Adii
Adii
Capitolo 30
-Mhm…-
Qualcosa di caldo le
stava sfiorando il volto, come un leggero vento primaverile che si portava con
se tutti i profumi di quella stagione.
Ma non era il vento.
Era qualcosa di
luminoso.
Ma non erano neanche i
raggi del sole.
Stancamente socchiuse
gli occhi.
-Ben sveglia, piccola
principessa.-
-Doremi?- chiese piano
la ragazzina dai lunghi capelli color dell’oro.
-No, non sono lei.-
Iniziò a focalizzare che
le era accanto, il dolce volto ovale era incorniciato da dei lunghi capelli
rossi di una tonalità così strana da renderla rara, eppure le era familiare,
erano gli stessi in cui aveva affondato il volto non sapeva più quante volte,
cullandosi nell’abbraccio di una mamma tanto dolce quanto giovane. Cercò i suoi
occhi, per chiedere tacite spiegazioni e allora capì che, per quanto simili,
quella non era la donna che l’aveva cresciuta, due splendenti occhi verdi le
dimostravano che non poteva essere così..
-Chi… chi sei?-
-Ah, sono… qualcuno che
non c’è più…-
-Come? Sei un
fantasma?!- chiese la ragazza un pelino in ansia diventando improvvisamente
lucida.
-Ah-ehm, non
esattamente, ma il concetto è quello *goccia*-
La ragazza si tirò a
sedere di scattò… peccato che quasi non le venne un mezzo infarto… era
circondata, da… cioè, non era circondata…si guardò intorno perplessa, non era
circondata da niente, se non energia, luce dai caldi colori del rosso e
dell’oro.
-D-dove sono?- adesso ai
lati del visto avevano fatto la loro comparsa due dolci lacrimoni.
-Dentro una colonna di
energia.- esclamò tutta contenta.
-Dentro una cosa?-
ripeté la ragazzina con un sorrisino nervoso sulle labbra.
-Un’enorme colonna di
energia altamente distruttiva, ad essere sinceri.-
-Aaah-
La donna guardo la
biondina muoversi un po’ a scatti… effettivamente avrebbe potuto essere un più,
ehm… delicata. O, come le aveva sempre detto suo marito fino alla nausea, usare
più tatto.
-Tranquilla, non siamo
in pericolo.-
-Davvero?-
-Mbhè, io no, sono già
morta, tu… non credo.-
-non credi?-
La rossa diede qualche
colpetto di tosse per tentare di levarsi dall’impiccio… forse Damon aveva
ragione con la storia del tatto… ma solo un po’, ovvio!
-Come non
CREDI?!?!?!-
Forse un po’ più di un
po’.
MajoMèlos iniziò a fare
una delle cose che le riusciva meglio in assoluto: l’arrampicata sugli specchi.
-Ecco, solitamente
nessuno sano di mente si avvicinava mentre veniva steso il marchio… non esiste
un precedente, almeno uno che io ricordi, ma da quanto ne so chi si avvicinava
troppo veniva distrutt- guardò l’espressione della piccola… ops, che cos’aveva
detto? Ritentiamo:- Ma sono solo dicerie, dopo tutto senza contare che, il
marchio non era MAI così esteso e potente. E po-
-Sono ancora viva?-
Le labbra della regina
si piegarono in un dolcissimo sorriso.
-Sì-
-Per ora.- aggiunse
sconsolata la piccola.
-Non ti farebbero mai
del male, ormai dovresti averlo capito, tengono molto a te.-
-Chi… ? Ah, loro.. –
Hanna strinse i pugni più che poteva:- Io… non volevo, ma…-
La donna si avvicinò
alla piccola… dio, quella bambina era sua nipote.
Certo, non avevano un
legame di sangue.
Ma era veramente una
cosa importante?
No, certo che no.
Abbracciò la streghetta,
proprio come avrebbe fatto una mamma:- Tranquilla.-
-Che cosa ho fatto…?- si
strinse alla strega.
Strano… lei e Doremi
avevano lo stesso calore, lo stesso profumo… ma la persona che le stava accanto
era… fuggevole, fragile… composta della stessa sostanza di cui sono fatti i
sogni.
Era solo l’ombra di ciò
che era stata.
Una strega potente e
buona.
Hanna si morse un
labbro, conscia di avere il volto ormai macchiato di lacrime.
-Non sono arrabbiate con
te, ti vogliono bene più che a loro stesse.-
-Ho cercato di
distruggere il legame che le univa, ho quasi ucciso la regina e Doremi…-
-Non eri in te…-
Si scostò con foga dalla
donna.
-E allora?! Non ero in
me, e per questo posso essere perdonata come niente?! Ho fatto del male alle
persone a cui tengo di più, che mi hanno sempre dimostrato amore!-
Ma se la principessa
credeva di avere a che fare con una persona come tutte le altre… mbhè, avrebbe
avuto una bella sorpresa.
-E quindi?- sbottò la
donna portando le mani ai fianchi e iniziando a parlare con uno strano cipiglio
autoritario:- Visto che hai sbagliato adesso dovresti compiangerti invece di
dare una mano?-
-Ma… ma io…-
-Ovviamente, invece di
rialzarsi restiamo sedute a terra nel dolce far nulla.-
Ecco, adesso anche Hanna
si stava innervosendo, quella donna sembrava nata per farle saltare i nervi –
non sapeva che, in molti, avrebbero giurato esattamente la stessa cosa.
-NO, MA CO CHE C-
-Con che coraggio? Non
lo so, fatti tuoi, usa la tua faccia tosta.-
-Facile per lei, ne ha
così tant-
-Di coraggio, sì!- ehm,
come definire la donna se non gasata?
-No, di faccia tosta!-
-Ehi!!-
La biondina fece un
ampio sorriso, voleva vedere la sua “faccia tosta”? Eccola!
-Impari in fretta.-
stravolgendo tutte le previsioni della streghetta la rossa scoppiò a ridere.
“Lunatica”
-Sì- tubò tutta
contenta:- lo sono.-
Ancora una volta lo
sguardo della piccola era allucinato.
