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Sorrisi
Sorrisi.
Di scherno.
Derisori.
Invidiosi.
Ipocriti.
Falsi.
Come tutto.
Come il suo
fidanzamento, come quella festa.
Tutto il regno
ormai lo sapeva.
Tutti i nobili
erano a conoscenza del fidanzamento del loro Principe.
Eppure…
Eppure tutti
avevano finto sorpresa e stupore all’annuncio della
Regina.
Congratulazioni.
Insincere.
Menzognere.
Bugiarde.
Lo si vedeva negli sguardi fugaci.
Lo si respirava nell’atmosfera derisoria.
Lo si assaggiava nei sussurri sbiaditi.
Quella era la
vera prova.
Il suo campo di
battaglia.
Lì doveva
dimostrare di essere degna di quel ruolo.
E non sarebbe
stato facile convincere molti.
I nobile che aveva incontrato avrebbero preferito di gran
lunga una Sovrana del loro Paese, non una straniera…
Le Nobili allo
stesso modo notavano fasulle imperfezioni della Hime,
elogiando invece le caratteristiche delle figliole, rifiutate.
E proprio queste
erano per Sakura le avversarie più temibili.
Le spasimanti
rifiutate.
Tutte giovani
avvenenti, addestrate dalla nascita al rigido protocollo dell’Ovest e cresciute
con il sogno di sedere, un giorno, al fianco del Principe…
La torturavano con domande opprimenti, argomenti difficili e stranieri, vogliose
di cogliere in fallo quella creatura che la Regina aveva definito con orgoglio “perfetta”.
E finora, era
stato tutto vero.
Perfetta.
Incomparabile.
Unica.
E di occasioni
per scivolare erano state tante…
Fin dall’inizio,
quando i generali discutevano dell’ultimo tipo di armi.
Un demone dalla
forma imponente e dalle spalle larghe sorseggiava una bevanda dal sapore forte
e dal colorito viscido, avvolto in un elegante kimono verde scuro.
-Certo, queste nuove armi importate dal Continente sembrano
essere molto pericolose…-
-Io non le ho
mai viste, ma credo che possano uccidere anche a
grande distanza…-
Un altro
militare, molto più basso del precedente, s’intromise timoroso nel discorso,
suscitando le risa del maggiore e una profonda pacca sulle spalle mingherline.
-Non temere!
Nessuna regione dei territori dell’Ovest ha mai comparto un’arma
simile! E se anche così fosse, il nostro esercito sarà
comunque in grado di difendersi! Lei cosa ne pensa, Principessa?-
Sakura alzò in
quel momento gli occhi dal pavimento.
Peccato, le
piaceva essere ignorata…
E adesso le veniva chiesto un parere in ambito militare.
Credevano forse
che, essendo una Hime, non
conoscesse le armi?
Perfetto.
-Nobili
generali, devo ammettere di non essere molto esperta in materia e vi prego di
non offendervi nel caso in cui dica qualche
sciocchezza. Ho avuto i privilegio di vedere e di
toccare queste armi di cui tanto parlate… Nel porto di Haru,
infatti, ne sbarcò una nave carica diretta ad Ovest e i mercanti mi fecero
vedere quella nuova scoperta. Sono davvero inusuali, diverse dalle armi che
tutti noi conosciamo. Possiedono una lunga canna e colpiscono a grande
distanza, quasi fossero dei cannoni in miniatura.
Certamente l’effetto sorpresa sul campo di battaglia
sarebbe assicurato, ma non la sconfitta. Sebbene i soldati dell’Ovest
utilizzino infatti le armi classiche della tradizione,
li ritengo molto più valorosi degli stranieri. Un bravo guerriero avere
particolari caratteristiche per ottenere la vittoria, caratteristiche come la
risolutezza, la corretta strada da percorrere, il coraggio tinto di eroismo, il
retto comportamento, l'osservanza delle regole e della disciplina, la sincerità
totale, l'onore e la gloria sul campo di battaglia e, infine, la devozione e la
lealtà, verso il proprio padrone, verso i propri compagni e fratelli. Tutte
doti che il potente esercito dell’Ovest vanta orgoglioso. I soldati che
impugnano queste armi che uccidono da lontano e a tradimento, senza bisogno di
esporsi, sono dei vigliacchi. E in quanto tali facilmente battibili. Sono certa
che potranno essere pericolosi da lontano, ma da vicino le vostre hachiwaririusciranno
a spezzare quest’arma con il loro uncino o, in alternativa, per sfondare
l'elmo o ancora di punta negli interstizi dell'armatura dell'avversario. Siete
degli ottimi soldati e sono certa che non avete nulla da temere. E un sollievo
per me essere al sicuro, al riparo in questa terra rigogliosa con la certezza
che uomini valorosi stiano difendendo il regno che mi ospita.-
Alcune risa.
Diversi
complimenti e poi, un altro argomento mentre Sakura viene
trascinata da un’altra parte della sala, per conoscere le Dame, spose dei
generali con alto carico.
Sorride
compiaciuta, fingendo interesse.
Sola.
Nonostante
quella folla che la circonda e nonostante le
chiacchiere le tenessero occupata la mente, Sakura si sentiva sola.
Terribilmente
sola.
Come mai prima in
quel palazzo.
La Regina dialogava tranquilla
e disinvolta, del tutto insofferente a lei.
Glielo aveva
detto.
Sapeva che
durante quel ricevimento se la sarebbe dovuta cavare
da sola.
E lo stava
facendo egregiamente.
Però…
Quegli sguardi
di odio avevano un peso difficile da sopportare…
Soprattutto
senza una spalla amica a cui appoggiarsi.
Il padre non era
venuto.
Kamigawa non era potuto venire.
Peggiorato.
Così aveva
scritto con la sua calligrafia infantile Ami, in una lunga lettera dove
incoraggiava l’amica e raccontava i fatti di palazzo.
Non era grave,
ma era comunque un peggioramento e Izumy, anche se a
malincuore, aveva sconsigliato il Sovrano di andare.
Oltre alla
malattia, una profonda sofferenza stava gravando sulla situazione.
Sakura sospirò.
Finalmente un
momento di tregua.
Le dame avevano
iniziato a parlare di tisane e, fortunatamente, in quell’argomento era esperta.
Sospirò,
immaginandosi la possente figura del padre, costretta a forza a letto.
Di certo si sarà
divincolato, avrà cercato di sottrarsi alla decisione di restare a Haru, fronteggiando i soldati, forse anche con Toryu.
Se aveva in
mente una cosa, era difficile fargli cambiare idea…
Ma quella volta
aveva perso.
Non era nelle
condizioni.
Ami aveva
scritto che gli era stato dato un potente sonnifero.
Avrebbe dormito
alcuni giorni…
Era la cosa
migliore.
Nelle sue
condizioni non poteva anche pensare alla lontananza dell’unica figlia.
Non poteva
pensare al suo fidanzamento con l’odiato Principe dell’Ovest.
