh?”, arrossisce e mi accarezza il
viso,
le sue mani tremano.
“Stai
tremando, piccola”.
“Tu...tutte
le ragazze sono n-nervosa la loro prima volta”.
“Si,
certo.. certo”.
Kristen
si solleva un po', cingendomi il collo con le braccia e avvicinando
il suo viso al mio.
“Voglio
te..” sussurra, posso vedere le sue guance prendere colore.
“Ti
voglio anche io, da morire, amore mio...”.
“Non...
non respingermi allora”, chiude gli occhi e preme la sua
fronte
contro la mia.
“Non
intendo farlo, piccola”.
Un
sorriso timido si forma su quelle labbra rosse, che un istante dopo
sto baciando. Le stringo piano i fianchi con le mani e ribalto le
posizioni, facendola sdraiare gentilmente sul letto e posizionandomi
sopra di lei cercando di pesarle il meno possibile.
“Sei
un gigante, Rob..”, ride.
“Oh,
grazie, nanerottola”.
Kristen
posa le sue piccole mani sui bordi della mia maglietta, sollevandola.
“Mh...”,
si morde il labbro e sfiora timida il lato di pelle che ha scoperto,
“sei bello.. sei proprio bello, sei il ragazzo più
bello che io
abbia mai conosciuto”.
“Anche
tu sei bella”, le bacio la punta del
naso, facendola ridere.
“Togliti
la maglietta..” mi ordina.
“Uh,
quanta fretta.. non sai che la prima volta si va piano? E dire che io
sono un ragazzo e queste cose dovresti dirle tu a me”.
“Tu
non sai quanto ho aspettato.. fidati, muoio dalla voglia di fare
l'amore con qualcuno che mi ami davvero. Tutte le volte
che...”, i
suoi occhi si fanno lucidi, “tutte le volte che venivo
costretta a
fare... cose che non volevo fare, da ragazzi che volevano solo una
cosa da me... tutte quelle volte, mi sono chiesta come sarebbe stato
farlo con qualcuno che amavo. Qualcuno che mi avrebbe insegnato cosa
fare, come fare le cose per bene... ho lottato per conservarmi questo
momento e sono stata premiata”, mi accarezza il viso mentre
una
lacrima solitaria le scivola sulla guancia, “mi sei stato
dato tu”.
“Kristen...”,
le asciugo la lacrima con la mano, lasciandola poi appoggiata contro
la sua guancia, la sua pelle è accaldata e morbida,
“non sono il
premio di nessuno.. al massimo, sei tu il mio”.
Lei
scuota la testa, cercando di trattenere le lacrime.
“Voglio
davvero fare l'amore con te, Rob...”.
“Vuoi
farlo solo perché vuoi qualcuno che non ti usi e basta, ma
tu sai
benissimo che io non lo farò, io ti amo, non ti farei mai e
poi mai
del male”.
“No,
Rob.. io... i-io..”, mi stringe le braccia, come se avesse
paura
che io me ne andassi.
“Non
farti prendere dalla fretta, è la tua prima volta, deve
essere
perfetta, no?”.
“No..
no, io non... non voglio che sia perfetta, io voglio che sia con la
persona che amo e io amo te”.
“Ho
capito, amore, ma...”.
“Rob,
se parli troppo... qua.. non.. facciamo niente, quindi...”,
mi
sfiora il fianco, provocandomi una serie di brividi lungo la schiena
come nessuna ragazza mi aveva mai fatto provare.
“Di
nuovo fretta? I preliminari servono anche a parlare, eh..”.
“No,
non parlare.. se parli, poi cambi idea...”.
“Non
ti ho detto si, amore.. sto solo provando”.
“E
allora proviamo, ma sta zitto...”, mi bacia.
Mh,
quanto amo i suoi baci.
I
baci di Kristen sono i migliori.
Così
teneri, timidi, che ti viene voglia di abbracciarla stretta a te.
Quando
ci stacchiamo, molto tempo dopo, solo per riprendere fiato, lei mi
sorride.
“Mh,
ora via la maglietta...”.
“Perché
non te la togli tu?”.
Lei
scuote la testa, posso vedere l'imbarazzo e la paura nei suoi occhi.
So benissimo che ho azzardato con questa domanda.
“N...no,
p-prima tu, dai...”.
“Okay..”.
Mi
sfilo la maglietta facendola scivolare sopra le mia testa.
“Abbracciami..”
sussurra.
“Kristen...”.
Ma
lei si aggrappa come un koala fra le mie braccia, impedendomi di
continuare a parlare e in meno di un secondo le sue labbra sono sulle
mie. Mi sfiora le spalle, aggrappandosi ancora di più e
facendomi
avvicinare a lei con un senso d'urgenza che non le avevo mai sentito.
Infilo
una mano sotto la sua maglietta, ha la pelle calda e morbida e le
accarezzo lo stomaco.
“Uhm,
meno male che ero io quella che andava di fretta...” commenta.
“Si,
hai ragione, ma come posso resisterti?”, arrossisce e
riprende a
baciarmi.
“Non
puoi, ovvio”, cerca di ridere e di rendere il suo tono di
voce
spiritoso ma riesco benissimo a vedere l'ansia e l'agitazione che sta
prendendo il possesso di lei. Mi preparo a correre ai ripari appena
ce ne sarà bisogno.
Pov
Kristen
Okay,
devo stare calma.
