23.
Es tut mir
leid
Il
pullman parte e
io lo osservo, sconvolta di me stessa. Ma che cosa ho fatto? Osservo
Britta prendere a pugni la porta e gridare il nome di Stefan.
Ho
paura a guardarlo
negli occhi, però mi giro. Lui è attonito, e
guarda
l’autobus senza capire. Quando si rende conto che
l’ho buttato
giù, mi fissa, arrabbiato. Ops.
-
Ma tu è
scema? - mi urla.
-
Io… io… - non
so cosa dire.
Stefan
si rialza,
scansandomi.
-
Stefan… - dico,
ma lui si gira e mi zittisce.
-
Tu ora lascia me
in piace! - mi grida.
-
Non pensare di
mettermi i piedi in testa, Stefan! - gli urlo io, di rimando.
-
Sta zitta! -
Rimango
interdetta.
Stefan mi ha detto di restare zitta? Lui? Ma come osa?
-
Lo “stai zitta”
te lo puoi mettere gentilmente dove vuoi tu, ma non me lo devi
rinfacciare! Ti è chiaro? -
-
Tu è tanto
stupida! Tu SMETTI
di
trattare male me! Chiaro? -
Come
Stefan mi dice
quell’ultima parola, mi verrebbe voglia di tirargli uno
schiaffo.
-
Cosa hai detto?? -
-
Du bist dumm,
unwissend, du verstehet nichts, wenn ich Deustch spreche, du schrei,
weil du Deutsch nicht wissen WOLLEN.
Du bist zu antipatische! Hast du alles verstanden? -
Mi
si raggela il
sangue nelle vene.
-
Stefan, vuoi
morire? -
-
Non hai capito
niente!! -
-
Che cosa ti salta
in mente di dire?? -
-
Tu lascia me in
pace, ora! -
-
No! -
-
Ha dato a tu
fastidio che io di stare zitta dirti? Ha dato a tu fastidio che io in
tedesco ho te insultato e tu non hai capito? HA
DATO A TU FASTIDIO? -
Vorrei
ribattere, ma
non so cosa dire… sì, mi ha dato fastidio, e non
lo deve più
rifare.
-
In poche parole,
fallo ancora e sei morto. -
-
Tu ora sta zitta e
ascolta me! Tu ha SEMPRE
fatto così con me e io ho te sopportato. Ora basta! Tu
insulta
me e poi è gelosa! Tu ha fatto a me male! Io e te ho chiuso!
-
-
Bene! - gli urlo -
sono contenta, perché sei uno STUPIDO,
un cretino, un deficiente! E questi termini me li hai insegnati tu
quando mi hai insultata, appena arrivati! Ora arrangiati pure ad
andare a casa, se vuoi dirò a Camilla di mandare una
pattuglia
a cercarti! Perditi bene, mi raccomando! -
Stefan
non sta
neanche sentendo ciò che ho da dirgli. Sta camminando
lontano
da me, nella direzione che il taxista ci ha indicato per Brescia. Io
cammino dalla parte opposta.
Odio
quel ragazzo, con tutto il mio cuore. Vorrei corrergli dietro e
prenderlo a sberle. Mi ha offesa, umiliata… come si
è
permesso di trattarmi in quel modo?
Però
quello
che ha detto… è vero. Accidenti,
perché quel ragazzo
deve sempre crearmi questo effetto? Ecco, adesso mi viene anche da
piangere. Maledetto!
Mi
siedo su una
panchina e mi copro il volto con le mani. Stefan è stato in
grado di farmi sentire una merda. Perché mi ha rinfacciato
tutte quelle cose? Vuole dirmi che tutto il fastidio che mi ha
arrecato in poche frasi glielo ho arrecato io in tutta questa
giornata? No, di sicuro lui mi ha dato molto più
fastidio… o
forse gli ho dato molto più fastidio io.
Oh,
che cavolo!
Adesso basta, non ce la faccio più! Inizio a piangere, ma mi
asciugo subito le lacrime. Non posso piangere per lui, è
solo Stefan.
Basta,
è ora
di darci un taglio. Dimenticati di lui, lo vedrai solo domani e poi
mai più per tutta la tua vita. Sono contenta così.
Mi
alzo,
soddisfatta. Mi accingo ad attraversare la strada e…
AAAAHHH!!!
