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Autore: lete89    12/01/2008    12 recensioni
Un Principe potente.
Una Principessa straniera.
Un matrimonio combinato.
Accettato e subito.
Cosa accadrà?
I pensieri lenti si trasformano in haiku.
L’ haiku rivela uno specchio vuoto: si inscrive nello spazio senza simbolizzare nulla e senza la pretesa di avere un significato. È un'immagine opaca, priva di riflessi.
Commentare un haiku è dunque impossibile. Si può solo dire che, in tutta semplicità, qualcosa avviene e basta.
Unendo i destini di un giovane guerriero e di un fiore di ciliegio.
Nell'iconografia classica del guerriero il ciliegio rappresenta insieme la bellezza e la caducità della vita: esso, durante la fioritura, mostra uno spettacolo incantevole nel quale il samurai vedeva riflessa la grandiosità della propria figura avvolta nell'armatura, ma è sufficiente un improvviso temporale perché tutti i fiori cadano a terra, proprio come il samurai può cadere per un colpo di spada infertogli dal nemico. Il guerriero, abituato a pensare alla morte in battaglia non come un fatto negativo ma come l'unica maniera onorevole di andarsene, rifletté nel fiore di ciliegio questa filosofia.
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Nuovo personaggio, Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Sorrisi

Sorrisi.

Di scherno.

Derisori.

Invidiosi.

Ipocriti.

Falsi.

Come tutto.

Come il suo fidanzamento, come quella festa.

Tutto il regno ormai lo sapeva.

Tutti i nobili erano a conoscenza del fidanzamento del loro Principe.

Eppure…

Eppure tutti avevano finto sorpresa e stupore all’annuncio della Regina.

Congratulazioni.

Insincere.

Menzognere.

Bugiarde.

Lo si vedeva negli sguardi fugaci.

Lo si respirava nell’atmosfera derisoria.

Lo si assaggiava nei sussurri sbiaditi.

Quella era la vera prova.

Il suo campo di battaglia.

Lì doveva dimostrare di essere degna di quel ruolo.

E non sarebbe stato facile convincere molti.

I nobile che aveva incontrato avrebbero preferito di gran lunga una Sovrana del loro Paese, non una straniera…

Le Nobili allo stesso modo notavano fasulle imperfezioni della Hime, elogiando invece le caratteristiche delle figliole, rifiutate.

E proprio queste erano per Sakura le avversarie più temibili.

Le spasimanti rifiutate.

Tutte giovani avvenenti, addestrate dalla nascita al rigido protocollo dell’Ovest e cresciute con il sogno di sedere, un giorno, al fianco del Principe…

La torturavano con domande opprimenti, argomenti difficili e stranieri, vogliose di cogliere in fallo quella creatura che la Regina aveva definito con orgoglio “perfetta”.

E finora, era stato tutto vero.

Perfetta.

Incomparabile.

Unica.

E di occasioni per scivolare erano state tante…

Fin dall’inizio, quando i generali discutevano dell’ultimo tipo di armi.

Un demone dalla forma imponente e dalle spalle larghe sorseggiava una bevanda dal sapore forte e dal colorito viscido, avvolto in un elegante kimono verde scuro.

 

-Certo, queste nuove armi importate dal Continente sembrano essere molto pericolose…-

-Io non le ho mai viste, ma credo che possano uccidere anche a grande distanza…-

 

Un altro militare, molto più basso del precedente, s’intromise timoroso nel discorso, suscitando le risa del maggiore e una profonda pacca sulle spalle mingherline.

 

-Non temere! Nessuna regione dei territori dell’Ovest ha mai comparto un’arma simile! E se anche così fosse, il nostro esercito sarà comunque in grado di difendersi! Lei cosa ne pensa, Principessa?-

 

Sakura alzò in quel momento gli occhi dal pavimento.

Peccato, le piaceva essere ignorata…

E adesso le veniva chiesto un parere in ambito militare.

Credevano forse che, essendo una Hime, non conoscesse le armi?

Perfetto.

 

-Nobili generali, devo ammettere di non essere molto esperta in materia e vi prego di non offendervi nel caso in cui dica qualche sciocchezza. Ho avuto i privilegio di vedere e di toccare queste armi di cui tanto parlate… Nel porto di Haru, infatti, ne sbarcò una nave carica diretta ad Ovest e i mercanti mi fecero vedere quella nuova scoperta. Sono davvero inusuali, diverse dalle armi che tutti noi conosciamo. Possiedono una lunga canna e colpiscono a grande distanza, quasi fossero dei cannoni in miniatura. Certamente l’effetto sorpresa sul campo di battaglia sarebbe assicurato, ma non la sconfitta. Sebbene i soldati dell’Ovest utilizzino infatti le armi classiche della tradizione, li ritengo molto più valorosi degli stranieri. Un bravo guerriero avere particolari caratteristiche per ottenere la vittoria, caratteristiche come la risolutezza, la corretta strada da percorrere, il coraggio tinto di eroismo, il retto comportamento, l'osservanza delle regole e della disciplina, la sincerità totale, l'onore e la gloria sul campo di battaglia e, infine, la devozione e la lealtà, verso il proprio padrone, verso i propri compagni e fratelli. Tutte doti che il potente esercito dell’Ovest vanta orgoglioso. I soldati che impugnano queste armi che uccidono da lontano e a tradimento, senza bisogno di esporsi, sono dei vigliacchi. E in quanto tali facilmente battibili. Sono certa che potranno essere pericolosi da lontano, ma da vicino le vostre hachiwari riusciranno a spezzare quest’arma con il loro uncino o, in alternativa, per sfondare l'elmo o ancora di punta negli interstizi dell'armatura dell'avversario. Siete degli ottimi soldati e sono certa che non avete nulla da temere. E un sollievo per me essere al sicuro, al riparo in questa terra rigogliosa con la certezza che uomini valorosi stiano difendendo il regno che mi ospita.-

 

Alcune risa.

Diversi complimenti e poi, un altro argomento mentre Sakura viene trascinata da un’altra parte della sala, per conoscere le Dame, spose dei generali con alto carico.

Sorride compiaciuta, fingendo interesse.

Sola.

Nonostante quella folla che la circonda e nonostante le chiacchiere le tenessero occupata la mente, Sakura si sentiva sola.

Terribilmente sola.

Come mai prima in quel palazzo.

La Regina dialogava tranquilla e disinvolta, del tutto insofferente a lei.

Glielo aveva detto.

Sapeva che durante quel ricevimento se la sarebbe dovuta cavare da sola.

E lo stava facendo egregiamente.

Però…

Quegli sguardi di odio avevano un peso difficile da sopportare…

Soprattutto senza una spalla amica a cui appoggiarsi.

Il padre non era venuto.

Kamigawa non era potuto venire.

Peggiorato.

Così aveva scritto con la sua calligrafia infantile Ami, in una lunga lettera dove incoraggiava l’amica e raccontava i fatti di palazzo.

Non era grave, ma era comunque un peggioramento e Izumy, anche se a malincuore, aveva sconsigliato il Sovrano di andare.