Calma,
molto calma.
Un
bel respiro Kristen, forza, su!
Finalmente
l'hai convinto a fare l'amore con te per la prima volta, non puoi
fartela sotto proprio adesso.
“No,
non posso.. hai ragione” dice, sorridendomi malizioso.
Dio,
no.
Inizio
a scacciare dalla mia testa un sacco di immagini orribili.
Non
è nessuno di cattivo, devo ricordarmelo. È
Robert.
È
solo Robert, porca puttana.
“G...già.
Quindi.. via i pantaloni, su”, ma da dove esce fuori questa
sfacciataggine, Stewart? Non sapevo neanche io di essere
così.
Robert
sembra pensarla allo stesso modo ma anche se è visibilmente
confuso
dal mio comportamento, fa come gli dico e si sfila i jeans, restando
in boxer. In quel momento mi accorgo che io, invece, sono ancora
completamente vestita. Oh, cazzo. Spogliarmi? Mai.
Ma
l'amore si fa nudi, piccolo genio.
Porca
troia, lo so, ma spogliarmi...
“Ti
aiuto a togliere qualcosa, mh..”.
Annuisco,
cercando di sembrare il più convinta possibile.
Robert
solleva la mia maglietta e io sento le braccia pesanti, non riesco
neanche a sollevarle per aiutarlo a sfilarmi la maglietta.
“Qualcosa
non va'?”.
“N-no,
tutto okay..”, mi costringo a sollevare le braccia e Robert
mi
sfila la maglietta.
“Dio..
sei bellissima”, lo sguardo di Robert vaga sul mio corpo
coperto a
malapena dal reggiseno a fascia che mi sono messa questa mattina.
Dio, ma perché a fascia? Quanto posso essere cretina? E ora?
“S..scusa,
non.. non avrei dovuto mettere... questo... tipo di reggiseno, io..
io sono una cretina...”.
“Ma
che dici? Tranquilla, è okay, riesco a togliertelo
facilmente”.
“Oh....oh,
okay”, no, non è okay, non
è affatto okay, non è
okay che lui sappia togliermi il reggiseno a fascia con
facilità,
non è okay che io abbia il cuore a mille, non è
okay che io voglia
scappare a gambe levate appena Robert acconsente a fare l'amore con
me per la prima volta. Niente, in tutta questa situazione è
okay.
Neanche io.
“Tutto
okay, piccola..?”.
“C..certo”,
ma non riesco a farlo sembrare vero e non resisto alla tentazione di
coprirmi con le mani quel che riesco a coprire, cioè molto
poco alla
volta.
“Kristen...”.
No.
No,
per favore, odio quel tono di voce.
Sembra
quasi che mi stia sgridando mio padre.
Oh..
mio padre.
Mi
tornano in mente i miei genitori che urlano, litigano, si mandano a
fanculo a vicenda.
No,
no, no.
Non
proprio ora, non adesso.
“I
tuoi occhi...”.
Non
lo faccio finire, lo attiro a me e lo bacio. Facile, veloce. Ma
è
quando le sue mani si posano sui miei fianchi scoperti che inizia il
peggio. Cristo, voglio morire. Voglio morire in questo momento, mi
sento malissimo, penso che tra poco scoppierò.
“Kristen..”.
“Sshh..
è okay, forza.. vieni più vicino..”, ma
lui non mi stava più
ascoltando. Fa per alzarsi ma io lo trattengo per un braccio.
“Che
stai facendo? Non.. non provarci, Rob.. non provarci neanche a
mollarmi in questo letto da sola... se ci tieni a me, se mi ami come
dici, allora fai l'amore con me e fammi passare questa cazzo di
malattia”.
“Kristen,
non posso farti questo...”.
“Non
stai facendo niente.. non mi stai facendo niente, amore,
davvero”.
“Stai
solo cercando un modo per..”.
“Sto
cercando un modo per avere la mia prima volta con te, stupido. E tu
continui a mandare a puttane i miei piani! Che ho che non va? Okay,
faccio schifo, ma non pensavo che...”.
“Smettila
subito, tu non fai schifo”.
“Allora
fai l'amore con me”.
“Tu
non capisci...”.
“Capisco
eccome”, sento gli occhi farsi ancora più umidi,
cazzo.
“No,
per niente. Avanti, pensi davvero che io possa fare l'amore con te
quando stai tremando sotto di me e il tuo corpo mi sta praticamente
implorando di non fare questo a una bambina?”.
“B...bambina?
Oh, grazie mille. S-spostati, subito..”, dio, che stronzo.
Provo a
spingerlo via ma lui me lo impedisce.
Mi
spinge contro il letto, inchiodandomi al materasso.
“Sai
benissimo di non essere pronta, non inventiamo storielle,
okay?”.
“Voglio
far parte del tuo mondo, lo vuoi capire?”, e, come sempre, le
lacrime cominciano a scendere.
“Piccola...”.
“Non
iniziare con la predica, Rob, okay? N-Non farlo...”.
“Devo
smetterla con la predica?”.
“Si,
devi smetterla con la predica. Ti è tanto difficile capirlo?
Voglio
fare l'amore con il ragazzo che amo, che mi ha salvato la vita e mi
ha dato una casa.. ho.. ho paura e sono agitata ma è
normale, cazzo,
ogni ragazza alla sua prima volta è nervosa, no? E io sono
solamente
questo: una normale ragazza come tutte le altre che sta per avere la
sua prima volta. Posso, solo per stasera, essere solo questo,
amore?” - non sapevo neanche di saper parlare in questo modo.
