XXXVI
Epilogo
Il grande salice appariva diverso ai miei occhi. I suoi
lunghi rami ricadevano, come inermi, verso il terreno e mi appariva
stanco, vuoto, spento se tali aggettivi erano pertinenti per un albero.
Era come se la scomparsa di Sylvie e il triste periodo che vivevano
coloro che dimoravano magicamente dietro il suo ingresso lo
avessero colpito duramente. Respirai l’aria fredda
dell’ora che precedeva l’alba, e un brivido mi
sconvolse il corpo, spingendomi a stringermi il mantello maggiormente
attorno al mio esile corpo. Avvertii il braccio di Mickel circondarmi
le spalle e sollevai leggermente lo sguardo per rivolgergli un sorriso
di gratitudine. Tremavo ancora, mentalmente, avendo scoperto la sua
seconda natura, ma aveva dimostrato più volte quanto fosse
forte il suo amore per me e la mia bambina.
Alizée.
Mi avevano tolto la mia bambina da poco tempo, ma era come se fosse
trascorso un periodo lunghissimo, estenuante. La sua assenza gravava
sul mio cuore e desideravo davvero poterla vedere con i miei stessi
occhi per sincerarmi del suo benessere.
Guardai Claire, ma comprendendo che fosse più scossa e
dolorante di me, cercai di trovare l’energia necessaria per
formulare la parola che ci avrebbe consentito tutti di oltrepassare la
soglia. Non mi sentivo sicura. Ero stanca e turbata sia fisicamente sia
mentalmente, ma trovai un’inconsapevole forza pur di vedere
la mia piccola.
Alizée.
Il mio cuore sussurrava il suo nome, mentre la mia mente era
invasa da una luce intensa, e la mia pelle formicolava a contatto con
l’energia pura che stavo risvegliando in me. Le mie labbra si
mossero, quasi da sole, a formulare la parola e, come
d’incanto, ci ritrovammo tutti lungo il corridoio scuro che
dava l’accesso alla grande sala.
Sentii delle voci, stupore, concitazione, sospiri, ma soprattutto una
voce infantile, di bimba, la voce della mia Alizée!
Corsi, per quanto le mie gambe potessero concedermelo, raggiunsi la
sala principale dell’Antro, e i miei occhi si soffermarono
subito sulla piccola creatura tra le braccia di Cécilie.
Mi commossi profondamente, quasi non riuscii a trovare le parole. La
guardai in ogni singolo punto del suo corpo e, solo quando non notai
segni di violenza o differenze, sospirai, felice. Tuttavia, nel momento
esatto in cui i suoi occhi incrociarono i miei e vide le mie mani
tendersi verso di lei, la piccola pianse spaventata e si
rifugiò quanto meglio poté tra le braccia di
Cécilie.
Ne fui profondamente turbata.
Mia figlia non mi riconosceva più?
«
Alizée… sono la mamma » farfugliai,
sentendomi però la bocca asciutta, come se le mie labbra non
assaggiassero acqua da troppo tempo.
Mickel mi raggiunse e cercò di nuovo di circondarmi le
spalle con la sua mano, ma con uno scatto di rabbia lo scansai. Mi
sentivo frustrata, arrabbiata, indignata e anche profondamente triste.
Quegli uomini orribili, più simili a bestie, mi avevano
fatto del male e di riflesso ne avevano fatto alla mia bambina.
La sentivo piangere e quelle lacrime mi straziavano il cuore, come
tanti colpi di spada.
Poi, una voce spezzò il turbinio dei miei tristi pensieri.
« Rosa Bianca, il tuo cuore
non sia turbato ».
Con l’aiuto di Lydie, Ophélie avanzò
verso di me e le sue mani grinzose sfiorarono con delicatezza il mio
viso, il mio capo rasato, il mio corpo. La lasciai fare, seppur non
riuscissi a trattenere una smorfia. Tutto quello che avevo
attraversato, non bastava?
« Ora comprendo. Ti hanno
maltrattata, hanno infierito sul tuo giovane corpo, e tua figlia non
riesce a riconoscerti. Dalle il tempo di capire. Parlale, avvicinati a
lei lentamente, e pian piano la tua bambina sentirà di nuovo
il profumo di sua madre ».
Il peso nel cuore era ancora forte e nella mia testa un ronzio
incessante m’impediva di riflettere e ragionare a mente
lucida su quelle sagge parole. Avvertii di nuovo il tocco delle sue
mani ruvide sulle mie, il calore che m’infuse mi diede un
incredibile sollievo. D’un tratto mi afflosciai, esausta, e
piansi tutte quelle lacrime che ancora i miei occhi non erano riuscite
ad espellere. L’anziana strega mi sostenne con una forza
impensabile, seppur io cercassi di non gravarle troppo addosso. Avevo
il bisogno dell’affetto di una madre e lei, insieme a Madame,
era stata un qualcosa di molto simile.
