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Autore: Piccolo Fiore del Deserto    20/06/2013    2 recensioni
Fiamme divoravano il corpo di una donna legata a un palo sulla cima di un palchetto. [...]
“Strega, assassina, figlia e moglie del demonio…” tanti epiteti le venivano scagliati, mentre sagome scure puntavano croci verso di lei intonando litanie atte a scacciare il male e a purificare, insieme al fuoco, la sua anima corrotta. Il corpo bruciava, urla strazianti uscivano dalle sue labbra, mentre deperiva come un semplice ciocco di legno. Faceva male, colpiva nel profondo, e non aveva fine. Una morte lenta, tormentosa, inquietante.
Altre figure scure s’intromisero tra i popolani, ma non avevano volti: maschere nascondevano i loro tratti, assumendo il grottesco ghigno di un lupo. Lupi, troppi lupi intorno a sé.
Tra quell’oscurità e il fumo che le saliva sino agli occhi appannandole la vista affaticata dal dolore, scorse un’altra sagoma: era un vero lupo dal manto come neve e profondi occhi cristallini che la fissavano intensamente. La donna lo scrutò per alcuni istanti e il dolore sembrò attenuarsi.
Ma chi era quella donna?
Con mio profondo sgomento repressi a stento un urlo: quella donna ero io.
Genere: Drammatico, Romantico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate
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XXXVI
 Epilogo