Oddio, un autobus mi stava per investire! Gesù, Giuseppe e
Maria, non voglio morire giovane!
Guardo
il pullman
stordita e… Brescia? C’è scritto Brescia?
Questo
vuol dire che… posso tornare a casa sana e salva??
Yuppy!!!!!!
Evviva! Non ci credo!!
Salgo
sul veicolo,
esagitata. Mostro il mio abbonamento e vado a sedermi nei posti in
fondo. Sto per tornare a casa!! Sono ancora troppo
felice per
crederci.
Mentre
il pullman
riparte, frugo nella mia cartella. Non so cosa sto cercando, so solo
che niente di quello che faccio ha più senso. Devo essere
sicura di non stare sognando. Sento la forma famigliare del diario;
tocco qualcosa che potrebbe essere una sottospecie di libretto
accartocciato; poi le mie dita sfiorano qualcosa duro e freddo. Una
bomba??
Estraggo
lo strano
oggetto e la malinconia di poco prima mi sopraffa. È la
catena
che Stefan, dopo averla persa in un cantiere, mi ha regalato.
Ecco
che tutto mi
ritorna alla mente e mi fa sentire di nuovo una merda: il modo in cui
ho trattato Stefan, Matteo, la menzogna che ho detto a Elena, e
infine… Michele. L’ho mandato in prigione. Mi
metto di nuovo a
piangere e inizio a pensare che non posso andare a casa senza Stefan.
Ma come faccio? Oddio, aiutatemi, vi prego!!
Non
posso neanche
scendere alla prossima fermata, visto che siamo incolonnati nel
traffico. Oddio!! No, questa non mi ci voleva… Stefan,
qualsiasi
cosa ti succeda…. mi dispiace…
eh ehm… ho detto mi dispiace.
Che scatole, d’accordo, mi dispiace. Ora va bene?
Sprofondo
nel sedile
e continuo a piangere. Forse dovrei chiamare Camilla e spiegarle che
cos’è successo. Tanto ormai è
finita… Stefan l’ho
perso.
Continuo
a piangere
finché non arrivo a Brescia. Quando metto piede
giù
dall’autobus non sono contenta. In qualche modo spero che
Stefan
abbia incontrato Marianne e che sia tornato a casa con lei, Karola e
Britta. Sì, forse è andata così. Ormai
non devo
più pensare a lui.
Ora
è tutto
finito.
FINE
ENIF
.otinif
ottut è
arO
.iul
a erasnep
ùip oved non iamrO .ìsoc atadna è
esrof ,ìS
.attirB e aloraK, eil noc asac a otanrot ais ehc e ennairaM
otartnocni aibba nafetS ehc oreps odom ehclauq nI .atnetnoc onos non
subotua’llad ùig edeip ottem odnauQ .aicserB a
ovirra non
éhcnif eregnaip a ounitnoC.
(Non
è una
strana invocazione a Satana, è solo il tempo nella mente di
Alice che torna indietro)
Non
posso permettere
che tutto ciò accada! No, devo fare qualcosa,
perché
quel verme patetico è stato talmente stupido da girare i
tacchi e andarsene, e come al solito sta a me risolvere la
situazione! Bé, in realtà no, visto quel
“verme-patetico” (è il suo nuovo
nomignolo) sta salendo
ora sul pullman. Uffa, volevo compiere qualche strana azione degna di
un film, come, ad esempio, buttarmi giù dal finestrino,
cercarlo, casualmente trovarlo, rincorrere l’autobus,
finalmente
salire e poi arrivare a Brescia. Peccato!
Il
traffico si è
improvvisamente sbloccato e Stefan è salito ad una fermata.
Cavolo, non lo facevo così perspicace!
Ci
guardiamo fissi
negli occhi, come per dirci “dobbiamo parlare”.
Infatti lui viene
verso di me e mi si siede accanto.
-
Ci si ritrova, eh?
- dico, ironica. - Per la seconda volta. -
-
Alice… -
-
Se stai per
chiedermi scusa, forse le accetterò. -
-
Io?? -
-
D’accordo, forse
sarei io che dovrei chiederti scusa per tutto quello che è
successo oggi. Mi
dispiace,
ma solo per avere trattato così una persona, non
perché
questa persona sia tu. -
Stefan
inarca le
sopracciglia.
-
Ti…? - chiede,
fingendo di non avere capito.
