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Tsurugi brothers.~
#Night.
○ Autrice:
Amber.
○ Titolo: Tsurugi
brothers.
○ Prompt:
Notte.
○
Genere: fluff
○ Note Autrice: Emm...
Buonsalve! Come potete vedere questa è la mia
prima raccolta. Di cosa parla? Parla di tutti i momenti fluffosi dei
due fratelli Tsurugi, prima dello spiacevole incidente. Non so se
saranno IC, dopotutto, nessuno di noi è a conoscenza di come
erano i loro caratteri da bambini; anche perchè li abbiamo
potuti vedere solo in un piccolo flashback. Anche se immagino Kyou
più dolcioso (?) sia perchè è con suo
fratello, sia perche è un bambino. Beh, il banner
è fatto da me ed in tutto dovrebbero essere 10 capitoli,
tutte flashfict, a meno forse di eccezioni. Credo che sarà
interamente dedicata alla mia migliore amica qui su EFP (h u n t e r),
ma la dedico pure ad Acchan che ringrazio anche per il betaggio di ogni
capitolo, e a Giuly Chan, B e a r, Debby, akurakuroneko, lola (per te,
vincerò io la scommessa ewe) e... ci sono troppe
persone da elencare. ouo. Beh, buona lettura!
Il momento da molti
tanto bramato per l'adorato riposo, ma da altri alquanto indesiderato,
era ormai giunto: la notte aveva preso il sopravvento sul giorno.
L'oscurità
adesso sovrastava tutto. Un buio profondo, dal quale ogni visuale era
impossibile, regnava con prepotenza lungo le strade e dentro le case
dell'intero Giappone.
Ora tutto era quieto,
il silenzio e la tranquillità si imponevano con prepotenza.
Le anime, oramai, tranquille riposavano, attendendo di ritrovare la
luce del sole il giorno seguente - peccato che non si potesse dire
questo per ogni persona. C'era qualcuno, che in quella parte della
giornata ormai dominante, poteva dirsi tutto purché
tranquillo: la paura dominava il suo corpo, sentiva l'insicurezza
formicolargli nello stomaco. Quel qualcuno era il piccolo Tsurugi
Kyousuke.
Stava continuando a
rigirarsi sul letto in cerca di una posizione con la quale sarebbe
riuscito a prendere sonno. Ma niente, quel nero pece che andava a
ricoprire le pareti era asfissiante e terribile. Gli faceva paura.
Gli occhi strabuzzati,
tremanti, e nonostante incontrassero nel loro cammino sempre il
medesimo colore, non erano intenzionati a chiudersi; dovevano in
qualche modo indagare tutto attorno, restavano vigili. Neanche dalla
finestra - pur essendo semiaperta - filtrava la poca luce argentea
emanata dalla luna, niente. Anche quell'opaco splendore pareva essersi
arreso alla potenza del buio.
E Kyousuke era
costretto a restare lì, mentre la paura e mille altri
pensieri gli svolazzavano nella mente.
La notte proprio non
la sopportava, per lui era come un incubo dal quale sperava solo di
risvegliarsi al più presto, attendeva che i candidi raggi
del sole trapelassero dalle finestre, come per dirgli "è
tutto finito adesso, stai tranquillo". Eppure, il bambino, non riusciva
a tranquilluzzarsi così, l'attesa era snervante e ne
risentiva la sua mente il mattino dopo per la sonnolenza; doveva
escogitare qualcos'altro.
«Yuuichi,
posso dormire con te?» le parole del più piccolo
tra i due fratelli Tsurugi bastarono a permettere all'altro di
dischiudere le palpebre, andandosi a svegliare.
«Kyousuke,
ormai hai sei anni!» lo canzonò il più
grande, ma l'altro sembrava impassibile. Si trovava di fronte al letto
del più grande e restava lì, speranzoso in una
risposta positiva.
«Ma... ma io
ho paura!» disse il minore, intristendo il tono ed inclinando
leggermente il capo verso il basso, mentre le sue labbra si andavano ad
incurvare in un piccolo broncio. L'altro si ritrovò a
sospirare stufato, ma neanche passò un secondo che alla
visione del fratello si intenerì.
«E va bene.
Su, vieni.» fece Yuuichi alzando il caldo copriletto,
invitando così Kyousuke a fare lì il suo
ingresso. Il piccolo annuì felicemente per poi intrufolarsi
nel letto dell'altro, accoccolandosi, dopo, tra le braccia del fratello.
Quello era l'unico
posto dove si sentiva al sicuro, dove riusciva a chiudere gli occhi
senza timore perché, qualsiasi cosa sarebbe successa, il suo
nii-san lo avrebbe protetto.
Era anche questo
semplice gesto da parte del maggiore che riusciva a infondergli
coraggio, facendogli dimenticare la stupida paura di quella scura e
segreta notte.
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