Non la poteva
pensare sola, circondata da volti stranieri e ostili in una terra che non
conosceva.
E c’era anche
una richiesta, fra quelle parole.
Una richiesta di
Izumy.
Mentire.
Fingere che in
quel palazzo vada tutto bene, che lei fosse felice e che il Principe non fosse
come dipinto dai racconti dei marinai.
Parlare bene della Regina, come una demone coscienziosa e che l’ha presa
a cuore.
Ma Kamigawa non è uno stupido.
Non doveva
esagerare.
Non poteva certo
scrivere che si era innamorata improvvisamente del Principe…
Sarebbe stato
impossibile e la demone fiore lo sapeva.
Soltanto…
La pregava di
non far aumentare le preoccupazioni del padre.
E così, adesso
non poteva neanche più sfogarsi con nessuno.
Tenere tutto
dentro.
Trattenendo le
emozioni e le delusioni, le paure e le attese.
Affrontando
tutto da sola…
-… e lei
Principessa, cosa ne pensa? Esiste veramente una differenza fra tisane e
infusi?-
Sakura sorrise
alla possente dama di fronte a lei, agitando il ventaglio per farsi aria.
Respirare.
Ecco di cosa
avrebbe avuto bisogno.
-Credo che la tisana si utilizza
indistintamente per le parti tenere o legnose delle piante, che vengono versate in acqua bollente e poi lasciate riposare
per non più di 5 minuti.
Per l’ infuso si utilizzano invece le parti tenere delle piante
come fiori e foglie, sulle quali viene versata acqua bollente filtrando il
liquido dopo 5-10 minuti.
Mentre il decottosi utilizza per le parti più resistenti e
duri come radici e cortecce, che si mettono in acqua fredda e si lasciano
bollire per 5-10 minuti, poi riposare per lo stesso intervallo di tempo e
infine vengono filtrate con il loro liquido.-
Alcune donne
derisero le altre, che pensavano il contrario e tutto finì con delle risa
nascoste dietro dei ventagli.
-Comunque
Altezza, dovete ammettere di essere stata proprio fortunata…-
No.
Non ora.
Non
quell’argomento…
-Sì, avete
ragione! Non capita a tutte di avere una fortuna del genere…-
No.
Non datele
corda.
Non fate
proseguire quest’argomento…
-Non diteci che adHaru avete dei giovani come
lui…-
No…
Non avvicinate
una persona del genere adHaru…
Non osate un
confronto simile…
-E’ il giovane più ricercato e avvenente dei nostri
territori, oltre che essere un Principe e il miglior guerriero della sua
gloriosa casata…-
No.
Smettetela con
queste menzogne.
E’ un assassino.
Ecco cos’è in
realtà…
Non continuate…
Non osate…
-Voi cosa ne
pensate del Principe, Altezza?-
Ecco.
La domande tanto temuta era arrivata.
Sakura inghiottì
a vuoto.
Non poteva dire
la verità.
Non poteva
svelare la realtà sui suoi pensieri.
Doveva mentire.
Mentire senza
cadere nei luoghi comuni, senza fare dei discorsi comuni e conosciuti.
Senza però
screditare il Principe.
-Direi che il
nostro Sovrano è tutto ciò che un fanciullo sogna di essere un domani e tutto
ciò che un vecchio rimpiange di non essere stato un giorno…-
E anche questa
prova era superata.
Si scostò
appena, cercando di riprendere fiato.
Le dame erano
rimaste ben impressionate da una risposta di questo tipo e la Regina, poco lontano, aveva
fatto un cenno di assenso con la testa.
Era rimasta
soddisfatta della risposta.
Si voltò, alla
ricerca di ossigeno, incontrando invece due occhi smarriti.
Una piccola
figura in un impacciato kimono rosso stava zitta e immobile, isolata in un
angolo della sala.
Triste e
spaurita.
-Buonasera… voi
dovete essere la nobile Moe, giusto?-
La pallida demone le sorrise sincera, inginocchiandosi
davanti alla Principessa.
Sakura sorrise.
Credeva nelle
prime impressioni.
E quella giovane demone le piaceva.
Semplice, timida
e sincera.
Così le era
sembrata.
-Sono felice di
vedere che siete venuta. Vostro marito non aveva assicurato la vostra presenza…
beh, logicamente… ma io temevo di non riuscire a
vedervi e a farvi le mie più sincere congratulazioni! Come sta?-
Moe alzò il capo, veramente sorpresa e felice.
I piccoli occhietti marrone si illuminarono e la vocina
assunse un tono allegro e melanconico.
-Molto bene,
grazie Altezza! Pesa tre chili e non fa altro che piangere!-
Sakura rise, nascondendosi
dietro il ventaglio.
Ecco di cosa
aveva bisogno.
Un po’ di
allegria.
Un minimo di
spensieratezza.
-E come avete
pensato di chiamarla?-
-Rina…, in onore a Nara, la capitale del Regno dell’Ovest…-
Sakura sorrise
compiaciuta di tanta devozione.
-Questo è un
grandissimo onore io credo che…-
-Altezza, che
squisita sorpresa…-
Voce melliflua e
insinuatrice.
La Hime
fu percorsa da un forte senso di ribrezzo nel voltarsi e scorgere un sergente
dell’esercito dell’Ovest.
-Sono spiacente
che mia moglie vi importuni in questo modo rubandovi tempo prezioso…-
La demone abbassò lo sguardo in segno di rispetto e di
timore mentre il marito la raggiungeva, fulminandola con lo sguardo.
-Nessun
disturbo, sergente. Sono stata io ad avvicinare la vostra bella consorte.
Volevo essere la prima a complimentarmi per la lieta notizia…-
Sguardo fiero e
fisso.
Non le piaceva
quel demone.
Non le era mai
piaciuto.
E la reazione di
timore della moglie confermò i suoi sentimenti.
-Lieta notizia… non
direi proprio…-
La demone abbassò ulteriormente la testa, incassandola fra
le scapole.
Gli occhi chiusi
e sofferenti.
-Perché? Una
nascita non è forse una bella notizia?-
Sakura accarezzò
il braccio della demone che però si ritrasse
immediatamente.
-La nascita di
un erede forse… ma di una femmina…-
Sakura lo
incenerì con lo sguardo.
Aveva sentito
parlare della quasi proverbiale misoginia degli abitanti dell’Ovest, ma non
avrebbe mai creduto si spingesse fino a questo punto.
-Qual è in
problema? Non è forse in salute?-
Ghigno di
scherno.
Ecco il
vincitore della serata.
Il primo che
avesse trovato un’imperfezione della Principessa.
I sentimenti.
-Sì, è in salute
purtroppo. Così non ho neanche la scusa di abbandonarla per malformazioni. La
nascita di una femmina è una grave perdita per il mio casato. Un erede maschio
assicura la protezione del territorio…-
La demone era dispiaciuta.
Sembrava quasi
scomparire vicino alla possente stazza del marito.