Ho
fatto un bel discorso, non ho tralasciato niente e forse l'ho pure
convinto visto il modo in cui mi sta guardando, ci sta pensando
seriamente. Forse non gli ho detto della morsa al basso ventre o del
cuore che batte all'impazzata e dell'ansia che mi sta uccidendo ma
non era necessario dirgli proprio ogni cosa.
“Puoi...”
sussurra.
“P..posso?”.
“Puoi
essere una normale ragazza che sta affrontando la sua prima volta,
puoi esserlo, amore”.
“Dici
davvero?”.
“Certo..”.
“Aw,
grandioso...”, gli prendo il viso fra le mani e lo bacio,
gustandomi per bene quel bacio. Mi stringe i fianchi e mi accarezza
la pelle scoperta, facendomi rabbrividire. Cerco di non fare caso
all'ansia che continua a divorarmi, voglio davvero godermi questo
momento, ma quando la sua mano scende verso il basso e mi accarezza
la gamba sono costretta a interrompere il bacio per guardarlo dritto
negli occhi.
“Tutto
bene?”.
“Si..”,
ma so che la mia voce mi tradisce.
“Okay...”,
la sua mano scende ancora di più, mi accarezza l'interno
coscia.
“Mh...”.
“Se
vuoi che mi fermo..”.
“No”,
ma quando mi concentro sulla sua mano che sale sempre di più
vorrei
solo urlare 'si, si, Cristo, fermati!', ma non lo faccio.
“Amore..”.
“Continua..”,
forse dovrei dire qualcosa, qualcosa come 'è bello' o 'mi
piace' ma
la verità è che sono troppo agitata e –
devo ammetterlo almeno
con me stessa – spaventata per godermi la sensazione in
sé.
“Okay..”.
Sento
la sua mano avvicinarsi sempre di più al centro fra le mie
gambe.
Senza
farmi accorgere, prendo un bel respiro.
Posso
farcela, posso farcela, posso farcela.
È
tutto okay, è normale, io posso..
“Rob,
no! Fermo, FERMO! CAZZO, FERMATI, TI PREGO!”.
Robert
balza in piedi in meno di un secondo, sembra mortificato.
“Cazzo,
Kristen...”.
Sento
il mio cuore battere contro la cassa toracica talmente forte da
rischiare di schizzare fuori. “Io.. io.. io... pensavo di...
oddio.. oh.. cazzo” è tutto quello che riesco a
dire, ancora
distesa, mentre cerco di riprendere fiato.
Robert
si avvicina e si mette seduto sul bordo del letto, fissandomi.
“Rob...
io... mi spiace...”.
“Amore,
va tutto bene, lo sapevo.. era ovvio, non sei ancora pronta”,
si
avvicina e fa per abbracciarmi, osservando attentamente la mia
reazione, quando vede che non scapperò, mi abbraccia e mi
bacia la
fronte per rassicurarmi. “Ho cercato di fartelo capire, ma tu
continuavi a insistere quindi ho immaginato che... a quanto pare,
avevi solo bisogno di sbatterci la testa per capirlo”.
“Volevo
davvero farlo, però...”.
“Lo
so, ma non sei pronta”.
“Ma
io VOGLIO, okay? Io voglio ma... sembra quasi che... quando tu...
oddio”, mi nascondo il viso fra le mani, imbarazzata.
“Ehi...”,
Robert mi scosta gentilmente le mani dal viso e mi ritrovo la sua
faccia a un centimetro dalla mia, sta sorridendo, non sembra
arrabbiato né deluso, grazie a Dio, “non
c'è nessun problema,
amore, possiamo riprovarci se vuoi, possiamo.. non so, possiamo
riprovare fra una settimana o fra un mese o fra un anno, non ha
importanza.. l'unica cosa che importa è che tu resti con me
e
affronti tutti i problemi che avrai o che avremo insieme.. questo
è
quello che importa”.
“Hai...
hai ragione, ma...”.
“Insieme”
dice, guardandomi intensamente.
“Ma
io..”.
Mi
interrompe dandomi un bacio, “Non hai bisogno di... questo,
per far
parte del mio mondo. Tu sei già tutto il mio mondo,
adesso”.
“E'
una cosa dolcissima, amore, ma...”, ma non mi basta. O forse
si,
non lo so. So solo che sono delusa da me stessa in questo momento e
non c'è niente che mi possa far stare meglio. “Mi
serve davvero
questa cosa, capisci? È un pensiero fisso, non posso fare a
meno di
pensarci da...”.
“Da
quando ho fatto lo stronzo con te, ti ho lasciata sola e tu adesso
pensi che l'unico modo per non farmi andare via sia fare l'amore con
me anche se non sei pronta, lo so. E, cazzo, mi dispiace che tu la
pensi così perché non è giusto.. non
dovrebbe essere così, tu
dovresti volerlo non averne bisogno. Sono due cose
completamente diverse, piccola e per te lo sono ancora di
più.”
“Dio,
quanto cazzo lo fai lunga...” sbuffo, voltandomi dall'altra
parte.
“Non
arrabbiarti..”.