Intorno a noi tutti rimasero in silenzio, eccetto il pianto di
Alizée e qualche lacrima silenziosa che brillava sui visi
delle altre donne presenti.
Quando finalmente riuscii a calmarmi, trovammo tutte posto a sedere,
mentre Mickel rimase in piedi, come volesse vigilare la situazione o si
sentisse fuoriposto. Io mi posi accanto a Cécilie e alla
bambina, e cercai di sussurrarle parole e di avvicinarmi a lei. Non era
un percorso facile, ma ogni volta che udiva la mia voce, immutata,
Alizée sembrava guardarmi come se iniziasse a comprendere.
Non sapevo cosa potesse pensare, così piccola,
così ingenua, ma probabilmente non capiva come mai la sua
mamma fosse così cambiata fisicamente.
Ed io stessa mi sentivo orrenda. Quegli uomini avevano minato anche la
fiducia in me, lacerato la mia anima, e avrei dovuto percorrere un
lungo cammino prima di ritrovare la quiete e la pace con me stessa e
con il mondo.
Gli altri stavano discorrendo su ciò che era accaduto.
L’uccisione di uomini di chiesa e di armigeri non sarebbe
passata inosservata, e tutto si sarebbe inasprito ancora di
più. Sarebbe passata di bocca in bocca la presenza di grandi
lupi nella zona, e sapevo che non era difficile accompagnarli
all’idea delle streghe.
Alcune donne erano state salvate, ma quante ancora sarebbero morte per
tali ingiustizie e la crudeltà umana?
Il mio cuore fremeva. Non potevamo restare lì, ma non sapevo
immaginarmi nulla al di fuori di Sivelle.
« Porterò
Desirée e Alizée via con me, nella mia patria
natia. Non possono rimanere qui. È troppo conosciuta in
città, e potrebbero riprenderla e questa volta mandarla sul
rogo senza attendere altro tempo » sentenziò,
all’improvviso, Mickel. Tutti si voltarono verso di lui, e
notai molti accondiscendere.
« Ma io non voglio lasciarle
qui. Anche loro rischiano molto. Venite via con me » dissi,
rivolgendomi alle mie sorelle streghe. Lessi nei loro occhi una tale
confusione che in fondo era anche mia. Da un lato la paura di essere
uccise, colpite, e maltrattate le spingeva a dirmi di sì,
dall’altro era come se una parte di loro fosse
così radicata in quel luogo da non volerlo lasciare.
Elodie, Cécilie e la piccola Lydie si guardarono tra loro,
ma poi tutti gli occhi furono puntati sulla saggia,
l’anziana, colei che oramai era il capo della nostra congrega
dopo la morte di Sylvie.
« Le tue parole sono
comprensibili, figlia mia, ma io non me ne andrò. Tuttavia,
non impedirò alle altre di seguirvi ».
Lydie le si accoccolò accanto e Ophélie le
accarezzò il capo rossiccio con garbo. Per un attimo vidi
come un’immagine che si alternava a quella. Come
un’immagine futura. Vidi una Lydie più grande, che
risplendeva di grazia e di potere e tra le sue braccia spiccava Etoile,
il gatto nero che sempre accompagnava Sylvie. Ma non la vidi in terra
straniera. Lei era rimasta. Lei e non solo lei.
« Io non posso lasciare
Ophélie, non posso proprio. Mi ha accolta quando tutto
sembrava perso per me » rispose Elodie, scuotendo il capo con
forza, anche se tra i suoi occhi dorati brillavano lacrime.
Cécilie sembrava molto turbata. Era tra le persone
più sensibili della Congrega, ma sapevo che nonostante le
liti continue con Elodie, le era profondamente legata.
« Credo che saprai
già la mia risposta, mia cara Desirée. Ho ancora
tanto da apprendere sulle erbe, e poi non posso lasciare che questa
folle metta a soqquadro la nostra congrega! »
Ci furono delle brevi risate, che scemarono, però ben
presto. Avrei voluto convincerle, non volevo lasciarle
lì… avrei voluto restare anch’io.
« E tu, Lydie, vuoi venire con
me? Claire? » domandai.
Lydie sembrava turbata. Guardò a lungo ogni persona presente
e soffermò molto il suo sguardo su di me, ma, infine, scosse
il capo e si aggrappò a Ophélie.