Sakura socchiuse
gli occhi.
Alcuni invitati
si voltarono guardarli.
Che bisogno
c’era di umiliarla così, davanti a tutti?
-Vostra moglie è
ancora giovane, sono certa che potrete avere altri figli…-
Il demone si
voltò quasi apposta verso la moglie.
Quelle parole
erano per lei.
Erano la sua
punizione.
-Sì, ma ormai è
inutile. Una femmina comporta la divisione del regno per assicurarle una dote,
mentre i miei possedimenti sono nel mio casato da secoli ormai. Anche la
nascita di un erede maschio ormai non servirebbe a riparare al danno fatto. Mia
moglie è a conoscenza di questa sua grave colpa e, per questo motivo, non è degna
di rivolgerle la parole, Altezza…-
-Colpe di questo genere vengono commesse in due….-
La demone si ritirò di qualche passo, facendo intendere la
sua intenzione di andare.
Aveva capito che
il discorso stava degenerando e non voleva che proprio l’unica persona che le si era dimostrata gentile quella sera ne pagasse le
conseguenze.
Ma ormai era
tardi.
Una piccola
folla si era riunita attorno ai due interlocutori, incuriositi dal dibattito.
Lo scontro era
iniziato e nessuno dei due “combattenti” si sarebbe tirato indietro.
-… e poi, se
tutti i nobili la pesassero come lei, sarei propri curiosa di sapere come proseguirebbe
la stirpe, in un regno solo di uomini…-
Non voleva
affermare la superiorità femminile.
Non era quella
la sua credenza né il suo scopo.
Voleva solo
aiutare quella piccola creatura in fasce, quella bambina appena affacciata alla
vita e già odiata dal padre per nessun valido motivo.
-Probabilmentegli uomini prenderebbero
in sposa principesse straniere, donne di uomini non altrettanto fortunati,
costretti a vendere le proprie figlie perché incapaci di difendere un regno
che, ormai è palese, non sono più degni di possedere…-
-Come vi
permettete…!-
Sakura strinse
forte fra le mani il ventaglio, fino a farlo gemere.
No!
Tutto ma non Haru!
Non suo padre!
Il ghigno di
scherno del demone s’allargò.
Centro.
-Questa è la
verità, Altezza. E’ risaputo che gli uomini sono il nerbo di una nazione, in
quanto contadini, commercianti, marinai, politici, soldati… Su di loro vive lo
stato. Le donne, sono inutili. E’ per questo che devono essere sottomesse al
marito… E, infatti, anche nel futon devono occupare
la posizione “sotto”…-
Rabbrividì di
rabbia.
Il riferimento
osceno era chiaro.
E la risposta
avvelenata pronta.
-Se voi credete
che io…-
-Cosa succede?-
Si bloccò di
colpo.
Quella voce…
L’ultima che
avrebbe voluto sentire in quel momento.
La più avversa
di tutte.
-Oh, Principe,
io e la vostra incantevole Promessa stavamo discutendo su un certo argomento
riguardo cui abbiamo due visioni differenti…-
Poteva sentire
il suo respiro dietro di lei.
Poteva sentire
il suo sguardo indagatore sul corpo.
Con un passo
indietro lo vide, inchinandosi devotamente e masticando odio.
Sapeva perchè
quel generale era stato sul vago.
Sperava in uno
sguardo spaurito e di supplica della Principessa.
In una muta
richiesta di perdono e di silenzio.
Ma quello
sguardo non sarebbe mai arrivato.
-A che
proposito?-
Ma perché doveva
diventare curioso proprio in un momento simile!?
Non si era
curato della sua presenza per tutto l’arco della serata, come per tutto l’arco
del tempo che era lì a Palazzo…
Perché proprio
adesso?
Con un ghigno,
il Sergente rispose alla richiesta.
-Vede, Principe,
la Principessa
sosteneva una tesi alquanto particolare riguardo…-
-E Voi, sergente, l’avete contraddetta?-
Sakura spalancò
gli occhi.
Aveva sentito
bene?
Il Principe
stava prendendo le sue difese?
Davvero aveva
calcato l’accento su quella parola, su quel sergente…?
Davvero lo aveva
fatto per sottolinearne il grado inferiore a quello della futura sovrana?
La fronte del
demone iniziò a sudare freddo.
Doveva calibrare
bene le parole, cercare di capire cosa il Principe volesse sentire come
risposta.
Infatti, era
proprio questo che aveva fatto.
Aveva contraddetto
la sua futura Regina.
La Fidanzata del suo
Principe.
Una frase
sbagliata avrebbe potuto compromettere la sua carriera nell’esercito del
Sovrano…
Eppure sembrava
quasi impossibile capire cosa pensassero quegli
inespressivi occhi ambrati.
-Temo ci sia
stata solo una sciocca incomprensione, Principe, fra me e il sergente. Nulla di
preoccupante e che non sia risolvibile con un sorriso e un ringraziamento per
il piacevole tempo trascorso in sua compagnia.-
Sakura s’inchinò
maggiormente, in segno di ringraziamento, allontanandosi al fianco del
Principe, fino a raggiungere un luogo appartato della sala.
-Dovete fare
maggiore attenzione durante i vostri discorsi. La corte non aspetta altro che
un qualsiasi pretesto per screditare questo matrimonio.-
Allora veramente
il Principe era intervenuto in sua difesa…?
O, per meglio
dire, in difesa del suo matrimonio…
Però era stato
comunque un aiuto.
-Lo farò. Vi
ringrazio per le parole Principe.-
Si allontanò, il
più velocemente possibile da quella importante figura.
Odiava stargli
vicino.
Anche solo
accanto.
Sentiva gli
occhi indagatori di tutti i presenti su di lei.
Su di loro.
Ah!!!
Quanto le pesava
quel loro…
La aveva
aiutato, questo era vero, ma non cancellava tutte la
ingiustizie compiute in passato.
Sorrise ad un
gruppo di demoni, esageratamente truccate, dirigendosi verso di loro.
Parlavano ormai
da un po’, il tempo necessario per conoscersi e avviare un discorso
impegnativo.
Strano…
La Regina non le aveva mai
parlato di quelle Dame…
Non le aveva mai
sentite nominare…
Probabilmente
non erano delle Demoni molto Nobili, lo si capiva
anche dai modi raffinati ma leggermente imbarazzati al suo cospetto.
-Sakura.-
Di nuovo.
Di nuovo quella voce.
Ma perché quella
sera si era deciso di perseguitarla?
Le demoni s’inginocchiarono imbarazzate alla sua presenza,
mentre il Principe si affiancava alla Hime.
Sakura lo fissò
incredula.
Cosa aveva fatto
di sbagliato questa volta?
Il discorso era
stato chiaro e sobrio, per nulla imbarazzante…
Perché mai
adesso tutta la sala si era fermata e osservava la scena?
Perché le Dame
nascondevano i volti allibiti dietro ventagli ricamati?