Oltre alla malattia, una profonda sofferenza stava gravando sulla situazione.

Sakura sospirò.

Finalmente un momento di tregua.

Le dame avevano iniziato a parlare di tisane e, fortunatamente, in quell’argomento era esperta.

Sospirò, immaginandosi la possente figura del padre, costretta a forza a letto.

Di certo si sarà divincolato, avrà cercato di sottrarsi alla decisione di restare a Haru, fronteggiando i soldati, forse anche con Toryu.

Se aveva in mente una cosa, era difficile fargli cambiare idea…

Ma quella volta aveva perso.

Non era nelle condizioni.

Ami aveva scritto che gli era stato dato un potente sonnifero.

Avrebbe dormito alcuni giorni…

Era la cosa migliore.

Nelle sue condizioni non poteva anche pensare alla lontananza dell’unica figlia.

Non poteva pensare al suo fidanzamento con l’odiato Principe dell’Ovest.

Non la poteva pensare sola, circondata da volti stranieri e ostili in una terra che non conosceva.

E c’era anche una richiesta, fra quelle parole.

Una richiesta di Izumy.

Mentire.

Fingere che in quel palazzo vada tutto bene, che lei fosse felice e che il Principe non fosse come dipinto dai racconti dei marinai.

Parlare bene della Regina, come una demone coscienziosa e che l’ha presa a cuore.

Ma Kamigawa non è uno stupido.

Non doveva esagerare.

Non poteva certo scrivere che si era innamorata improvvisamente del Principe…

Sarebbe stato impossibile e la demone fiore lo sapeva.

Soltanto…

La pregava di non far aumentare le preoccupazioni del padre.

E così, adesso non poteva neanche più sfogarsi con nessuno.

Tenere tutto dentro.

Trattenendo le emozioni e le delusioni, le paure e le attese.

Affrontando tutto da sola…

 

-… e lei Principessa, cosa ne pensa? Esiste veramente una differenza fra tisane e infusi?-

 

Sakura sorrise alla possente dama di fronte a lei, agitando il ventaglio per farsi aria.

Respirare.

Ecco di cosa avrebbe avuto bisogno.

 

-Credo che la tisana si utilizza indistintamente per le parti tenere o legnose delle piante, che vengono versate in acqua bollente e poi lasciate riposare per non più di 5 minuti.

Per l’ infuso si utilizzano invece le parti tenere delle piante come fiori e foglie, sulle quali viene versata acqua bollente filtrando il liquido dopo 5-10 minuti.

Mentre il decotto si utilizza per le parti più resistenti e duri come radici e cortecce, che si mettono in acqua fredda e si lasciano bollire per 5-10 minuti, poi riposare per lo stesso intervallo di tempo e infine vengono filtrate con il loro liquido.-

 

Alcune donne derisero le altre, che pensavano il contrario e tutto finì con delle risa nascoste dietro dei ventagli.

 

-Comunque Altezza, dovete ammettere di essere stata proprio fortunata…-

 

No.

Non ora.

Non quell’argomento…

 

-Sì, avete ragione! Non capita a tutte di avere una fortuna del genere…-

 

No.

Non datele corda.

Non fate proseguire quest’argomento…

 

-Non diteci che ad Haru avete dei giovani come lui…-

 

No…

Non avvicinate una persona del genere ad Haru

Non osate un confronto simile…

 

-E’ il giovane più ricercato e avvenente dei nostri territori, oltre che essere un Principe e il miglior guerriero della sua gloriosa casata…-

 

No.

Smettetela con queste menzogne.

E’ un assassino.

Ecco cos’è in realtà…

Non continuate…

Non osate…

 

-Voi cosa ne pensate del Principe, Altezza?-

 

Ecco.

La domande tanto temuta era arrivata.

Sakura inghiottì a vuoto.

Non poteva dire la verità.

Non poteva svelare la realtà sui suoi pensieri.

Doveva mentire.

Mentire senza cadere nei luoghi comuni, senza fare dei discorsi comuni e conosciuti.

Senza però screditare il Principe.

 

-Direi che il nostro Sovrano è tutto ciò che un fanciullo sogna di essere un domani e tutto ciò che un vecchio rimpiange di non essere stato un giorno…-

 

E anche questa prova era superata.

Si scostò appena, cercando di riprendere fiato.

Le dame erano rimaste ben impressionate da una risposta di questo tipo e la Regina, poco lontano, aveva fatto un cenno di assenso con la testa.

Era rimasta soddisfatta della risposta.

Si voltò, alla ricerca di ossigeno, incontrando invece due occhi smarriti.

Una piccola figura in un impacciato kimono rosso stava zitta e immobile, isolata in un angolo della sala.

Triste e spaurita.

 

-Buonasera… voi dovete essere la nobile Moe, giusto?-

 

La pallida demone le sorrise sincera, inginocchiandosi davanti alla Principessa.

Sakura sorrise.

Credeva nelle prime impressioni.

E quella giovane demone le piaceva.

Semplice, timida e sincera.

Così le era sembrata.

 

-Sono felice di vedere che siete venuta. Vostro marito non aveva assicurato la vostra presenza… beh, logicamente… ma io temevo di non riuscire a vedervi e a farvi le mie più sincere congratulazioni! Come sta?-

 

Moe alzò il capo, veramente sorpresa e felice.

I piccoli occhietti marrone si illuminarono e la vocina assunse un tono allegro e melanconico.

 

-Molto bene, grazie Altezza! Pesa tre chili e non fa altro che piangere!-

 

Sakura rise, nascondendosi dietro il ventaglio.

Ecco di cosa aveva bisogno.

Un po’ di allegria.

Un minimo di spensieratezza.

 

-E come avete pensato di chiamarla?-

-Rina…, in onore a Nara, la capitale del Regno dell’Ovest…-

 

Sakura sorrise compiaciuta di tanta devozione.

 

-Questo è un grandissimo onore io credo che…-

-Altezza, che squisita sorpresa…-

 

Voce melliflua e insinuatrice.

La Hime fu percorsa da un forte senso di ribrezzo nel voltarsi e scorgere un sergente dell’esercito dell’Ovest.

 

-Sono spiacente che mia moglie vi importuni in questo modo rubandovi tempo prezioso…-

 

La demone abbassò lo sguardo in segno di rispetto e di timore mentre il marito la raggiungeva, fulminandola con lo sguardo.

 

-Nessun disturbo, sergente. Sono stata io ad avvicinare la vostra bella consorte. Volevo essere la prima a complimentarmi per la lieta notizia…-

 

Sguardo fiero e fisso.

Non le piaceva quel demone.

Non le era mai piaciuto.

E la reazione di timore della moglie confermò i suoi sentimenti.

 

-Lieta notizia… non direi proprio…-

 

La demone abbassò ulteriormente la testa, incassandola fra le scapole.

Gli occhi chiusi e sofferenti.

 

-Perché? Una nascita non è forse una bella notizia?-

 

Sakura accarezzò il braccio della demone che però si ritrasse immediatamente.

