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Autore: chopin    25/03/2008    0 recensioni
Salve...sentivo l'esigenza di scrivere qualcosa sugli avvenimenti che stravolgono la vita,sulle amicizie che restano tali e su quelle che cambiano,in bene ed in male...perchè,se non ci fosse un po' di dolore,che senso avrebbe la felicità,quella improvvisa,intensa ed indimenticabile? per il mio fratellone,che tante volte mi ha chiesto di scrivere qualcosa del genere ispirato alle nostre vite...senza il quale non sarei rimasta la persona che sono(con pregi e difetti)...buona lettura,se vorrete.
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo secondo.

 

Il solito locale e i soliti amici…le belle abitudini che non vorresti mai cambiare, forse solo modificare in parte.

Lasciare Nicola e Giacomo a lottare sui cangi giapponesi e chiederti perché Giacomo, che studia grafica a Milano, vuole per forza aver ragione mentre Nicola, che studia lingue orientali a Roma, dice l’esatto contrario.

Vedere Paola e Roberta che rivolgono il loro sguardo al cellulare, sperando che il ‘lui’ degli ultimi mesi si faccia sentire.

Osservare inerme l’ennesima gara fra Gerardo, Carlo e Luca… i soliti bicchierini di tequila che aspettano solo loro, mentre Ivan riprende tutto con commenti sarcastici e pungenti.

Altre cose cambiano e volgendo lo sguardo, Nicol trova l’altro gruppo, l’altra fazione, una volta parte integrante del grande gruppo nel quale era entrata circa 5 anni prima: Giulia e Mario, o meglio solo Giulia perché Mario non aveva più volontà propria da quando stava con lei, Stefania e il suo tappetino Fabio. E guardare loro le fa stringere il cuore: a malapena si rivolgono la parola… E la fine della storia fra Gerardo e Stefania c’entra poco: invidie e cattiveria hanno creato un grande spacco in quello che prima era uno strano gruppo di amici.

Ecco cosa cambierebbe, potendo: la cattiveria di Giulia, che era riuscita in qualche mese ad allontanare tutti gli amici da Mario; il vittimismo e l’immaturità di Stefania, che riconosceva come suoi amici solo quelli che le davano sempre man forte; la mancanza di spina dorsale di Mario e il carattere remissivo di Fabio…

“ Ehi, persa nei pensieri?”

Quel cambiamento però le stava abbastanza simpatico. Daniele le sorrideva, porgendole un bicchiere.

Aveva dovuto ricredersi sul suo conto: la sua prima impressione era sempre sbagliata. Le era sembrato un tipo che se la tirava, un cretino che aveva dalla sua solo un certo fascino e un carattere estroverso. Poi ci si era ritrovata in macchina da sola mentre Gerardo andava a chiamare Silvana e aveva scoperto un ragazzo simpatico e alla mano, interessato alla sua migliore amica, Paola.

“ Il mio cervello ha una forma labirintica e, avendo perso la mappa, mi capita di perdermici…niente di grave!”

Era stranamente facile sorridere con quel ragazzo…e si ritrovò a guardare Gerardo sorridere sornione. Sapeva già cosa stava passando nella sua testa: lei, Nicol, la grande introversa dei primi incontri che si comportava normalmente dopo mezz’ora di conoscenza.

Gli lanciò l’occhiata più raggelante che aveva nel suo vasto repertorio, una delle poche cose ereditate da sua madre, prendendo una lunga sorsata di quello che avrebbe dovuto essere una bevanda parecchio alcolica. Sembrava una coca cola corretta!

Posò il bicchiere notando gli sguardi divertiti dei ragazzi, quelli rassegnati delle sue migliori amiche e quello fra lo sconvolto e l’incredulo di Daniele.

Gerardo gli si avvicinò, posandogli una mano sulla spalla e abbassando la voce, come a volergli rivelare una grande segreto.

“ Vedi Daniele, Nicol è quella che noi definiamo una spugna…mai visto una ragazza bere tanto e non ubriacarsi per niente…ci abbiamo provato un po’ tutti a farla crollare, in vari modi…ma abbiamo tutti miseramente fallito…”

“ Beh, allora possiamo tranquillamente bere…ci riporta lei a casa,no?!”

La stupiva. Quasi tutti i ragazzi, alla ormai solita dichiarazione di Gerardo, si erano buttati in una umiliante gara alcolica, che non solo li aveva visti miseramente sconfitta ma che aveva anche provveduto a svuotare in parte il loro portafoglio per riempire il suo.

Lui no. Si voltò stranita verso Giacomo: benché fosse il suo ex la conosceva meglio delle sue tasche, forse perfino meglio di Gerardo. Si erano lasciati a luglio ed ora, a quasi fine dicembre, erano amici e confidenti.

Lui la guardò divertito: sapeva cosa bolleva in pentola. Le sorrise tranquillo e le fece l’occhiolino. Il sottinteso era chiaro: vivi il momento, goditi la serata.

Nicol lo guardò parlare con gli altri… e decise. Al diavolo le complicazioni. Peggio di quel che era successo con Giulia, Stefania e Mario non poteva succedere, quindi perché non fidarsi ancora una volta di una persona? Perché non fidarsi di Daniele e non dargli la possibilità che da qualche mese non stava dando a persone che conosceva appena? Perché non seguire l’impulso che le diceva di fidarsi e di aprirsi?

“ Non finisci di bere, bambina?”

Gerardo le stava porgendo il bicchiere più vuoto che pieno. Aspettava. Non solo che prendesse il drink. Aspettava un rimprovero, un segnale che gli dicesse cosa frullava in quella testa piena di note, libri e stronzate. Un segno che gli dicesse se il centrale della sua squadra aveva infranto la sua indifferenza oppure no.

“ Certo che finisco di bere…qualcuno dovrà pur insegnarvi cosa significa reggere l’alcol…pazzesco che ve lo debba insegnare una ragazzina di 18 anni!!!”

Gerardo sorrise mentre Daniele, Giacomo, Nicola, Luca, Carlo, Paola, Roberta e Nicol facevano un brindisi: chi alla rivincita della categoria femminile e chi alla momentanea sconfitta.

“ Avete vinto una battaglia, non la guerra!”

Eh si, perdere bruciava!  

 

  
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