E perché i
Nobili bisbigliavano parole fra loro, ridacchiando?
Il Principe le
fece cenno di seguirlo.
Sakura, ancora
sorpresa, salutò le sue interlocutrici, seguendolo in giardino, lontano da
occhi e orecchie indiscreti.
-Principe, ho
fatto forse qualcosa di sbagliato?-
La voce era
preoccupata, leggermente in pensiero.
-Sapete chi sono
quelle dame con cui vi siete intrattenuta?-
-No… veramente
le ho conosciute poco prima in sala e…-
-Geishe-
Quelle parole,
pronunciate con poca enfasi, caddero nel vuoto.
-E con questo?
Io non capisco…-
Era normale per
lei, parlare con personaggi di ogni tipo.
Il primo
insegnamento di suo padre: mai nessuno è tanto umile da non meritare un saluto
o una chiacchierata.
E allora perché
scandalizzarsi tanto perché aveva parlato con delle geishe?
-Avete preferito
la compagnia di alcune “accompagnatrici” rispetto a quella di Nobili spose di
generali…-
-Mi perdoni,
Principe, ma non riesco ancora a capire il mio sbaglio. Quelle donne…-
-Con quelle
donne una Futura Regina non dovrebbe mai parlare. Sono qui alla festa solo
perché il protocollo impone una compagnia femminile e tutti in sala sanno come
finiranno la serata con i loro datori di lavoro…-
Lasciò cadere le
parole, ormai comprese.
-Ma sono
comunque delle donne, nonostante il lavoro che svolgano…-
Sesshomaru fissò
la luna, splendente nel cielo.
-Donne che non
meritano la Vostra
attenzione…-
Sakura sospirò,
abbassando la fronte.
L’immagine sua e
del Principe si rispecchiavano limpide sulla superficie del laghetto.
Alcune ninfee
appena schiuse erano le uniche testimoni dei loro discorsi.
-In fondo, fra
me e quelle donne non c’è alcuna differenza. Tutte noi abbiamo imparato arti di
seduzione per compiacere a Voi e agli altri demoni là dentro. Per poi, al
momento opportuno, concedervi anche tutte noi stesse…-
Sesshomaru
spostò lo sguardo sulle piante galleggianti, freddo.
Era la prima
volta.
La prima volta
che fra i due avveniva un vero “discorso”, escluso il “benvenuto” iniziale.
-Voi siete una
Principessa e avete firmato un contratto per il vostro regno…-
Perché mai
doverla giustificare?
No,
semplicemente, farla ragionare.
Una Regina non
poteva pensare in quel modo.
Una Regina
doveva essere orgogliosa della sua scelta.
Una Regina non
poteva paragonarsi a donne come quelle.
-…mentre loro si
vendono per denaro… insomma, come me, si sacrificano per ciò che hanno di più
caro. Però avete ragione, Altezza. Fra me e loro una differenza c’è. Le geishe possono decidere senza alcun obbligo se continuare a
servire il loro padrone anche a fine serata…
Questa
possibilità di scelta a me invece non sarà concessa.-
Con un fruscio
di seta, la veste elegante della Principessa sfiorò il kimono da cerimonia del
Principe, per poi scomparire dietro le sohjo della
sala aperte.
-Non potete fare
questo!-
La Regina appoggiò con una
forza eccessiva la tazzina sul tavolino di legno scuro.
Qualche
gocciolina impertinente schizzò fuori, imperlando la superficie lucida.
-Il fidanzamento
adesso è ufficiale. La mia presenza qui non è più necessaria.-
Con fermezza
Sesshomaru riprese a sorseggiare dalla sua tazza, ignorando gli occhi ardenti
della madre.
-E l’esercito? E
i messi? La Principessa
non è ancora pronta per il ruolo che dovrà assumere! Devo occuparmi di Lei! Non
posso badare a tutto, Principe!-
Cerco di tranne
re quella vena di rimprovero, ma parve chiara a tutti.
In fondo, era
sempre sua Madre.
In fondo però,
Lui era il Principe.
Lui aveva il
potere su tutti.
Anche su di Lei,
che era Regina.
Regina sì, ma
femmina.
Quindi
inferiore.
Sospirò,
scacciando la rabbia e la frustrazione.
Il protocollo
non prevedeva che una Signora di alta società modificasse il suo tono della
voce facendola apparire troppo adirata. Soprattutto poi se questa era la Regina…
-Queste
questioni possono anche essere rimandate di qualche mese, non trovate Madre?-
Sesshomaru,
ordinato, depose l’elegante tazzina, fissando la luna alta nel cielo.
-Non la
prenderanno bene, questo è sicuro. Ormai siete quasi Sovrano
Altezza. Appena pochi mesi la separano dal matrimonio e il popolo e la
corte vorrebbero conoscervi meglio. La vostra presenza darebbe maggior
prestigio anche a questo fidanzamento… -
No.
Non questa volta.
Non avrebbe
ceduto.
Se ne sarebbe
andato.
Basta.
Soffocava.
La pareti di quel Palazzo erano opprimenti, gli obblighi
incalzanti, le riunioni noiose....
Andarsene.
Un’ultima
boccata d’ossigeno.
L’ultima libertà
prima di farsi sommergere totalmente dai suoi obblighi di erede.
Di Sovrano.
Di Marito.
-Ormai ho
deciso.-
Si alzò deciso,
avanzando passi lenti verso la porta.
La sua camminata
fu presto interrotta da una piccola pressione sulla preziosa seta del kimono.
Rin tirò appena un lembo del vestito del Principe per
attirare la sua attenzione.
-Rin va con Padron Sesshomaru!-
Gli sorrise allegra, lasciando la presa e mettendosi davanti
al demone.
-No Rin. Non questa volta.-
Freddo e
inespressivo, superò la bambina che continuava a fissarlo.
Non era arrabbiata.
Non era
spaventata.
Era preoccupata.
Perché no?
Rin aveva forse fatto arrabbiare Padron
Sesshomaru?
Cosa aveva fatto
di male Rin?
Dove aveva
sbagliato Rin?
No, Rin non aveva sbagliato.
Sesshomaru
poteva leggere lo sconforto che le sue parole avevano procurato alla piccola
umana, ma non le avrebbe certamente spiegato la ragione di quella scelta.
Non voleva
nessuno.
Non Rin, non Jaken, nenahceAh-Un…
Nessuno.
Nessuno lo
avrebbe accompagnato.
Nessuno lo
avrebbe disturbato.
Avrebbe cercato
da solo la forza per affrontare quella nuova vita.
Così diversa da
quella che avrebbe volto vivere…
Ma che avrebbe
rispettato.
Voleva godere da
solo di quegli ultimi attimi di “vita”, perso nella sua foresta, nel suo spazio
selvatico…
Godere
dell’ultima goccia di tranquillità, assaporandola fino in fondo.
Da solo.