 

-La nascita di un erede forse… ma di una femmina…-

 

Sakura lo incenerì con lo sguardo.

Aveva sentito parlare della quasi proverbiale misoginia degli abitanti dell’Ovest, ma non avrebbe mai creduto si spingesse fino a questo punto.

 

-Qual è in problema? Non è forse in salute?-

 

Ghigno di scherno.

Ecco il vincitore della serata.

Il primo che avesse trovato un’imperfezione della Principessa.

I sentimenti.

 

-Sì, è in salute purtroppo. Così non ho neanche la scusa di abbandonarla per malformazioni. La nascita di una femmina è una grave perdita per il mio casato. Un erede maschio assicura la protezione del territorio…-

 

La demone era dispiaciuta.

Sembrava quasi scomparire vicino alla possente stazza del marito.

Sakura socchiuse gli occhi.

Alcuni invitati si voltarono guardarli.

Che bisogno c’era di umiliarla così, davanti a tutti?

 

-Vostra moglie è ancora giovane, sono certa che potrete avere altri figli…-

 

Il demone si voltò quasi apposta verso la moglie.

Quelle parole erano per lei.

Erano la sua punizione.

 

-Sì, ma ormai è inutile. Una femmina comporta la divisione del regno per assicurarle una dote, mentre i miei possedimenti sono nel mio casato da secoli ormai. Anche la nascita di un erede maschio ormai non servirebbe a riparare al danno fatto. Mia moglie è a conoscenza di questa sua grave colpa e, per questo motivo, non è degna di rivolgerle la parole, Altezza…-

-Colpe di questo genere vengono commesse in due….-

 

La demone si ritirò di qualche passo, facendo intendere la sua intenzione di andare.

Aveva capito che il discorso stava degenerando e non voleva che proprio l’unica persona che le si era dimostrata gentile quella sera ne pagasse le conseguenze.

Ma ormai era tardi.

Una piccola folla si era riunita attorno ai due interlocutori, incuriositi dal dibattito.

Lo scontro era iniziato e nessuno dei due “combattenti” si sarebbe tirato indietro.

 

-… e poi, se tutti i nobili la pesassero come lei, sarei propri curiosa di sapere come proseguirebbe la stirpe, in un regno solo di uomini…-

 

Non voleva affermare la superiorità femminile.

Non era quella la sua credenza né il suo scopo.

Voleva solo aiutare quella piccola creatura in fasce, quella bambina appena affacciata alla vita e già odiata dal padre per nessun valido motivo.

 

-Probabilmente  gli uomini prenderebbero in sposa principesse straniere, donne di uomini non altrettanto fortunati, costretti a vendere le proprie figlie perché incapaci di difendere un regno che, ormai è palese, non sono più degni di possedere…-

-Come vi permettete…!-

 

Sakura strinse forte fra le mani il ventaglio, fino a farlo gemere.

No!

Tutto ma non Haru!

Non suo padre!

Il ghigno di scherno del demone s’allargò.

Centro.

 

-Questa è la verità, Altezza. E’ risaputo che gli uomini sono il nerbo di una nazione, in quanto contadini, commercianti, marinai, politici, soldati… Su di loro vive lo stato. Le donne, sono inutili. E’ per questo che devono essere sottomesse al marito… E, infatti, anche nel futon devono occupare la posizione “sotto”…-

 

Rabbrividì di rabbia.

Il riferimento osceno era chiaro.

E la risposta avvelenata pronta.

 

-Se voi credete che io…-

-Cosa succede?-

 

Si bloccò di colpo.

Quella voce…

L’ultima che avrebbe voluto sentire in quel momento.

La più avversa di tutte.

 

-Oh, Principe, io e la vostra incantevole Promessa stavamo discutendo su un certo argomento riguardo cui abbiamo due visioni differenti…-

 

Poteva sentire il suo respiro dietro di lei.

Poteva sentire il suo sguardo indagatore sul corpo.

Con un passo indietro lo vide, inchinandosi devotamente e masticando odio.

Sapeva perchè quel generale era stato sul vago.

Sperava in uno sguardo spaurito e di supplica della Principessa.

In una muta richiesta di perdono e di silenzio.

Ma quello sguardo non sarebbe mai arrivato.

 

-A che proposito?-

 

Ma perché doveva diventare curioso proprio in un momento simile!?

Non si era curato della sua presenza per tutto l’arco della serata, come per tutto l’arco del tempo che era lì a Palazzo…

Perché proprio adesso?

Con un ghigno, il Sergente rispose alla richiesta.

 

-Vede, Principe, la Principessa sosteneva una tesi alquanto particolare riguardo…-

-E Voi, sergente, l’avete contraddetta?-

 

Sakura spalancò gli occhi.

Aveva sentito bene?

Il Principe stava prendendo le sue difese?

Davvero aveva calcato l’accento su quella parola, su quel sergente…?

Davvero lo aveva fatto per sottolinearne il grado inferiore a quello della futura sovrana?

La fronte del demone iniziò a sudare freddo.

Doveva calibrare bene le parole, cercare di capire cosa il Principe volesse sentire come risposta.

Infatti, era proprio questo che aveva fatto.

Aveva contraddetto la sua futura Regina.

La Fidanzata del suo Principe.

Una frase sbagliata avrebbe potuto compromettere la sua carriera nell’esercito del Sovrano…

Eppure sembrava quasi impossibile capire cosa pensassero quegli inespressivi occhi ambrati.

 

-Temo ci sia stata solo una sciocca incomprensione, Principe, fra me e il sergente. Nulla di preoccupante e che non sia risolvibile con un sorriso e un ringraziamento per il piacevole tempo trascorso in sua compagnia.-

 

Sakura s’inchinò maggiormente, in segno di ringraziamento, allontanandosi al fianco del Principe, fino a raggiungere un luogo appartato della sala.

 

-Dovete fare maggiore attenzione durante i vostri discorsi. La corte non aspetta altro che un qualsiasi pretesto per screditare questo matrimonio.-

 

Allora veramente il Principe era intervenuto in sua difesa…?

O, per meglio dire, in difesa del suo matrimonio…

Però era stato comunque un aiuto.

 

-Lo farò. Vi ringrazio per le parole Principe.-

 

Si allontanò, il più velocemente possibile da quella importante figura.

Odiava stargli vicino.

Anche solo accanto.

Sentiva gli occhi indagatori di tutti i presenti su di lei.

Su di loro.

Ah!!!

Quanto le pesava quel loro

La aveva aiutato, questo era vero, ma non cancellava tutte la ingiustizie compiute in passato.

Sorrise ad un gruppo di demoni, esageratamente truccate, dirigendosi verso di loro.

Parlavano ormai da un po’, il tempo necessario per conoscersi e avviare un discorso impegnativo.

Strano…

La Regina non le aveva mai parlato di quelle Dame…

Non le aveva mai sentite nominare…

Probabilmente non erano delle Demoni molto Nobili, lo si capiva anche dai modi raffinati ma leggermente imbarazzati al suo cospetto.