-Oh, adesso dobbiamo
andare… fa attenzione.- il modo con cui la MajoMèlos cambiava tono ed
espressione era… strano, preoccupante oserei dire. Fatto sta che adesso era
seria, seria come raramente era.
-Attenzione a cosa?-
Hanna si bloccò,
incantata da quel sorriso dolce, ma un po’ malinconico.
-Alle persone false che
ti circondano.-
-Le pers… oh, no.-
terrore, terrore allo stato più puro e terribile:-Loro non-
-Tenta di avvertirle, ma
tutto accadrà molto in fretta, non ne avrai il tempo.-
-Tenterò- il sorriso
della donna si estese ancora più, sì, la sua Doremi era proprio una brava mamma.
Si piegò sulla biondina dandole un leggero bacio sulla fronte.
Un segno di buon
augurio.
Hanna sussultò, si sentì
attraversare da una scarica di energia incredibile… non aveva mai avvertito un
potere simile.
- Chi è lei?-
Ma non ricevette mai
risposta e la luce ingoiò ogni cosa.
Doremi scosse
leggermente la testa…. Dio, le girava tutto…
Aveva la vaga
impressione che il suo stomaco fosse pronto per andare a farsi un paio di giorni
di vacanza al mare,così, tanto per fare qualcosa di diverso ogni tanto, senza
rischiare la pelle… ma lo stomaco non aveva mica la pelle, no… ? E poi c’erano
andate da poco, al mare ed ecco com’era finita…
-Ma che diavolo…?-
-Sinfoni?- Doremi
socchiuse leggermente gli occhi, per cercare di vedere l’amica che aveva appena
parlato.
Uhm, bianco.
Vedeva TUTTO bianco,
come dopo che qualcuno ha la brillante idea di farti una foto con il flash a due
centimetri dal volto.
Il massimo quindi.
-Doremi, sei tu?-
-Melodì?-
-Sì… Mindy? Bibì?
Lullabi?-
-Presente.- sibilò Bibì
strofinandosi gli occhi:- però vedo unicolor.-
-Pure tu?-
-Aha-
La principessa,
innervosita, tentò di rimettersi in piedi… un profondo senso di stanchezza
l’avvolse facendola ricadere rovinosamente al suolo.
-AHIA.-
Non bastava non vedere
niente di niente, nooooo adesso non riusciva neanche a stare in piedi!!
-Doremi?-
Sbattè un paio di volte
gli occhi, riuscendo a distinguere qualcosa… un ombra…
“L’ombra” in questione
le prese dolcemente la mano, tirandola su, in piedi.
-Piccola, stai bene?-
-Più o meno… -
Sorrise, adesso riusciva
a distinguere, anche se solo vagamente, i lineamenti del volto del ragazzo.
Si diede una veloce
occhiata intorno.
Xander stava aiutando
Bibì ad alzarsi, anche se non sembrava molto… ehm… incline a ricevere l’aiuto
del bi-colore.
-Uhm, quel calcio deve
aver fatto male.- doveva aver pensato a voce alta visto che sentì Mike reprimere
una risata.
Sinfoni si era alzata
ostinatamente da sola e adesso stava aiutando Melodi.
Alex stava tirando su
Lullabi mentre Ruyji Mindy.
Continuò a guardarsi
intorno, mentre un’idea terribile si faceva strada nella sua mente, ma
soprattutto, nel suo cuore.
Hanna?
Dov’era finita la sua
bambina?
Che quel raggio di… di
neanche lei sapeva cosa le avesse fatto del male?
No, no, no, non era
possibile… non…
Sentì Mike stringerle
leggermente il braccio, alzò il volto su di lui che le indicò semplicemente le
sue spalle… e si girò.
Lentamente, con il cuore
in gola, tremando per il terrore, ma lo fece..
E la vide.
Addormentata fra le
braccia dell’ex regina, tenendo Pahò con un braccio come se fosse il suo
orsacchiotto preferito, i lunghi capelli biondissimi giacevano sciolti sulle sue
spalle, leggermente mossi dal vento.
Le salirono agli occhi
calde lacrime di felicità.
Stava bene.
Stavano bene.
Sentì una leggera
pressione sulla spalla…
Alzò di scatto la testa
e… la regina, con la piccola Dodò addormentata sulla sua spalla, le sorrise, un
sorriso stanco, certo… ma un incoraggiamento, un ringraziamento, una
rassicurazione, ma soprattutto un… che diamine sta succedendo?!?!
-Ehm… ecco^^’’’-
-Dopo- sospirò la donna.
-Dopo.- sibilarono le
apprendiste.
-Certo.- l’avrebbero
fatta a pezzi, lo sapeva.
-Ma cosa…?!-
Hikari si stava
guardando intorno sconcertata.
Come tutti gli altri
membri dell’armata della luce, del resto
Niente.
Dei loro nemici non era
rimasto niente, forse erano fuggiti…
Ma nessuno di loro ci
credeva veramente, sentivano nell’aria una strana energia, qualcosa di
assurdamente potente e familiare. Qualcosa che finalmente era tornato a
splendere, anche per loro.
Con passi lenti e
stanchi si avvicinò al Primo Ministro:- Scusi lei sai cosa…?-
La donna si girò di
scatto verso di lei, provocandole un mezzo infarto, e con un sorriso talmente
luminoso e sincero da distruggere ogni preoccupazione la vide alzare l’asta
magica al cielo:- E’ finita! Per questa volta ABBIAMO VINTO!!-
Ma, ahimè, non tutti
erano della stessa idea.
C’era chi ancora non era
disposto ad arrendersi e ad accettare una sconfitta, perché, questa volta,
difficilmente se la sarebbe cavata con un sorriso e qualche lacrima da
coccodrillo.
Hai voluto il potere?
Per un briciolo di
energia hai distrutto tutti coloro che ti circondavano?
Bene, gioisci, perché
ora che hai perso puoi farlo, puoi mostrare quel potere per cui hai venduto
l’anima al diavolo.
Per cui hai ucciso.
Per cui hai deciso che
non valeva la pena amare chi, invece, teneva a te con tutto il cuore.
-Sbrigati.-
-Aiutami.- sibilò la
donna disperata.
