Capitolo
secondo.
Il
solito locale e i soliti amici…le
belle abitudini che non vorresti mai cambiare, forse solo modificare in
parte.
Lasciare
Nicola e Giacomo a
lottare sui cangi giapponesi e chiederti perché Giacomo, che
studia grafica a
Milano, vuole per forza aver ragione mentre Nicola, che studia lingue
orientali
a Roma, dice l’esatto contrario.
Vedere
Paola e Roberta che
rivolgono il loro sguardo al cellulare, sperando che il
‘lui’ degli ultimi mesi
si faccia sentire.
Osservare
inerme l’ennesima gara
fra Gerardo, Carlo e Luca… i soliti bicchierini di tequila
che aspettano solo
loro, mentre Ivan riprende tutto con commenti sarcastici e pungenti.
Altre
cose cambiano e volgendo lo
sguardo, Nicol trova l’altro gruppo, l’altra
fazione, una volta parte
integrante del grande gruppo nel quale era entrata circa 5 anni prima:
Giulia e
Mario, o meglio solo Giulia perché Mario non aveva
più volontà propria da
quando stava con lei, Stefania e il suo tappetino Fabio. E guardare
loro le fa
stringere il cuore: a malapena si rivolgono la parola… E la
fine della storia
fra Gerardo e Stefania c’entra poco: invidie e cattiveria
hanno creato un
grande spacco in quello che prima era uno strano gruppo di amici.
Ecco
cosa cambierebbe, potendo:
la cattiveria di Giulia, che era riuscita in qualche mese ad
allontanare tutti
gli amici da Mario; il vittimismo e l’immaturità
di Stefania, che riconosceva
come suoi amici solo quelli che le davano sempre man forte; la mancanza
di
spina dorsale di Mario e il carattere remissivo di Fabio…
“
Ehi, persa nei pensieri?”
Quel
cambiamento però le stava
abbastanza simpatico. Daniele le sorrideva, porgendole un bicchiere.
Aveva
dovuto ricredersi sul suo
conto: la sua prima impressione era sempre sbagliata. Le era sembrato
un tipo
che se la tirava, un cretino che aveva dalla sua solo un certo fascino
e un
carattere estroverso. Poi ci si era ritrovata in macchina da sola
mentre
Gerardo andava a chiamare Silvana e aveva scoperto un ragazzo simpatico
e alla
mano, interessato alla sua migliore amica, Paola.
“
Il mio cervello ha una forma
labirintica e, avendo perso la mappa, mi capita di
perdermici…niente di grave!”
Era
stranamente facile sorridere
con quel ragazzo…e si ritrovò a guardare Gerardo
sorridere sornione. Sapeva già
cosa stava passando nella sua testa: lei, Nicol, la grande introversa
dei primi
incontri che si comportava normalmente dopo mezz’ora di
conoscenza.
Gli
lanciò l’occhiata più raggelante
che aveva nel suo vasto repertorio, una delle poche cose ereditate da
sua
madre, prendendo una lunga sorsata di quello che avrebbe dovuto essere
una
bevanda parecchio alcolica. Sembrava una coca cola corretta!
Posò
il bicchiere notando gli
sguardi divertiti dei ragazzi, quelli rassegnati delle sue migliori
amiche e
quello fra lo sconvolto e l’incredulo di Daniele.
Gerardo
gli si avvicinò,
posandogli una mano sulla spalla e abbassando la voce, come a volergli
rivelare
una grande segreto.
“
Vedi Daniele, Nicol è quella
che noi definiamo una spugna…mai visto una ragazza bere
tanto e non ubriacarsi
per niente…ci abbiamo provato un po’ tutti a farla
crollare, in vari modi…ma
abbiamo tutti miseramente fallito…”
“
Beh, allora possiamo
tranquillamente bere…ci riporta lei a casa,no?!”
La
stupiva. Quasi tutti i
ragazzi, alla ormai solita dichiarazione di Gerardo, si erano buttati
in una
umiliante gara alcolica, che non solo li aveva visti miseramente
sconfitta ma
che aveva anche provveduto a svuotare in parte il loro portafoglio per
riempire
il suo.
Lui
no. Si voltò stranita verso
Giacomo: benché fosse il suo ex la conosceva meglio delle
sue tasche, forse
perfino meglio di Gerardo. Si erano lasciati a luglio ed ora, a quasi
fine
dicembre, erano amici e confidenti.
Lui
la guardò divertito: sapeva
cosa bolleva in pentola. Le sorrise tranquillo e le fece
l’occhiolino. Il sottinteso
era chiaro: vivi il momento, goditi la serata.
Nicol
lo guardò parlare con gli
altri… e decise. Al diavolo le complicazioni. Peggio di quel
che era successo
con Giulia, Stefania e Mario non poteva succedere, quindi
perché non fidarsi
ancora una volta di una persona? Perché non fidarsi di
Daniele e non dargli la
possibilità che da qualche mese non stava dando a persone
che conosceva appena?
Perché non seguire l’impulso che le diceva di
fidarsi e di aprirsi?
“
Non finisci di bere, bambina?”
Gerardo
le stava porgendo il
bicchiere più vuoto che pieno. Aspettava. Non solo che
prendesse il drink.
Aspettava un rimprovero, un segnale che gli dicesse cosa frullava in
quella
testa piena di note, libri e stronzate. Un segno che gli dicesse se il
centrale
della sua squadra aveva infranto la sua indifferenza oppure no.
“
Certo che finisco di bere…qualcuno
dovrà pur insegnarvi cosa significa reggere
l’alcol…pazzesco che ve lo debba
insegnare una ragazzina di 18 anni!!!”
Gerardo
sorrise mentre Daniele,
Giacomo, Nicola, Luca, Carlo, Paola, Roberta e Nicol facevano un
brindisi: chi
alla rivincita della categoria femminile e chi alla momentanea
sconfitta.
“
Avete vinto una battaglia, non
la guerra!”
Eh
si, perdere bruciava!
|