 

-Sakura.-

 

Di nuovo.

Di nuovo quella voce.

Ma perché quella sera si era deciso di perseguitarla?

Le demoni s’inginocchiarono imbarazzate alla sua presenza, mentre il Principe si affiancava alla Hime.

Sakura lo fissò incredula.

Cosa aveva fatto di sbagliato questa volta?

Il discorso era stato chiaro e sobrio, per nulla imbarazzante…

Perché mai adesso tutta la sala si era fermata e osservava la scena?

Perché le Dame nascondevano i volti allibiti dietro ventagli ricamati?

E perché i Nobili bisbigliavano parole fra loro, ridacchiando?

Il Principe le fece cenno di seguirlo.

Sakura, ancora sorpresa, salutò le sue interlocutrici, seguendolo in giardino, lontano da occhi e orecchie indiscreti.

 

-Principe, ho fatto forse qualcosa di sbagliato?-

 

La voce era preoccupata, leggermente in pensiero.

 

-Sapete chi sono quelle dame con cui vi siete intrattenuta?-

-No… veramente le ho conosciute poco prima in sala e…-

-Geishe-

 

Quelle parole, pronunciate con poca enfasi, caddero nel vuoto.

 

-E con questo? Io non capisco…-

 

Era normale per lei, parlare con personaggi di ogni tipo.

Il primo insegnamento di suo padre: mai nessuno è tanto umile da non meritare un saluto o una chiacchierata.

E allora perché scandalizzarsi tanto perché aveva parlato con delle geishe?

 

-Avete preferito la compagnia di alcune “accompagnatrici” rispetto a quella di Nobili spose di generali…-

-Mi perdoni, Principe, ma non riesco ancora a capire il mio sbaglio. Quelle donne…-

-Con quelle donne una Futura Regina non dovrebbe mai parlare. Sono qui alla festa solo perché il protocollo impone una compagnia femminile e tutti in sala sanno come finiranno la serata con i loro datori di lavoro…-

 

Lasciò cadere le parole, ormai comprese.

 

-Ma sono comunque delle donne, nonostante il lavoro che svolgano…-

 

Sesshomaru fissò la luna, splendente nel cielo.

 

-Donne che non meritano la Vostra attenzione…-

 

Sakura sospirò, abbassando la fronte.

L’immagine sua e del Principe si rispecchiavano limpide sulla superficie del laghetto.

Alcune ninfee appena schiuse erano le uniche testimoni dei loro discorsi.

 

-In fondo, fra me e quelle donne non c’è alcuna differenza. Tutte noi abbiamo imparato arti di seduzione per compiacere a Voi e agli altri demoni là dentro. Per poi, al momento opportuno, concedervi anche tutte noi stesse…-

 

Sesshomaru spostò lo sguardo sulle piante galleggianti, freddo.

Era la prima volta.

La prima volta che fra i due avveniva un vero “discorso”, escluso il “benvenuto” iniziale.

 

-Voi siete una Principessa e avete firmato un contratto per il vostro regno…-

 

Perché mai doverla giustificare?

No, semplicemente, farla ragionare.

Una Regina non poteva pensare in quel modo.

Una Regina doveva essere orgogliosa della sua scelta.

Una Regina non poteva paragonarsi a donne come quelle.

 

-…mentre loro si vendono per denaro… insomma, come me, si sacrificano per ciò che hanno di più caro. Però avete ragione, Altezza. Fra me e loro una differenza c’è. Le geishe possono decidere senza alcun obbligo se continuare a servire il loro padrone anche a fine serata

Questa possibilità di scelta a me invece non sarà concessa.-

 

Con un fruscio di seta, la veste elegante della Principessa sfiorò il kimono da cerimonia del Principe, per poi scomparire dietro le sohjo della sala aperte.

 

 


-Non potete fare questo!-

 

La Regina appoggiò con una forza eccessiva la tazzina sul tavolino di legno scuro.

Qualche gocciolina impertinente schizzò fuori, imperlando la superficie lucida.

 

-Il fidanzamento adesso è ufficiale. La mia presenza qui non è più necessaria.-

 

Con fermezza Sesshomaru riprese a sorseggiare dalla sua tazza, ignorando gli occhi ardenti della madre.

 

-E l’esercito? E i messi? La Principessa non è ancora pronta per il ruolo che dovrà assumere! Devo occuparmi di Lei! Non posso badare a tutto, Principe!-

 

Cerco di tranne re quella vena di rimprovero, ma parve chiara a tutti.

In fondo, era sempre sua Madre.

In fondo però, Lui era il Principe.

Lui aveva il potere su tutti.

Anche su di Lei, che era Regina.

Regina sì, ma femmina.

Quindi inferiore.

Sospirò, scacciando la rabbia e la frustrazione.

Il protocollo non prevedeva che una Signora di alta società modificasse il suo tono della voce facendola apparire troppo adirata. Soprattutto poi se questa era la Regina

 

-Queste questioni possono anche essere rimandate di qualche mese, non trovate Madre?-

 

Sesshomaru, ordinato, depose l’elegante tazzina, fissando la luna alta nel cielo.

 

-Non la prenderanno bene, questo è sicuro. Ormai siete quasi Sovrano Altezza. Appena pochi mesi la separano dal matrimonio e il popolo e la corte vorrebbero conoscervi meglio. La vostra presenza darebbe maggior prestigio anche a questo fidanzamento… -

 

No.

Non questa volta.

Non avrebbe ceduto.

Se ne sarebbe andato.

Basta.

Soffocava.

La pareti di quel Palazzo erano opprimenti, gli obblighi incalzanti, le riunioni noiose....

Andarsene.

Un’ultima boccata d’ossigeno.

L’ultima libertà prima di farsi sommergere totalmente dai suoi obblighi di erede.

Di Sovrano.

Di Marito.

 

-Ormai ho deciso.-

 

Si alzò deciso, avanzando passi lenti verso la porta.

La sua camminata fu presto interrotta da una piccola pressione sulla preziosa seta del kimono.

Rin tirò appena un lembo del vestito del Principe per attirare la sua attenzione.

 

-Rin va con Padron Sesshomaru!-

 

Gli sorrise allegra, lasciando la presa e mettendosi davanti al demone.

 

-No Rin. Non questa volta.-

 

Freddo e inespressivo, superò la bambina che continuava a fissarlo.

Non era arrabbiata.

Non era spaventata.

Era preoccupata.

Perché no?

Rin aveva forse fatto arrabbiare Padron Sesshomaru?

Cosa aveva fatto di male Rin?

Dove aveva sbagliato Rin?

No, Rin non aveva sbagliato.

Sesshomaru poteva leggere lo sconforto che le sue parole avevano procurato alla piccola umana, ma non le avrebbe certamente spiegato la ragione di quella scelta.

Non voleva nessuno.

Non Rin, non Jaken, nenahce Ah-Un

Nessuno.

Nessuno lo avrebbe accompagnato.

Nessuno lo avrebbe disturbato.

