chap6
Apathy.
Mi rigiro la forchetta tra le dita, mangiucchiando poco convinto una foglia di insalata.
-Harry, si può sapere cos'hai?- chiede Niall, intento a fare un
castello con le lattine vuote delle bibite lasciate dai ragazzi. Scuoto
leggermente le spalle, allontanando il piatto. Lo stomaco è
completamente chiuso, non riesco a ingoiare neanche due chicchi di mais
insieme. Liam mi affianca e si siede vicino a me. Mi ha osservato
durante tutto il pranzo. Mi lancia un'occhiata eloquente e muove la
testa in direzione della porta. Annuisco, lasciando cadere la forchetta
sul piatto.
-Signori, io e Harry leviamo le tende, se non vi dispiace.- sorride
Liam, salutando Zayn, Ed e Niall con un cenno della mano. Mi sforzo di
sorridere e ci avviamo verso la nostra camera.
-Allora, non mi devi dire niente?- domanda Liam una volta entrati in camera e facendomi sedere sul letto.
Mi passo svogliatamente una mano tra i ricci, inspirando profondamente.
-Ti ricordi questa mattina? Quando ti sono venuto a cercare?- il
castano annuisce -Bene, mentre rientravo, mi sono nascosto da Anita che
stava parlando con uno sconosciuto, chiedeva del quarto piano.- mi
fermo un attino, poi riprendo -L'uomo si è rivelato essere il
fantastico fidanzato di Louis.- Liam non maschera la sua reazione,
spalancando gli occhi e sollevando le sopracciglia fino all'attaccatura
dei capelli.
-Alla fine quindi hai trovato Louis.- dice, dopo essersi ripreso dallo shock iniziale. Annuisco.
-Lo stavo cercando dappertutto, ma poi ho avuto la strabiliante idea di
andare nella sala comune a calmarmi un po'. Peccato che c'erano Louis e
il suo ragazzo. Stavano parlando, poi il ragazzo se n'è andato
baciando Louis.- proseguo, sospirando. Sento una stretta curiosa allo
stomaco, come se ancora non metabolizzassi quello che è appena
successo. Non sento nulla, tranne che questo strano dolore all'altezza
dell'addome.
Scivolo sul letto, fino a coprirmi con le coperte, nonostante sia
completamente vestito, sperando di chiudere così la
conversazione. Liam, però, non è dello stesso avviso.
-E allora? Cosa hai fatto dopo, cos'ha fatto lui? Ti ha spiegato
perché ti ha baciato?- chiede a raffica. Mi limito a girarmi su
un fianco e sussurrare -Me ne sono andato.- prima di chiudere gli occhi
e far finta di non sentire gli sproloqui di Liam.
Sono passati due giorni da quando è successo.
Mi sembra come se tutto fosse grigio. Ormai non mi interessa cosa
dicono i miei amici e i pettegolezzi di Zayn. Non voglio sapere
perché Ed è ancora in clinica ne' chi sia la cotta di
Niall.
Cotta: in inglese crush: come
quando sbatti contro qualcosa. Come quando hai la patente da tre ore e
tamponi con l'auto di tua madre un lampione in pieno centro. Splendido
come una lingua possa rappresentare una situazione del genere.
Non vedo Louis da quella volta. Ma questa assenza non dura molto: il
ragazzo in questione varca le porta della sala comune e si avvicina al
nostro angolo. D'un tratto il divanetto su cui sono seduto mi sembra
così comodo che non mi ci alzerei neanche per tutto l'oro del
mondo. Il castano dagi occhi azzurri è guardato male dai ragazzi
che mi circondano. Ormai tutti sanno quel che è successo.
-Harry, ti posso parlare?- domanda squadrando i presenti -Per piacere.- aggiunge, puntando gli occhi su di me.
Alzo distratto lo sguardo, fino ad incontrare il suo. Un lieve torpore si risveglia al livello del mio stomaco.