-Vorrei, ma non posso,
non questa volta, loro…-
-Sono sotto esame, ho
capito.- mormorò esasperata, tentando di aiutarsi il più possibile con il suo
bastone.
No… non erano lontane
loro potevano… lei poteva…
Ancora poco, le bastava
solo qualche minuto.
Pochi passi e sarebbe
arrivata.
Pregando che non fosse
tardi.
Perché per quanto quelle
ragazze possano essere potenti un attacco alle spalle è letale, sempre.
Forse non per tutte
loro, ma se poteva doveva riuscire a salvarne anche solo una.
Questa era la posta in
gioco, vite con un grande avvenire destinate a brillare come stelle luminose nel
cielo della storia.
E mentre anche le
apprendiste tiravano un sospiro di sollievo qualcuno digrignava i denti, furiosa
con quelle mocciose che si stavano mettendo fra lei ed il potere.
Nessuno doveva osare
farlo.
Nessuno.
Con movimenti troppo
veloci per essere quasi in fin di vita si alzò da terra.
Adesso basta.
Quelle insolenti si
erano spinte troppo oltre.
E lei, ormai, non aveva
più nulla da perdere.
Xander osservò
esasperato quella bambinetta dai capelli rosa che gli ringhiava contro.
Dio, aveva solo detto
che era meglio se tornava all’asilo!
Neanche l’avesse presa
in giro, perché lui non stava scherzando.
Quell’infantilismo…
La mania di credersi
sopra a tutti…
Il suo stesso modo di
fare…
Lo irritavano
profondamente.
Sorella della
principessa o meno l’avrebbe volentieri vista in un deserto, mezza morta per
disidratazione, il più possibile lontano dalla sua persona.
-Senti, mocciosa, modera
i termini se non vuoi finire male!-
-Taci capellone! Non ho
paura degli idioti come te!-
-Idiota?! Brutta
mocciosa viziata, fa silenzio!-
Ma che disidratazione!
Mangiata dagli sciacalli! Ecco come doveva finire!
Con la coda dell’occhio
notò un movimento alle spalle della ragazzina, ma non se ne curò.
Era normale che una
persona si alzasse da terra, no?
E mentre qualcosa gli
diceva che doveva smuoversi, che c’era qualcosa di profondamente sbagliato,
qualcuno realizzava una cosa molto pericolosa.
Quella mocciosa con li
capelli rossi aveva un cuore così grande.
Così puro.
In che modo avrebbe
sofferto di più?
Colpendola in prima
persona?
Nh, ne dubitava. Certo,
ucciderla sarebbe stato fantastico, ma terribilmente complicato e alquanto
difficile – dubitava di essere abbastanza potente per osare una mossa del
genere.
Volente o nolente la sua
stessa magia l’avrebbe aiutata.
E poi un cuore tanto
buono può essere distrutto in un solo modo…
Uccidendo qualcuno
vicino alla sua anima, qualcuno sia una parte integrante del suo cuore
I suoi occhi azzurro
cielo si posarono su una testolina di buffi capelli rosa…
Quella mocciosa era
stata così irritante, e lei si era dovuta comportare così maledettamente
bene…
Alla sua partner quel
caratterino era piaciuto.
Ma lei non era quella
stupida che non si accorgeva neanche delle cose più ovvie.
-Sbrigati!-
-Lo so, ma… io…-
rallentò sentendo il sangue alle labbra.
-Mesgi, ti prego!-
-Brutto stupido di un
ragazzo.-
-Stupido di un ragazzo?
Ma che razza di offesa è, mocciosa? Non sai inventarti niente di meglio?-
sogghignò Xander.
-Oh, ma sta zitto!-
sbottò Bibì.
-Tsz, non prendo ordini
da poppanti. Ed ora dai, da brava, torna a farti cantare le ninna nanne dalla
mamma e lascia lavorare gli adulti, su!-
-Sei un-
Un lampo di luce azzurro
sporco, come il cielo prima di una tempesta.
La terra squarciata in
due distruggendo il poco che restava di quel campo fiorito.
E… due braccia calde che
le cingevano la vita.
Eh?
Bibì sbatté un paio di
volte le palpebre vedendo tutto… blu?
Il suo primo pensiero fu
quello di essere stata di nuovo semi accecata, ma… quella sembrava stoffa.
Stoffa blu che si alzava
a scendeva in modo ritmato.
Silenzio.
Sbiancando per il
disgusto alzò lentamente il volto, posando gli occhi su un volto latteo
incorniciato da morbidi capelli blu con alcune ciocche nere ormai sfuggite alla
coda.
Ma come… come osava?
Aprì la bocca per
dirgliene di tutti i colori, ma qualcosa la bloccò.
Non lo conosceva da
molto, ma… quell’espressione d’ira e d’odio allo stato puro la fecero tremare
fin nell’anima.
Ringrazio di cuore che
non fosse rivolta a lei, ma a qualcuno che le era impossibile scorgere.
Tentò di girarsi, ma le
braccia del ragazzo la tenevano stretta fin quasi a farle male… sembrava
quasi protettivo.
Fece una smorfia al suo
stesso pensiero.
Protettivo?
Quell’idiota?
Ma non scherziamo!!
-Xander.- sibilò:-
Lasciami.-
Lui non rispose, si
limitò a sfiorarla con lo sguardo, due occhi gelidi come il ghiaccio si posarono
sui suoi rosa.
-Che… che cosa…?-
La tirò su di peso,
senza lasciarla:- Va da tua sorella.-
-Ehi! Non pos-
-Bibì- ringhiò mentre
una luce sinistra cambiava i suoi occhi:- Non discutere, vuole ucciderti e
contro una strega potente come lei non avrai neanche il tempo di dire A.-
-Quale strega?!- chiese
esasperata la piccola.
-Va da lei e basta.-
-Lo farei…-
-Bene fallo.-
Lo sguardo divertito
della bambina lo fece rabbrividire, aveva un brutto presentimento:- Se mi lasci
andare…-
Sbuffando come una
locomotiva a vapore la mollò di scatto, conscio che questa figuraccia
gliel’avrebbero rinfacciata a vita.