Avrebbe cercato da solo la forza per affrontare quella nuova vita.

Così diversa da quella che avrebbe volto vivere…

Ma che avrebbe rispettato.

Voleva godere da solo di quegli ultimi attimi di “vita”, perso nella sua foresta, nel suo spazio selvatico…

Godere dell’ultima goccia di tranquillità, assaporandola fino in fondo.

Da solo.

Dopo sarebbe stato a disposizione di tutti: del suo Regno, di sua Madre, della sua Sposa, di Rin,

Ma adesso voleva qualche giorno per sé.

Poche settimana da dedicare unicamente alla propria volontà e ai suoi desideri.

Da solo.

In libertà.

Senza rendere conto a nessuno.

 

Non render conto

a nessuno... libertà

o solitudine?

 

La Regina lo guardò basita e contrariata.

Non gli avrebbe obbedito.

Ne era certa.

E lei non aveva nessuna autorità per imporre il suo pensiero.

Poteva solo pregarlo, ma anche quello non era servito.

Fin da piccolo.

Non le obbediva quasi mai.

Ascoltava solo lui.

I suoi racconti, i suoi insegnamenti, i suoi ordini…

Solo lui.

Il suo idolo.

Il suo eroe.

Il suo unico Dio.

Se qualcuno si fosse azzardato a contraddire qualcosa che suo Padre avesse detto, si sarebbe guadagnato l’eterno odio per Principino.

Lui era il suo mondo.

La sua vita.

La sua certezza.

Almeno, fino a quel giorno lontano…

 

-E voi, Nobile Sakura? Non avete nulla da dire al vostro futuro sposo?-

 

Ecco il suo asso nella manica.

La Promessa.

Se Sesshomaru poteva apparire estraneo alle preghiere della Madre, cero non poteva ignorare le parole della Fidanzata.

Aveva dei doveri nei sui confronti.

Soprattutto visto che era straniera e sola, senza amici o parenti.

Secondo il protocollo, avrebbe dovuto starle vicino, aiutarla e istruirla insieme alla Regina.

Sakura afferrò con eleganza un germoglio di soja dalla ciotola, portando poi le bacchette accuratamente alle labbra.

Squisito.

Mastico con lentezza, tenendo gli occhi chiusi e assaporando il gusto fresco della piccola verdura.

Solo loro quattro erano presenti in quella stanza.

Solo loro quattro potevano pranzare assieme in quella stanza.

E, presto, il numero sarebbe sceso a due.

Al Re e alla Regina.

A lui e a lei.

Al Principe e alla sua Promessa.

A Sesshomaru e a Sakura.

Si pulì la bocca on il tovagliolo, tamponando appena.

Cena ottima.

Avrebbe preso presto una seconda portata, dopo aver ovviato a questo fastidiosissimo contrattempo…

Con indifferenza fissò gli occhi ambrati del Principe, in piedi dietro di lei.

 

-Vi auguro un buon viaggio Altezza.-

 

… e state via il più a lungo possibile…

 

Sesshomaru accennò un inchino col capo, per poi ritirarsi.

Sakura si voltò subito dopo, ricominciando lenta il solito rito del pasto.

Poteva chiaramente avvertire gli occhietti scuri di Rin alle sue spalle che la fissavano con odio.

La bambina aveva capito che lei lo avrebbe potuto fermare.

O, almeno, che avrebbe potuto provare.

Con stizza, uscì dalla stanza, rincorrendo la figura del Principe.

La Regina si alzò di botto, sedendosi al suo fianco e allontanandole la ciotola.

 

-Veramente non ho ancora finito, Reg…-

-Non ha importanza. Una Futura Regina non deve mostrare di avere appetito né mangiare troppo.-

 

Sakura sbuffò vistosamente, alzando gli occhi al cielo…

Ennesima ramanzina in arrivo.

 

-Principessa, forse non avete ancora capito come funzionano queste cose qui nelle Terre dell’Ovest…-

 

Sakura fece ruotare lo sguardo su tutta la stanza.

Non aveva voglia di ascoltarla.

Non voleva arrabbiarsi.

Non ora che la giornata terminava sotto le più rosee aspettative…

Se ne sarebbe andato!

Basta preoccupazioni!

Basta timori!

Basta paure…

Ultimamente il Principe era sempre molto impegnato con riunioni militari e il tempo dedicato a lei ridotto al minimo…

Però…

Lo incontrava qualche volta per i corridoi, mentre si spostava da una zona all’altra del palazzo…

E rabbrividiva.

Lo disprezzava.

Lo odiava.

Lo detestava.

Eppure…

Presto sarebbe stata sua.

Del tutto.

Senza mezze misure.

Completamente in suo possesso.

Proprietà di una persona violenta che non conosceva.

E questo pensiero bastava per far crescere in lei un sentimento di rivolta.

Il sangue che le scorreva nelle vene era comunque quello di un grandissimo generale, e la voglia di libertà le era stata insegnata dalle colline di Haru.

E nessuno poteva capire quanto fosse frustrante sapere di non potersi opporre.

L’essere costretta a sapere di dover sopportare tutto.

Ogni cosa lui voglia.

Certo, adesso che il fidanzamento era stato reso ufficiale, sarebbe stato quasi impossibile per i Sovrani dell’Ovest ritirare il contratto.

Qualunque fosse la sua condotta.

Però…

Nonostante il protocollo non lo prevedesse, come poteva esserne certa?

Come poteva rispondergli a tono, opporsi alle sue idee, fronteggiarlo fieramente… sapendo di poter mettere nuovamente in pericolo il suo regno?

Come poteva fidarsi di chi già una volta non aveva rispettato un patto?

Subire.

Qualsiasi cosa.

Ogni cosa lui avesse voluto.

Questo pensiero si insinuava viscido nella sua mente ogni volta che incontrava quello sguardo ambrato.

Nonostante si limitassero appena ad un cenno col capo o ad un inchino, tremava.

Paura.

Ebbene sì, paura.

Paura che decidesse di prendersi qualcosa che presto sarebbe stato comunque suo.

Paura di sentire il suo tocco sulla pelle.

Paura che chiedesse troppo e che lei dovesse acconsentire.

Certo, erano solo promessi e il protocollo reale non prevedeva una loro “unione” prima delle nozze.

Ma, ne era certa, se lui lo avesse voluto, nessuno glielo avrebbe potuto impedire.

Per quanto lei avesse chiesto aiuto, nessuno sarebbe accorso.

E perché mai?

In fondo fra poco più di un anno sarebbe stata comunque sua.

Certo, la Regina avrebbe probabilmente mormorato qualcosa riguardo alle regole che vigono fra quelle mira, ma non avrebbe dimostrato il minimo sdegno o dispiacere per quanto le era accaduto.

Tanto era già sua.

E ben presto lo sarebbe stata anche carnalmente.

 

Da una stanza

 All'altra la tua eco

Mi rincorre.

 

E che sollievo quando vedeva la sua elegante e odiosa figura sparire dietro una sojho aperta!