    Il grande salice appariva diverso ai miei occhi. I suoi lunghi rami ricadevano, come inermi, verso il terreno e mi appariva stanco, vuoto, spento se tali aggettivi erano pertinenti per un albero. Era come se la scomparsa di Sylvie e il triste periodo che vivevano coloro che dimoravano magicamente dietro il suo ingresso lo avessero colpito duramente. Respirai l’aria fredda dell’ora che precedeva l’alba, e un brivido mi sconvolse il corpo, spingendomi a stringermi il mantello maggiormente attorno al mio esile corpo. Avvertii il braccio di Mickel circondarmi le spalle e sollevai leggermente lo sguardo per rivolgergli un sorriso di gratitudine. Tremavo ancora, mentalmente, avendo scoperto la sua seconda natura, ma aveva dimostrato più volte quanto fosse forte il suo amore per me e la mia bambina.
Alizée.
Mi avevano tolto la mia bambina da poco tempo, ma era come se fosse trascorso un periodo lunghissimo, estenuante. La sua assenza gravava sul mio cuore e desideravo davvero poterla vedere con i miei stessi occhi per sincerarmi del suo benessere.
Guardai Claire, ma comprendendo che fosse più scossa e dolorante di me, cercai di trovare l’energia necessaria per formulare la parola che ci avrebbe consentito tutti di oltrepassare la soglia. Non mi sentivo sicura. Ero stanca e turbata sia fisicamente sia mentalmente, ma trovai un’inconsapevole forza pur di vedere la mia piccola.
Alizée.
 Il mio cuore sussurrava il suo nome, mentre la mia mente era invasa da una luce intensa, e la mia pelle formicolava a contatto con l’energia pura che stavo risvegliando in me. Le mie labbra si mossero, quasi da sole, a formulare la parola e, come d’incanto, ci ritrovammo tutti lungo il corridoio scuro che dava l’accesso alla grande sala.
Sentii delle voci, stupore, concitazione, sospiri, ma soprattutto una voce infantile, di bimba, la voce della mia Alizée!
Corsi, per quanto le mie gambe potessero concedermelo, raggiunsi la sala principale dell’Antro, e i miei occhi si soffermarono subito sulla piccola creatura tra le braccia di Cécilie.
Mi commossi profondamente, quasi non riuscii a trovare le parole. La guardai in ogni singolo punto del suo corpo e, solo quando non notai segni di violenza o differenze, sospirai, felice. Tuttavia, nel momento esatto in cui i suoi occhi incrociarono i miei e vide le mie mani tendersi verso di lei, la piccola pianse spaventata e si rifugiò quanto meglio poté tra le braccia di Cécilie.
Ne fui profondamente turbata.
Mia figlia non mi riconosceva più?
    « Alizée… sono la mamma » farfugliai, sentendomi però la bocca asciutta, come se le mie labbra non assaggiassero acqua da troppo tempo.
Mickel mi raggiunse e cercò di nuovo di circondarmi le spalle con la sua mano, ma con uno scatto di rabbia lo scansai. Mi sentivo frustrata, arrabbiata, indignata e anche profondamente triste.
Quegli uomini orribili, più simili a bestie, mi avevano fatto del male e di riflesso ne avevano fatto alla mia bambina.
La sentivo piangere e quelle lacrime mi straziavano il cuore, come tanti colpi di spada.
Poi, una voce spezzò il turbinio dei miei tristi pensieri.
    « Rosa Bianca, il tuo cuore non sia turbato ».
Con l’aiuto di Lydie, Ophélie avanzò verso di me e le sue mani grinzose sfiorarono con delicatezza il mio viso, il mio capo rasato, il mio corpo. La lasciai fare, seppur non riuscissi a trattenere una smorfia. Tutto quello che avevo attraversato, non bastava?
    « Ora comprendo. Ti hanno maltrattata, hanno infierito sul tuo giovane corpo, e tua figlia non riesce a riconoscerti. Dalle il tempo di capire. Parlale, avvicinati a lei lentamente, e pian piano la tua bambina sentirà di nuovo il profumo di sua madre ».
Il peso nel cuore era ancora forte e nella mia testa un ronzio incessante m’impediva di riflettere e ragionare a mente lucida su quelle sagge parole. Avvertii di nuovo il tocco delle sue mani ruvide sulle mie, il calore che m’infuse mi diede un incredibile sollievo. D’un tratto mi afflosciai, esausta, e piansi tutte quelle lacrime che ancora i miei occhi non erano riuscite ad espellere. L’anziana strega mi sostenne con una forza impensabile, seppur io cercassi di non gravarle troppo addosso. Avevo il bisogno dell’affetto di una madre e lei, insieme a Madame, era stata un qualcosa di molto simile.
Intorno a noi tutti rimasero in silenzio, eccetto il pianto di Alizée e qualche lacrima silenziosa che brillava sui visi delle altre donne presenti.
Quando finalmente riuscii a calmarmi, trovammo tutte posto a sedere, mentre Mickel rimase in piedi, come volesse vigilare la situazione o si sentisse fuoriposto. Io mi posi accanto a Cécilie e alla bambina, e cercai di sussurrarle parole e di avvicinarmi a lei. Non era un percorso facile, ma ogni volta che udiva la mia voce, immutata, Alizée sembrava guardarmi come se iniziasse a comprendere. Non sapevo cosa potesse pensare, così piccola, così ingenua, ma probabilmente non capiva come mai la sua mamma fosse così cambiata fisicamente.
Ed io stessa mi sentivo orrenda. Quegli uomini avevano minato anche la fiducia in me, lacerato la mia anima, e avrei dovuto percorrere un lungo cammino prima di ritrovare la quiete e la pace con me stessa e con il mondo.
Gli altri stavano discorrendo su ciò che era accaduto. L’uccisione di uomini di chiesa e di armigeri non sarebbe passata inosservata, e tutto si sarebbe inasprito ancora di più. Sarebbe passata di bocca in bocca la presenza di grandi lupi nella zona, e sapevo che non era difficile accompagnarli all’idea delle streghe.
Alcune donne erano state salvate, ma quante ancora sarebbero morte per tali ingiustizie e la crudeltà umana?
Il mio cuore fremeva. Non potevamo restare lì, ma non sapevo immaginarmi nulla al di fuori di Sivelle.
    « Porterò Desirée e Alizée via con me, nella mia patria natia. Non possono rimanere qui. È troppo conosciuta in città, e potrebbero riprenderla e questa volta mandarla sul rogo senza attendere altro tempo » sentenziò, all’improvviso, Mickel. Tutti si voltarono verso di lui, e notai molti accondiscendere.
    « Ma io non voglio lasciarle qui. Anche loro rischiano molto. Venite via con me » dissi, rivolgendomi alle mie sorelle streghe. Lessi nei loro occhi una tale confusione che in fondo era anche mia. Da un lato la paura di essere uccise, colpite, e maltrattate le spingeva a dirmi di sì, dall’altro era come se una parte di loro fosse così radicata in quel luogo da non volerlo lasciare.
Elodie, Cécilie e la piccola Lydie si guardarono tra loro, ma poi tutti gli occhi furono puntati sulla saggia, l’anziana, colei che oramai era il capo della nostra congrega dopo la morte di Sylvie.
    « Le tue parole sono comprensibili, figlia mia, ma io non me ne andrò. Tuttavia, non impedirò alle altre di seguirvi ».
Lydie le si accoccolò accanto e Ophélie le accarezzò il capo rossiccio con garbo. Per un attimo vidi come un’immagine che si alternava a quella. Come un’immagine futura. Vidi una Lydie più grande, che risplendeva di grazia e di potere e tra le sue braccia spiccava Etoile, il gatto nero che sempre accompagnava Sylvie. Ma non la vidi in terra straniera. Lei era rimasta. Lei e non solo lei.
    « Io non posso lasciare Ophélie, non posso proprio. Mi ha accolta quando tutto sembrava perso per me » rispose Elodie, scuotendo il capo con forza, anche se tra i suoi occhi dorati brillavano lacrime.
Cécilie sembrava molto turbata. Era tra le persone più sensibili della Congrega, ma sapevo che nonostante le liti continue con Elodie, le era profondamente legata.
    « Credo che saprai già la mia risposta, mia cara Desirée. Ho ancora tanto da apprendere sulle erbe, e poi non posso lasciare che questa folle metta a soqquadro la nostra congrega! »
Ci furono delle brevi risate, che scemarono, però ben presto. Avrei voluto convincerle, non volevo lasciarle lì… avrei voluto restare anch’io.
    « E tu, Lydie, vuoi venire con me? Claire? » domandai.
Lydie sembrava turbata. Guardò a lungo ogni persona presente e soffermò molto il suo sguardo su di me, ma, infine, scosse il capo e si aggrappò a Ophélie.
L’ammirai per la sua grande forza. In una bambina così piccola, che aveva affrontato qualcosa di terribile, che aveva visto quasi la morte in faccia, era difficile scorgere ancora così tanta determinazione. Notai come si fosse legata profondamente a Ophélie, oltre che a Sylvie, in quei lunghi mesi trascorsi insieme e non insistetti. Infine, fu la volta di Claire.
Claire guardò le sue sorelle e poi il suo amato. Cercò negli occhi di quest’ultimo le risposte, gli sussurrò parole nascoste e infine rispose.
    « Il mio corpo non reggerebbe più un simile affronto. Amo le mie sorelle. Voi mi avete accolta qui con grande amore e affetto e mi avete aiutata ad ampliare il mio potere, le mie visioni, ma ora il mio cuore ha ritrovato la sua casa. Perdonatemi sorelle mie se vi arreco dolore, non è mia intenzione causarvi afflizione e auspico che non mi serbiate irragionevole rancore. Ma io… » si bloccò, per poi stringersi maggiormente a Mathieu che le pose un bacio sul capo rasato « io scelgo il cuore. Io scelgo lui ».
    « E noi verremo con voi, Capitano, se lo riterrete opportuno » aggiunse il soldato, rivolgendosi a Mickel, il quale acconsentì con il capo.
Fui in parte rincuorata di sapere che almeno una delle mie sorelle mi avrebbe seguita, anche se il dolore di perdere le altre, unito alla paura, mi rendeva titubante.
    « Non voglio lasciarvi sorelle mie… forse potrei restare… »
    « No » risposero in un coro unanime, e poi lasciarono che Ophélie replicasse.
    « Non puoi restare bambina mia. Il tuo nome è conosciuto, la tua arte qui non sarà più desiderata. V’è odio, vendetta, e non posso permetterti di vivere unicamente qui dentro. Hai tua figlia da proteggere, il tuo uomo da amare e… sento che la tua vita è lontana da qui. Ti vedo alla guida di un’altra congrega, in una fredda ma verde landa al nord, in terra lontana, ma sia tu che la delicata e nobile Claire, sarete sempre vicine nel cuore ».
Mi sentivo una bambina capricciosa e sciocca, quando mi accorsi di piangere di nuovo. Io non volevo davvero lasciarle, ma poi sentii il tocco di una piccola manina sul mio volto. La mia piccola Alizée mi stava sfiorando ed io compresi cosa dovevo fare. Dovevo andarmene soprattutto per lei e anche per Mickel. Neanche lui poteva restare più a Sivelle. Dovevamo andarcene. Per sempre forse… o almeno fino a quando le acque non si fossero davvero calmate.

