Svegliarsi
dopo solo poche ore di sonno, con un mal di testa che avrebbe di certo
battuto il record dei primati, non era esattamente la massima
aspirazione di Ville Valo, eppure era andata proprio così.
Dopo
lo scontro con Jonne e Kristian, la sera prima, non era riuscito a
pensare ad altro. Le parole del cantante dei Negative lo avevano
confuso. Era come se, quel ragazzino, fosse a conoscenza di un fatto
che a lui era sfuggito.
Come
se non bastasse, il vero nome di Lulù lo aveva colto
completamente alla sprovvista. Lui ricordava una sola ragazza con quel
nome, Luna.
Scosse
la testa ripetutamente, cercando di scacciare la strana sensazione che
gli si era insinuata dentro. Quella ragazza non poteva essere in alcun
modo la Luna che ricordava lui. Quella ragazza era completamente
diversa dalla “bimbetta” che gli aveva confessato
di essersi innamorata di lui, qualche anno prima. Era assurdo, non si
somigliavano affatto.
“Ville,
amico mio, tu stai dando seriamente i numeri”
pensò mentre si accendeva una sigaretta. “Quelle
due non hanno assolutamente niente in comune..”
aspirò il fumo per poi ributtarlo fuori in cerchi perfetti
dalla bocca, lo sguardo fisso davanti a sé, mentre
continuava a rivedere il volto di Luna e quello di Lulù
nella sua mente. “Vero??” si domandò
un’ultima volta prima che il telefono di casa iniziasse a
squillare.
-Dove
cavolo sei finito... ti aspettavamo in sala prove mezz'ora fa...-
borbottò Migè non appena il suo cantante ebbe
risposto al telefono. -Ti sei per caso portato qualcuna a casa e hai
fatto le ore piccole?- Dovevano provare un bel po' di cose per
l'Helldone e Ville saltava le prove... mai successa una cosa del
genere. Ci doveva essere sotto qualcosa.
Il
cantante alzò gli occhi al cielo. –Possibile che
tu debba sempre pensare..- sbuffò. –Lasciamo
perdere, dieci minuti e sono lì, poi ne riparliamo- Senza
aspettare la risposta dell’amico, chiuse la chiamata, spense
la sigaretta, recuperò le chiavi di casa e uscì
per raggiungere la sala prove.
Jonne si stiracchiò mugolando, sentendo i muscoli del corpo
riprendere vita dopo la notte di sonno ristoratore. Sentì
una chioma di capelli morbidi e leggermente mossi che gli solleticavano
una spalla. Sorrise leggermente, ancora ad occhi chiusi. Piano piano si
decise a dischiudere le palpebre per mettere a fuoco la stanza degli
ospiti di casa Mäkinen. -Kris... svegliati, dormiglione...-
mormorò accarezzando i capelli del suo migliore amico con un
sorrisino divertito. Sapeva che non sarebbe bastato di certo un
semplice "svegliati" per ovviare al problema "nemmeno le cannonate
svegliano Kristian se dorme seriamente".
Il
chitarrista rimase immobile, godendosi le carezze che l’amico
gli stava regalando. Non si sarebbe mai stancato di quel tipo di
risveglio. Gli piaceva il modo in cui Jonne gli accarezzava i capelli,
il modo in cui sussurrava il suo nome per svegliarlo in modo delicato.
Il
cantante non si era mai accorto del suo fingersi addormentato per non
dover rinunciare alle sue caste coccole. La cosa lo fece sorridere,
lasciando cadere la farsa. –Buongiorno- mormorò
aprendo gli occhi, puntandoli in quelli del ragazzo biondo steso
accanto a lui. –Dormito bene?- chiese con un sorriso.