Che sollievo sentire le voci allegre delle dame che la accompagnavano ridere di frivolezze o ammonirla per un saluto troppo frettoloso!

Voleva dire che lui era lontano!

Che era fuori dalla sua portata!

Che era salva…

…almeno per il momento…

E adesso…!!!

Adesso che final,ente sarebbe potuta essere libera per alcuni mesi dalla sua opprimente figura…

No, la Regina non poteva rovinarle questo momento magnifico!

 

-Forse…-

 

Una parola biascicata senza pensarci.

Senza crederci veramente.

Ripetere come le montagne parole che sono rimbalzate, ma che no hanno lasciato alcun segno.

 

-Siete qui da noi da diversi mesi ormai Altezza. O desistito dal volervi trasformare in una perfetta dama dell’Ovest. Non lo sareste mai. Non capisco, eppure vi manca qualcosa del comportamento delle dame di questi territori… un po’ di astuzia femminile, una vena di finezza… o forse la possedete e non volete esternarla…

 

Il colore dei fiori

Avvolto nella foschia

Puoi nascondere,

ma almeno rubane in profumo,

o vento montano di primavera

 

Sakura, potete nascondere o evitare di apprendere le arti delle dame dell’Ovest, ma almeno cercate di rubar la loro essenza…-

 

La Principessa si voltò perplessa verso la Regina.

E’ vero, aveva seguito poco il discorso della sovrana, ma proprio no riusciva a capirne il senso…

 

-Prego? Temo di non capire Altezza…-

 

La Regina le riavvicinò maggiormente, fino quasi a sfiorarle l’orecchio.

 

-Eppure il mio è un ragionamento molto semplice…

 

Ora che sei sbocciato,

fa che il tuo fascino

trattenga il Principe!

Se andare lo lascerai, o fiore,

chi non ti riterrà a lui sgradito?

 

Sakura, siete una fanciulla dall’aspetto insolito e per questo affascinante qui nelle Terre dell’Ovest. Il giorno dell’annuncio del vostro fidanzamento avete avuto giudizi molto gradevoli per quanto riguarda il vostro incantevole aspetto, ma mi dispiace che non vogliate mettere a frutto i miei insegnamenti. Vi ho spiegato le migliori tecniche di seduzione, pratiche in cui le demoni dell’Ovest sono maestre. Certo, non mi meraviglio che voi, straniera, non ne abbiate la piena padronanza, ma almeno dovreste saperle usare… Tentate il Principe con il vostro corpo, irretitelo con il vostro portamento, stuzzicatelo con la vostra voce… qui a corte nessuno potrà vedere un buonaugurio nel viaggio del Principe! E magari chissà… magari qualche sfizioso penserà che non siete di gradimento del Principe…-

 

Con un gesto secco, Sakura sparì dietro la porta della stanza.

 

 

 


Chi era?

Rin a quell’ora doveva già dormire da un pezzo…

Sua Madre non si sarebbe mai mossa da sola…

E Jaken non si sarebbe mai avventurato nel giardino a quell’ora di notte…

Ma allora chi poteva essere?

Un suo soldato?

Impossibile, la guarnigione era dall’altra parte del castello…

Una spia?

E come aveva fatto a entrare?

Forse una delle dame di palazzo….

Però non si muovevano mai da sole, stavano sempre in gruppo…

Ma allora chi…

Forse un enuco, uno dei tanti seri del palazzo…

Ma perché recarsi a quell’ora in giardino, la notte prima che il Principe partisse?

Con attenzione scostò i rami bassi dell’albero, pronto ad attaccare un possibile nemico.

Sorpresa.

Ecco cosa lesse Sakura nei suoi occhi.

E ecco cosa vi lesse lui.

 

-Cosa ci fate qui? Non dovreste andare in giro a quest’ora di notte, da sola, Principessa…-

 

Sakura rabbrividì, vedendo gli occhi ambrati del principe scrutarla nel buio.

Tremò piano, stringendosi le mani attorno alle spalle in un abbraccio disperato.

No.

Non voleva dimostrargli che aveva paura.

Lei era la figlia di Kamigawa.

Lei era la Principessa di Haru.

Certo, l’essere sola in giardino a quell’ora di notte con il futuri consorte, non la tranquillizzava, ma non doveva mostrargli segni di cedimento.

Si allacciò meglio la vestaglia di seta pregiata, facendo aderire la stoffa viola al leggero vestito che indossava per dormire.

Un sorriso stentato.

 

-E Voi, Principe? Non dovreste essere nei vostri appartamenti a riposare? Il viaggio che vi accingete a fare domani sarà lungo…-

 

Il demone appoggiò stancamente la schiena al salice piangente, fissando l’eternità della notte.

 

Un ondeggiare

 Di salici piangenti

Scherza primavera

 

Un sospiro.

Forse non aveva cattive intenzioni.

Almeno, non ora.

Non era in una posa pericolosa.

Scosse piano la testa, maledicendosi mentalmente.

Silenzio.

Che si fosse offeso?

In fondo quello era il suo palazzo, poteva andare dove voleva quando voleva…

E non doveva certo rendere conto a lei!

Che fosse stata troppo brusca?

Ma che sciocchezze!!!

Si stava forse preoccupando per il morale di quell’assassino?

No, certo che no, ma se si fosse offeso e avesse voluto sciogliere il fidanzamento Haru sarebbe stata in pericolo…

Si morse un labbro.

Piccolo castigo per una bocca troppo abituata a parlare.

Anzi, a rispondere.

 

-Vi ha mandato mia Madre?-

 

Trasalì sorpresa.

La voce era calma e pacata.

Lo sguardo fisso sulla luna, quasi completa.

Forse non era arrabbiato.

Forse Haru era ancora salva.

Improvvisamente conscia del suo stato, Sakura si accarezzò i capelli, cercando di sistemarsi alla meglio.

Sciolti.

Finalmente.

Liberi dalle fisse e esagerate costrizioni di decorazioni esagerate e complicate.

Scosse un po’ la testa, ravvivandoli.

Solo nella sua camera, solo quando dormiva poteva tenerli sciolti e lasciarli in balia del vento che giocava con quei fili violetti.

Certo, erano troppo lunghi per la corte.

Superavano di molto la lunghezza del corpo, così da scivolare per terra.

Un sensuale strascico.

Anche se Sesshomaru non stava guardando in quella direzione, si sentì in dovere di sistemarsi.

Una donna doveva sempre essere perfetta di fronte ad un uomo, soprattutto se questi è colui che ha deciso di accollarsela.

La filosofia di vita della Regina.

La sua futura filosofia di vita.

Il demone argentato restava silenzioso in attesa di una risposta.

Non guardingo.

Non sospettoso.

Non impaziente.

Semplicemente immobile.

Eterno come la luna.

Affascinante come la notte.

La fama che si era guadagnato come demone affascinante era reale.

Nessuna falsità.

Nessuna finzione.

Le voci che i marinai e i mercanti le avevano portato, descrivendolo simile a un demone lunare, attraente e seducente nella sua staticità.