-
Mi dispiace -
ripeto, non con troppa enfasi.
-
Ich habe nicht
verstanden. -
-
Mi
dispiace! - urlo infine.
Stefan
sorride e io,
per la vergogna, mi copro la faccia con le mani.
-
Ora era! -
esclama.
-
Era ora - lo
correggo io.
-
Eh? -
-
Niente. -
Stefan
mi abbraccia
e mi dice (diciamo che tenta di dirmi) che non devo
vergognarmi di avergli chiesto scusa. Proprio mentre sto premeditando
il suo omicidio se non si stacca da me, gli squilla il cellulare.
-
È Camilla?
- chiedo, spaventata. Ma poi mi rivedo. - In quel caso, dille di
morire. -
Stefan
mi guarda
male, poi risponde.
-
Hallo, Andreas!
Wie geht’s? Ja, Italien ist schön… -
Approfittando
della
sua momentanea distrazione, estraggo l’i-pod dalla sua
tracolla e
lo accendo. Sono proprio curiosa di sapere che canzoni ascolta! Premo
play e parte City Of Angels dei Distillers. Mhm… mi piace!
Potrei
ascoltarla e… scarico?? Non è
giusto, perché
quel verme patetico l’ha ascoltato per tutto il giorno e
proprio
mentre lo stavo ascoltando io si è scaricato?? Mi metto a
ridere… tutto ciò che è successo oggi
me lo ricorderò
per sempre.
Chissà
come
sta Michele.
Ad
un certo punto il
pullman frena e io guardo fuori dal finestrino.
-
Capolinea! - dice
il conducente.
Riconosco
questo
posto: il luogo coperto, i nomi dei prossimi pullman che lampeggiano
sui tabelloni, le corriere che accostano una davanti
all’altra, i
vari bar riservati… questa è la stazione degli
autobus!
Come
scendo dal
pullman tiro un sospiro di sollievo.
Questa
è
Brescia!
-
Ci siamo! Ci
siamo! - urlo.
La
gente mi guarda
come se fossi un’imbecille.
Non
sono mai stata
così contenta di essere a Brescia!
Stefan
finisce di
parlare al cellulare e mi sorride. Io ricambio.
Mi
correggo: quello
era un fuggevole sorriso più simile ad una smorfia. Io non
avrei mai osato sorridere a Stefan.
-
Coraggio - dico,
trionfante - ti accompagno a casa. -
Okay,
devo
aggiungere un’altra piccola, indecorosa nota: in
realtà io
so dove abita Camilla, ma è troppo vergognoso per ammetterlo.
Con
il sorriso che
non mi si cancella dalle labbra, percorro la strada che dalla
stazione porta a Piazza della Loggia: Stefan deve andare pressappoco
lì.
Una
volta giunti
davanti ad una villetta con un giardino moderatamente
osceno,
mi blocco, dicendo:
-
Coraggio, devi
entrare qui. -
Stefan
accenna ad un
sorrisetto.
-
Ci vediamo domani
- concludo, voltandomi per andarmene.
Dopo
la giornata di
oggi, non mi spreco di dirgli nemmeno grazie. Figuriamoci se dovrei
ringraziarlo dopo che io ho risolto la situazione,
e io
l’ho riportato a casa! Se fosse stato per lui ora sarebbe
ancora a
Bergamo a girovagare.
Ci
mancherebbe altro
che adesso debba ringraziarlo. Il saluto che gli ho rivolto
è
già abbastanza.
-
So che sei troppo
orgogliosa per ammettere che ti sto simpatico. -
Mi
giro di scatto
verso Stefan, sconvolta. Sono uscite dalla sua bocca le parole che ho
appena sentito pronunciare? Cioè, era italiano
non
cirillico.
-
Del resto -
continua lui, imperterrito - anche io ero troppo orgoglioso per
ammettere davanti a te di sapere parlare perfettamente
l’italiano. -
Rimango
interdetta
per qualche secondo. Cos’è che ha detto?
-
Tu - dico -
conosci l’italiano come conosci il tedesco? -
-
Come credi che
sarei riuscito a sopportarti per un giorno intero a Bergamo? -
Vorrei
rispondergli,
ma non so cosa dire.