L’ammirai per la sua grande forza. In una bambina
così piccola, che aveva affrontato qualcosa di terribile,
che aveva visto quasi la morte in faccia, era difficile scorgere ancora
così tanta determinazione. Notai come si fosse legata
profondamente a Ophélie, oltre che a Sylvie, in quei lunghi
mesi trascorsi insieme e non insistetti. Infine, fu la volta di Claire.
Claire guardò le sue sorelle e poi il suo amato.
Cercò negli occhi di quest’ultimo le risposte, gli
sussurrò parole nascoste e infine rispose.
« Il mio corpo non reggerebbe
più un simile affronto. Amo le mie sorelle. Voi mi avete
accolta qui con grande amore e affetto e mi avete aiutata ad ampliare
il mio potere, le mie visioni, ma ora il mio cuore ha ritrovato la sua
casa. Perdonatemi sorelle mie se vi arreco dolore, non è mia
intenzione causarvi afflizione e auspico che non mi serbiate
irragionevole rancore. Ma io… » si
bloccò, per poi stringersi maggiormente a Mathieu che le
pose un bacio sul capo rasato « io scelgo il cuore. Io scelgo
lui ».
« E noi verremo con voi,
Capitano, se lo riterrete opportuno » aggiunse il soldato,
rivolgendosi a Mickel, il quale acconsentì con il capo.
Fui in parte rincuorata di sapere che almeno una delle mie sorelle mi
avrebbe seguita, anche se il dolore di perdere le altre, unito alla
paura, mi rendeva titubante.
« Non voglio lasciarvi sorelle
mie… forse potrei restare… »
« No » risposero in
un coro unanime, e poi lasciarono che Ophélie replicasse.
« Non puoi restare bambina
mia. Il tuo nome è conosciuto, la tua arte qui non
sarà più desiderata. V’è
odio, vendetta, e non posso permetterti di vivere unicamente qui
dentro. Hai tua figlia da proteggere, il tuo uomo da amare
e… sento che la tua vita è lontana da qui. Ti
vedo alla guida di un’altra congrega, in una fredda ma verde
landa al nord, in terra lontana, ma sia tu che la delicata e nobile
Claire, sarete sempre vicine nel cuore ».
Mi sentivo una bambina capricciosa e sciocca, quando mi accorsi di
piangere di nuovo. Io non volevo davvero lasciarle, ma poi sentii il
tocco di una piccola manina sul mio volto. La mia piccola
Alizée mi stava sfiorando ed io compresi cosa dovevo fare.
Dovevo andarmene soprattutto per lei e anche per Mickel. Neanche lui
poteva restare più a Sivelle. Dovevamo andarcene. Per sempre
forse… o almeno fino a quando le acque non si fossero
davvero calmate.
Una nuova alba giunse e per quel giorno
restammo lì. Mickel, Mathieu e gli altri uomini uscirono
dall’antro per cercare una carrozza e cavalli agili e
riposati, in modo da viaggiare veloci, almeno per i primi giorni.
Dovevamo scappare, non c’era tempo per fare molto. Cercai di
lavarmi, indossai un nuovo abito e cinsi al collo il ciondolo color
zaffiro, del mio grado di strega. Lo avrei sempre portato con me. Ero
fiera di essere parte della Congrega del Salice che così
tanto affetto mi aveva dato. Mi avevano aiutata a diventare
più forte, matura, e consapevole delle mie
qualità, a ritrovare un poco di fiducia in me stessa e
soprattutto a scoprire il potere che mi avvolgeva.
Non sarebbe stato facile lasciarle, ma Ophélie aveva
ragione. Loro sarebbero rimaste sempre nel mio cuore, come tanti
cristalli infrangibili ad adornarlo.
Scrissi una lettera da consegnare a Madame, ringraziandola di tutto, ma
non dicendole dove sarei andata. Non lo doveva sapere, non doveva
rischiare di essere vista come complice, ma dovevo donarle in qualche
modo il mio ultimo saluto. Mi sarebbe mancata enormemente. Lei, in
fondo, era la madre che avevo perso da bambina, colei che mi aveva
insegnato tutto ciò che sapevo nel mio lavoro da sarta. A
lei dovevo la mia vita.
Qualche parola la rivolsi anche a Julie, che nonostante tutto, avevo
amato come una piccola sorella. Sapevo che lei, un giorno, avrebbe
preso il mio posto nella Maison, divenendo una sarta abile e
conquistando il cuore di tutti con le sue deliziose creazioni.