E perché allora dubitare delle altre voci?

Di quelle che lo dipingevano come sanguinante e ingiusto?

Come assassino e spergiuro?

Ne aveva avuto prova lei stessa, non aveva rispettato i patti…

Suo padre aveva torto.

Esiste gente infame.

Non è vero che tutti nascondono un lato oscuro e maligno così come uno solare e positivo.

Certe volte la realtà è proprio quella che si vede.

Si avvicinò prudente, cercando di prevedere ogni suo possibile movimento.

Con delicatezza appoggiò una mano sul tronco ruvido della pianta.

In fondo, prima o poi avrebbe pur dovuto iniziare a parlare con lui.

Avrebbe condiviso la sua vita con quell’odioso demone.

Tanto valeva provare a dialogare.

Almeno ne aveva l’intenzione.

 

-No. Mi ha chiesto di parlarvi e di convincervi a restare ma non ho alcuna intenzione di farlo.-

 

Il Principe mosse appena la testa.

Un movimento lento e delicato, quasi impercettibile.

Seducente.

Ma non provocante.

Sottintendeva una domanda.

Parole che non aveva il coraggio di pronunciare.

 

Perché…

 

-Voi ve ne andate per lasciare indietro i Vostri pensieri. Andandovene, allontanate anche i miei.-

 

Il tuo andare

Il mio restare

Due solitudini

 

Niente.

Nessuna reazione.

Nessuna emozione.

Possibile?

Possibile che quel niveo demone fosse davvero immune ai sentimenti?

Sakura sospirò, appoggiandosi al tronco dell’albero.

Vicino a lui.

Non le faceva paura.

Non lo capiva.

Ma non lo temeva.

Non adesso.

Se anche non ci fosse stato, non se ne sarebbe accorta.

Silenzio.

Alzò gli occhi al cielo, immaginandosi come sarebbe stata la sua vita fra qualche anno, al fianco di quel marito.

Sorrise smarrita.

Anche volendo, faticava ad avviare una discussione con lui.

 

La notte d’estate,

mentre è ancora sera,

già si schiude all’aurora.

Dove, fra le nubi,

si è rifugiata la luna?

 

Silenziosi spostarono lo sguardo sull’astro, seminascosto fra le foglie del salice.

Magica.

Stregata.

Incantata.

 

-Occupatevi di Rin…-

 

Si scosse sorpresa.

Si stava veramente preoccupando per quella piccola umana?

Dalla reazione della bambina a cena, si era accorta che i suoi sentimenti erano sinceri.

Eppure…

Eppure lui odiava tutti i diversi…

O no?

Quel Principe l’avrebbe fatta impazzire!!!

Ormai si era accorta di aver giudicato male inizialmente il legame che li univa.

Sesshomaru non si approfittava di Rin.

E neanche se ne occupava esageratamente.

Ma… allora?

 

-Lo farò volentieri, sempre che la piccola me lo conceda. La trovo leggermente sostenuta nei miei confronti… Ancora non capisco perché la teniate con Voi… -

 

Pronunciò quelle parole col sorriso, ricordando il primo “scontro” che aveva avuto con Rin.

 

-Chissà…-

 

“Sostenuta”…

Meglio dire decisamente avversa…

Lo aveva capito Sesshomaru, quasi da subito.

La gaiezza e la felicità di Rin generalmente accoglievano con festività chiunque…

Così era stato per lui, così per Jaken, per Kohaku, per sua Madre, per le Istitutrici…

Eppure Sakura non era stata ammessa in questo largo circolo.

Si era accorto di come la piccola, sempre ben disposta e gentile con tutti, risultasse acida e ostile alla futura Regina.

Eppure, ne era certo, la Principessa non aveva fatto nulla per meritarsi un trattamento simile.

Le sorrideva sincera ogni volta la incontrasse…

Incontro certamente casuale in quanto Rin cercasse in ogni modo di evitarla.

Avrebbe sistemato anche questo.

Ma dopo il viaggio.

Dopo interminabili minuti, con un movimento fluido, Sakura si staccò dal tronco, inchinandosi al Principe.

 

-Ora è meglio che vada. Se vostra Madre ci vedesse assieme così e a quest’ora, non oso immaginare le torture che mi serberebbe per domani. Ci saluteremo meglio domani. Intanto, ecco! Prendete! A causa del Vostro inaspettato annuncio Vostra Madre mi ha costretta a rinunciare al pasto… per questo ho atteso che tutti dormissero per poter andare in cucina e compiere questo piccolo furto. Prendete pure! Anche Voi non avete mangiato molto… questo nostro incontro serale rimarrà un segreto…-

 

Sesshomaru prese colto alla sprovvista la metà della piccola focaccina che la ragazza gli offriva.

Piccolo pegno per mantenere il segreto.

Vide il sorriso di complicità di lei sparire presto oltre le foglie piangenti.

 

 

 

 


Un ringraziamento a:

 

Crilli:Ciao! Bene bene… sono proprio contenta! Hai tirato in ballo degli argomenti che avrei approfondito in eventuali note! Primo fra tutti l’astio di Sakura nei confronti di Sesshomaru… Questa antipatia è dovuta a racconti di commercianti e marinai, da commenti del padre e da comunicazioni di viandanti spesso no troppo fedeli ma, si sa, non c’erano vie di comunicazioni troppo sicure un tempo e comunque Sesshomaru, all’inizio della storia, si presenta come profondamente “cattivo” e “anti-umani”… la mente di Sakura è plagiata, sottomessa a pregiudizi del suo popolo nei riguardi dei vicini un po’ troppo “bellicosi”… e adesso passiamo alla piccola, dolce Rin! In questa storia ho provato a fare un piccolo esperimento: Rin non è più solo la dolce bambina che accompagna Padron Seshomaru e sempre disposta ad accogliere tutti (soprattutto i nuovi personaggi delle fic) in modo benevolo e ad affezionarcisi immediatamente… qui Rin è una ragazza, un’adolescente (ma ricordiamoci che nel Giappone di questo periodo le ragazze si sposano molto giovani..) che ha i primi batticuori (per Kohaku) e inizia a pensare con la sua testa… e vede in Sakura una possibile “rivale” nel cuore di padron Sesshomaru per cui ha un affetto fraterno fortissimo. In altre parole, Rin soffre di un sentimento completamente umano e naturale: la gelosia. Al contrario Jaken, spesso odiato e criticato nelle fic in quanto non accetta nessuno e odia a livello epidermico ogni fanciulla si avvicini al suo Padrone, i questo caso ammira e venera la sua futura Regina, in quanto vista come legittima vicina del Padrone. Esperimenti insomma, fammi sapere cosa ne pensi! Grazie mille per il commento e spero di sentirti presto!!!Bacio!