    Una nuova alba giunse e per quel giorno restammo lì. Mickel, Mathieu e gli altri uomini uscirono dall’antro per cercare una carrozza e cavalli agili e riposati, in modo da viaggiare veloci, almeno per i primi giorni. Dovevamo scappare, non c’era tempo per fare molto. Cercai di lavarmi, indossai un nuovo abito e cinsi al collo il ciondolo color zaffiro, del mio grado di strega. Lo avrei sempre portato con me. Ero fiera di essere parte della Congrega del Salice che così tanto affetto mi aveva dato. Mi avevano aiutata a diventare più forte, matura, e consapevole delle mie qualità, a ritrovare un poco di fiducia in me stessa e soprattutto a scoprire il potere che mi avvolgeva.
Non sarebbe stato facile lasciarle, ma Ophélie aveva ragione. Loro sarebbero rimaste sempre nel mio cuore, come tanti cristalli infrangibili ad adornarlo.
Scrissi una lettera da consegnare a Madame, ringraziandola di tutto, ma non dicendole dove sarei andata. Non lo doveva sapere, non doveva rischiare di essere vista come complice, ma dovevo donarle in qualche modo il mio ultimo saluto. Mi sarebbe mancata enormemente. Lei, in fondo, era la madre che avevo perso da bambina, colei che mi aveva insegnato tutto ciò che sapevo nel mio lavoro da sarta. A lei dovevo la mia vita.
Qualche parola la rivolsi anche a Julie, che nonostante tutto, avevo amato come una piccola sorella. Sapevo che lei, un giorno, avrebbe preso il mio posto nella Maison, divenendo una sarta abile e conquistando il cuore di tutti con le sue deliziose creazioni.
Per Louise-Marie non riservai parole, né pensieri. Il mio cuore piangeva al pensiero di aver perso una persona che ritenevo amica, ma col tempo sarei riuscita a rimarginare la ferita.