“Non
sono arrabbiata, sono solo frustrata. Voglio fare l'amore con te ma
il mio corpo sembra essere di un'altra idea”.
“Forse..
dovremmo solo iniziare con le cose più.... basilari,
semplici”,
c'è malizia nel suo tono e quando mi volto per guardarlo in
faccia
vedo che sta sorridendo.
“Sto
pensando male...”.
“Pensa
male, piccola”.
Arrossisco
ma sorrido anche. “Quindi c'è speranza”.
“C'è
sempre speranza quando si tratta di convincermi a venire a letto con
te, amore mio”.
“So...
fare le cose basilari. Le ho.. già fatte,
so.. so come si
fanno”. Mi tornano in mente tutte le volte che ho dovuto
farle, per non finire sotto un ponte, per mangiare, per non far
incazzare Scout. Non voglio che con Rob sia la stessa cosa, lo stesso
schifo. La stessa sensazione.
“Ehi..”,
mi solleva il mento con un dito per potermi guardare negli occhi.
“C'è qualcosa che non va..?”.
“N...non
voglio che sia lo stesso... schifo”, dio, ho già
gli occhi lucidi.
Di nuovo.
“Che
intendi dire?”, mi osserva con attenzione e so che
è il momento
giusto per parlare.
“Con
Scout facevamo così. Io dovevo intrattenere i suoi 'amici'
in quel
modo.. se non avevamo soldi era l'unico modo per non farci sbattere
fuori di casa. All'inizio non volevo ma... avevo fame e sonno.. e
freddo. Dio, Rob, tu non sai quanto possono essere fredde le strade
di notte quando indossi praticamente un cazzo e io avevo freddo e
volevo tornare a casa ma sapevo che mia madre.. lei non si sarebbe
più potuta prendere cura di me, dovevo farcela da sola.
Dovevo,
capisci?” - è come un fiume in piena, non riuscivo
più a smettere
di raccontare e vedere come Robert mi ascoltava attentamente rendeva
tutto ancora più facile - “E l'unico modo..
l'unico dannato modo
era fare quello che mi diceva Scout perché lei trovava
sempre un
modo per cavarsela. Ma era orribile.. ogni giorno io speravo che
fosse l'ultimo ma non lo era mai. I suoi amici andavano e venivano e
lei mi trascinava un po' ovunque, aveva sempre bisogno di droga e
alcol per non impazzire del tutto e io ero l'unica lucida quindi
dovevo occuparmene io..”.
Robert
mi accarezza una guancia e mi fa distendere sul letto,
abbracciandomi. “Cosa facevi, Kristen?”.
“Dovevo
intrattenerli....”.
“Come?”.
“Non
vuoi davvero saperlo...”.
“Niente
di ciò che dirai mi farà cambiare idea su di te,
voglio solo sapere
quanto devo essere incazzato con quella puttana per averti costretta
a fare una cosa del genere”.
“Aveva
bisogno di soldi, Rob, e io..”.
“Cosa.Dovevi.Fare”.
“Non
sono andata a letto con nessuno” dico, arrossendo ed evitando
di
guardarlo in faccia.
“Questo
lo so, visto che sei vergine. Quindi immagino che tu abbia
dovuto..”.
Cala
il silenzio.
Vorrei
sprofondare.
Sotterrarmi.
Dio,
che schifo che faccio.
Mi
copro il viso con le mani e lascio le lacrime scorrermi sul viso.
“Kristen...
ehi, non fare così...”, mi stringe ancora di
più a sé e mi bacia
sulla guancia, accarezzandomi le braccia e il viso cercando di
consolarmi. Ma non è possibile, è qualcosa
più grande di me,
qualcosa con cui sto lottando da una vita e non ne uscirò
viva, lo
so.
“E'
stato orribile!” urlo, mentre i ricordi si impossessano di
me.
“Shh,
shh, ora è tutto apposto, loro non sono qui.. ”.
“Si...
si, invece, loro sono sempre qui, sento le loro
mani addosso,
le loro voci... non guarirò mai, Rob! MAI!”.
“Non
dire così...”.
“Mai...”,
mi stringo a lui e soffoco le urla nel suo petto mentre lui mi tiene
vicina a lui, cullandomi come una bambina piccola. Continua a urlare
e piangere per non so neanche quanto tempo, continuo finché
non mi
addormento e quando mi sveglio Robert è ancora accanto a me
che mi
scosta i capelli dal viso.
“Buongiorno,
amore..”.
“Rob..
m..mi dispiace...”.
“Non
dirlo neanche”.
“Voglio
che tutto questo finisca, Rob. Lo voglio sul serio. Io voglio godermi
la mia vita ma non posso farlo se continuo a pensare a loro ogni
istante. Non posso, non voglio...”.
Robert
mi spinge gentilmente la testa contro il suo petto mentre un altro
pianto isterico si impossessa di me.
Pov
Robert
“Ho
bisogno di una mano, Fred. Mi devi aiutare.. devi farlo, mi devi un
favore”.
“Un
favore? Andiamo, amico, sono passati anni dall'ultima volta che ci
siamo rivolti la parola.. non mi ricordavo neanche che esistessi
finché non sei apparso davanti alla porta di casa mia
– a
proposito, ti rendi conto di che cazzo di ore sono, porca
troia?”.
“Si..
cioè, no. Cazzo, Fred, è urgente!”.