-Forse è meglio che te ne vai.- sento dire da Liam. Il tono
di voce è come sempre placato e tranquillo, ma non ammette
repliche.
Louis non lo degna di uno sguardo.
-Per piacere.- mormora ancora. Combattendo contro i miei muscoli, che
sembrano non volersi staccare dal divano, mi alzo e annuisco
lentamente, seguendolo. Mi porta nella terrazza. Non esco mai nella
terrazza, soprattutto in questo periodo. Maggio porta tanta
afosità e questo caldo umido mi da fastidio, ma, nonstante
tutto, non ribatto ne' chiedo di tornare dentro.
Mi metto a sedere sulla balaustra.
-Mi dispiace Harry. Mi dispiace davvero tanto.- comincia, avvicinandosi
subito di qualche passo. Scendo dalla balaustra e mi allontano da lui.
Mi guarda mortificato prima di fermarsi rigido dov'è.
Dopo circa due minuti buoni passati a guardarci senza un motivo, chiede
-Perché non mi dici niente Harry?- riprendendo a camminare verso
di me. Scrollo le spalle, distogliendo lo sguardo per posarlo sul
cortile su cui affaccia la terrazza.
-Non vuoi sapere perché ti ho baciato?-
Un altro passo.
-Non vuoi sapere perché te l'ho chiesto?-
Un altro.
-Perché non lo vuoi sapere? Perché non me lo chiedi?-
domanda, alzando un po' la voce, facendola diventare leggermente acuta.
Riporto gli occhi su di lui, scoprendolo più vicino di quanto
pensassi. E' a mezzo metro da me e riesco a sentire il fiato caldo sul
collo.
-Ormai, non mi interessa più.- rispondo secco. Ho la voglia di
allontanarmi di nuovo, di mettere tra me e il ragazzo quanta più
aria possibile. Non voglio guardarlo negli occhi per vedere il
dispiacere, o addirittura la pena nel
consolarmi. Non voglio vedere i suoi occhi così espressivi e
leggerci qualcosa che farebbe più male a me dopo che quanto a
lui adesso.
D'un tratto, senza che potessi rendermene conto, mi afferra
l'avambraccio, costringendomi a guardarlo per lo stupore. Non ritiro il
braccio come la prima volta.
-Guardami.- ordina, sussurrando. Obbedisco, anche perché sono
stufo di guardare il cortile o il suo naso, pur di evitare gli occhi, o peggio mi
sento, la bocca.
Mi fissa per un po', prima di ricominciare a parlare, con un tono di voce basso e stanco.
-Te lo dico lo stesso. Mi piaci. Lo so da quando ti ho visto fumare una
volta in cortile, è così che ho visto dove nascondevi le
sigarette. Mi sono subito chiesto chi fossi. Quando abbiamo parlato la
prima volta ho subito capito che non mi saresti passato di mente
così presto. Poi però sono stato male, e ho sperato tanto
che venissi. Davvero tanto. E tu sei venuto. Non potevo farmi scappare
un'occasione del genere. Stavo malissimo e avevo paura di non poter
più uscire da quella stanza. Mai più. E' per questo che
ti ho chiesto un bacio, solo per sapere come sarebbe stato.- conclude,
lasciando però che molti interrogativi ronzassero nella mia
testa.
Non mi muovo ne' dico qualcosa. Sono caduto in uno stato catatonico.
Non so cosa si fa in queste situazioni. Non ne ho la più
pallida idea. Così opto per lo stare in silenzio, lasciando Louis a
crogiolarsi nel dubbio. E' crudele, ma non mi interessa. E' come se
questa situazione la stesse provando qualcunaltro e io la stessi a
guardare attraverso uno schermo. Dopo interminabili minuti, è
Liam a salvarmi. O, comunque, a salvare l'Harry dentro lo schermo.
Louis si ritrae da me, lasciandomi di colpo il braccio. Liam squadra prima me, poi Louis.