Dopo sarebbe
stato a disposizione di tutti: del suo Regno, di sua Madre, della sua Sposa, di
Rin,…
Ma adesso voleva
qualche giorno per sé.
Poche settimana da dedicare unicamente alla propria volontà
e ai suoi desideri.
Da solo.
In libertà.
Senza rendere
conto a nessuno.
Non render conto
a nessuno... libertà
o solitudine?
La Regina lo guardò basita e
contrariata.
Non gli avrebbe
obbedito.
Ne era certa.
E lei non aveva
nessuna autorità per imporre il suo pensiero.
Poteva solo
pregarlo, ma anche quello non era servito.
Fin da piccolo.
Non le obbediva
quasi mai.
Ascoltava solo
lui.
I suoi racconti,
i suoi insegnamenti, i suoi ordini…
Solo lui.
Il suo idolo.
Il suo eroe.
Il suo unico
Dio.
Se qualcuno si
fosse azzardato a contraddire qualcosa che suo Padre avesse detto, si sarebbe guadagnato
l’eterno odio per Principino.
Lui era il suo
mondo.
La sua vita.
La sua certezza.
Almeno, fino a
quel giorno lontano…
-E voi, Nobile
Sakura? Non avete nulla da dire al vostro futuro sposo?-
Ecco il suo asso
nella manica.
La Promessa.
Se Sesshomaru
poteva apparire estraneo alle preghiere della Madre, cero non poteva ignorare
le parole della Fidanzata.
Aveva dei doveri
nei sui confronti.
Soprattutto
visto che era straniera e sola, senza amici o parenti.
Secondo il
protocollo, avrebbe dovuto starle vicino, aiutarla e
istruirla insieme alla Regina.
Sakura afferrò
con eleganza un germoglio di soja dalla ciotola,
portando poi le bacchette accuratamente alle labbra.
Squisito.
Mastico con
lentezza, tenendo gli occhi chiusi e assaporando il gusto fresco della piccola
verdura.
Solo loro
quattro erano presenti in quella stanza.
Solo loro
quattro potevano pranzare assieme in quella stanza.
E, presto, il
numero sarebbe sceso a due.
Al Re e alla
Regina.
A lui e a lei.
Al Principe e
alla sua Promessa.
A Sesshomaru e a
Sakura.
Si pulì la bocca on il tovagliolo, tamponando appena.
Cena ottima.
Avrebbe preso
presto una seconda portata, dopo aver ovviato a questo fastidiosissimo
contrattempo…
Con indifferenza
fissò gli occhi ambrati del Principe, in piedi dietro di lei.
-Vi auguro un
buon viaggio Altezza.-
… e state via il più a lungo possibile…
Sesshomaru
accennò un inchino col capo, per poi ritirarsi.
Sakura si voltò
subito dopo, ricominciando lenta il solito rito del pasto.
Poteva
chiaramente avvertire gli occhietti scuri di Rin alle
sue spalle che la fissavano con odio.
La bambina aveva
capito che lei lo avrebbe potuto fermare.
O, almeno, che
avrebbe potuto provare.
Con stizza, uscì
dalla stanza, rincorrendo la figura del Principe.
La Regina si alzò di botto,
sedendosi al suo fianco e allontanandole la ciotola.
-Veramente non
ho ancora finito, Reg…-
-Non ha
importanza. Una Futura Regina non deve mostrare di avere appetito né mangiare
troppo.-
Sakura sbuffò
vistosamente, alzando gli occhi al cielo…
Ennesima
ramanzina in arrivo.
-Principessa,
forse non avete ancora capito come funzionano queste cose qui nelle Terre
dell’Ovest…-
Sakura fece
ruotare lo sguardo su tutta la stanza.
Non aveva voglia
di ascoltarla.
Non voleva
arrabbiarsi.
Non ora che la
giornata terminava sotto le più rosee aspettative…
Se ne sarebbe
andato!
Basta
preoccupazioni!
Basta timori!
Basta paure…
Ultimamente il Principe
era sempre molto impegnato con riunioni militari e il tempo dedicato a lei
ridotto al minimo…
Però…
Lo incontrava
qualche volta per i corridoi, mentre si spostava da una zona all’altra del
palazzo…
E rabbrividiva.
Lo disprezzava.
Lo odiava.
Lo detestava.
Eppure…
Presto sarebbe
stata sua.
Del tutto.
Senza mezze misure.
Completamente in
suo possesso.
Proprietà di una
persona violenta che non conosceva.
E questo
pensiero bastava per far crescere in lei un sentimento di rivolta.
Il sangue che le
scorreva nelle vene era comunque quello di un grandissimo generale, e la voglia
di libertà le era stata insegnata dalle colline di Haru.
E nessuno poteva
capire quanto fosse frustrante sapere di non potersi
opporre.
L’essere
costretta a sapere di dover sopportare tutto.
Ogni cosa lui
voglia.
Certo, adesso
che il fidanzamento era stato reso ufficiale, sarebbe stato quasi impossibile
per i Sovrani dell’Ovest ritirare il contratto.
Qualunque fosse
la sua condotta.
Però…
Nonostante il
protocollo non lo prevedesse, come poteva esserne certa?
Come poteva
rispondergli a tono, opporsi alle sue idee, fronteggiarlo fieramente… sapendo
di poter mettere nuovamente in pericolo il suo regno?
Come poteva
fidarsi di chi già una volta non aveva rispettato un patto?
Subire.
Qualsiasi cosa.
Ogni cosa lui
avesse voluto.
Questo pensiero
si insinuava viscido nella sua mente ogni volta che incontrava quello sguardo
ambrato.
Nonostante si
limitassero appena ad un cenno col capo o ad un inchino, tremava.
Paura.
Ebbene sì,
paura.
Paura che
decidesse di prendersi qualcosa che presto sarebbe stato comunque suo.
Paura di sentire
il suo tocco sulla pelle.
Paura che
chiedesse troppo e che lei dovesse acconsentire.
Certo, erano
solo promessi e il protocollo reale non prevedeva una loro “unione” prima delle
nozze.
Ma, ne era
certa, se lui lo avesse voluto, nessuno glielo avrebbe potuto impedire.
Per quanto lei
avesse chiesto aiuto, nessuno sarebbe accorso.
E perché mai?
In fondo fra
poco più di un anno sarebbe stata comunque sua.
Certo, la Regina
avrebbe probabilmente mormorato qualcosa riguardo alle regole che vigono
fra quelle mira, ma non avrebbe dimostrato il minimo sdegno o dispiacere per
quanto le era accaduto.
Tanto era già
sua.
E ben presto lo
sarebbe stata anche carnalmente.
Da una stanza
All'altra la tua eco
Mi rincorre.
E che sollievo
quando vedeva la sua elegante e odiosa figura sparire dietro una sojho aperta!
Che sollievo
sentire le voci allegre delle dame che la accompagnavano ridere di frivolezze o
ammonirla per un saluto troppo frettoloso!
Voleva dire che
lui era lontano!
Che era fuori dalla sua portata!