Fred
si passa una mano sulla faccia, rassegnandosi al fatto che non me ne
andrò da casa sua finché non mi
aiuterà. È un vecchio amico – o
almeno lo era, anni fa', - e mi deve un grosso favore visto che
l'ultima volta che ci siamo visti gli stavo salvando il culo da un
gruppo di mafiosi a cui doveva dei soldi. Adesso, servono a me i
soldi.
Mi
torna in mente l'immagine di Kristen addormentata nel mio letto,
serena dopo una notte passata a piangere. L'ho lasciata a casa per
correre da Fred, coprendola con il lenzuola mentre il cuore mi
batteva fortissimo.
Non
potevamo andare avanti così, avevo bisogno di un cambiamento.
“Di
cosa hai bisogno?”.
“Soldi.
Molti”.
“Quanto?”.
“Abbastanza
da andarmene da questo posto e cominciare da zero”.
Fred
mi guarda in faccia sbalordito. “Pensavo ti piacesse fare la
testa
di cazzo di professione, amico”.
Faccio
spallucce. “Non è solo per me..”.
“Ah,
ho capito. Una ragazza. Tutto chiaro adesso...”
E
so che capisce. Fred è più grande di me di
qualche anno ed è
sposato. Sua moglie fa la spogliarellista in un locale vicino a casa
loro per mandare avanti la baracca, ma si amano, lo so.
“Dobbiamo
andarcene da qui, ma ho bisogno di soldi. Ne ho un po' da parte ma
non basteranno per molto.. devi aiutarmi”.
“Lo
vorrei tanto amico.. ma non so come. Anche io me la passo
male”.
Non
è difficile credergli. Casa loro sta cadendo a pezzi,
è messa molto
peggio della mia.
“Qualcosa
deve pur esserci.. qualche lavoro di una sera, anche pericoloso, non
me ne fotte.. ti prego” - ma a che punto sono arrivato? Mai,
nella
mia vita, avrei mai pensato di supplicare qualcuno.
“In
effetti... mi hanno proposto un lavoro, l'altra sera.. e io ho
rifiutato”.
“Che
genere di lavoro?”.
“Per
un tipo, uno nuovo... voleva qualcuno che sbrigasse una commissione
per lui in un covo di spacciatori. Dovevo rubare loro tutta la
cocaina che avevano.. ma tu sai com'è quella gente, non
è come
svaligiare una casa o spacciare un po' di eroina.. quella gente
uccide, amico”.
Lo
sapevo. Lo sapevo molto bene.
Ma
avevo un disperato bisogno di soldi, dovevo portare Kristen fuori da
tutta questa merda una volta per tutte.
“Quanto
pagava?”.
“Più
di cinquantamila dollari, o giù di lì”.
Mi
si seccò la gola.
“Dimmi
il suo nome”.
“Rob,
questa non è una cazzata.. non scherzavo quando dicevo che
quella
gente uccide. Ti metterai in un grosso guaio e non ne vale la pena.
Puoi uscirne anche senza quei soldi, credimi”.
Guardai
la sua casa, guardai Fred e pensai a sua moglie che si spogliava
davanti a degli sconosciuti per un paio di dollari al giorno. E lui,
senza soldi, dov'era arrivato? In quella merda. E io ero nella merda
e volevo uscirne, volevo portare via Kristen con me, dare una vita
migliore a mio figlio e rendere tutta questa storia un brutto ricordo
da dimenticare.
“Ho
detto: dammi il suo cazzo di nome, Fred”.
Pov
Kristen
Mi
svegliai già con le lacrime agli occhi, avevo sicuramente
pianto
anche mentre dormivo. Fantastico. Allungai una mano per cercare
Robert dall'altra parte del letto ma non lo trovai, al suo posto
però
c'era un pezzo di carta scritto da lui – la sua calligrafia
incasinata era riconoscibile al primo sguardo.
Dovevo
fare una cosa.
Per
favore, non stare in pensiero per me, tornerò per cena...
spero.
Dormi,
riposati e prenditi cura di Ricky come fai sempre – sei un
angelo.
Mi
dispiace che stanotte tu abbia pianto così tanto, ho cercato
di
calmarti e farti smettere di piangere ma ho pensato che magari era
meglio se ti lasciavo sfogare un po'... ti amo, non dimenticartelo
mai, capito amore?
Spero
di tornare presto.
Non
uscire di casa, per favore.
Non
piangere mentre sono via,
ti
amo,
Robert.
“Rob...
ma...”, cacciai via le lacrime e mi misi seduta sul letto.
Cosa
doveva fare?
Non
mi aveva detto niente ieri.
Mi
alzai e andai a controllare Ricky, stava ancora dormendo. Gli
preparai la colazione, gli feci il bagno e lo lasciai giocare sul
tappeto in salotto. Il tutto senza smettere neanche per un secondo di
chiedermi dove accidenti fosse andato a cacciarsi Robert.
Nel
messaggio diceva che sarebbe tornato per cena... forse.
Mi
chiusi in bagno e mi feci una bella doccia.
Per
fortuna Ricky era un bambino autosufficiente e autonomo
perché
continuai a vagare per le stanze della casa senza sapere davvero cosa
fare.
Quando
più tardi, quella sera, sentii la porta di casa aprirsi il
mio cuore
mancò un battito.