 

Celina: Eh il protocollo darà ai nostri “fidanzatini” parecchi problemi… ma saranno superati (almeno credo…!!!!) Sesshomaru resterà cos’ almeno per un po’.. per quanto provi a farlo addolcire, non ci riesco! Però in questo capitolo si è un po’ ripreso, non trovi? E comunque Sakura non sembra lo stesso molto ben disposta ad accettare l’aiuto del “fidanzatino”… Vedremo come si evolverà la vicenda! Sperando che non ti sia messa a piangere (scusa ma ho fatto delle ricerche impensabili per questo capitolo! Finora è il più sudato! Speriamo ne sia valsa la pena! Ma questo me lo dirai tu, giusto?) grazie mille per il commento!!!! Un bacio!

 

Gemellino Dolly:L’addio è stato tristissimo… ma pensa allora a quanto sarà festoso il rincontro! Mamma mia che paura! Ti immagini? Essere sola soletta in una regione straniera, in un palazzo straniero, con il tuo futuro sposo che neanche consoci! Un incubo! Però, appena vedi lo sposo, non vedi l’ora che si avvicinino le nozze!!!! Che c’è!?!!? Devo forse ripeterlo che AMO Sesshy?! EPr quanto riguarda Sango e Miroku… d’accordo, anticipo che ci saranno, ma non farmi dire altro o ti rovini tutte le sorprese!!! Sakura è un carattere molto forte, che in certi tratti mi somiglia e in altri si discosta (in effetti come carattere sono più simile a Nemesi, ma credo che ogni personaggio un autoreti metta parte di sé, volente o nolente….) comunque i suoi sforzi saranno premiati! Io propri non capisco perché si lamenti!!!! Va in sposa a Sesshy!!!!! Cioè, voglio dire, non sono cose che capitano tutti i giorni!!! Potrei prendere io il suo posto se vuole!!!! Non ho un regno, ma Sesshy me lo prenderei volentieri lo stesso!!!! Beh, spero di sentirti presto!!!! Ti voglio bene anch’io!!!!! E, a proposito di bacio… complimenti per il tuo “caliente” incontro con Kohaku! Spero sia ben sugurante per il mio bacio con Sesshy! Un bacio (a te!) intanto!!!! Ciao!

 

Ayrill:Finalmente qualcuno che apprezza Sesshy-cuore-di-ghiaccio!!! Vero che sottoforma di stronzo è ancora più bono!!!! Per quanto riguarda i miglioramenti… giudica tu! Per quanto riguarda invece i tempi… sono desolata ma ho dovuto riprendere in mano molto materiale per questo capitolo (poche cose sono inventate, la maggior parte sono realtà di quel periodo giapponese adattato alla natura demonesca… un lavoraccio!!!) Però il prossimo aggiornamento lo farò prima, sono già a buon punto con l’altro capitolo! Ma sono curiosissima di sapere cosa ne pensi di questo!!! E’ abbastanza importante (insomma, si consoce un po’ meglio i pensiero di Sakura e Sesshy è più presente) in altre parole… la storia è iniziata sul serio!!!! Ho le lacrime agli occhi!!!! Grazie per le belle parole e spero di sentirne altre (umile neh!? Insomma, mi piacerebbe sapere cosa pensi di questo capitolo!) Un bacio!

Kiaki- san: beh… che dire

Kiaki- san: beh… che dire.. sorpresa!!!!! Finita Nemesi inizia Sakura! Fra la tristezza di una fine  e la gioia di un inizio! Ciclico, come la vita… sono in vena di poesie in questo periodo!!!! Grazie mille per il commento e prometto che cercherò di velocizzare i tempi !!!! Ciao!!!! Un bacio!

 

 

Ary 22: Myioga e Totosa mi servivano per far nascere in voi lettori la domanda “ma Inu che fine ha fatto”? Sesshy sciogliersi!?!!?!?!? Ma quando mai!!!! Se lo fa non mi resterebbe niente di lui (e sarebbe un vero peccato…) Un mega bacio super speciale!!!!! A presto!!!

 

Sesshydil: Silenzio!!!!! Da quello che scrivi mi sembra che tu abbia già capito molte cose della storia!!!! Non svelarle! E almeno il dubbio su che fine ha fatto Inuyasha, te lo lascio! Ma guarda te! Uno si costruisce una trama, contorta, con tutti i rimandi…e poi vieni tu a rovinare tutto! No, scherzo!!! E’ che dal commento si capiva che ti è piaciuta come storia!!! E sono contenta! Questo capitolo invece, come ti sembra? Un bacio!

 

Flori: Ecco cosa succede!!! Delusa? Ti aspettavi altro? Grazie mille per il complimento! L’importante è che sia uno stile comprensibile (nonostante la mescolanza di prosa e versi) senza necessariamente avere troppi riferimenti a parole giapponesi! Che dici? Così va bene? Un bacio!

 

Sesso 94: benissimo!!!! Allora a te Naraku e a me Sessho!!!! Affronterei qualsiasi protocollo per stare con lui!!!! Cmq, anche Naraku come amante non sarebbe male… fa o stesso se ti prendi Jaken e io mi tengo tutti e due gli altri!?!? Totosai un po’ sbandato dici? Beh, l’età passa per tutti!!! Scherzo, ma se non sbaglio Totosai finge vuoti di memoria spesso, vero? Beh, ho voluto un po’ esagerare questa sua caratteristica! Povero Jaken! Per una volta che uno non lo picchia, lasciamolo godersi questi pochi attimi di pace! Per quanto riguarda la teoria su Ino… non dico niente! Se vuoi sapere se hai ragione contattami! Ti posso anche svelare tutto ma non lo faccio qui per rispetto verso chi non vuole saperlo… dico solo di non fossilizzarti su un’idea.. presto verranno altri indizi e allora…. Grazie mille per i complimenti! Un bacio!

 

Ladyhelllsing: Rin avrà un ruolo mooolto importante! Certo, dovrò allontanarla nei momenti di intimità(insomma, è ancora minorenne!!) dove la coppietta dovrà imparare a cavarsela da sola, ma sarà diciamo molto utile oltre che una cara amica di Sakura… Grazie mille per i complimenti! E che te ne pare delle teorie di un tempo sul “nascere femmina”? Un bacio!

 

Valey_Ivanov: Sarebbe simpatico vedere se Sakura e Nemesi andrebbero d’accordo.. che dici? Fatico a immaginarle assieme però.. potrebbe essere uno spunto molto interessante! Comunque l’ambientazione e il contesto come avrai visto è molto diverso da Nemesi… qui vedo meglio una Sakura vicino a Sesshomaru.. non so… forse perché sono entrambi demoni… boh! Forse perché essendo l’autrice mi sono affezionata a entrambi i personaggi!!! Per l’indirizzo…

 

Allora:

 

acquadilete@hotmail.it    Per avere informazioni, per contatto msn o qualsiasi altra cosa…

acquadilete@gmail.com    per avere le immagini di Sakura e compagnia (Haru, Sesshy, Regina, Kamigawa, Kaminari, Ami, Toryu…)

 

Un Bacio!!!

 

 

Grazie a tutte!!!!

Fatemi sapere cosa ne pensate!!!!

A presto!!!!

 

Lete

 

 

   
 
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