Improvvisamente
arrossisco. E tutte quelle cose cattive che gli ho detto pensando che
non le capisse? Ad esempio, quando l’ho infamato nonostante
mi
avesse appena salvato la vita?? O le cose che ho detto di lui a tutta
la gente che ho incontrato? Quando ho finto con Elena che lui fosse
il mio ragazzo e che mi avesse fatto le corna?
L’imbarazzo
è
l’unico elemento grazie al quale non ho già ucciso
Stefan
per la rabbia.
-
Ehm - dico -
Stefan… guarda che non erano vere tutte le cose che ho
detto…
cioè… erano più che altro una sorta di
divertimento
pensando che non le capissi. -
-
Bé - dice
lui, con una sorta di affetto nella voce - non mi stupirei se tu
trovassi comunque un altro modo per sentirti superiore. -
A
quella frase, non
posso impedirmi di sorridere anche io. In effetti, è vero.
Mi
stupisce che
Stefan non sia arrabbiato. Io in effetti lo sono, ma ora proprio non
mi sembra il caso di sgridarlo, lui ha molte armi contro di me. E poi
non è più la stessa cosa, l’italiano lo
capisce. Ora
lo so.
-
Ma…? - chiedo.
-
Ho vissuto per tre
anni in Italia. A Bolzano - mi spiega lui.
-
Capisco - dico,
cercando di non mostrarmi troppo interessata.
-
Bé, in
realtà mi mancava l’Italia - continua - anche
perché
in Austria non se ne sono mai viste di avventure del genere. O per lo
meno non ho mai conosciuto una ragazza come te che me le facesse
vivere. Ma posso dire di avere conosciuto te, oggi. -
A
questo punto, il
mio sorriso diventa più ampio che può. Ogni senso
di
rabbia che provavo nei suoi confronti è svanito. In tutto il
giorno, non mi ha mai detto una cosa così carina. Mi
avvicino
a lui e lo abbraccio.
-
Non sono così
tanto orgogliosa, in fondo. O per lo meno, potrei esserlo se avessi
appena trascorso un pomeriggio normale in giro con
una persona
che veramente non conosce il
“cirillico”… -
-
… Ma l’amazzone
-
Se
potessi,
sorriderei ancora di più.
Cerco
di
allontanarmi leggermente per rompere l’abbraccio (mica posso
stare
per così tanto tempo abbracciata a Stefan),
ma lui mi
stringe forte a sé… ehm, sono un po’
imbarazzata. Incrocio
il suo sguardo e divento rossissima in volto. Cosa diamine sta
facendo??
(Nota:
non ho
affatto intuito quello che Stefan ha chiaramente intenzione di fare,
è solo un’impressione.)
Sembra
che i minuti
passino a rallentatore, o forse in realtà sono io che voglio
che passi un’eternità prima che lui faccia
ciò che io
non so che vuole fare.
Alla
fine mi stufo,
mi avvicino e lo bacio.
Oddio
che sto
facendo???
In
questo momento
vorrei proprio non esistere… sto morendo dalla vergogna! Io
ho baciato Stefan. No, è impossibile.
È lui che
me l’ha fatto fare. Ed è anche lui che in questo
momento mi
sta passando una mano fra i capelli! E non sono mie le braccia che
gli circondando il collo, sia chiaro.
Giuro
che se adesso
non ha una scusa più che valida… ehm…
non fa niente.
Però
forse
potrei morsicargli la lingua, giusto per farla franca.
-
Eh ehm… -
Ci
voltiamo entrambi
di scatto: Camilla è in piedi davanti alla porta che ci
osserva con espressione arcigna.
Stefan
è
imbarazzato e vorrebbe allontanarsi da me, ma io non mi scollo (non
sono io, è un alieno che ha preso il mio posto). Ne tenta di
tutte, poi alla fine mi prende le braccia e me le stacca con la
forza. Ops, lo stavo veramente stringendo con così tanta
volontà?
-
Ciao - dice secca
Camilla - dove sei stato fino ad adesso? -
-
Sapessi - dico io,
con un’aria maliziosa.
Stefan
diventa rosso
come un peperone e Camilla assume la faccia di una mucca. Scusate,
volevo dire che fa una smorfia tale da non sembrare umana.
Oddio…
non è
che magari fra Camilla e Stefan…
No,
un attimo:
questo vorrebbe dire che per una volta sono riuscita ad averla vinta
io??
Stefan,
in questo
momento non sai quanto ti stia volendo bene! (Solo in questo momento,
eh!)