Ricky
era già a letto, ormai erano le dieci passate, stavo anche
già
iniziando a pensare che fosse successo qualcosa di brutto a Robert
quando invece me lo ritrovai davanti alla porta di casa.
“Rob!”,
gli gettai le braccia al collo ma subito un suo lamento di dolore
attirò la mia attenzione. Quando mi scostai da lui per
guardarlo
bene in faccia mi resi conto che aveva il viso completamente pestato,
il labbro rotto e colava sangue dal naso. “C...cosa... che...
oh,
cazzo.. amore, cosa..”, non riuscivo neanche a parlare ma
continuavo a fissarlo, stupita.
“Non
è niente, amore.. t..tranquilla”.
“Chi
ti ha ridotto in questo stato!?”.
“Kristen,
a..ascoltami”, faceva persino fatica a parlare.
“N..NO!
DIMMI COSA E' SUCCESSO!” - stavo perdendo la testa.
“ASCOLTAMI!”
mi afferra per le spalle e mi guarda dritto negli occhi. “Ho
i
soldi”.
“C..che
soldi? Di cosa cazzo stai p-parlando?”.
“Ho
i soldi! Possiamo andarcene! Prendi le tue cose, in fretta” -
mi
spinge in camera da letto e inizia a tirare fuori tutti i miei
vestiti - “Dobbiamo sbrigarci, saranno qui a
momenti...”.
“C..chi?
Cosa sta succedendo? SPIEGAMI!”.
“Non
c'è tempo! Cazzo, muoviti... amore, per favore, fa come ti
dico e
basta per una volta. Non fare domande, non adesso... amore mio,
ascoltami”, mi accarezza una guancia e mi supplica con
così tanta
forza da non lasciarmi via di scampo.
Annuisco
e lo aiuto a mettere i miei vestiti in un vecchio borsone.
Corro
in camera di Ricky e prendo anche i suoi.
Quando
lo vedo addormentato e sereno, mi viene da piangere.
No,
no, basta piangere. Lo farò... dopo, adesso devo agire.
“Sveglialo
e vestilo pesante...” - Robert è dietro di me, con
il borsone in
spalla.
“O..okay...”.
“Ti
ho lasciato una mia felpa sul letto e un paio di jeans per
cambiarti.. appena hai fatto, ci vediamo di sotto”.
Annuisco
senza dire niente.
È
tutto assurdo. Non voglio andarmene, mi piace questa casa. Era
diventata la nostra casa.
“Ehi..
guardami”, mi afferra il viso fra le mani e mi accarezza le
guance
con i pollici, “fidati di me, andrà tutto bene, te
lo prometto..
sarà meraviglioso, credimi”.
“Voglio
sapere cosa sta succedendo...”.
“Dopo,
non adesso. Vai, piccola” - scende le scale, lasciandomi sola.
Mi
avvicino al lettino di Ricky e lo scuoto piano. “Tesoro..
ehi,
piccolino.. dobbiamo alzarci, dobbiamo fare... una
passeggiata”.
Ricky
apre i suoi occhietti, così uguali a quelli di Robert.
“Che ora
è?”.
“Tardi,
amore.. vieni, ti prendo in braccio”.
Ricky
non fa altre domande e stringe le sue braccina al mio collo.
Scendo
in fretta le scale e trovo Robert che ci aspetta davanti alla porta,
sembra sul punto di scoppiare.
Apre
la porta appena ci vede e si fionda nella macchina parcheggiata nel
viale. Non è sua e neanche di Marcus o di Tom, non l'ho
neanche mai
vista prima ma non oso fare domande.
Metto
Ricky nel sedile dietro e gli allaccio la cintura di sicurezza, poi
prendo posto accanto a Robert mentre lui sta già mettendo in
moto.
“Papà,
dove andiamo?”.
“A
fare un giro, ometto”.
“Dove?”.
“Ti
piacerà, vedrai”.
“Kristen
viene con noi?”.
“Certo,
campione. Ora dormi, è tardi”.
“Mi
è passato il sonno”.
“Ricky,
ho detto dormi”.
“Ma..”.
“Ricky,
ascoltami. Hai bisogno di dormire adesso, quando arriveremo ti
sveglierò io, promesso”.
“Va
bene...”.
Robert
stringe così forte le mani sul volante che ho paura che lo
spacchi
in due.
Appoggia
una mano sulla sua gamba, per calmarlo.
“Dimmi
cosa sta succedendo...” dico a bassa voce.
“Andrà
bene, Kristen... adesso andrà bene sul serio. Possiamo fare
tutto
quello che vogliamo con questi soldi”.
“Che
soldi, di cosa stai parlando, si può sapere? Che.. che hai
f-fatto?”.
“Un
lavoretto, niente di che..”.
“Un
lavoretto, eh? Cosa cazzo è successo alla tua faccia,
Robert? Sembra
che qualcuno abbia tentato di spaccarti il viso.. è
così?”.
“Praticamente
si”.
“I...io
n-non capisco...”.
“Non
c'è niente da capire, ora abbiamo i soldi!”.
“Vaffanculo
i tuoi cazzo di soldi, in che casino ti sei andato a cacciare,
Robert?”.
“Andrà
bene, vedrai” ripete, cercando di sorridermi ma il labbro si
spacca
ancora di più e inizia a sporcarsi di sangue il viso e la
maglietta.
“Rob...
cazzo, il tuo labbro.. avrai bisogno di punti, dobbiamo fermarci in
un ospedale”.