-Finito di chiacchierare
e di fare il pedofilo?-
-Mike, vuoi morire?-
sibilò all’indirizzo dell’idiota che aveva osato parlare.
-Oh, sarebbe
un’esperienza davvero interessante, sai?-
-Perfetto, allora perché
chiedi non a lei di farti questo favore? Sai, io non vorrei macchiarmi la
maglietta… adoro questo colore. Senza contare che sarebbe lieta di
accontentarti, vero Ministro Lirin?- il tono profondamente sarcastico sembrò
scontrarsi con quello maledettamente dolce di lei.
-Certo, tesoro, ma anche
la tua maglietta verrà macchiata di rosso, lo capisci questo, vero?-
Doremi osservò senza
fiato i lunghi capelli biondi che si muovevano dolcemente grazie ad un vento
inesistente.
Quel volto così dolce,
in cui erano incastonati due occhi azzurro cielo… oh, com’era bella.
Sì, era una delle donne
più belle che avesse mai visto, anche se aveva il volto macchiato di rosso e di
terra non perdeva quella bellezza irreale che, dietro a quel perenne sorriso,
non era mai riuscita a vedere.
Come non era mai
riuscita a vedere la sua anima sporca e nera.
-Perché?-
Quel volto non toccato
dai secoli si contrasse in una smorfia annoiata:- Per l’unica cosa che realmente
conta, il potere.-
-Mesgi?-
-Mpf, buona dentro
quanto aspra fuori. Ma che ti aspetti? Le guerre cambiano le persone, i sensi di
colpa distruggono i sopravvissuti, e li rendono incapaci di vedere l’ovvio
semplicemente perché bramano un pezzo di paradiso. Adesso è morta.-
-Morta?- chiese Melodi
portandosi una mano di fronte alla bocca, terrorizzata.
-Le persone buone
muoiono sempre.-
-Non è vero, It is the
bene che vince.-
-Sicura? Proprio tu che
vivi nel mondo degli esseri umani? Nelle favole la giustizia trionfa, ma ti sei
mai guardata veramente intorno?-
-Certo, e ho conosciuto
tante persone buone!- Urlò Mindy con gli occhi incendiati d’ira.
-Come il tuo mentore?
Che è morta?- la biondina indietreggiò, impallidendo.
-Oh, ma sta zitta.-
sbottò Lullabi:- esiste un intero ordine del bene!-
-Certo, e guardalo ora,
decimato, senza terra e senza regin- si bloccò di colpo, posando i suoi occhi
chiari su quelli scuri di Doremi:- Che stupida! Sono stata cosi cieca!- e
ridacchiando fece apparire la sua asta:- Mi correggo, con una principessa
bambina che fa solo magie a caso, vero Harukaze? O dovrei chiamarla Fons? Ah,
principessa?-
Doremi si mosse
nervosamente, mentre una sola parola risuonava nella sua mente.
Opss
Osservò le espressione
sbigottite delle sue amiche, mentre si trasformavano in maschere di furore.
-D-O-R-E-M-I-
-Dopo?- nicchiò lei.
-DOPO!-
Ripeteva.
Opss.
Vide quel maledetto di
Mike ridacchiare.
-Mike…-
-Scusa piccola, la
smetto… poi ovviamente voglio godermi la scena… Alex, Xander, Ruyji, si
accettano scommesse!!-
-Ma brutto…-
-No, no, non sono
brutto, anzi, modestamente sono un bel ragazzo!- tubò tutto contento il moretto.
Silenzio.
Stendiamo un velo
pietoso.
-Ma ragazzi.- iniziò
Lirin con aria fintamente offesa:- Non sta bene ignorare il nemico, su,
sbrighiamoci così vi ammazzo come ho fatto con i vostri genitori.- e gli sorrise
dolcemente.
Un silenzio saturo di
gelida consapevolezza e di odio scese su di loro mozzandogli il respiro.
Certo, se era lei la
traditrice…
Ma parlare così, senza
un minimo di rimpianto.
Senza rispetto…
Un basso ringhiò salì
alle labbra di Alex, le iridi rese più scure dall’ira.
-Oh, poverini, tasto
dolente?-
-Muori.- sibilò lui in
risposta, notando con la coda dell’occhio un ombra avvicinarsi alla strega. Si
morse le labbra, promettendosi di stare zitto e di non seguirla con lo sguardo.
Poteva essere un nemico
quanto un amico, ma…
Lirin non si accorse di
nulla, troppo ebra di gioia – finalmente… finalmente poteva mostrare a tutto
quello per cui aveva così duramente lavorato.
-Sì, probabilmente
accadrà, ma, vedi, io amo la compagnia, quindi mi porterò qualcuno con me! Senza
offesa per quelli che resteranno… ma non credo di riuscire ad uccidervi tutti.-
cinguettò felice.
Disgustosa.
Ma potente.
Alzò una mano al cielo,
parallela alla testa.
-Vediamo un po’, devo
finire con la mocciosa con i capelli rosa… poi vediamo gli altri…-
La sfera che si creò
dalle sua mani possedeva un’energia che molti non osavano neanche sognare.
Aveva fatto tutto quello
per il potere, no?
Bhè, lo aveva ottenuto.
Peccato che gli dei non
le avessero concesso la possibilità di usarlo.
Oh, almeno poteva
divertirsi come preferiva, poteva…
Li avrebbe uccisi,
sorrise, non tutti, ma avrebbe fatto a pezzi almeno qualcuno di loro.
Con movimenti lenti e
fluidi portò la mano parallela al busto pronta a colpire.
Ma una frase fermò una
battaglia sul nascere.
Una frase ed un gesto.
Una macchia rosso scuro
inizio ad estendersi sul tessuto chiaro della sua uniforme da strega,
all’altezza di quel cuore di pietra che aveva sterminato distrutto tante vite.
-Una vita per una vita
Lirin.-
E mentre le ginocchia le
cedevano sotto il peso di quel corpo che la vita stava per abbandonare, una
lacrima sfuggì al suo controllo e le labbra le si piegarono in un tenero
sorriso.