Il
cantante annuì e rimase per un po' ad ammirare l'espressione
dolcissima del primo risveglio che il chitarrista aveva in viso. E come
si faceva a distogliere lo sguardo da una visione del genere. -Tutto a
posto.. tu?- chiese accoccolandosi qualche minuto a lui. Erano sempre
stati legatissimi, fin da quando si erano conosciuti: si capivano con
uno sguardo, non litigavano praticamente mai e se lo facevano entrambi
andavano in crisi ma non passavano più di un paio d'ore
prima che si cercassero di nuovo per far pace. -Cosa vuoi per
colazione? Credo che Luna sia già uscita...-
Kristian
respirò il profumo di vaniglia dei capelli del ragazzo
biondo accoccolato a lui. –Quello che vuoi tu- rispose poi.
–Ma rimani qui anche per un minuto, vuoi?- mormorò
sfregandogli dolcemente il naso contro la tempia. –Erano
settimane che non stavamo soli. Mi sei mancato-
Quel
ragazzino biondo lo aveva folgorato fin dalla prima volta che
l’aveva visto. Possedeva qualcosa di assurdamente
affascinante che lasciava chiunque a bocca aperta.
“Nel
locale c’era una notevole folla ad ascoltare lui e la sua
band. Kristian si sentiva completamente a suo agio con la chitarra tra
le mani, quello era il suo elemento naturale: un palco, degli amici, la
folla.. non poteva esserci niente di meglio, o almeno era quello a cui
aveva pensato fino a quel momento.
Nel bel mezzo di un assolo, i suoi occhi vennero catturati da un
ragazzino appena entrato nel locale; uno scricciolo biondo, la pelle
candida e due intensi occhi azzurri che lo confusero tanto da farlo
sbagliare.
L’occhiataccia dei suoi compagni lo fece riprendere
all’istante. Abbassò lo sguardo e
continuò a suonare fino alla fine della canzone. Solo ogni
tanto si concesse una fugace occhiatina tra la folla, in cerca del
ragazzo biondo che lo aveva mandato nel pallone. Si era seduto ad un
tavolo con altri due ragazzi. Di certo non aveva più di
diciassette, diciotto anni. Il suo viso aveva dei lineamenti tanto
dolci da sembrare il ritratto di un angelo.
Stava ridacchiando con i suoi amici e quel sorriso lo colpì
come un pugno allo stomaco. Non lo sembrava, quel ragazzino ERA un
angelo.
-Ehi dico.. che diavolo ti prende Kris? Sembri uno che ha appena avuto
una visione mistica- mormorò uno dei ragazzi della band.
Il chitarrista si riscosse improvvisamente. –Niente-
sbottò. –Tutto.. tutto ok- Tornò a
concentrarsi sulla musica tenendo comunque d’occhio il
ragazzo biondo seduto poco lontano dal palchetto. “Devo
conoscerlo” pensò.”
Il
cantante annuì e passò le braccia attorno alla
vita del suo migliore amico. -Anche tu mi sei mancato...
Sööri- Il respiro regolare di Kris lo calmava in
praticamente ogni situazione: quando stava male, aveva gli attacchi di
panico, prima di salire su un palco... quando aveva gli incubi.
-...mi
vuoi ancora bene Sööri?- chiese sottovoce Jonne con
lo sguardo perso nel vuoto.
Kristian
fece un respiro profondo. –Certo che ti voglio bene Enkeli,
lo sai- gli accarezzò i capelli. –Non dovresti
nemmeno chiederlo. Sai che prima di chiunque altro ci sei tu-
Lo
pensava davvero, lo aveva sempre pensato. Quel ragazzo biondo che
teneva tra le braccia era il suo migliore amico, il suo confidente,
probabilmente l’unico a cui si sarebbe concesso totalmente,
sempre.
-Anche
prima di Lulù?- sì, le voleva bene, era la sua
migliore amica... ma aveva una paura fottuta che glielo portasse via
per sempre se le cose tra loro fossero andate come Jonne stesso avrebbe
voluto andassero.