“Un
ospedale? No, non abbiamo tempo. Ci penseremo dopo, adesso dobbiamo
solo raggiungere l'aeroporto”.
Per
poco non mi strozzo con la mia stessa saliva. “Il... il
COSA?”.
“Andiamo
via da qui, subito. Mi sono procurato tre passaporti, andrà
bene”.
Ancora
quelle parole.
'Andrà
bene'.
Andrà
bene, un cazzo.
Dio,
aiuto, aiuto, aiuto.
Sento
il cuore battermi troppo forte, sento che mi sta per venire un
attacco di cuore.
Lancio
un'occhiata a Ricky e vedo che ha la testa appoggiata alla sua
spalla, è addormentato. Okay, ora posso dare di matto.
“Perché
dobbiamo andare in aeroporto? Perché dobbiamo andarcene? Ti
prego,
Rob, non fare cazzate... ragioniamo, okay? Non voglio andarmene, ho
un lavoro, ho un'amica adesso, abbiamo la nostra casa e le cose
stavano iniziando ad andare bene sul serio, io non...”.
“Le
cose non andranno mai bene sul serio, Kristen. Non
finché
resteremo in questo posto di merda, fidati di me. Okay?”.
“N-no...
non capisco... CAZZO, ROB, RALLENTA!”.
Ma
invece che ascoltarmi, accelera ancora di più mentre svolta
un
angolo rischiando di finire addosso a un auto che nessuno dei due
aveva visto.
“Cazzo..
rallenta, rallenta!”.
“Dobbiamo
sbrigarci!” insiste.
“P...per
f-favore... mi sto sentendo male...”, appoggio una mano sul
cuore e
sento che tra un po' uscirà dal petto o
scoppierà. Andrà a finire
male, in ogni caso.
“Kristen?”,
Robert si gira verso di me, preoccupato.
Le
lacrime iniziano a rigarmi il viso.
“Voglio
tornare a casa....”.
“Non
possiamo tornare a casa, amore, davvero... andrà bene,
sarà
fantastico, devi solo calmarti... forza, piccola, calmati... respira.
OH, KRISTEN, RESPIRA! PER FAVORE, CALMA, amore”.
“N-No...
vaffanculo!” gli dico, togliendomi la cintura di sicurezza e
portandomi le ginocchia al petto, circondandole con le braccia e
appoggiando la testa sulle ginocchia, chiudendomi a riccio.
“Dimmi
cosa è successo! Voglio saperlo! Se non me lo dici io scendo
dall'auto!”.
“Non
fare cazzate”.
“Fottiti.
Parla!”.
“OKAY!
Cazzo!” sbatte il pugno contro il volante, facendo suonare il
clacson. “Ho fatto un lavoretto... un po' più
pericoloso del
solito”.
“Che...
che genere di lavoretto?” chiedo ma so già la
risposta o almeno la
immagino.
“Un...
niente, amore, ho avuto a che fare con brutta gente, tutto
qui”.
“Che
tipo di gente?” - ti prego, ti prego, ti prego, dimmi che non
è
qualche pezzo grosso, dimmi che è qualche coglione di
periferia che
si crede un boss della mafia ma che non può farci niente, ti
scongiuro.
“Un
tipo... un paio di tipi...”.
“ROBERT,
PARLA, CAZZO!”.
“Non
farti venire una crisi isterica proprio ora, okay? Ecco, siamo
arrivati...”. Parcheggia davanti all'aeroporto, non mi ero
neanche
accorta che fossimo arrivati. Esce fuori dall'auto in fretta, viene
dalla mia parte e apre lo sportello invitandomi a uscire. Apre il
bagagliaio e prende due borsoni, dove ci sono tutte le nostre cose,
prese alla cazzo mentre uscivamo di corsa.
Scendo
dall'auto e vado dalla parte di Ricky, gli sgancio la cintura e lo
prendo in braccio, Robert ci aspetta davanti all'entrata. Mi accorgo
che non ha chiuso l'auto.
“L'auto..?”
chiedo.
“Non
c'è tempo, lasciala qua. Vieni, amore” mi prende
la mano ed
entriamo dentro.
Robert
mi tiene per mano tutto il tempo, mi trascina da una parte all'altra
e io quasi non mi accorgo di quello che sta succedendo attorno a me.
Tutto quello che faccio è stare attaccata alla mano di
Robert come
se ne dipendesse dalla mia stessa vita e tengo Ricky appoggiato al
mio corpo, entrambi in cerca di conforto e sicurezza. Vedo che la
gente mi fissa e solo dopo un po' mi accorgo che sono vestita davvero
male: una felpa gigantesca di Robert e un paio di pantaloncini corti
con le scarpe da ginnastica, in piena notte. Anche Robert è
messo
male e ho paura che qualcuno faccia qualche domanda.
Sorprendentemente,
nessuno ci ferma o ci degna di una seconda occhiata ai controlli.
Ricky
si sveglia solo quando abbiamo finito e Robert è costretto
ad andare
a prendergli un sacco di frutta al bar dell'aeroporto. Io ne
approfitto per andare in bagno.
Sola,
mi guardo allo specchio.
Mi
faccio i complimenti da sola: faccio schifo.
Non
ho occhi, ho solo occhiaie.