Che era salva…
…almeno per il
momento…
E adesso…!!!
Adesso che final,ente sarebbe potuta essere libera per alcuni mesi dalla sua
opprimente figura…
No, la Regina non poteva rovinarle
questo momento magnifico!
-Forse…-
Una parola
biascicata senza pensarci.
Senza crederci
veramente.
Ripetere come le
montagne parole che sono rimbalzate, ma che no hanno
lasciato alcun segno.
-Siete qui da
noi da diversi mesi ormai Altezza. O desistito dal volervi trasformare in una
perfetta dama dell’Ovest. Non lo sareste mai. Non capisco, eppure vi manca
qualcosa del comportamento delle dame di questi territori… un po’ di astuzia
femminile, una vena di finezza… o forse la possedete e non volete esternarla…
Il colore dei fiori
Avvolto nella foschia
Puoi nascondere,
ma almeno rubane in profumo,
o vento montano di primavera
Sakura, potete
nascondere o evitare di apprendere le arti delle dame dell’Ovest, ma almeno
cercate di rubar la loro essenza…-
La Principessa si voltò
perplessa verso la Regina.
E’ vero, aveva seguito
poco il discorso della sovrana, ma proprio no riusciva
a capirne il senso…
-Prego? Temo di
non capire Altezza…-
La Regina le riavvicinò
maggiormente, fino quasi a sfiorarle l’orecchio.
-Eppure il mio è
un ragionamento molto semplice…
Ora che sei sbocciato,
fa che il tuo fascino
trattenga il Principe!
Se andare lo lascerai, o fiore,
chi non ti riterrà a lui sgradito?
Sakura, siete
una fanciulla dall’aspetto insolito e per questo affascinante qui nelle Terre
dell’Ovest. Il giorno dell’annuncio del vostro fidanzamento avete avuto giudizi
molto gradevoli per quanto riguarda il vostro incantevole aspetto, ma mi
dispiace che non vogliate mettere a frutto i miei insegnamenti. Vi ho spiegato
le migliori tecniche di seduzione, pratiche in cui le demoni
dell’Ovest sono maestre. Certo, non mi meraviglio che voi, straniera, non ne
abbiate la piena padronanza, ma almeno dovreste saperle usare… Tentate il
Principe con il vostro corpo, irretitelo con il
vostro portamento, stuzzicatelo con la vostra voce… qui a corte nessuno potrà
vedere un buonaugurio nel viaggio del Principe! E
magari chissà… magari qualche sfizioso penserà che non siete
di gradimento del Principe…-
Con
un gesto secco, Sakura sparì dietro la porta della stanza.
Chi
era?
Rin a quell’ora doveva già dormire da un pezzo…
Sua
Madre non si sarebbe mai mossa da sola…
E
Jaken non si sarebbe mai avventurato nel giardino a
quell’ora di notte…
Ma
allora chi poteva essere?
Un
suo soldato?
Impossibile,
la guarnigione era dall’altra parte del castello…
Una
spia?
E
come aveva fatto a entrare?
Forse
una delle dame di palazzo….
Però
non si muovevano mai da sole, stavano sempre in gruppo…
Ma
allora chi…
Forse
un enuco, uno dei tanti seri del palazzo…
Ma
perché recarsi a quell’ora in giardino, la notte prima che il Principe
partisse?
Con
attenzione scostò i rami bassi dell’albero, pronto ad attaccare un possibile
nemico.
Sorpresa.
Ecco
cosa lesse Sakura nei suoi occhi.
E
ecco cosa vi lesse lui.
-Cosa
ci fate qui? Non dovreste andare in giro a quest’ora di notte, da sola,
Principessa…-
Sakura
rabbrividì, vedendo gli occhi ambrati del principe scrutarla nel buio.
Tremò
piano, stringendosi le mani attorno alle spalle in un abbraccio disperato.
No.
Non
voleva dimostrargli che aveva paura.
Lei
era la figlia di Kamigawa.
Lei
era la Principessa
di Haru.
Certo, l’essere sola in giardino a quell’ora di notte con il
futuri consorte, non la tranquillizzava, ma non doveva mostrargli segni di
cedimento.
Si
allacciò meglio la vestaglia di seta pregiata, facendo aderire la stoffa viola
al leggero vestito che indossava per dormire.
Un
sorriso stentato.
-E
Voi, Principe? Non dovreste essere nei vostri appartamenti a riposare? Il
viaggio che vi accingete a fare domani sarà lungo…-
Il
demone appoggiò stancamente la schiena al salice piangente, fissando l’eternità
della notte.
Un ondeggiare
Di salici piangenti
Scherza primavera
Un
sospiro.
Forse
non aveva cattive intenzioni.
Almeno,
non ora.
Non
era in una posa pericolosa.
Scosse
piano la testa, maledicendosi mentalmente.
Silenzio.
Che
si fosse offeso?
In
fondo quello era il suo palazzo, poteva andare dove voleva
quando voleva…
E
non doveva certo rendere conto a lei!
Che
fosse stata troppo brusca?
Ma
che sciocchezze!!!
Si
stava forse preoccupando per il morale di quell’assassino?
No,
certo che no, ma se si fosse offeso e avesse voluto sciogliere il fidanzamento Haru sarebbe stata in pericolo…
Si
morse un labbro.
Piccolo
castigo per una bocca troppo abituata a parlare.
Anzi,
a rispondere.
-Vi
ha mandato mia Madre?-
Trasalì
sorpresa.
La
voce era calma e pacata.
Lo
sguardo fisso sulla luna, quasi completa.
Forse
non era arrabbiato.
Forse
Haru era ancora salva.
Improvvisamente
conscia del suo stato, Sakura si accarezzò i capelli, cercando di sistemarsi
alla meglio.
Sciolti.
Finalmente.
Liberi
dalle fisse e esagerate costrizioni di decorazioni esagerate e complicate.
Scosse
un po’ la testa, ravvivandoli.
Solo
nella sua camera, solo quando dormiva poteva tenerli sciolti e lasciarli in
balia del vento che giocava con quei fili violetti.
Certo,
erano troppo lunghi per la corte.
Superavano
di molto la lunghezza del corpo, così da scivolare per terra.
Un
sensuale strascico.
Anche
se Sesshomaru non stava guardando in quella direzione, si sentì in dovere di
sistemarsi.
Una
donna doveva sempre essere perfetta di fronte ad un uomo, soprattutto se questi
è colui che ha deciso di accollarsela.
La
filosofia di vita della Regina.
La
sua futura filosofia di vita.
Il
demone argentato restava silenzioso in attesa di una
risposta.
Non
guardingo.
Non
sospettoso.
Non
impaziente.
Semplicemente
immobile.
Eterno
come la luna.
Affascinante
come la notte.
La
fama che si era guadagnato come demone affascinante era reale.
Nessuna
falsità.
Nessuna
finzione.