-Mesgi, alla fine ce
l’hai fatta, mi hai dovuta pugnalare alle spalle per riuscire, ma ce l’hai
fatta.-
La donna scosse
lentamente la testa con le guance imperlate di lacrime:- No, ho perso quando non
mi sono accorta del mutare del tuo cuore.-
-Nh, non avresti potuto
fare molto, Pilastro o no. Mesgi?-
-Sì?-
-Grazie.- e chiuse
lentamente gli occhi, lasciandosi andare all’oblio.
Libera, finalmente.
Libera dal suo cuore.
Libera dalle sue colpe.
Libera dai fantasmi che,
ogni notte, tormentavano i suoi sogni.
E adesso il suo corpo
giaceva lì, su quel freddo terreno, potente come aveva sempre sognato essere.
Sconfitta. Eppure il suo ultimo pensiero fu che doveva esserne felice, perché.
In fin dei conti aveva ottenuto tutto ciò che desiderava.
-Ministro Mesgi?-
mormorò Doremi avvicinandosi lentamente alla donna, indecisa su come
comportarsi.
Era successo tutto
troppo in fretta.
-Va tutto bene.- sorrise
lasciandosi scivolare al suolo:- Va tutto bene.- ripeté sfiorando il volto
dell’amica, chiedendosi come avrebbe fatto a chiarire a tutto, a parlare con le
persone che le avevano voluto bene spiegandogli che il sorriso che per secoli
avevano visto ogni giorno era finto quanto poteva esserlo un ombra. E anche se
iniziava già a cercare le parole giuste da usare sapeva che non sarebbe toccato
a lei andare a parlare con loro – con lui – era conscia che il suo tempo era
ormai agli sgoccioli, ma… voleva…
Doremi scosse la testa,
ma non si mosse.
Che cosa strana,
normalmente in queste situazioni si cerca di consolare le persone che soffrono,
eppure adesso sapeva che sarebbe stato stupido e fuori luogo.
Certe volte, le aveva
detto sua madre da bambina, le persone vogliono solo essere lasciate da sole con
il loro dolore, vogliono poter soffrire prima di essere costrette a rialzarsi. A
quel tempo lei aveva messo un leggero broncio dicendo che soffrire non era bello
e le persone non potevano volere veramente… !
Ancora rivedeva il
sorriso sul volto di sua madre, a quelle parole.
-Ministro?- ripeté
decidendo che, in fin dei conti, la sua opinione non era cambiata e che, di
conseguenza, non aveva la minima intenzione di lasciarla sola.
-Ascoltatemi.- sospirò
lei portandosi una mano sul stomaco:- non c’è molto tempo e io ho molto da dire.
Devo parlarvi di leggi che, per quanto in alto, tua madre non conosce. Si parla
di un passato che non ha vissuto, principessa.-
-C’è il tempo di una
vita.- si avvicinò alla donna fino a sfiorarla notando solo in quel momento le
ferite che la segnavano.
Lirin l’aveva detto, lei
era morta.
Scosse la testa
chiedendosi come fare, perché un modo per aiutarla doveva esserci anche se lei
non lo ricordava, anche se, pur avendolo conosciuto, sapeva di essere troppo
debole anche solo per sperare di metterlo in atto. Si inginocchio al suo fianco
poggiandogli una mano sulla spalla, probabilmente il Ministro neppure se ne
accorse, troppo stanca e sconvolta.
-Invece no.- ringhiò
l’altra stringendo i denti per non urlare troppo:- e lo sappiamo bene, ma non
angustiarti, non desidero la vita e se vorrei andare avanti non sarebbe per me,
ma per… per non lasciare solo qualcuno che non merita tutto l’odio che gli verrà
riversato addosso…-
-Chi-
-Nessuno, nessuno che
debba interessarti. Nessuno che incontrerai mai, probabilmente.- sorrise
stancamente:- Ma adesso basta, in questi ultimi giorni temo che abbiate visto il
mondo che conoscevate, o credevate di conoscere, diventare cenere. Ma è normale,
tutto cambia e non sempre in meglio- fece scorrere velocemente lo sguardo su di
loro, continuando a sorridere:-e questo credo che lo sappiate meglio di me,
siete figlie, bambine e allo stesso tempo madri. Con il passare del tempo sarete
voi le prime a cambiare, ricordatevelo sempre. Il tempo passa ed io sto
divagando.- sospirò stancamente.
Si guardarono indecisi
in volto, non sapendo se intervenire o meno.
Bibì fece per
avvicinarsi alla donna che aveva, così stupidamente, offeso la prima volta che
l’aveva incontrata – oh, forse offeso non era la parola giusta, ma non l’aveva
trattata con il rispetto che una grande strega meritava e quindi…
Una mano si posò sulla
sua spalla invitandolo a desistere. Furiosa alzò lo sguardo verso il ragazzo
dagli occhi blu, sul piede di guerra, ma Xander si limitò a posare un dito sulle
labbra e a scuotere lentamente il capo.
Ad ognuno le sue scelte,
e il Ministro aveva già fatto la sua.
-Ma…-
Il ragazzo le sorrise:-
Ascoltala e basta, è il suo desiderio.-
-Ascoltatemi
attentamente, bambine, voi siete speciali, non dubitatene mai. Lo siete da
quando siete nate, ma dall’istante in cui, coscientemente, avete accettato di
combattere al fianco della nostra futura regina le cose, per voi, si sono
complicate. Il tempo dei giochi è finito, ci saranno responsabilità di cui
dovrete farvi carico, decisioni che dovrete prendere, pur sapendo che ci sarà
chi soffrirà. Il nostro.- tossì:- anche… anche se viene detto Regno della Luce
sono secoli che non conosce la vera luce. La vita è effimera e ormai il
bene e il male si confondono. L’assoluto è svanito e resta quel che è un po’ più
giusto da quello che è sbagliato.-
-Noi – la interruppe
Lullabi:- Dovremmo limitarci a venire a patti?-
-Anche, perché ci
saranno momenti in cui non potrete farne a meno.- la donna sorrise chiedendosi
da dove trovava la forza per continuare a parlare:- dovrete vedere oltre i veli
che vi offuscheranno la vista e andare avanti, ma non permettete che nessuno
resti indietro. Perché voi sarete i Pilastri del regno. La sua forza, il suo
coraggio. Mentre tu, Doremi, sarai la sua Regina, il suo cuore, la sua anima.-
-I Pilastri?- chiese
Melodì.