Per Louise-Marie non riservai parole, né pensieri. Il mio
cuore piangeva al pensiero di aver perso una persona che ritenevo
amica, ma col tempo sarei riuscita a rimarginare la ferita.
La notte scese troppo rapidamente. Avevo
cercato di trascorrere tutto il tempo possibile con le altre streghe,
ma era venuto davvero il momento di andare via.
Dopo averle abbracciate, baciate, sussurrato parole
d’affetto, e cercato di far loro cambiare idea per
l’ennesima, futile, volta, restai sulla soglia per diversi
minuti a guardarle, una a una.
Ophélie la saggia, la folle Elodie, la dolce
Cécilie e la piccola Lydie che sorreggeva tra le sue braccia
il grande gatto nero che non mi soggiogava più con i suoi
occhi gialli e penetranti. E tra di loro, sentivo aleggiare uno
spirito, come una brezza leggera, sapevo che Sylvie le avrebbe sempre
protette. Aveva donato la vita e avrebbe continuato a proteggere il suo
Ordine, per sempre.
Era difficile lasciarle, ma sorretta da un tale pensiero sentii il mio
cuore farsi più leggero. Al fianco di Mickel, con
Alizée finalmente tra le mie braccia, raggiunsi la carrozza,
dove mi nascosi con Claire. Mia sorella sarebbe rimasta per sempre con
me.
E così, di notte, come fuggiaschi, abbandonammo Sivelle,
quel villaggio che mi aveva accolta da bambina e dove avevo provato
emozioni intense, trovato amori, felicità, tristezza, e
potere, per sempre.
*
Svezia, un anno dopo
Si respira un’aria nuova in
questa verde e fredda landa.
In piedi su un’altura che sprofonda a picco sul mare, osservo
l’orizzonte, con l’assurda speranza di poter vedere
la mia casa. Sivelle è lontana, tutti sono lontani, ma
è come se un filo invisibile mi legasse strettamente a tutti
coloro che nella mia vita ho amato e mi hanno amato.
Respiro l’aria salmastra e la sento solleticarmi il viso
arrossato. Non so quando, effettivamente, mi abituerò a
queste temperature rigide, ma questa terra non mi dispiace. Mickel
è come rinato. È la sua patria, la sua casa, e
non ha smesso di svolgere il suo lavoro.
La mia arte anche qui piace, anche se ho dovuto fare modifiche per
accontentare la gente del luogo.
Il vento mi punge gli occhi e mi stringo maggiormente al mio mantello
di pelliccia per cercare un poco di calore. Il tessuto non sembra,
tuttavia, nascondere le forme arrotondate del mio corpo. Sì,
una nuova vita sorge in me e, nonostante la paura di Mickel di
trasmettere la sua maledizione a un eventuale figlio maschio, io sono
felice. So che lui lo aiuterà a capire la sua seconda
natura, so che lui mi aiuterà a crescere al meglio il nostro
bambino. Sono felice, perché Mickel ormai è tutta
la mia vita, insieme ad Alizée e al frutto del nostro
intenso amore.
I miei capelli si sono di nuovo allungati e il vento sembra sfiorarli
con delicatezza. La mia bambina è cresciuta e con il tempo
ha imparato ad accettarmi di nuovo, a capire che nonostante il
cambiamento fisico, io sono la sua mamma.
Il cielo è limpido, nessuna nuvola sembra deturparlo, solo
un’infinita pennellata di un piacevole azzurro mi sovrasta.
Le ferite del cuore si sono ricucite. Mi capita, a volte, di fare
ancora incubi che mi portano a quella prigionia, alla vendetta di
un’amica, a quei tristi momenti, ma so che qui non potranno
arrivare.
Claire è rinata e completamente innamorata. Anche il suo
ventre ha deciso di ospitare il frutto del suo amore. Mathieu ha capito
che non poteva vivere senza di lei, e ora stanno recuperando insieme
tutto il tempo perso.
Con lei ho organizzato un'altra Congrega. Ci sono streghe anche qui e
così possiamo divulgare il nostro sapere e il nostro potere.
Guardo di nuovo il cielo e penso alle persone che hanno attraversato la
mia vita, a chi è morto e ancora vive. Flaviano, Sylvie,
Madame – morta per il troppo dolore poco dopo la mia partenza
– non sono più qui, e presto con loro
volerà alla Dea anche l’amata Ophélie,
ma il loro amore, i loro insegnamenti, la loro forza, il loro
sacrificio e la loro saggezza vivono ancora in coloro che restano.
Chi rimane deve imparare a vivere, deve trovare la forza di andare
avanti, anche se tutto sembra perso e disperato. Perché dopo
l’oscurità, brilla sempre una nuova luce, dietro
le nuvole si nasconde un cielo limpido come quello che mi avvolge.