Mi
trattengo a
stento dal fare i salti di gioia, poi gli salto addosso. Gli do un
bacio sulla guancia e gli dico:
-
Ci vediamo domani.
-
Poi
mi allontano.
Esultante,
non vengo
nemmeno toccata dall’idea che Stefan e Camilla siano rimasti
leggermente interdetti. Se la sbrigheranno loro.
-
Alice, aspetta! -
Mi
volto. Stefan sta
correndo verso di me.
-
Che cosa c’è?
-
-
Alice… ascolta
io… mi dispiace… -
-
Per cosa? -
-
Per tutto quello
che è successo oggi. Per tutto… io…
sapevo perfettamente
di non dover andare a Milano… non so cosa mi sia preso
quando sono
salito su quel pullman. Volevo solamente vedere che cosa avresti
fatto, dopo avermi dato delle indicazioni sbagliate. Pensavo che
saremmo potuti scendere alla fermata successiva, non immaginavo che
saremmo dovuti arrivare fino a Bergamo. Mi dispiace… di
tutto. -
Non
so perché,
ma per una volta cerco di contenere la rabbia che provo.
L’enorme,
immensa, infinita rabbia che provo nei confronti di quello stupido!
Come ha potuto fare una cosa del genere?? Avrei dovuto rimanere ferma
alla fermata e lasciare che lui si arrangiasse da solo.
Però,
in
fondo… ci sono anche i lati positivi della cosa: ho scoperto
tante
nuove cose, ho conosciuto Elena, ho iniziato ad accettare quello che
è successo quella mattina, l’ho avuta vinta con
Camilla per
la prima volta, io ho dimostrato di
essere capace di
sopportare un austriaco che fingeva di non sapere
l’italiano
e l’ho anche riportato a casa… ed in fondo ho
conosciuto lui. Non
è così grave alla fine, no?
Dopo
questa mia
arguta riflessione, ho smaltito la rabbia.
Gli
sorrido.
-
In fondo… avrei
anche potuto lasciarti andare, quando ti ho gridato di
scendere… -
-
È quello
che avresti dovuto fare. Io ho finto di non
sentirti. Mi
dispiace. Non meritavi niente di questo. Mi hai preso in giro
più
volte e mi hai anche fatto male, ma sei stata unica a salire sul
pullman solo per me. Tu mi piaci, Alice, ma io non
ti merito.
-
Detto
questo, mi
raggiunge, mi si avvicina e poi mi stringe forte.
-
No, non ti merito
- ripete - però… -
Mi
da un bacio…
però in questo momento non ho il coraggio di pensare a
niente,
se non a ciò che sta accadendo.
Alcune
volte, quando
piaci ad una persona, è quasi impossibile arguirlo. Fa di
tutto per starti alla larga e ti tratta male. Talvolta non lo si
capisce subito neanche di noi stessi, ma non si arriverebbe mai a
nasconderselo. Forse la nostra convinzione è tale da
ostinarci
a negarlo, ma nel profondo del nostro cuore sappiamo qual è
la
scelta giusta.
Eppure
è
strano quanto si possa arrivare a detestare la persona che ci piace:
la si ritiene responsabile di un sentimento che in un determinato
momento può sembrarci inopportuno. Ed è, forse,
ciò
che ho fatto io.
Mi
dissero una cosa
di Stefan: mi sono sentita sempre superiore a lui, comportandomi in
un modo talmente meschino che anche ad un pollo farebbe venire voglia
di tirarmi una sberla. Eppure lui non ha mai contestato, e non
perché
non avesse le palle, ma perché è un ragazzo dolce
ed
onesto. Per questo merita la mia stima, non la mia disapprovazione.*
Sorridendo,
passo un
braccio attorno alla vita di Stefan e proseguo verso casa.
IL
CORRIERE DELLA
SERA
13
dicembre 2007
Ieri,
dodici
dicembre 2007, si è svolta una manifestazione ad Isso, in
provincia di Bergamo.
Un
gruppo di ragazzi
era stato escluso da un locale, e ieri, Jasmin Yetzi, sedici anni,
legittima erede del defunto proprietario e pusher Pedro Yetzi, si
è
trovata a dover affrontare la loro ira.