    
    La notte scese troppo rapidamente. Avevo cercato di trascorrere tutto il tempo possibile con le altre streghe, ma era venuto davvero il momento di andare via.
Dopo averle abbracciate, baciate, sussurrato parole d’affetto, e cercato di far loro cambiare idea per l’ennesima, futile, volta, restai sulla soglia per diversi minuti a guardarle, una a una.
Ophélie la saggia, la folle Elodie, la dolce Cécilie e la piccola Lydie che sorreggeva tra le sue braccia il grande gatto nero che non mi soggiogava più con i suoi occhi gialli e penetranti. E tra di loro, sentivo aleggiare uno spirito, come una brezza leggera, sapevo che Sylvie le avrebbe sempre protette. Aveva donato la vita e avrebbe continuato a proteggere il suo Ordine, per sempre.
Era difficile lasciarle, ma sorretta da un tale pensiero sentii il mio cuore farsi più leggero. Al fianco di Mickel, con Alizée finalmente tra le mie braccia, raggiunsi la carrozza, dove mi nascosi con Claire. Mia sorella sarebbe rimasta per sempre con me.
E così, di notte, come fuggiaschi, abbandonammo Sivelle, quel villaggio che mi aveva accolta da bambina e dove avevo provato emozioni intense, trovato amori, felicità, tristezza, e potere, per sempre.