-Sì, i Cinque Pilastri,
le Cinque punte della Stella che proteggono nostro regno. Non avete ancora
conosciuto le vostre guide, forse non le avete neppure viste, ma ci sono e
splendono al vostro fianco, anche se ancora siete troppo deboli e confuse perché
vi si mostrino. Loro vi spiegheranno ogni cosa, probabilmente in un futuro non
troppo lontano, dopotutto siete state in grado di riattivare il Marchio.-
-Il cosa?-
-Il Marchio, la luce di
alcuni istanti fa.- spiegò stancamente la donna pregando nella fine delle
interruzioni:- è una potente magia… è… - scosse la testa, incapace di trovare le
parole per un qualcosa che doveva essere sentito nell’anima e non capito con la
mente:- E’ parte di voi.- decise infine:- E’ ciò che farà sì che il regno
ritorni a spendere. Voi dovrete far sì che questo accada, ma ricordate, senza la
regina tutti i vostri poteri serviranno a ben poco.-
-E noi?- chiese Mike
indispettito.
-Oh, voi siete i
Guardini, i protettori delle nostre Luci. Voi dovrete non solo aiutare i
Pilastri in caso di difficoltà, ma proteggere ed appoggiare la nostra Regina
sempre e comunque.-
-Anche se le sue azioni
non ci andranno a genio?-
-Sì.- ammise lei
ignorando il come “Come no” che si era formato sulle labbra del ragazzo:- Lei è
potente certo, molto più di voi, ma… in futuro dipenderà dalla vostra forza e
dal vostro appoggio. Sarà grazie a voi nove che la luce splenderà in lei.-
Regina.
Regina, si ripeté la
ragazza, lei era la regina dell’Ordine della Luce, la persona da cui dipendevano
innumerevoli vite, lei era…
Scosse la testa.
No, non le piaceva,
inizialmente quel ruolo l’aveva intimorita, poi riempita di rispetto e orgoglio
– come poteva essere altrimenti dopo aver guardato negli occhi sua madre, dopo
aver visto il coraggio che le splendeva nell’animo? – ma adesso sentiva uno
strano peso scenderle sul cuore, chiuderle i polmoni.
Forse stava iniziando ad
intravedere, fra tutta quella luce, la gabbia di sottile cristallo che le si
stava stringendo attorno. Ma era ancora presto perché capisse cosa esattamente
comportava il destino che altri avevano scelto per lei, era presto perché
l’illusione avesse fine.
-Voi Guardiani lotterete
accompagnati dai vostri elementi e da coloro che li incarnano com’è e come deve
essere dall’inizio dei tempi.- la donna sorrise ancora. Buffo, erano anni che
aveva smesso di farlo, quando la sua vita si era estinta insieme ad un’altra,
chissà, forse era la certezza di essere ad un passo dalla morte a renderla
serena.
-Quindi siamo delle
semplici guardie del corpo, a conti fatti?- chiese Xander insofferente alzando
gli occhi dalla donna inginocchiata accanto alla traditrice e spostandoli verso
il cielo.
Aria, libertà.
-Capisco.- sospirò Riuji
posando lo sguardo sul sangue che, ormai, aveva formato una pozza sotto il corpo
della donna dai capelli biondi.
Acqua, cambiamento.
-Bhé…- Alex distolse lo
sguardo posandolo sul terreno che li circondava. Terra che fino a pochi minuti
prima era diventata arida, senza vita, ma che, presto, sarebbe stata ricoperta
di nuovo di fiori.
Terra, forza.
-Ah, diamine!- sbuffò
Mike:- Posso anche capire il proteggerla, ma così non possiamo neanche dire
quello che pensiamo, solo ubbidire tappandoci bocca e orecchie, chiudendo gli
occhi. Ho appena smesso di fare il bambolotto non voglio ricominciare da capo!-
ringhiò pestando un piede per terra per poi rivolgersi a Doremi:- Senza offesa,
piccola, ma non mi va di chiudermi in gabbia.-
Fuoco… il fuoco è
indomabile, sempre e comunque.
-Non potete scegliere.-
sospirò la donna, pregando che gli avesse detto tutto perché ormai restare
sveglia era sempre più difficile, le palpebre erano sempre più pesanti. Era
stanca, voleva poter dormire anche lei come, ormai, stava facendo la sua
compagna.
Chissà se si sarebbero
riviste, dopo la morte o se, invece, andando in posti diversi non si sarebbero
più incontrate…
-Scommettiamo?- ringhiò
il ragazzo sul piede di guerra.
-Vuoi abbandonare la
principessa?-
-Ecco… no.- scosse la
testa, infelice.
-State tranquilli, c’è
ancora tempo prima che dobbiate prendere atto dei vostri doveri, delle vostre
responsabilità. Siete giovani e i Pilastri non sono ancora pronti, ci vorrà
tempo, forse anni, in cui stare insieme sarà solo pericoloso per voi e per la
nostra Regina.- posò lo sguardo sulla ragazza a pochi centimetri da lei notando
solo in quel momento una mano appoggiato alla sua spalla. La ringraziò con un
cenno del capo. Non poteva riportarla indietro e lei, del resto, non lo voleva,
ma le aveva permesso di andare fino in fondo.
-E quindi?- chiese Mindy,
preoccupata.
-E quindi tornate alle
vostre vite da umane, ma ogni volta che potete tornate qui e avvolte dalla magia
allenatevi, guardate nel vostro animo e crescete.- sempre sorridendo spostò
delicatamente la mano della ragazza sentendo il dolore travolgerla e piegarla in
due sul corpo di Lirin.
Le sembrava di
impazzire, gemette sofferente per qualche istante prima di iniziare a tossire
spasmodicamente.