-Harry, è mezz'ora che sei qui fuori, hai intenzione di
entrare?- dice con tono scocciato. Annuisco e in silenzio gli passo
accanto, senza guardare un'ultima volta Louis.
Il mio compagno di stanza mi segue e invece di indirizzarmi verso i
divanetti, dove tutti ci guardano con aria curiosa, mi fa cenno di
uscire dalla sala comune e tornare in stanza.
Una volta entrati, il castano mi fa sedere sul suo letto.
-Allora, cosa è successo?- domanda cordiale, accenando un
sorriso. Si siede accanto a me, facendo sfiorare le nostre spalle.
-Nulla. Ha detto che gli piaccio.- rispondo atono. Fino a una settimana
mi sarei messo a saltare come un matto. Ora, invece, non ha più
importanza. Mi sento un po' usato, come una voglia che Louis aveva, ma
che ora è passata, o quasi.
Scrollo le spalle e mi volto verso Liam, attendendo una risposta.
Mi guarda attentamente, senza fiatare. Si limita a far scorrere gli occhi sul mio viso, cercando qualcosa.
-Ci sei rimasto male.- dice infine. Non è una domanda, e anche
se lo fosse non avrei risposto comunque. Mi distendo, facendo scorrere
le lunghe gambe dietro la schiena del castano e passandomi le mani
dietro la testa.
-Liam?-
-Si?-
-Con chi ti vedi, di notte?- domando a brucia pelo. Alzo un po' la
testa per vedere la sua reazione. E' sbigottito e ha la bocca
leggermente socchiusa. E' sorpreso dalla domanda e so che muore dalla
voglia di sapere come l'ho scoperto. La verità è che non
lo sapevo, era solo una prova e la sua reazione mi ha dato la conferma.
Nonostante abbia la domanda sulla punta della lingua, si trattiene e risponde -Con qualcuno.-.
Sorrido impercettibilemente alla sua risposta evasiva. Sviato
l'argomento 'Louis', ora sono deciso a scoprire qualcosa di più.
-Ah si? E io che pensavo fossi zoofilo.- ironizzo per sdrammatizzare.
Cosa che non funziona tanto bene, dall'espressione cupa di Liam.
-Perché non me lo vuoi dire?- sospiro -E' per caso una
paziente?- domando tranquillo, guardando le minuscole crepe sul
soffitto immacolato.
-Diciamo.- risponde. Dal tono capisco che la conversazione è
chiusa. Mi alzo dal suo letto e vado in bagno a cambiarmi, mi metto uan
tuta e recupero un iPod scrauso da sotto il letto, completo di
cuffiette, e mi avvio verso la porta sotto lo sguardo confuso di Liam.
-Dove vai?- domanda, squadrando prima me, poi il piccolo lettore che ho in mano.
-A correre.- rispondo, prima di chiudere la porta.
Wah.
Lo so, perdonatemi davvero
tantissimo. Oggi ho avuto gli esami di riparazione e anche domani e
sono stata con la schiena china sui libri tutta la settimana. Mi
dispiace tantissimo per il ritardo, mi ero promessa di non farli.
Oltre a questo, era da un po'
che avevo in mente una OS, sempre Larry, e un giorno ho deciso di
scriverla, presa da una strana ispirazione. Che Lana Del Rey sia
benedetta.
Bon, vi lascio qui il link,
è cortina, e mi piacerebbe davvero tanto se la recensiste, anche
un commentino ino ino, giusto per farmi sapere se fa schifo o meno.
Ringrazio tutte quelle sante
ragazze che non hanno mollato la storia nonostante il ritardo enorme.
Davvero grazie. A chi recensisce e ha messo la storia tra le
seguite/preferite/ricordate. Siete adorabili.
Baci, la vostra -non più in ritardo- Edsvoice.
http://www.efpfanfic.net/viewstory.php?sid=2096725&i=1
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