I
miei capelli sembra che non vedano una spazzola da anni. Cerco di
aggiustarli con le mani come meglio posso e
mentre
lo faccio mi rendo conto che sono in un aeroporto e realizzo che
dovrò prendere un aereo per la prima volta in vita mia.
Quando
esco trovo Robert che mi aspetta davanti all'ingresso del bagno,
furioso.
“Ti
sembra il momento di andare in bagno!?” urla.
“C..cosa?
Io... io sono solo... che dici?” - perché deve
essere così
cattivo quando è nervoso?
“Be',
potevi anche avvisarmi!”.
“Ci
ho messo neanche cinque minuti...”.
“Si,
come no”, mi afferra la mano e mi tira a sé,
prendendo a camminare
a passo così veloce che quasi non riesco a stargli dietro.
“Forza,
dobbiamo prendere l'aereo. Abbiamo avuto culo, c'è un volo
che parte
tra dieci minuti”.
La
sua stretta è troppo forte.
Cerco
di liberarmi ma lui stringe ancora di più.
“Mi..
mi fai male” mi lamento, sentendo gli occhi farsi lucidi.
Tutta
questa situazione non aiuta a migliorare il mio umore ballerino.
Robert
si gira verso di me e nota la sua stretta serrata sul mio polso e
allenta la presa, “S..scusa, amore, davvero.. so che sto
uscendo di
testa ma... ti spiegherò dopo”.
“D..dove
s-stiamo andando? Almeno questo me lo puoi dire, Robert?”.
“A
Londra”.
“EH?
DOVE?”.
“Dove
pensavi che stessimo andando? A Parigi? Andiamo a Londra, dove sono
nato. Lì ho contatti, amicizie, posso trovare facilmente un
posto
dove stare e non dobbiamo più preoccuparci dei
soldi”.
“Non
fare lo stronzo con me! Non trattarmi come se fossi stupida!”.
Si
ferma.
Siamo
nella sala d'attesa, non c'è molta gente. Infondo, non sono
neanche
le cinque del mattino.
“Non
lo faccio...”, Robert mette Ricky su una poltroncina e si
toglie la
giacca per poi arrotolarla come se fosse un cuscino e darla al
figlio.
“Si,
invece”.
“E'
che tu fai troppe domande...”, si passa una mano fra i
capelli,
frustrato.
“Ah,
ovvio. Sono IO che faccio troppe DOMANDE! Non TU che mi tiene
nascoste troppe cose! Vaffanculo, Robert. Dico sul serio,
vaffanculo”.
“Amore,
non fare così...”, cerca di abbracciarmi ma io mi
allontano.
“Lasciami
stare!”.
“Sto
solo cercando..”.
“..
di farmi impazzire? Be', ci stai riuscendo!”, cerco di
scacciare
via le lacrime ma queste insistono per uscire fuori.
“No,
amore, no.. non piangere, piccola.. per favore, non piangere..
andrà
tutto bene. Ti amo, ti amo.. non piangere...” allunga una
mano
verso di me per toccarmi un fianco e afferrarmi ma io mi scanso di
nuovo, stavolta andando a sbattere contro un signore anziano che mi
guarda con aria comprensiva.
“Ragazzi,
non litigate. Siete giovani, avete una vita per farlo” ci
dice.
Io
abbasso lo sguardo, imbarazzata.
“S..scusi”
dico.
“Non
ti preoccupare. Però ascolta il mio consiglio: cerca sempre
di non
vedere sempre e solo il lato negativo della situazione, sopratutto se
si tratta di una ragazza bella come te e di un ragazzone come lui.
Buona fortuna, ragazzi” ci saluta con la mano e se ne va, una
tazza
di caffè in mano e un giornale straniero nell'altra.
Resto
in silenzio per un po', ancora imbarazzata.. ma più colpita
dalle
parole del signore.
Forse
ha ragione.. ma ora proprio non ce la faccio a vedere il lato
positivo della situazione, riesco solo a vedere il lato pazzo e folle
e senza senso di tutto questo.
Sospiro
e cerco di riprendere il controllo.
Robert
apre la bocca per dire qualcosa ma in quel momento una voce
dall'interfono ci avvisa che il nostro volo sta per decollare,
dobbiamo prendere posto.
Afferro
Ricky e passo davanti a Robert senza guardarlo in faccia.
Che
Dio ci aiuti.
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allora, che posso dire?
scommetto che mi volete uccidere e fate bene.
sono una stronza, lo so... ma ho avuto dei problemi.
la scuola, e i compiti e le verifiche e poi i mille altri pensieri che
mi tormentavano che non avevano niente a che fare con questo...
tutto questo,
ecco,
non ha aiutato ad aggiornare.
e so che non è lungo ed è una mezza schifezza e
non ha senso, maaaaaaaaa....
AMATEMI, dai, sono buona.
adesso, con l'estate, dovrò dedicarmi a molte cose ma
cercherò anche di scrivere e aggiornare.
promesso.
almeno ci provo, no? :))))))))))))
quindi...
alla prossima,
vi voglio bene,
grazie per non avermi abbandonata lol
ps. scusate tutti i possibili errori ma l'ho scritto di fretta
perché ero in supermega ritardo e in questi due giorni non
ci sarò quindi dovevo aggiornare per
forza stasera e pure dopo una lunga passeggiata con il mio cane quindi
sono mezza morta sotto il sole,
amatemi ancora di più daaaaaaaaài.
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