Le
voci che i marinai e i mercanti le avevano portato, descrivendolo simile a un
demone lunare, attraente e seducente nella sua staticità.
E
perché allora dubitare delle altre voci?
Di
quelle che lo dipingevano come sanguinante e ingiusto?
Come
assassino e spergiuro?
Ne
aveva avuto prova lei stessa, non aveva rispettato i patti…
Suo
padre aveva torto.
Esiste
gente infame.
Non
è vero che tutti nascondono un lato oscuro e maligno così come uno solare e
positivo.
Certe
volte la realtà è proprio quella che si vede.
Si
avvicinò prudente, cercando di prevedere ogni suo possibile movimento.
Con
delicatezza appoggiò una mano sul tronco ruvido della pianta.
In
fondo, prima o poi avrebbe pur dovuto iniziare a parlare con lui.
Avrebbe
condiviso la sua vita con quell’odioso demone.
Tanto
valeva provare a dialogare.
Almeno
ne aveva l’intenzione.
-No. Mi ha chiesto di parlarvi e di convincervi a restare
ma non ho alcuna intenzione di farlo.-
Il
Principe mosse appena la testa.
Un
movimento lento e delicato, quasi impercettibile.
Seducente.
Ma
non provocante.
Sottintendeva
una domanda.
Parole
che non aveva il coraggio di pronunciare.
Perché…
-Voi
ve ne andate per lasciare indietro i Vostri pensieri. Andandovene, allontanate anche
i miei.-
Il tuo andare
Il mio restare
Due solitudini
Niente.
Nessuna
reazione.
Nessuna
emozione.
Possibile?
Possibile
che quel niveo demone fosse davvero immune ai sentimenti?
Sakura
sospirò, appoggiandosi al tronco dell’albero.
Vicino
a lui.
Non
le faceva paura.
Non
lo capiva.
Ma
non lo temeva.
Non
adesso.
Se
anche non ci fosse stato, non se ne sarebbe accorta.
Silenzio.
Alzò
gli occhi al cielo, immaginandosi come sarebbe stata la sua vita fra qualche
anno, al fianco di quel marito.
Sorrise
smarrita.
Anche
volendo, faticava ad avviare una discussione con lui.
La notte d’estate,
mentre è ancora sera,
già si schiude all’aurora.
Dove, fra le nubi,
si è rifugiata la luna?
Silenziosi
spostarono lo sguardo sull’astro, seminascosto fra le foglie del salice.
Magica.
Stregata.
Incantata.
-Occupatevi
di Rin…-
Si
scosse sorpresa.
Si
stava veramente preoccupando per quella piccola umana?
Dalla
reazione della bambina a cena, si era accorta che i suoi sentimenti erano
sinceri.
Eppure…
Eppure
lui odiava tutti i diversi…
O
no?
Quel
Principe l’avrebbe fatta impazzire!!!
Ormai
si era accorta di aver giudicato male inizialmente il legame che li univa.
Sesshomaru
non si approfittava di Rin.
E
neanche se ne occupava esageratamente.
Ma…
allora?
-Lo
farò volentieri, sempre che la piccola me lo conceda. La trovo leggermente
sostenuta nei miei confronti… Ancora non capisco perché la teniate con Voi… -
Pronunciò
quelle parole col sorriso, ricordando il primo “scontro” che aveva avuto con Rin.
-Chissà…-
“Sostenuta”…
Meglio
dire decisamente avversa…
Lo
aveva capito Sesshomaru, quasi da subito.
La
gaiezza e la felicità di Rin generalmente
accoglievano con festività chiunque…
Così
era stato per lui, così per Jaken, per Kohaku, per sua Madre, per le Istitutrici…
Eppure
Sakura non era stata ammessa in questo largo circolo.
Si
era accorto di come la piccola, sempre ben disposta e gentile con tutti,
risultasse acida e ostile alla futura Regina.
Eppure,
ne era certo, la
Principessa non aveva fatto nulla per meritarsi un
trattamento simile.
Le
sorrideva sincera ogni volta la incontrasse…
Incontro
certamente casuale in quanto Rin cercasse in ogni
modo di evitarla.
Avrebbe
sistemato anche questo.
Ma
dopo il viaggio.
Dopo
interminabili minuti, con un movimento fluido, Sakura si staccò dal tronco,
inchinandosi al Principe.
-Ora
è meglio che vada. Se vostra Madre ci vedesse assieme così e a quest’ora, non
oso immaginare le torture che mi serberebbe per domani. Ci saluteremo meglio
domani. Intanto, ecco! Prendete! A causa del Vostro inaspettato annuncio Vostra
Madre mi ha costretta a rinunciare al pasto… per questo ho atteso che tutti dormissero per poter andare in cucina e compiere questo
piccolo furto. Prendete pure! Anche Voi non avete mangiato molto… questo nostro
incontro serale rimarrà un segreto…-
Sesshomaru
prese colto alla sprovvista la metà della piccola focaccina che la ragazza gli
offriva.
Piccolo
pegno per mantenere il segreto.
Vide
il sorriso di complicità di lei sparire presto oltre le foglie piangenti.
Un ringraziamento a:
Crilli:Ciao!
Bene bene… sono proprio contenta! Hai tirato in ballo
degli argomenti che avrei approfondito in eventuali note! Primo fra tutti l’astio di Sakura nei confronti di Sesshomaru…
Questa antipatia è dovuta a racconti di commercianti e marinai, da commenti del
padre e da comunicazioni di viandanti spesso no troppo fedeli ma, si sa, non c’erano
vie di comunicazioni troppo sicure un tempo e comunque Sesshomaru, all’inizio
della storia, si presenta come profondamente “cattivo” e “anti-umani”… la mente
di Sakura è plagiata, sottomessa a pregiudizi del suo popolo nei riguardi dei
vicini un po’ troppo “bellicosi”… e adesso passiamo alla piccola, dolce Rin! In questa storia ho provato a fare un piccolo
esperimento: Rin non è più solo la dolce bambina che
accompagna PadronSeshomaru
e sempre disposta ad accogliere tutti (soprattutto i nuovi personaggi delle fic) in modo benevolo e ad affezionarcisi immediatamente…
qui Rin è una ragazza, un’adolescente (ma
ricordiamoci che nel Giappone di questo periodo le ragazze si sposano molto
giovani..) che ha i primi batticuori (per Kohaku) e inizia a pensare con la sua testa… e vede in Sakura
una possibile “rivale” nel cuore di padron Sesshomaru
per cui ha un affetto fraterno fortissimo. In altre parole, Rin
soffre di un sentimento completamente umano e naturale: la gelosia. Al contrario
Jaken, spesso odiato e criticato nelle fic in quanto non accetta nessuno e odia a
livello epidermico ogni fanciulla si avvicini al suo Padrone, i questo
caso ammira e venera la sua futura Regina, in quanto vista come legittima vicina
del Padrone. Esperimenti insomma, fammi sapere cosa ne pensi! Grazie mille per il
commento e spero di sentirti presto!!!Bacio!