-Cercate… cercate voi
stessi e non dovrete avere mai… mai rimpianti.-
E così anche
quest’ultima luce si spense, lasciando dietro di se ancora molte parole non
dette, cose che avrebbero potuto cambiare il futuro e molte scelte. Ma lei non
poteva immaginare quanto cose a suo dire irrilevanti li avrebbero segnati.
Probabilmente fu meglio
così, perché la strada che porta alla pace è sempre avvolta in una fitta nebbia
di dolore e sofferenza.
E con questa morte si
chiude una battaglia che divenne storia, una storia ancora inconclusa – com’è
giusto che sia – dove una regina ancora bambina poté splendere ben poco, ma capì
il vero significato della parola guerra e cosa possono fare quelle armi che, con
tanta facilità, aveva imparato ad usare.
Non dimenticò mai il
sangue, mischiato, di quelle di due donne che aveva macchiato il terreno, come
non tentò nemmeno di cancellare i loro volti sorridenti dalla sua mente, dai
suoi incubi.
Erano morte serene, come
non erano riuscite ad essere in vita, ma una parte di lei si era spenta con
loro.
Perché erano morte.
E non sarebbero tornate
indietro, non avrebbe più potuto chiedergli il perché di tutto il sangue che
Lirin aveva versato o la ragione dell’asprezza di Mesgi e non ebbe il coraggio
di chiederlo a nessun altro, non sarebbe stato corretto.
La fine di questa guerra
fu l’inizio di un regno, o forse ne fu solo il prologo, perché per far si che la
storia inizi veramente ci vuole ancora molto. Devono ancora crescere, devono
ancora riuscire a capire.
Cresci, cambia, lotta e
non arrenderti.
Anche se non osarono
dirlo a voce alta le parole del Ministro avevano creato più interrogativi di
quanti, in realtà, ne avevano sciolti, ma quelle sono rispose che si trovano
solo durante il corso della vita, diverse per ognuna eppure tremendamente
simili.
Ben presto nel luogo
della lotta arrivarono le streghe e gli uomini dell’Ordine della Luce. Tutti
volevano delle spiegazioni che, probabilmente, non avrebbero mai accettato. E
così, sussurrata, la storia fu raccontata anche se in pochi seppero o intuirono
chi era quella ragazzina dai capelli rossi che piangeva così disperatamente sul
corpo delle due donne.
Tre giorni dopo.
-Siete proprio decisi?-
chiese preoccupata Melodì.
-Certo.- ghignò Mike:-
Non avete più bisogno di noi, almeno per un po’, ed abbiamo tutta l’intenzione
di approfittarne per essere liberi come l’aria.-
-Ma non ci avete ancora
detto dove andrete!- li rimbeccò Mindy.
Alex si guardò intorno
sorridente, si trovavano su un ponte nel mondo degli esseri umani, un posto dove
le streghe spesso si erano ritrovate andando al Maho o durante una delle loro
mirabolanti avventure. Era rilassante quel posto:- Sinceramente- ammise:- non lo
so.-
-Prego?-
-Dai Sinfoni te
l’abbiamo detto prima, no? Liberi come l’aria.- sorrise Ryuji.
-Ah, ma…- Bibì tentennò
un po’ osservando Alex, si era abituata, come tutte, ad averlo intorno ed era
strano non vederlo più girare in giro con tutte le sue cose assurdamente verdi.
Non che non tenessero di meno agli altri, ma, semplicemente, con lui aveva più
confidenza.
-Tranquilla.- sogghignò
Xander:- qualche anno e ci rivedremo.-
-Non mi stavo
preoccupando per te.- lo informò:- e… come farete a sapere quando dovrete
tornare?- chiese perplessa.
-Da quanto mi ha
spiegato il Primo Ministro lo sapremo e basta.- borbottò Mike evidentemente poco
convinto, ma troppo preso dall’idea del viaggio per contestare.
-Su Bibì-chan, sta
serena, andrà tutto bene, torneremo presto, almeno io entro la fine delle
vacanze estive.- sorrise Doremi mentre tutti ricominciavano, per l’ennesima
volta, a lanciarle occhiatacce.
Non avevano preso bene
le sue spiegazioni sul perché non si era aperta con loro. Oh, certo,
l’avevano capita, ma… probabilmente le aveva deluse, tacendo una cosa così
importante.
E non riusciva a dargli
torto, infondo, anche a lei era sembrato di venir meno a qualche patto, a
qualche sorta di regola non detta.
Ma si erano limitate ad
annuire in religioso silenzio cosa che, a quest’altra sua decisione, non avevano
fatto.
Non che ci volesse molto
da dire o da capire, aveva semplicemente deciso di partire, di fare quello che
una volta le avevano proposto, ma per una ragione o per un'altra si era
ritrovata a rifiutare, un’esperienza che, poi, aveva condizionato la sua
decisione di essere o meno una strega – anche se alla fin fine…
Sarebbe andata da
MajoMirai – in Italia, a Venezia, se non si era spostata di nuovo – e lì avrebbe
passato alcuni mesi, cercando di assimilare tutto quello che le era successo con
calma e senza maghi o streghe dell’Ordine intorno.
E poi era da tanto che
voleva farlo, che voleva parlare con lei o, semplicemente, rimettere piede nel
suo laboratorio e tornare a creare.
-Doremi-chan non credo
sia una buona idea.- la redarguì Melodì.
-Io, invece, sono
convita del contrario. Ne ho bisogno, e mia madre saprà cavarsela egregiamente
come ha sempre fatto. Comunque, in caso di problemi non sarà difficile metterci
in contatto.-
-Ma… l’Ordine delle
Tenebre…- borbottò Bibì.
-Si staranno leccando le
ferite, abbiamo vinto noi la guerra, ricordi?-
La bambina borbottò
ancora qualcosa non volendosi separare dalla sorella, ma non fece altro che
destare l’interesse di Xander e dare il via ad una serie di battutine senza fine
che le fecero venire la bile alla bocca.