*




Svezia, un anno dopo

    Si respira un’aria nuova in questa verde e fredda landa.
In piedi su un’altura che sprofonda a picco sul mare, osservo l’orizzonte, con l’assurda speranza di poter vedere la mia casa. Sivelle è lontana, tutti sono lontani, ma è come se un filo invisibile mi legasse strettamente a tutti coloro che nella mia vita ho amato e mi hanno amato.
Respiro l’aria salmastra e la sento solleticarmi il viso arrossato. Non so quando, effettivamente, mi abituerò a queste temperature rigide, ma questa terra non mi dispiace. Mickel è come rinato. È la sua patria, la sua casa, e non ha smesso di svolgere il suo lavoro.
La mia arte anche qui piace, anche se ho dovuto fare modifiche per accontentare la gente del luogo.
Il vento mi punge gli occhi e mi stringo maggiormente al mio mantello di pelliccia per cercare un poco di calore. Il tessuto non sembra, tuttavia, nascondere le forme arrotondate del mio corpo. Sì, una nuova vita sorge in me e, nonostante la paura di Mickel di trasmettere la sua maledizione a un eventuale figlio maschio, io sono felice. So che lui lo aiuterà a capire la sua seconda natura, so che lui mi aiuterà a crescere al meglio il nostro bambino. Sono felice, perché Mickel ormai è tutta la mia vita, insieme ad Alizée e al frutto del nostro intenso amore.
I miei capelli si sono di nuovo allungati e il vento sembra sfiorarli con delicatezza. La mia bambina è cresciuta e con il tempo ha imparato ad accettarmi di nuovo, a capire che nonostante il cambiamento fisico, io sono la sua mamma.
Il cielo è limpido, nessuna nuvola sembra deturparlo, solo un’infinita pennellata di un piacevole azzurro mi sovrasta.
Le ferite del cuore si sono ricucite. Mi capita, a volte, di fare ancora incubi che mi portano a quella prigionia, alla vendetta di un’amica, a quei tristi momenti, ma so che qui non potranno arrivare.
Claire è rinata e completamente innamorata. Anche il suo ventre ha deciso di ospitare il frutto del suo amore. Mathieu ha capito che non poteva vivere senza di lei, e ora stanno recuperando insieme tutto il tempo perso.
Con lei ho organizzato un'altra Congrega. Ci sono streghe anche qui e così possiamo divulgare il nostro sapere e il nostro potere.
Guardo di nuovo il cielo e penso alle persone che hanno attraversato la mia vita, a chi è morto e ancora vive. Flaviano, Sylvie, Madame – morta per il troppo dolore poco dopo la mia partenza – non sono più qui, e presto con loro volerà alla Dea anche l’amata Ophélie, ma il loro amore, i loro insegnamenti, la loro forza, il loro sacrificio e la loro saggezza vivono ancora in coloro che restano.
Chi rimane deve imparare a vivere, deve trovare la forza di andare avanti, anche se tutto sembra perso e disperato. Perché dopo l’oscurità, brilla sempre una nuova luce, dietro le nuvole si nasconde un cielo limpido come quello che mi avvolge.

Sollevo le mie braccia verso il cielo e ancoro i miei piedi alla terra. Aspiro l’aria, lascio che entri dentro di me, e scorra lungo ogni parte del mio corpo. La sento pulsare nelle vene, avverto il potere, e finalmente mi sento viva.