Da
tempo la polizia
sospettava che il locale fosse un luogo di spaccio, poiché
non
vi entrava nessuno fuorché ragazzi conosciuti nella zona per
traffico e assunzione di droga. Per poter accedere al pub occorreva
un lasciapassare. La gente spacciava per conto di Jasmin Yetzi, e
tutti i soldi guadagnati finivano a lei; in cambio ella offriva agli
spacciatori sostanze stupefacenti gratis.
La
settimana scorsa
una generosa manciata di ragazzi dai diciannove ai venticinque anni
è
stata scartata dal locale perché non fruttava soldi (ovvero
assumeva droga ma non spacciava più). Questi giovani si sono
coalizzati contro la Yetzi, che ha dimostrato di sapere tener testa
al gruppo.
Per
cause ancora
indefinite, è scoppiata una rissa che è costata
la vita
a due ragazzi, Cristina Montecarli, ventuno anni, e Alessandro
Bighetti, ventiquattro. Altri due ora si trovano all’ospedale,
fuori pericolo.
Due
ragazzi
coinvolti nella rissa sono scappati e sono stati inseguiti dalla
polizia, causando l’intero
blocco di Isso
e dei comuni confinanti.
La
ragazza (non
ancora identificata) è riuscita a fuggire a bordo di una
bicicletta, mentre il ragazzo, Michele Pavone, è stato
arrestato dopo pochi minuti. In questura ha ripetuto più
volte
di non avere partecipato alla rissa ma di esserne stato coinvolto per
errore. La polizia non è riuscita a dimostrare la sua
colpevolezza né che spacciasse o assumesse droga, per cui
questa mattina alle undici Pavone è stato prosciolto dalle
accuse.
“Sono
innocente”
dichiara alla stampa “e
lo è anche la ragazza che era con me. Si pensa rea della mia
cattura, e se nessuno riuscirà a toglierle questa
convinzione
dalla testa almeno spero che legga l’articolo,
così saprà che ora sono libero. Ciao,
Alice”.
*Citazione
non
testuale di una battuta di Elena, capitolo 10.
Du
bist dumm,
unwissend, du verstehet nichts, wenn ich Deustch spreche, du schrei,
weil du Deutsch nicht wissen WOLLEN.
Du bist zu antipatische! Hast du alles verstanden?:
sei
stupida, ignorante, non capisci niente, quando parlo tedesco, tu
urli, perché NON LO VUOI
SAPERE. Sei troppo antipatica! Hai capito tutto?
Ich
habe nicht
verstanden: non ho capito.
Hallo,
Andreas! Wie
geht’s? Ja, Italien ist schön…: ciao,
Andreas! Come va? Sì,
l’Italia è bella…
FINE
_____________________________________________________________________________________________________
Odio!!!! Sono arrivata
alla fine!! Non ci credo! La fine di una ff è sempre la
parte
che mi dispiace di più... non me la sento di abbandonare i
miei lettori, di non pubblicare più un capitolo e mettermi
subito buona lena a scrivere il prossimo... Soprattutto mi dispiace
chiudere i miei personaggi, Alice e Stefan, dopo tutte le peripezie
che gli ho fatto passare!
Ma non temete, a breve
troverete pubblicata una one-shot con il titolo UNA GIORNATA DI
PERIPEZIE – COME È BELLO IL MONDO INSIEME A TE,
per non
lasciare in sospeso la fine e i personaggi =D
Ora non mi resta altro
che salutarvi, perché vi adoro tuttiiii!!!
Kokky, La_LaUrEtTa,
Jess_91, ehy_Lyla, Shio, francy91, Pinzyna, Little jewel,
Drangon-fly, Cissy, bychan, Ari, blackout, Piccola Dea, Lely1441,
Mirkodancer... come farò senza di voi?? Vi adoro TUTTI!!!
E
ringrazio da morire per avere aggiunto la storia ai preferiti:
Aila
alii
blackout
bychan
DiraReal
ehy_Lyla
francy91
gaTzi_yaShi
Jess_91
Kokky
La_LaUrEtTa
Lely1441
Little
jewel
Mamey
Mana_chan
Miranda
Mirkodancer
momica
Piccola
dea
Pinzyna
Sakyo91
sasamy
Shio
SoporAeternus
E ringrazio anche coloro che hanno
seguito la
storia senza lasciare segno, perché non possono essere
dimenticati!! Non finirò mai di amarvi!!!
<3 <3 <33333
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