Celina: Eh il protocollo darà ai nostri “fidanzatini” parecchi
problemi… ma saranno superati (almeno credo…!!!!) Sesshomaru
resterà cos’ almeno per un po’.. per quanto provi a farlo addolcire, non ci
riesco! Però in questo capitolo si è un po’ ripreso, non trovi? E comunque
Sakura non sembra lo stesso molto ben disposta ad accettare l’aiuto del “fidanzatino”…
Vedremo come si evolverà la vicenda! Sperando che non ti sia messa a piangere (scusa ma ho fatto delle ricerche impensabili per questo
capitolo! Finora è il più sudato! Speriamo ne sia valsa la pena! Ma questo me
lo dirai tu, giusto?) grazie mille per il commento!!!!
Un bacio!
Gemellino Dolly:L’addio
è stato tristissimo… ma pensa allora a quanto sarà festoso il rincontro! Mamma
mia che paura! Ti immagini? Essere sola soletta in una regione straniera, in un
palazzo straniero, con il tuo futuro sposo che neanche consoci! Un incubo!
Però, appena vedi lo sposo, non vedi l’ora che si avvicinino
le nozze!!!! Che c’è!?!!? Devo forse ripeterlo che AMO
Sesshy?!EPr quanto riguarda Sango e Miroku… d’accordo,
anticipo che ci saranno, ma non farmi dire altro o ti rovini tutte le
sorprese!!! Sakura è un carattere molto forte, che in certi tratti mi somiglia
e in altri si discosta (in effetti come carattere sono più simile a Nemesi, ma
credo che ogni personaggio un autoreti metta parte di sé, volente o nolente….) comunque
i suoi sforzi saranno premiati! Io propri non capisco perché si lamenti!!!! Va in sposa a Sesshy!!!!! Cioè, voglio dire, non sono cose che capitano tutti i
giorni!!! Potrei prendere io il suo posto se vuole!!!!
Non ho un regno, maSesshy
me lo prenderei volentieri lo stesso!!!! Beh, spero di sentirti presto!!!! Ti voglio bene anch’io!!!!! E,
a proposito di bacio… complimenti per il tuo “caliente” incontro con Kohaku! Spero sia ben sugurante
per il mio bacio con Sesshy! Un bacio (a te!) intanto!!!! Ciao!
Ayrill:Finalmente
qualcuno che apprezza Sesshy-cuore-di-ghiaccio!!! Vero
che sottoforma di stronzo è ancora più bono!!!! Per quanto riguarda i miglioramenti… giudica tu!
Per quanto riguarda invece i tempi… sono desolata ma
ho dovuto riprendere in mano molto materiale per questo capitolo (poche cose
sono inventate, la maggior parte sono realtà di quel periodo giapponese
adattato alla natura demonesca… un lavoraccio!!!) Però
il prossimo aggiornamento lo farò prima, sono già a buon punto con l’altro
capitolo! Ma sono curiosissima di sapere cosa ne pensi di questo!!! E’ abbastanza importante (insomma, si consoce un po’ meglio
i pensiero di Sakura e Sesshy è più presente) in
altre parole… la storia è iniziata sul serio!!!! Ho le lacrime agli occhi!!!! Grazie per le belle parole e spero di sentirne altre
(umile neh!? Insomma, mi piacerebbe sapere cosa pensi
di questo capitolo!) Un bacio!
Kiaki- san: beh… che dire
Kiaki- san: beh… che dire.. sorpresa!!!!! Finita Nemesi inizia Sakura! Fra la
tristezza di una finee
la gioia di un inizio! Ciclico, come la vita… sono in vena di poesie in questo
periodo!!!! Grazie mille per il commento e prometto
che cercherò di velocizzare i tempi !!!! Ciao!!!! Un
bacio!
Ary 22: Myioga
e Totosa mi servivano per far nascere in voi lettori la domanda “ma Inu che
fine ha fatto”? Sesshy sciogliersi!?!!?!?!?
Ma quando mai!!!! Se lo fa non mi resterebbe niente di
lui (e sarebbe un vero peccato…) Un mega bacio super
speciale!!!!! A presto!!!
Sesshydil: Silenzio!!!!! Da quello che scrivi mi sembra che tu abbia già capito
molte cose della storia!!!! Non svelarle! E almeno il
dubbio su che fine ha fatto Inuyasha, te lo lascio! Ma guarda te! Uno si
costruisce una trama, contorta, con tutti i rimandi…e poi vieni tu a rovinare
tutto! No, scherzo!!! E’ che dal commento si capiva
che ti è piaciuta come storia!!! E sono contenta! Questo capitolo invece, come
ti sembra? Un bacio!
Flori: Ecco cosa succede!!! Delusa? Ti aspettavi altro? Grazie mille per il
complimento! L’importante è che sia uno stile comprensibile (nonostante la
mescolanza di prosa e versi) senza necessariamente avere troppi riferimenti a
parole giapponesi! Che dici? Così va bene? Un bacio!
Sesso 94: benissimo!!!! Allora a te
Naraku e a me Sessho!!!! Affronterei
qualsiasi protocollo per stare con lui!!!!Cmq, anche Naraku come amante non sarebbe male… fa o stesso
se ti prendi Jaken e io mi tengo tutti e due gli
altri!?!? Totosai un po’ sbandato
dici? Beh, l’età passa per tutti!!! Scherzo, ma se non
sbaglio Totosai finge vuoti di memoria spesso, vero? Beh,
ho voluto un po’ esagerare questa sua caratteristica! Povero Jaken! Per una volta che uno non lo picchia, lasciamolo
godersi questi pochi attimi di pace! Per quanto riguarda la teoria su Ino… non
dico niente! Se vuoi sapere se hai ragione contattami! Ti posso anche svelare
tutto ma non lo faccio qui per rispetto verso chi non vuole saperlo… dico solo
di non fossilizzarti su un’idea.. presto verranno
altri indizi e allora…. Grazie mille per i complimenti! Un bacio!
Ladyhelllsing: Rin
avrà un ruolo mooolto importante! Certo, dovrò
allontanarla nei momenti di intimità(insomma, è ancora minorenne!!) dove la coppietta dovrà imparare a cavarsela da sola, ma
sarà diciamo molto utile oltre che una cara amica di Sakura… Grazie mille per i
complimenti! E che te ne pare delle teorie di un tempo sul “nascere
femmina”? Un bacio!
Valey_Ivanov: Sarebbe simpatico
vedere se Sakura e Nemesi andrebbero d’accordo.. che
dici? Fatico a immaginarle assieme però.. potrebbe
essere uno spunto molto interessante! Comunque l’ambientazione e il contesto
come avrai visto è molto diverso da Nemesi… qui vedo meglio una Sakura vicino a Sesshomaru.. non so… forse perché sono entrambi
demoni… boh! Forse perché essendo l’autrice mi sono
affezionata a entrambi i personaggi!!! Per l’indirizzo…