Sollevo le mie braccia verso il cielo e ancoro i miei piedi alla terra.
Aspiro l’aria, lascio che entri dentro di me, e scorra lungo
ogni parte del mio corpo. La sento pulsare nelle vene, avverto il
potere, e finalmente mi sento viva.
_______________________________________________________________________________________________
E così ci siamo. Anche questa storia è conclusa,
anche se le avventure di Desy e degli altri personaggi continuano a
vivere nel mio cuore.
Ammetto che una lacrimuccia è arrivata, ma io tengo davvero
moltissimo a questa storia. Forse troppo. A volte ho pensato di provare
a farle spiccare il volo, ma ammetto che ho un po' paura.
Paura che non sia all'altezza di altri romanzi, paura di essere ancora
acerba. Forse un giorno rimetterò mano a tutto
ciò e chissà...
Come potete vedere, Desy, dopo tante tribolazioni, ha raggiunto il suo
lieto fine. Non potevo non donarglielo, sarei stata davvero crudele.
Spero che questo finale vi piaccia e vi susciti le stesse emozioni che
ha scaturito nel mio cuore. E' vero, non ho descritto perfettamente la
sorte di altri personaggi, soprattutto della Dama, ma è
ovvio che la sua vita continui in una corte piccola, tra invidie,
intrighi, pettegolezzi, con il suo cuore arido e vuoto, avendo perso
due persone che l'amavano (o perlomeno Desirée le voleva un
affetto sincero). Quindi, questa è anche una situazione
pessima, non trovate?
Come già detto altre volte, ho in mente una storia su Claire
(e anche altri progetti su altri "piccoli" personaggi), ma purtroppo
sono ferma al prologo, e non so quando riuscirò a buttarla
giù del tutto. Per cui, interrompo qui gli aggiornamenti
delle mie storie, e solo se avrò l'ispirazione giusta per
racconti brevi, magari tornerò in questo sito. Anche
perché, sarebbe ora che Marta, alias Piccolo fiore del
deserto o Rosa del deserto, si decida a trovare la grinta giusta e il
vero coraggio di far volare in alto le sue storie, nella speranza di
raggiungere più lettori. Voi che dite, le ho le carte
giuste? Forse sto solo sognando, ma i sogni si possono realizzare no?
Bene, concludiamo il tutto con i ringraziamenti.
Grazie di cuore a chi ha inserito questa storia tra le preferite:
1 - Daniawen
2 - Fly
Away From Here
3 - KazucChan
4 - kifki91
5 - MerythGreen
6 - Mitzune_chan
7 - pietro_ap
8 - Poseidone358
9 - Standbyme
10 - Strix
11 - Vero_21D
12 - Xyle
13 - _walkingdisaster_
Grazie a chi l'ha inserita
tra le ricordate:
1 - Greedo
2 - Kojina
3 - Mirrine
4 - pietro_ap
5 - Sasha29
6 - Vero_21D
7 - _FrenkieFaye_
8 - _HeartDrum_
E anche a chi l'ha inserita tra le seguite:
1 - angevil
2 - Aryadaughter
3 - ax_articolo31
4 - blood_mary95
5 - bluewhite
6 - Chiara
Marinucci
7 - darkmagic31
8 - Giuli_97
9 - jaia
10 - Jey_Jules
11 - ladyathena
12 - Mitzune_chan
13 - moreandmore
14 - pietro_ap
15 - Poseidone358
16 - RD
Patruno
17 - Renesmee94
18 - Riveer
19 - Saphiradream
20 - SaraIS
21 - Sasha29
22 - Secretly_S
23 - spella
24 - vampira_aux
25 - Vero_21D
Grazie a... Poseidone358, pietro_ap, controcorrente, Vero_21D, Kojina, Mitzune_chan, Saphiradream, Standbyme, Willa
Shakespearelli, Strix per aver lasciato i vostri
preziosi commenti. Mi hanno aiutata a comprendere di esser riuscita nel
mio intento, e hanno suscitato numerosi sorrisi!
E, infine, anche se non
lo leggerai, grazie a te, perché nonostante tutto, mi hai
aiutato in parte a dare vita al personaggio di Mickel Svensson.
Oh quasi dimenticavo! Volevo mostrarvi i volti degli attori che associo
ai vari personaggi! :)
Desy +
Flaviano + Mickel
Louise Marie
+ Madame + Julie
Lydie +
Claire + Elodie + Cecilie
Sylvie +
Ophelie
|