-Sì- rispose il chitarrista senza nemmeno fermarsi a
riflettere. –Io.. ecco io..- come poteva spiegarglielo?
–Sai Jonne, lei mi piace, mi piace moltissimo e.. ammetto che
vorrei davvero che le cose tra noi..- immerse le mani nei capelli
biondi dell’amico, facendogli sollevare il volto per poterlo
guardare negli occhi. –Ma per te.. potrei mollare tutto,
qualunque cosa, chiunque- mormorò. –Io.. ecco io..
tu..- sorrise dolcemente. –Tu mi hai stregato Enkeli. Non ci
sarà mai nessun altro come te, mai! E con Luna.. beh con
lei.. è diverso-
Jonne gli regalò un dolcissimo sorriso sentendo quelle
parole. -Lo stesso vale per me, Kris... l'unico ragazzo nella mia vita
sei e sarai soltanto tu..- gli lasciò un fuggevolissimo
bacio sulle labbra e si staccò dal chitarrista per infilarsi
i jeans e il maglioncino. E ripensò alla prima volta che
l'aveva visto, in quel locale...
“Antti
aveva deciso di trascinare lui e Lauri ad una serata di musica dal
vivo. Aveva detto che nella band c’era un chitarrista che non
dovevano assolutamente perdersi e Jonne, seppur con scarso entusiasmo,
aveva accettato.
-Vedrai
biondo, non te ne pentirai, quel chitarrista è un vero
fenomeno- ripeté nuovamente Antti, aprendo la porta del
locale.
Lauri
lo guardò con espressione poco convinta. –Lo sai,
vero, che un chitarrista noi lo abbiamo già.. o ti
è sfuggita questa cosa?-
Antti
fece spallucce. –Certo che lo so, ma potremmo anche averne
due di chitarristi, no???- disse guardando intensamente Jonne.
Il
ragazzo biondo fece spallucce. –Non so.. insomma.. questo
tipo ha già una band, giusto? Quindi non vedo
perché dovrebbe mollare per venire a suonare con noi-
-Aspetta
di vederlo- ribatté Antti. –E poi ne riparliamo eh-
Finalmente
seduti ad un tavolino, poco distante dal palco, Jonne
sollevò lo sguardo per guardare i tizi che stavano suonando.
Quando i suoi occhi si posarono sul chitarrista, le parole dei due
ragazzi seduti al tavolo con lui divennero solo un lieve brusio alle
sue orecchie.
Antti
aveva ragione, quel chitarrista era un fenomeno, ma non era stata solo
la sua bravura a colpirlo. –Come.. come si chiama?- chiese ad
Antti, tenendo lo sguardo puntato sul ragazzo.
-Jukka
Kristian, ma evita di chiamarlo per intero, pare che non gli piaccia
essere chiamato Jukka- rispose immediatamente il bassista.
Jonne
annuì. –Kristian- mormorò.
“Devo conoscerlo” pensò, tenendo gli
occhi saldamente puntati su di lui.”
Scosse
la testa sorridendo al pensiero di come si erano persi negli occhi
l’uno dell’altro quella sera. Si voltò
e, preso il chitarrista per un polso, lo fece alzare, abbracciandolo
poi stretto. –Andiamo Sööri… ho
fame…- mormorò Jonne, trascinandolo fuori dalla
camera anche se lo sguardo che gli lanciò fece quasi
scoppiare a ridere Kristian.
Angolino
delle autrici:
Siamo
tornate!!! (e adesso ci fanno fuori... xD)
sinceramente...
non sappiamo proprio cosa scrivervi stavolta. Fate vobis xD
Le
cose si complicano... e non poco... ma è soltanto l'inizio
di una lunga... lunghissima... traviata... finnica in questo caso..
(non c'entra nulla Giuseppe Verdi e opere varie... tranquille xD)
Dunque
un bacione e diteci cosa ne pensate.
ciaoooo
Lau&Vio
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