_______________________________________________________________________________________________
E così ci siamo. Anche questa storia è conclusa, anche se le avventure di Desy e degli altri personaggi continuano a vivere nel mio cuore.
Ammetto che una lacrimuccia è arrivata, ma io tengo davvero moltissimo a questa storia. Forse troppo. A volte ho pensato di provare a farle spiccare il volo, ma ammetto  che ho un po' paura. Paura che non sia all'altezza di altri romanzi, paura di essere ancora acerba. Forse un giorno rimetterò mano a tutto ciò e chissà...

Come potete vedere, Desy, dopo tante tribolazioni, ha raggiunto il suo lieto fine. Non potevo non donarglielo, sarei stata davvero crudele.
Spero che questo finale vi piaccia e vi susciti le stesse emozioni che ha scaturito nel mio cuore. E' vero, non ho descritto perfettamente la sorte di altri personaggi, soprattutto della Dama, ma è ovvio che la sua vita continui in una corte piccola, tra invidie, intrighi, pettegolezzi, con il suo cuore arido e vuoto, avendo perso due persone che l'amavano (o perlomeno Desirée le voleva un affetto sincero). Quindi, questa è anche una situazione pessima, non trovate?

Come già detto altre volte, ho in mente una storia su Claire (e anche altri progetti su altri "piccoli" personaggi), ma purtroppo sono ferma al prologo, e non so quando riuscirò a buttarla giù del tutto. Per cui, interrompo qui gli aggiornamenti delle mie storie, e solo se avrò l'ispirazione giusta per racconti brevi, magari tornerò in questo sito. Anche perché, sarebbe ora che Marta, alias Piccolo fiore del deserto o Rosa del deserto, si decida a trovare la grinta giusta e il vero coraggio di far volare in alto le sue storie, nella speranza di raggiungere più lettori. Voi che dite, le ho le carte giuste? Forse sto solo sognando, ma i sogni si possono realizzare no?

Bene, concludiamo il tutto con i ringraziamenti.

Grazie di cuore a chi ha inserito questa storia tra le preferite:
1 - Daniawen 

2 - Fly Away From Here 
3 - KazucChan 
4 - kifki91 

5 - MerythGreen 

6 - Mitzune_chan

7 - pietro_ap 
8 - Poseidone358 

9 - Standbyme 
10 - Strix 
11 - Vero_21D 
12 - Xyle 
13 - _walkingdisaster_


Grazie a chi l'ha inserita tra le ricordate:
1 - Greedo 

2 - Kojina 

3 - Mirrine
4 - pietro_ap 
5 - Sasha29 
6 - Vero_21D 
7 - _FrenkieFaye_ 
8 - _HeartDrum_ 



E anche a chi l'ha inserita tra le seguite:

1 - angevil 
2 - Aryadaughter 
3 - ax_articolo31 

4 - blood_mary95 
5 - bluewhite 

6 - Chiara Marinucci 
7 - darkmagic31 
8 - Giuli_97 
9 - jaia 
10 - Jey_Jules 
11 - ladyathena 

12 - Mitzune_chan 
13 - moreandmore 
14 - pietro_ap 
15 - Poseidone358 
16 - RD Patruno 
17 - Renesmee94 
18 - Riveer 
19 - Saphiradream 
20 - SaraIS 
21 - Sasha29 
22 - Secretly_S 
23 - spella 

24 - vampira_aux 
25 - Vero_21D 


Grazie a...
Poseidone358, pietro_apcontrocorrenteVero_21DKojinaMitzune_chan,  Saphiradream, StandbymeWilla ShakespearelliStrix per aver lasciato i vostri preziosi commenti. Mi hanno aiutata a comprendere di esser riuscita nel mio intento, e hanno suscitato numerosi sorrisi!


E, infine, anche se non lo leggerai, grazie a te, perché nonostante tutto, mi hai aiutato in parte a dare vita al personaggio di Mickel Svensson.


Oh quasi dimenticavo! Volevo mostrarvi i volti degli attori che associo ai vari personaggi! :)

Desy + Flaviano + Mickel

Louise Marie + Madame + Julie

Lydie + Claire + Elodie + Cecilie

Sylvie + Ophelie







   
 
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