Doremi li guardò
divertita, prima di fissarli uno ad uno, imprimendosi bene nella sua mente i
loro volti, li avrebbe rivisti presto, certo, ma…
Sorrise ricordando
l’abbraccio di Hanna, quanto si era svegliata, le sue scuse per ciò che aveva
fatto, per non averle avvertite quando, dopo quella luce, avrebbe solo dovuto
trovare la forza di rimettersi in piedi e urlare, informandole di Lirin. Aveva
pianto tanto quel giorno, la sua Hanna e a ben poco erano valse le loro
rassicurazioni. Solo dopo ore, quando le sue lacrime si erano calmate avevano
visto il suo viso da bambina diventare deciso e sicuro “Diventerò forte” aveva
promesso “e vi proteggerò”.
Scosse la testa mentre
il sorriso le si inclinava un po’. Proteggerle? Oh, non ne avrebbe avuto
l’opportunità perché, piuttosto che vederla in guerra, l’avrebbe sigillata da
qualche parte e al diavolo tutto!
-Dai, adesso dobbiamo
andare.- sospirò ritornando alla realtà, era un momento importante, quello.
Alle sue parole tutti si
zittirono prima che un leggero velo di malinconia li avvolgesse.
-Bhé a presto.- sorrise
Ryuji pentendosi che, a salutarlo, non ci fosse anche un'altra persona…
-Io vado… a Ovest!-
-Io a Sud.- decise Mike.
-Nord.- li informò Ryuji
-Est, allora.- si arrese
Alex.
Sorridendo fecero un
ultimo, veloce gesto della mano e si incamminarono, ognuno per la strada che si
erano prefissati, senza voltarsi indietro.
-Adesso tocca a me.-
sorrise Doremi:- Vi manderò un sacco di lettere!-
-Doremi-chan…- un ultimo
tentativo per non chiederle di partire, ma Bibì si ritrovò circondata dalle
braccia calde della sorella, dal suo profumo dolce.
-Ci vedremo presto
nee-chean te lo prometto.- e senza smettere di abbracciarla Doremi iniziò a
diventare evanescente, a sparendo in una luce rosa, soffusa e calda:- e mantengo
sempre le promesse, no?-
-Sì.- mormorò la bambina
alla ragazza ormai lontana:- Non dimenticartene.- si asciugò le lacrime dal
volto, dicendosi che doveva essere forte, che la sua reazione era esagerata
perché lei sarebbe tornata presto, era solo una questione di mesi, settimane,
ma…
Sinfoni le sorrise,
prendendola per mano e, senza aggiungere altro, anche loro si incamminarono
verso casa. Si sarebbero impegnate al massimo e quando loro sarebbero tornati
gli avrebbero mostrato quanto valevano.
Ma c’era ancora tempo.
Anni.
Perché per quanto si
possa metter fretta al tempo, si cresce lentamente, giorno dopo giorno e così si
diventa adulti. Ma, certe volte, si è costretti a crescere troppo in fretta, a
smettere di sognare quando è ancora presto lasciando solo il rimpianto, per ciò
che non si è riusciti a fare, il dolore, per un sorriso troppo forzato. L’odio
per i sogni dimenticati.
E quindi sognate, finché
potete, prima che la realtà vi crolli addosso costringendovi ad accettarla.
Sognate, perché così
arriverete lontano.
Sognate e non
dimenticate gli attimi felici anche quando vi sembreranno stupidi, inutili,
inesistenti.
Sognate e vivete. Vivete
anche di sogni se necessario, ma non arrendetevi all’asprezza della vita, mai.
Fine (?).
Allora, scrivere questo capitolo è stato problematico. Sono anni che lo scrivo
solo a più riprese per varie ragioni fra cui spiccano non solo il mio cambio di
vedute (yeha! Vittoria del male!), di genere ( eh, bello lo Yaoi, sapete?) e,
almeno spero, un cambio nel modo di scrivere (Basta faccine, escluso il
messaggio finale ù_ù) per non parlare del fatto che mi sfuggiva qualcosa – sono
diventata scema per ricordarmi, escluso Mike, quale altro elemento avevo
affidato agli altri tre -_-‘’ e tutta la storia dei pilastri la ricordavo solo
vagamente, ave agli appunti^^.
Il
pezzo di chiusura poi… ! Messo lì sembra non avere senso, ma invece ce l’ha. Si
riferisce alla guerra che è stata appena combattuta e a quella che ne seguirà
prima. Si riferisce anche al dolore di una persona di cui vi ho accennato molto
tempo fa.
Ma
va bene così, perché finalmente ho messo la parola fine a questa storia. Alla
prima storia che ho pubblicato.
Sì, lo so, sono anni che è stata iniziata, sono anni che non aggiorno e non ho
scusanti, ma… su, è finita e per il seguito… probabilmente ci sarà, in un futuro
lontano, come, prima o poi, riscriverò tutta questa storia.
E
a proposito di scritti… non crediate che in tutto questo tempo non abbia più
messo mano al pc è_é ho solo… cambiato nick… e molte cose che scrivo non le
pubblico – soprattutto perché aspetto di averle finite o quasi, le storie, così
da non ritrovarmi più in una situazione del genere.
Adesso a voi, niente risposte uno ad uno solo un grazie di cuore a coloro che mi
hanno seguito, letto e recensito: Pé, Momoko-chan, Doremi89, Monia, Kyomi89,
vocalista91, Sikky, Gea_khrist, Clyel91, AngySiria, Doremi-chan, zakurochan,
Yoru, Yuki, S.D, Aky, Iko, Cristina, bi-chan, Alexandra, marilisa, tocchi, M.A,
devil, daffy, Wontolla_sgf_ , Ania, Mang, elefantinoesuberante, mime-chan, Bob,
Sayoko, Mirai, tara, angelica, M.D., Laira, crazy frog, Nemesis, Ruimiko, red
flower, giuly, Jeky, Gaiardo, summer, Ichigoci, eiden,
la voce della verità, Cho, Nelly, Mashiro-chan, MORFEA, SWETTY, Rhaal, Dream for
me, baby_bunny, Aiko414,
hazu-chan, Saddy, HermyL7 e alexis_92.
Ovviamente
ho eliminato i recensori del capitolo 27 – sperando che non mi sia sfuggito
nessuno^^.
Goodbye.
LightAngel
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